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Autore: Vento di Fata    29/09/2017    0 recensioni
[Fan Fiction già in corso sul sito http://archiveofourown.org con il nickname di Erin_Auditore]
Esiste un altro posto, oltre il regno dei vivi.
Un regno dove le anime continuano ad esistere dopo la nostra morte.
Un mondo che dei meri umani non potrebbero mai raggiungere.
Ma, ci sono alcuni che vi hanno accesso. Bambini e adulti speciali, che possono vedere oltre l’oscurità della morte, e conoscere il mondo al di là di essa.
Lei era una di loro. Era cresciuta con quel potere, controllandolo, proteggendolo.
Ma, quella notte, commise un errore.
Lasciò che lui vedesse ciò che lei vedeva.
E fu allora che arrivò il mostro.
“Il mondo dove le anime dei morti riposano è un posto pericoloso. Potresti incontrare ogni sorta di essere malvagio. I tuoi poteri sono forti dalla nascita, ma devi esserlo di più. Non lasciare mai, mai, che qualcuno oltre a te veda ciò che tu puoi vedere. Se lo facessi, i sigilli nel tuo corpo si corromperebbero, e ne verresti lentamente consumata.”
Genere: Avventura, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Itachi, Nuovo Personaggio, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: Missing Moments, Traduzione | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza | Contesto: Più contesti
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Il mostro ruggiva trionfante, le catene che l’avevano imprigionato per anni erano finalmente spezzate e la bestia iniziò a liberarsene. Il solo pensiero di resistere sembrava stupido, senza senso.
   Aveva accettato il patto e quella era la conseguenza.
  Tutto ciò che vedeva era avvolto di rosso.
Il ruggito del mostro sembrò spaccarle la mente in due, riempiendola di terrore. Il dolore era terribile e non si accorse nemmeno che la stretta sulla sua gola era sparita e che era caduta a terra. Lui sapeva benissimo cosa stava succedendo, era anche colpa sua se la bestia era lì. Una nuova fitta di dolore le invase la mente, i sigilli incisi su di lei stavano tentando di trattenere il mostro nei confini del suo corpo, dove era stato relegato. Schiuse le labbra ma invece di un urlo dalla sua bocca uscì uno strillo inumano, che le lacerò le corde vocali. Tentò di muoversi, l’unica parte razionale della sua mente le stava dicendo di fare qualcosa, di provare a fermare il mostro che stava scavando la sua via d’uscita da dentro di lei, ma la sola idea era estremamente dolorosa.
   In un secondo, fu inghiottita dall’oscurità.
 

 
Non vedeva niente.
Ogni minima forza era sparita. Dove era finita? Tutto ciò che ricordava era un dolore terribile e il ruggito della bestia.
Aveva preso il controllo del suo corpo? Solo il pensiero bastava a farla tremare. Come avrebbe potuto liberarsi da quella prigione?
I suoi compagni di team, la sua famiglia, li avrebbe mai rivisti?
Una lacrima le scese lungo la guancia, come aveva fatto ad essere così idiota?

Svegliati.

Che cosa...?

Svegliati, tsubomi. Devi svegliarti.
Combatti quella bestia. Sei più forte di lei.

Una lieve luce le danzava di fronte al viso.
Rossa.
Uno... spirito?
No.
Era un’anima.
La sua anima.

Combatti.
Sappiamo entrambi che puoi.

Con la punta delle dita toccò la luce. Emanava un calore dolcissimo, e per un momento desiderò  tenerla tra le dita, che non sparisse e la lasciasse in quell’oscurità.
Aveva paura del buio.
Un gemito inumano le raggiunse le orecchie e il suo cuore perse un battito. Cosa stava succedendo?
La bestia lo stava uccidendo?
O era lui ad uccidere la bestia?

Svegliati.
Ti prego, Irae...

Inspirò lentamente, guardando un’ultima volta la luce che andava affievolendosi.
No, non si sarebbe arresa.
Aprì di nuovo gli occhi.
 
 

Quando riaprì gli occhi, era notte. La luna scintillava di fronte ai suoi occhi, per quanto tempo era stata priva di conoscenza?
“Yuki-sensei, si è svegliata!” una massa di riccioli bianchi le piovve in faccia mentre la sua compagna di team la abbracciava. “Irae-chan, pensavamo fossi morta!”
“Sto... bene... credo” le parole facevano fatica a uscirle dalla bocca, ogni singolo osso del suo corpo le faceva male, e si chiese come aveva fatto a riprendere il controllo di sé stessa. “Che... cosa è successo?”
“Sei impazzita mentre combattevi. Sei fortunata ad essere viva, i sigilli ti hanno quasi uccisa.” Spiegò la sua sensei. “Quando ti abbiamo trovata lui era sparito ma tu eri coperta di sangue e dubito che fosse solo tuo, quindi suppongo sia riuscita a ferirlo gravemente.”
Irae annuì, sedendosi con l’aiuto della sua compagna di team. Aveva sangue incrostato sotto le unghie, e la sua maglia era sporca di rosso così come i pantaloni. Facendo attenzione slacciò lentamente la cintura intorno ai fianchi e alzò la maglia: il ventre e il petto erano coperti di caratteri kanji scavati nella carne, alcuni sanguinavano ancora ed emettevano una fioca luce bluastra. Uno sbuffo di dolore le uscì dalle labbra quando strinse di nuovo la cintura. “Tu stai bene, Kasumi?” chiese alla ragazzina seduta vicino a lei.
“Hai, ma Akahito si è rotto un braccio ed è troppo esausto per guarirsi.” Spiegò Kasumi. “Domani faremo ritorno a Konoha, è meglio se riposi.”
Irae si sdraiò nuovamente, gli occhi ancora puntati sul cielo notturno. Abbassò le palpebre quando sentì delle lacrime pungerle gli occhi e appoggiò le dita sul ciondolo circolare del collare che portava, unico ricordo di un passato che mai sarebbe ritornato.
Ma non era il momento di pensarci.
 

Si stava riposando fuori da casa sua quando udì un leggero soffio dietro di lei. Sul volto comparirono due sottili linee azzurre e la sclera si colorò dello stesso colore, in cerca di chi aveva causato il rumore. “Ohayo, Irae-chan.” Disse una voce dolce che lei conosceva molto bene.
“Ohayo, Mikoto-san.” Lo spirito della donna si posò vicino a lei. “Come mai sei qui?”
“Ho sentito che avete avuto dei guai durante la missione” rispose Mikoto. “Volevo assicurarmi che stessi bene.”
“Mi rimetterò in fretta, come sempre. Ma combattere dei ninja così forti è sempre difficile.” Irae sfiorò il pendente, gli occhi ambrati persi in ricordi che solo lei vedeva.
Il fantasma notò il suo sguardo, e mormorò: “C’era anche lui, non è vero?”
Irae non rispose, entrambe sapevano benissimo di chi stavano parlando.
Suo figlio maggiore, Itachi Uchiha.

 

Tsubomi: Bocciolo, in giapponese.

Bon dì signori e signore, come va la vita? Eccomi tornato con un nuovo capitolo.

Doveva essercene un altro prima, ma dopo averlo pubblicato su Archive of Our Own e leggendolo mi sono accorto di quanto fosse distante dallo stile che intendevo dare alla storia, perciò l'ho rimosso in attesa di riscriverlo al momento opportuno. Finalmente si è svelato il nome della protagonista e anche i suoi compagni di team, non dimenticateli perché compariranno spesso insieme ad Irae. E la protagonista parla con lo spirito di Mikoto Uchiha, strano vero? Tutto verrà spiegato a tempo debito, don't worry.


Se  la storia vi è piaciuta vi invito a lasciare una recensione per dirmi cosa ne pensate, vi invito anche a seguirla e nel caso vogliate leggere la fanfiction in inglese, here's the link: 
http://archiveofourown.org/works/12033987/chapters/27243444 

Alégri, signori, Vento di Fata si congeda, alla prossima.
  
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