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Autore: Mayfa_P    30/09/2017    1 recensioni
Primo libro della trilogia "I Dominatori di Elda".
Per secoli Elda venne tenuta sotto controllo dai 4 dominatori che mantenevano l'ordine al fianco del Capostirpe, al termine della Grande Guerra però scomparvero diventando leggenda, una leggenda trascritta da un antico stregone il quale narrava il ritorno di queste forze ritenuto minaccia o fonte di grande potere per colui che fosse riuscito a conquistare la loro fiducia.
Mornon, uomo privo di sentimenti, privo di pietà e bramoso di potere tanto da mettere in pericolo la vita del suo stesso primogenito Erech, verrà a conoscenza di una verità che lo porterà all ricerca dei dominatori.
Sarà Nilde, una guerriera senza passato, che per scoprire la verità e per proteggere Elda dal tiranno, scenderà in prima linea pronta a combattere per il popolo, troverà però un'ostacolo ad attenderla, un'ostacolo che non si sarebbe mai immaginata.
Un uomo spietato pronto a tutto per il potere.
Un figlio sottomesso.
Una Guerriera, pronta a tutto per difendere la pace di Elda.
Una Guerra contro le tenebre e un amore proibito.
Genere: Fantasy, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Violenza
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13-14 Saovine
Un dolore lancinante iniziò a pulsarle nelle tempie e istintivamente portò una mano alla nuca tentando di massaggiarla in modo tale da far cessare il dolore, lentamente riprese possesso della vista ritrovandosi disorientata. 
Non si trovava più al rifugio ma era distesa a terra nel fitto bosco con addosso il suo mantello, quello pesante che solitamente usavano per le scorribande notturne a inverno inoltrato. Di scatto si tirò a sedere venendo immediatamente fermata da un forte capogiro, portò nuovamente le mani alla nuca e strinse forte gli occhi.
"Buongiorno principessa, credevo fossi caduta in un sonno eterno."
La voce di Nor giunse prepotente alle sue orecchie quasi spaventandola, non aveva percepito nessun tipo di rumore per questo era convinta di trovarsi sola.
"Dove siamo?" una voce roca e impastata, uscì flebile dalle sue labbra mentre con le mani continuava a massaggiarsi le tempie.
Non riusciva a ricordare nulla e non capiva come mai fosse così lontana da casa e perché suo padre non fosse li.
Nor si ritrovò subito nel panico, si era preparato una storia falsa da raccontarle in modo tale che avesse delle risposte ma non sapesse la verità ma, in quel momento, si ritrovò a non sapere cosa rispondere.
"Credo sia meglio che prima tu ti riprenda, domani ti racconterò tutto."
Nilde non aveva alcuna voglia di discutere e, diversamente da come si sarebbe comportata in un'altra circostanza, acconsentì e accettò riconoscente la cena che il suo amico le stava offrendo.
Consumarono il pasto in completo silenzio, entrambi si ritrovarono immersi completamente nei loro pensieri e decisero di lasciare la loro mente libera di perdersi nei labirinti delle loro menti.
La ragazza continuava a interrogarsi sul perché di quella situazione e, per un secondo, le venne il dubbio che riguardasse ciò che aveva visto il suo amico sul Galadh il giorno precedente. 
Ciò nonostante decise di riservare tutti i dubbi e le domande per il giorno dopo.
Completata la cena Nor decise di riposare un pò mentre Nilde faceva la guardia.
Si sedette di fianco al suo amico appoggiando il busto su un enorme Galadh alle sue spalle, aveva un enorme vuoto in testa, l'ultimo ricordo risaliva al giorno precedente quando avevano discusso a tavola dopodiché il vuoto.
Iniziò così a invitare la sua memoria a collaborare e lentamente iniziarono a riaffiorare gli avvenimenti accaduti precedentemente la sua perdita di conoscenza, con essi, anche la rabbia iniziò a montarle viva e cieca fin dal profondo.
Rimuginò tutta la notte sul motivo di tutto quel trambusto ma proprio non riusciva a venirne a capo, covò così la sua rabbia fino all'alba, momento ideale per sfogarla.

Convinta fosse l'ora adatta per svegliarsi si alzò in piedi di scatto, provocandosi un lieve giramento di capo che decise di reprimere con forza, si avvicinò come una furia al corpo ancora dormiente del suo amico e gli sferrò due potenti calci all'altezza delle costole.
"Alzati lurido verme!"
Nor si ritrovò disteso su un fianco con il costato dolorante, si alzò in fretta stringendosi tra le braccia, stordito e disorientato.
"Cosa diavolo stai facendo"
"Io? Cosa diavolo hai fatto tu piuttosto! Mi hai colpita in testa!"
Il ragazzo si sentì più sollevato capendo la situazione e si affrettò a darle subito le spiegazioni che cercava.
"Ti spiego tutto, ma dobbiamo metterci in cammino."
"Per andare dove?"
"Nilde per favore, le nostre vite sono in pericolo perciò vedi di muovere il culo e sbrigati! Abbiamo molta strada da fare e poco tempo!"
Lanciò uno sguardo che non ammetteva repliche alla ragazza, rimasta ammutolita dalle parole del giovane, e, dopo averla superata, si incamminò verso la loro meta.
Stavano camminando da un ora quando Nilde decise di aprire il discorso, voleva capire, doveva capire. Non poteva essere l'unica all'oscuro di qualcosa che metteva in pericolo le loro vite.
Affiancò Nor e, con delicatezza, entrò nel discorso.
"Senti Nor, ho bisogno di sapere, voglio capire il perché di tutto questo."
Quando il giovane udì quelle parole si fermò improvvisamente, era giunto il momento.
Si ritrovarono fermi in silenzio, uno davanti all'altra, con gli sguardi più seri che mai.
Dopo alcuni secondo in quella posizione il ragazzo riprese il percorso iniziando a parlare.
"Nilde, a questo punto dovrei raccontarti una storia falsa perché, secondo il Maestro, in questo modo saresti al sicuro. Ma per quanto mi riguarda non dirti la verità equivale a metterti più in pericolo di quanto tu già sia. Perciò ho deciso di dirti la verità. Ma - si voltò di scatto inchiodando il suo sguardo severo in quello della giovane.- non dovrai interrompermi, dovrai ascoltare l'intera storia senza fiatare, solo alla fine potrai pormi tutte le domande che vorrai. Intesi?"
La ragazza rimase in silenzio per qualche istante, era disorienta più che mai e, non sapendo quale fosse la risposta migliore, decise semplicemente di annuire.
Dalle labbra del ragazzo fuoriuscì un pesante sospiro e, dopo aver ripreso il cammino, iniziò a parlare.
"Il maestro non è tuo padre. - fece una breve sosta per permettere alla ragazza di metabolizzare la prima verità e, di sfuggita, tentò di cogliere l'espressione della sua amica, che in quel momento si era fermata scioccata. - Nilde se ti fermi a ogni mia frase non arriveremo mai più."
Lanciò un veloce sguardo a Nilde che, ammutolita, riprese il cammino al suo fianco.
"Dicevo: il maestro ti ha trovata svenuta nella foresta quando avevi solo 8 anni, eri sola e avevi il viso rigato dalle lacrime, decise di accoglierti nella sua dimora e aiutarti, ovviamente non sapeva nulla di te e non si aspettava che tu fossi.. insomma ti ha salvata. Ti ha cresciuta facendoti credere che fossi sua figlia perché forse era la scelta più giusta per te, in fondo lui non sapeva cosa ci facesse una bambina sola nella foresta. Un giorno però, dopo un piccolo viaggio di rifornimenti al villaggio delle voci giunsero alle sue orecchie e subito corse ad informarsi. 
Mornon il Tiranno era appena salito al potere e stava cercando i 4 Dominatori, ovviamente il maestro era a conoscenza del fatto che sarebbe accaduto tutto ciò, conosciamo entrambi le sue capacità di veggente - disse rivolgendo un piccolo sguardo d'intesa verso la ragazza, però troppo impegnata a contemplare il terreno e ascoltare attentamente ciò che il suo amico le stava confidando.- ma un'altra informazione lo pietrificò completamente. Qualche giorno prima i seguaci di Mornon erano partiti alla ricerca dei Dominatori, erano riusciti a catturarne tre, ne mancava uno. Avevano ucciso la famiglia del quarto e tentato di prenderlo, ma questo era riuscito a fuggire."
Improvvisamente Nilde, confusa, interruppe il ragazzo innervosendolo non poco.
"Scusami Nor ma questo cosa c'entra con me?"
Nor si fermò di colpo e lanciò uno sguardo furente alla ragazza che subito chinò la testa e continuò a camminare.
"Il quarto Dominatore era una piccola bambina dell'età di 8 anni, aveva capelli lunghi e Rossi e dei vivaci occhi verdi, in fine era in grado di maneggiare un'arma"
La ragazza a quelle parole perse un battito, non poteva essere lei, era impossibile. Tutte quelle somiglianze con lei erano solo una coincidenza. 
Nor si fermò nuovamente e, dopo aver appoggiato delicatamente le sue mani sulle spalle della ragazza la guardò intensamente.
"Nilde, quella bambina sei tu."
La ragazza si sentì mancare la terra sotto i piedi, continuava a guardarsi in torno sperando fosse tutto un sogno, lei era solo una guerriera tenace e cocciuta nulla di più, le lacrime salirono prepotenti e iniziarono a rigarle il volto.
"Ti sbagli, io.. io sono solo una guerriera, nulla di più."
AvNor gli si strinse il cuore a vedere la sua amica così sconvolta, la strinse in un forte abbraccio cercando di consolarla e di calmarla.
"Nilde, sei tu! Non ti sei mai accorta che quando combattiamo e tu ti fai prendere dalla rabbia la tua lama diventa incandescente? Non ti sei mai accorta che quando ti arrabbi i tuoi capelli quasi si incendiano?"
"Sono solo allucinazioni!"
"No! Non lo sono, tu sei il quarto Dominatore, il Dominatore del fuoco."

   
 
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