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Autore: LordPando    01/10/2017    0 recensioni
Sei ragazzi, in un pomeriggio poco assolato, decidono di fuggire dalla scuola... e fin qui, tutto quasi normale.
Ma quella scuola è il Castello, isola centrale delle Terre Del Cielo, e il mondo è più a spero di quanto ci si aspetti. Perché se il piano è salire su un vascello mercantile, le cose si stravolgeranno e loro si troveranno costretti a diventare assassini per difendere le proprie vite.
Nel frattempo due cacciatrici cercano vendetta...
Un barone cerca una via di fuga dalla nobiltà...
Un Re cerca il proprio figlio morto...
E "se in un racconto appare una pistola, prima o poi dovrà sparare".
-cit.
Genere: Avventura, Fantasy, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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A proposito del castello

La mensa del Castello brulicava di studenti di ogni tipo, umani e non. I professori scuotevano il capo vedendo la confusione che regnava sovrana fra cibo lanciato, zuffe, chiacchierate e molto altro.

 Il soffitto a volta faceva riecheggiare i suoni delle urla dei ragazzi che correvano e rumoreggiavano nonostante le intimazioni dei docenti. Mancavano circa venti minuti alla fine della pausa pranzo, ma tutti sapevano che ce ne sarebbero voluti altri dieci -se erano fortunati- per riorganizzare il tutto.

 Le colonne erano sporche di cibo e le creature alchemiche incaricate della pulizia della scuola iniziavano ad infuriarsi. Gli unici attimi di calma generale era dove la preside, la Baronessa Clivet, ansava fra le file di studenti gridando ordini ed avvertimenti a destra e a manca. Quando c’era lei nella zona un silenzio tombale ed una calma innaturale percorreva gli studenti. Tutti gli altri, invece, continuavano a fare casino e rumoreggiare mentre la Civetta -soprannome della preside- passava con la sua zona di morte.

 Finalmente la campana suonò, un rumore che ogni ragazzo si porterà aventi per il resto della vita. Tutti si alzarono -per chi non lo aveva già fatto- e lasciarono che le condizioni critiche della sala mensa si vedessero come al solito. Nessuno mosse un dito per pulire qualcosa perché dalle colonne si staccarono immediatamente otto piccole creature.

 Erano di uno strano verdolino luminoso con quattro alette, due sulle spalle e due leggermente più grandi sulla cosa biforcuta. sei erano le loro braccia ed erano apparentemente sprovviste di ossa, cosa che le rendeva leggerissime. Vederle pulire non era qualcosa di nuovo ma la loro efficienza sorprendeva sempre quelli del primo ano che perdevano almeno due minuti per rimanere a guardare.

 Dopo aver parlato delle pulizie, c’è bisogno di una piccola parentesi per dire qualcosa sugli insegnanti. Questi ultimi possono essere di qualsiasi tipo: la Clivet alzò lo sguardo e sorrise alla vista dell’anziano professore di Astronomia e Astrologia, un lungo millepiedi verde che andava alla sua torre strusciando sulle pareti. Era seguito di buon grado dal minuscolo professore di Scienza Del Piccolo (materia che si occupava dello studio dei microrganismi delle Nove Isole), un omino alto poco meno di mezzo metro che svolazzava con le sue alucce. Il corpo insegnanti scelto per la scuola comprendeva certo anche alcuni umani, fra cui proprio la Civetta, ma la maggioranza non lo era.  La scelta era stata fatta causa i talenti che le numerose razze avevano nelle materie che insegnavano, cosa molto utile in una scuola.

 Anche gli studenti, provenienti da tutte le Nove Terre erano una scelta molto variegata di individui. La scuola comunque non puntava sull’integrazione di “ragazzi particolari”, il Castello era da sempre quasi l’unica scuola delle Nove Terre. Per questo motivo tutti i genitori -tranne quelli che si potevano permettere una scuola privata o un insegnante a casa- mandavano lì i loro figli.

 Il Castello sfoggiava la cosa con orgoglio rinnovando quasi ogni anno il corpo docenti, che ricevevano un altissimo stipendio nonostante il basso costo d’iscrizione alla scuola.

 Il Castello era stato costruito con la creazione del Malawi come altro simbolo di unione fra le isole, ma stabiliva quasi un regno a sé: riempiva quasi del tutto l’isola su cui era stato costruito e la preside odiava che i non studenti mettessero anche solo piede su quel territorio, che era dato protetto con una barriera magica.

SPAZIO AUTORE
Buonsalve a tutti voi, o nobile popolo di EFP! Vi do il benvenuto nel secondo capitolo, nonostante avrete appena finito di leggerlo. Adesso, facciamo conversazione:
IO: Ciao! Come va, come state?
POPOLO DI EFP: ...
Io: Tipi silenziosi, vedo. Comunque... che avete mangiato ieri sera? Io una cosa buonissima che non mi ricordo.
POPOLO DI EFP: ...
Io: Allora, che mi dite? PIaciuto il capitolo? e il mio modo di scrivere? Eh?
POPOLO DI EFP: ...
Va bene, abbiamo capito che non volete parlare, ma nel caso intendiate rispondere alle mie domande vi ricordo che una recensione non costa nulla. Quindi... al prosimo capitolo!
LordPando

   
 
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