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Autore: Hikaritokage    29/09/2017    20 recensioni
Non sai cosa sia, però lo senti ancora quando lei ti vede, lì in piedi vicino allo scrittoio, un'ombra tra le ombre immobili della tua stanza.
Non sai cosa sia, ma continui a sentirlo mentre lei si avvicina e ti sorride, e tu le sorridi.
E all'improvviso vorresti che lo sentisse anche lei.
Lo vorresti davvero, più di qualunque altra cosa.
Ma non sai spiegarti il perché.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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SENZA BUSSARE

L'orologio sul ripiano del camino rintocca la mezzanotte, e tu sei ancora sveglio, e ti rigiri nel letto.
Sei felice e eccitato e non puoi dormire, e guardi e riguardi quella spada, e alla fine ti alzi e la raggiungi, scalzo e rapido.
La sguaini lentamente, quasi con timore, poi provi un paio di affondi e la guardi scintillare nell'argento di un raggio di luna. E sorridi.
Affilata, tagliente, fredda.
Elegante e nobile.
Bellissima.
Tua.
Davvero ne sei degno? 
Lei ti ha detto di si, e tu le credi, tu a lei credi sempre. 
A te non sa mentire.
Ti ha detto che suo padre le ha dato due spade, e che una era per te. 
Ti ha chiesto se eri contento, e poi ti ha sorriso, ti ha sfidato e ha vinto.
Lei con te vince sempre, e sorride sempre, e quando vince e sorride il suo sguardo brilla.
Brilla davvero, come il riflesso del sole sul mare.
Ti è sempre piaciuto il mare.
Rinfoderi la tua spada con attenzione, con cura.
Stai attento perché non vuoi ferirti, certo, ma non solo per quello. 
Una spada è delicata, anche se a vederla non si direbbe.
Ma tu lo sai bene, per questo ne hai cura. 
Ne avrai cura per sempre, perché è tua.
Davvero ne sei degno?
Lo scatto improvviso della maniglia ti fa sussultare, ma è solo un istante. È lei, e tu lo sai.
Soltanto lei entra nella tua stanza così, senza chiedere, senza bussare, non ce n'è bisogno.
Senti lei, e poi un frullare d'ali leggero e velocissimo, un passero impazzito che scappa via svelto dallo stomaco e resta intrappolato nel petto, e va a sbattere contro il cuore. 
Non sai cosa sia, è la sensazione più strana che tu abbia mai provato.
Lo senti, e intanto la guardi sgattaiolare dentro, e dissolvere il buio nell'alone dorato della candela che tiene in mano, e chiudersi la porta alle spalle, e appoggiarci contro la schiena.
“André… stai dormendo?”
Non sai cosa sia, però lo senti ancora quando lei ti vede, lì in piedi vicino allo scrittoio, un'ombra tra le ombre immobili della tua stanza.
Non sai cosa sia, ma continui a sentirlo mentre lei si avvicina e ti sorride, e tu le sorridi.
E all'improvviso vorresti che lo sentisse anche lei.
Lo vorresti davvero, più di qualunque altra cosa.
Ma non sai spiegarti il perché.
 
*****



L'orologio sul ripiano del camino rintocca la mezzanotte, e tu sei ancora sveglio, e ti rigiri nel letto.
E ti ripeti che sei un folle.
Un folle e un idiota. 
Un folle e nient'altro.
Non si può amare così, il tuo amore è folle.
Il tuo amore è oscuro, è ombra e tenebra e ti trascinerà in un abisso.
Lo sai, e lo combatti ogni giorno.
Indossi la tua calma e il tuo sorriso e combatti.
Ma sei sempre più stanco, esausto, sfinito.
E lei è sempre più bella, fredda, lontana.
Era parte di te, ma ormai è lontana come l'infanzia.
Lontana come il sole.
E quando l'hai vista scendere quelle scale, il tuo cuore si è fermato.
E non perché lei fosse così bella da togliere il fiato, talmente bella da incendiare il sangue nelle vene.
No, il tuo cuore non si è fermato per quello.
È molto più bella ogni mattina, quando entra nelle scuderie fasciata dalla sua uniforme rossa, e qualche volta ti sorride e molto più spesso invece no, ma per te in quel momento sorge il sole lo stesso.
È decisamente più bella tra i riflessi delle lame che si incrociano, elegante e spietata e sensuale senza neanche saperlo, mentre sferra i suoi attacchi implacabili e i colpi rintoccano nel profondo della tua anima, e il suo respiro ti sfiora il viso quando il metallo stride e le else si scontrano, e il suo profumo frusta i sensi e il suo sorriso trafigge il cuore e la tua spada volteggia e cade lontano, e scintilla e risplende come il suo sguardo trionfante.
È di una bellezza struggente davanti al vostro camino, avvolta nei suoi silenzi che parlano anche troppo, assorta in quei pensieri che a lei non sono stati concessi, lo sguardo che accarezza le fiamme e le mani che stringono l'ennesimo bicchiere, e la certezza che né il fuoco né il vino la riscalderanno mai abbastanza.
Era bella mentre scendeva quelle scale in un fruscio di seta d'avorio e ricami sinuosi d'argento e d'azzurro, era così bella da toglierti il fiato, e incendiarti il sangue nelle vene.
Ma il tuo cuore non si è fermato per quello.
Ha smesso di battere quando hai capito che, stasera, la sua bellezza riuscirebbe a vederla anche un cieco.
E non un cieco qualsiasi. Quel cieco.
Quello che non riusciva a capacitarsi che lei fosse davvero una donna, e che si ostina a considerarla soltanto un uomo e un soldato e un ottimo amico, e che ancora oggi si domanda perché mai Dio l'abbia fatta nascere così.
E se lo domanda davanti a lei, ovviamente.
Ecco, quel cieco.
Stasera riuscirà a vederla anche lui, e forse adesso dovresti alzarti e uscire da questa stanza, perché qui tra queste ombre finirai davvero per impazzire.
Dovresti bere.
Dovresti bere tanto, e quando ti sembrerà di aver bevuto troppo dovresti bere ancora, bere fino a stordirti e non sentire più niente. 
Veleno. Non ti salveresti da lei neanche se bevessi veleno.
Non puoi fuggire, tu la amerai per sempre, la amerai oltre la morte.
Lei è tua.
Lei scorre nelle tue vene e in ogni tuo respiro ed è tua.
È una rosa bianca.
L'hai vista sbocciare e crescere e fiorire sotto i tuoi occhi estasiati e rapiti e innamorati.
È la tua rosa bianca.
L'hai vista indossare una vita che si è scelta come unica scelta possibile, l'hai vista avvolgersi in un groviglio di spine che la feriscono e la graffiano e che ogni giorno si stringono di più.
Le senti, sono le stesse spine che ti senti addosso, che ti tormentano qui in questo letto e ti fanno sanguinare l'anima, le spine che non ti permetteranno di raggiungerla, mai.
Non dormi, non puoi, se sarai fortunato scivolerai via in una grigia incoscienza, e domattina aprirai gli occhi e sarai ancora più stanco.
Sei stanco, sei stanco da così tanto tempo.
Sei stanco, sei esausto, sei sfinito.
Sei stanco, ma domattina riprenderai il tuo posto affianco a lei, il tuo posto nella sua vita fatta di maschere e di spine.
La sua maschera, la tua maschera, e le spine che uccideranno entrambi.
Ma qui, tra le ombre immobili della tua stanza, la maschera cade e ci sei solo tu. Tu e i tuoi demoni che strisciano nel buio, tu e il tuo amore folle che ti strappa il respiro, tu e la tua voglia di lei che ti toglie il senno e la ragione.
Qui ci sei soltanto tu a fare i conti con il tuo dolore, il corpo dilaniato e la carne straziata e i sensi sbranati da un desiderio feroce, che nessuna donna al mondo soddisferà mai.
Tu vuoi lei. Soltanto lei.
E non la avrai, non puoi, non ti è concesso. Puoi solo amarla nell'ombra e in silenzio, servirla per sempre, proteggerla da tutto e tutti fino a dare la vita. La tua vita che non basterebbe a ripagare la sua, neanche se ne avessi dieci.
Amarla nell'ombra e non sfiorarla mai, non baciare mai le sue labbra e non sentire il sapore della sua pelle, non bruciare di fiamme vive dentro di lei, non respirare il profumo di rose e di vento tra i suoi capelli.
Le rose di Arras, il vento della Normandia.
I tuoi ricordi più belli, la dolcezza dell'infanzia divisa a metà, la felicità che hai provato insieme a lei quando eravate una cosa sola, la tua vita e la tua anima che si sono impigliate ai suoi capelli per sempre.
Non impazzire.
Continua ad amarla nell'ombra, e non impazzire.
Non impazzire.
Combatti e proteggila per sempre e non impazzire.
Lei è il sole, e tu non puoi sperare di raggiungere il sole.
Lei è il sole. E se volerai troppo in alto, se ti spingerai troppo vicino, allora davvero precipiterai negli abissi.
Lei è il sole, e le tue ali sono cera già sciolta.
Lei è il sole, e il tuo amore è una notte eterna.
Il tuo amore è ombra e tenebra e ti trascinerà in un abisso.
Il tuo amore è folle, e in ogni istante ti fa più paura.
Lo scatto improvviso della maniglia ti fa sussultare, e di colpo ti ritrovi seduto al centro del letto.
Soltanto lei.
Soltanto lei entra nella tua stanza così, senza chiedere, senza bussare, non ce n'è bisogno.
Ma non lo fa più da tanti anni ormai.
La guardi scivolare nella tua stanza in un fruscio di seta, e chiudersi in fretta la porta alle spalle, e poggiarci contro la schiena.
La guardi catturare su di sé ogni sottile bagliore di luna, e trasformarlo in oro accecante.
Lei è luce, e rischiara la tua stanza. È luce e seta d'avorio e ricami sinuosi d'argento e d'azzurro, è luce viva e pura che dissolve il buio della tua esistenza, il nero denso e infinito del tuo dolore.
Lei è luce, è il sole, ed è immobile sulla tua porta.
“André…” 
La senti, senti la sua paura e il suo tormento e la sua voce sottile e incerta e incrinata.
La senti, e ti alzi e la raggiungi mentre ti infili la camicia e non hai respiro per parlare.
La senti, la senti posare le mani e la fronte sul tuo petto, e liberare lacrime roventi che bagnano la stoffa e bruciano sulla pelle.
E non sai perché, non sai perché sia scappata via da lui per venire a piangere nella tua stanza, e la guardi singhiozzare a occhi bassi e ti accorgi che in quel vestito lei non è soltanto bellissima, così bella da incendiare il sangue nelle vene di qualsiasi uomo. Con quel vestito addosso lei è indifesa, è fragile e facile da ferire e improvvisamente donna in un mondo fatto di uomini che prendono senza chiedere, e la paura è gelida e ti striscia addosso e ti sfiora la schiena, tutto il sangue si fa ghiaccio e ti si frantuma nelle vene. "Cosa è successo?" Lo sussurri soltanto, a voce bassissima per non ringhiare. Ma in fondo alla gola ringhi lo stesso e lei sussulta, la senti, sollevi le mani e le chiudi dolcemente sulle sue e la senti tremare. “Va tutto bene, Oscar… dimmi solo cosa è successo, che cosa…”
“Ti amo”
Un sospiro, la sua voce si posa sul tuo petto e lo accarezza ed è un sospiro.
Ti amo
Un fulmine, la sua voce ti squarcia il cuore e lo devasta ed è un fulmine.
Ti amo
Un fiume, la sua voce ti scorre addosso e ti trascina via ed è un fiume.
Ti amo
La guardi alzare il viso e cercare i tuoi occhi, e tu nei suoi occhi ci affondi e poi annaspi e poi anneghi.
“Ti amo, André…”
Lo sospira sulle tue labbra e tu resti immobile, e non puoi parlare, e non riesci a pensare, e se stai sognando non ti vuoi svegliare.
Le sue mani ti sfuggono e salgono e si chiudono sul tuo viso, e si insinuano fra le onde morbide dei tuoi capelli sciolti.
“Ti amo… non ho mai… non ho mai amato nessun altro, soltanto te.”
Anneghi, non c'è più aria intorno a te, non ce ne sarà mai più.
“André…”
Il tuo nome trema sulle sue labbra e cade sulle tue in un bacio timido e incerto e dolcissimo, rapido, leggero, appena accennato.
“André…” 
Il tuo nome scivola dentro un sospiro e la sua bocca ti cerca di nuovo, cerca il tuo sapore e lo vuole e lo chiede, e ti trascina in un bacio che si fa profondo e intenso e ti sfugge subito di mano, brucia l'aria tra di voi e divampa nel fuoco di respiri che si fondono insieme.
E allora non ti importa più di niente, e non c'è niente al mondo che ti interessi sapere, e non ci sono dubbi e domande e risposte e certezze e spiegazioni da chiedere e da dare.
Lei ti ama, e le tue parole sono soltanto due, le due parole più importanti della tua vita.
Lei ti ama e ti vuole e ti bacia, e tu vuoi solo lei e la sua bocca e i suoi ansiti confusi coi tuoi, e vuoi sciogliere i suoi capelli e respirare rose e vento quando li fai scorrere tra le dita, e vuoi assaggiare la sua pelle che freme mentre ti perdi nel suo sapore, baci trattenuti insieme all'istinto che già controlli a fatica, baci leggeri che si posano nella piega dolce del collo e sulle sue spalle sempre più scoperte, e poi baci intensi e avidi che bevono ogni palpito della sua gola, e poi morsi affamati e linee sinuose da tracciare col respiro e inseguire con la lingua, e un lampo di delirio rosso e infuocato quando la senti gemere e aggrapparsi alle tue spalle, la testa abbandonata all'indietro e gli occhi socchiusi e le labbra che sospirano ancora una volta il tuo nome.
E non lo sai, non lo sai più come ci siete arrivati tra i cuscini e le lenzuola, a tirare la stoffa e allentare i nodi e sciogliere lacci e brividi tra le carezze e i sussurri, finché le barriere cadono a terra e diventano solo un mucchio sul pavimento, e non hanno più né forma né peso, e adesso lei è nuda davanti a te.
E capisci che impazzirai, ormai ne sei certo, perché non si può stringere e assaggiare un sogno inesauribile senza perdere la ragione, e la voglia di lei annebbia la coscienza e il desiderio diventa fame, il tuo amore adesso è fame e sete e istinto e follia.
La vuoi, vuoi baciare ogni piega del suo corpo e vuoi toccare ogni sfumatura della sua anima, e vuoi sentirla sciogliersi e inarcare la schiena e liberare i gemiti senza più ritegno e pudore e respiro, arresa a te e alla tua bocca e alle tue mani, annientata dal piacere e ansante e bellissima, bella come non l'hai mai vista e come la vedrai soltanto tu.
Tua, soltanto tua.
“Ti amo” e la sua voce è un soffio di vento caldo sulle tue labbra, è miele sciolto sulla lingua e balsamo sulle ferite della tua anima, e la sua bocca ti cerca ancora e i suoi fianchi sfiorano i tuoi e ti chiamano, oltre la soglia di un dolore sottile che nel bacio più dolce si dissolve e scompare.
“Il mio André...” lo sussurra e ti stringe e tu sei dentro di lei, e ti muovi e le sue labbra si muovono e sospirano e premono sulla tua gola, lì dove il sangue scorre impetuoso e trascina via tutto come lava bollente, dove si frantumano la voce e i gemiti, e gli ansiti e i pensieri.
Suo, soltanto suo, da sempre.
Suo per sempre.

 
*****


Le prime luci dell'alba ti sfiorano e si posano sul tuo cuscino, e tu sei ancora sveglio, e la guardi dormire chiusa nel tuo abbraccio.
La senti, senti il suo respiro leggero addosso e il calore del suo corpo impresso sul tuo, e senti le note intense del piacere nell'odore della sua pelle, e il profumo di rose e di vento impigliato da sempre tra i suoi capelli.
Senti lei, la senti muoversi piano e aprire gli occhi e cercare i tuoi, e poi un frullare d'ali leggero e velocissimo, un passero impazzito che scappa via svelto dallo stomaco e resta intrappolato nel suo petto, e va a sbattere contro il suo cuore che batte di nuovo contro il tuo.
E allora non ti importa più di niente, e non c'è niente al mondo che ti interessi sapere, e non ci sono dubbi e domande e risposte e certezze e spiegazioni da chiedere e da dare.
E se stai sognando non ti vuoi svegliare.






Un saluto e un grandissimo GRAZIE a chi ha letto questa Os un bel po' delirante, scritta di getto in questa serata un po'  così e ispirata dalle parole del piccolo André dell'anime (piccolo André pucciosissimo aggiungerei), che non si sente degno di quella spada che Oscar gli regala…
Ecco, sono partita da quello, il che la dice lunga sulla mia sanità mentale!
=^.^=

-elly-
   
 
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