Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: Silvianap    01/10/2017    7 recensioni
Storia Braime scritta da hardlyfatal, che mi ha gentilmente concesso di TRADURRE.
SPOILER!! per chi non è in pari con la settima stagione.
- Brienne perde sé stessa e Jaime è cambiato per sempre. Un'ipotesi su come Jaime potrebbe riunirsi con Brienne, ora che ha lasciato Cersei ed Approdo del Re per andare a Nord a combattere contro gli zombie ghiacciati.
Humor, drama, risvolti hot ed inaspettati... cosa volete chiedere di più? -
Genere: Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Brienne di Tarth, Jaime Lannister, Podrick Payne, Tormund Giantsbane
Note: Traduzione | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Premessa ---> L'ho già scritto nell'anteprima, ma meglio ripeterlo, non si sa mai. SPOILER per chi non è in pari con la settima stagione! Anche se questa è solo una versione ipotetica di cosa potrebbe succedere in futuro nella storia, ovviamente ci sono riferimenti a fatti successi nella stagione appena passata. 
Volevo ringraziare velocemente Michelle (hardlyfatal), l'autrice della storia (Hi dear, thank you so much, I know you're reading this!) e le mie amiche che mi hanno aiutata a tradurre, correggere e revisionare alcuni punti quando il mio cervello andava a farsi benedire. 
Grazie in anticipo a chi leggerà e a chi commenterà! Riporterò i commenti direttamente all'autrice! :D 
Ho suddiviso l'intera storia in 5 capitoli, che pubblicherò man mano che finirò di tradurli.
(Questo è il link della versione originale: 
https://archiveofourown.org/works/12001872/chapters/27156111 )




Full Fathom Five
by hardlyfatal


 
Ma niente di lui sarà vano
che per un incanto del mare
dovrà trasformarsi in qualcosa
di ricco e di strano.
(La Tempesta, William Shakespeare)


 
Capitolo 1



Jaime era sulla Strada del Re soltanto da un giorno. Avvicinandosi ad un incrocio sentì l’avvicinarsi del roboante suono di zoccoli di cavalli arrivare da sud, nella sua direzione. Si tese ed estrasse Lamento di Vedova da dove era appesa, al collo del suo cavallo, poi guidò la bestia lontana dalla strada, tra gli alberi.

La sua sorpresa fu notevole quando vide i cavalieri che si avvicinavano.

“Brienne?” chiese, mentre loro si facevano vicini.

Lei e Podrick tirarono con forza le briglie per fermarsi, le loro teste scattarono nella sua direzione. Lo sguardo di lei si incatenò in quello di Jaime, il quale vi trovò sorpresa, sollievo e preoccupazione. Per lui?

“Dimenticato qualcosa di importante?” chiese lui. “Odio quando mi succede”.

“Si” disse lei dopo un momento. “In effetti l’ho fatto”.

“Oh?”. Lui riportò il cavallo indietro, sulla strada, finché non si trovò a faccia a faccia con lei, al suo fianco. “Che cosa?”

“Te”.

“Me?”

“Stavo tornando indietro per provare a parlarti e farti ragionare”.

Jaime si innervosì, ma mantenne la sua blanda espressione.

“L’hai fatto a Fossa del Drago” disse, il suo tono lieve. “Ho cercato di convincerla, ma-”.

“Non riguardo quello” lo interruppe Brienne. “Quello ha funzionato, alla fine”.

“Allora perché? Di quali altri ragionamenti credi che io abbia bisogno, Lady Brienne?”
Jaime era consapevole della sua voce tagliente, ma era stanco di persone che pensavano che il suo giudizio fosse difettoso.

“Riguardo tua sorella” disse lei alla fine.

Lui si irrigidì. “In che modo?”

Lei deglutì, consapevole di stare camminando su di un terreno sottile.

“Nel modo in cui lei sarà la tua morte”, gli disse Brienne. “Continua a metterti in situazioni pericolose”.

“Io sono il Lord Comandante del suo esercito”, le ricordò Jaime. La folle donzella aveva forse dimenticato? “A questo si aggiungono situazioni alquanto pericolose. E inoltre, sono stato in molte di esse. Di preciso con te, da quanto mi ricordo”.

“Una cosa è combattere uno contro uno”, brontolò lei. “Decisamente un’altra è andare contro un drago. Con una lancia”.

Lei si alzò e lo raggiunse tirandogli un pugno sulla spalla. Forte.

“A cosa stavi pensando, Jaime?” gli domandò.

“Non credo di averlo fatto” ammise, ignorando l’impulso di strofinarsi la punta della spalla. “Ho solo… Ero certo che stavamo tutti per morire. Volevo essere sicuro che la mia morte avrebbe significato qualcosa. Per me, se non per qualcun altro. Volevo morire mentre facevo qualcos’altro invece che pisciarmi addosso e piangere dalla paura”.

“Combattere” mormorò lei. Lui sapeva che lo capiva; lei avrebbe voluto la stessa cosa. Al posto suo, lei avrebbe probabilmente fatto lo stesso.

I suoi magnifici occhi gli studiarono il viso, rendendolo cosciente. Aveva un modo di farlo che lo faceva sentire come se gli stesse sbucciando la pelle per vedere proprio dentro la sua testa. Brienne avrebbe sempre potuto vedere attraverso di lui. Jaime doveva ancora decidere se odiava questa cosa oppure no.

“Ci era stato detto, durante il nostro viaggio da Grande Inverno, che tu fossi stato arrostito vivo o affogato…”. Prese un respiro profondo. “Sono- Siamo stati molto sollevati quando abbiamo appreso che eri riapparso ad Approdo del Re, per la maggior parte indenne”.

Jaime si chiese il motivo della correzione. Lei era ancora così a disagio riguardo l’ammissione della loro amicizia? Lo infastidiva, a volte, come cercasse di nascondere il fatto che lui effettivamente le piacesse.

Anche se, doveva ammetterlo, nemmeno lui era esattamente disponibile nei suoi confronti. L’unica volta che l’aveva citata a Cersei, sua sorella gli aveva lanciato uno sguardo infelice, e non l’avrebbe mai più fatto.

“Sono difficile da uccidere”, fu tutto quello che disse, alla fine.

“Ma non impossibile”, disse lei, con tono tagliente.

“Sei molto preoccupata per il mio benessere” disse lui lentamente, sorridendo dentro sé stesso quando le guance di Brienne si arrossarono per l’irritazione. Aveva dimenticato quanto fosse divertente irritarla. “Saresti dovuta tornare ad Approdo del Re e diventare il mio scudo giurato”.

“Se non avessi fatto giuramento a Lady Sansa, lo avrei fatto”, gli rispose.

Apparve subito inquieta, chiaramente non aveva intenzione di rivelarglielo. Guardò lontano, fissando gli alberi in quel modo evasivo che aveva quando era imbarazzata per qualcosa. Avere la conferma del suo affetto per lui fece abbastanza rallegrare Jaime.

“Tutto è bene ciò che finisce bene, dico sempre” esclamò, sorridendo quando lei lo guardò. Oh, lei fece finta di odiare la sua leggerezza, ma lui era maledettamente divertente e sapeva che anche lei lo pensava.

“Non lo dici mai”, mormorò Brienne. “Mai”.

“Potrei aver sviluppato questa abitudine mentre eravamo separati. Non sai se l’abbia fatto”.

Lei roteò gli occhi, aspettando almeno cinque secondi per non trafiggerlo con Giuramento.

“Perché stai cavalcando verso Nord?” gli chiese Brienne, stizzita.

“Per unirmi a voi”, le rispose, poi si affrettò ad aggiungere: “Tutti voi. Contro i non morti”.

“Il resto delle forze Lannister è rimasto indietro?” si alzò sulle sue staffe e guardò in lontananza.

“Sono solo io” disse Jaime, la sua voce molto calma.

Lei riportò lo sguardo indietro per incontrare il suo e lo fissò per un lungo momento. Si chiese quali pensieri stessero ruzzolando in quella sua testa bionda.

“Dovremmo andare avanti”, disse lui alla fine. “Non so se Cersei abbia mandato qualcuno a cercarmi”.

Gli occhi di Brienne si strinsero. La sua mano andò sull’impugnatura di Giuramento. Jaime si chiese se lei addirittura si rendesse conto di farlo ogni volta che si sentiva come di dover usare presto la spada.

Poi lei annuì e ruotò il suo montante. Lui spronò il proprio e si spostò di fianco a lei e Podrick, sul lato lontano. Avanzarono con un galoppo leggero e presto si lasciarono alle spalle l’incrocio.

“Cersei non ha intenzione di onorare l’accordo che ha fatto con Jon e Daenerys”, disse loro con tono torvo. “Ed Euron non è fuggito alle Isole di Ferro; è andato ad Essos per portare con sé la Compagnia Dorata”.

Brienne trattenne il respiro. I suoi occhi brillavano tremolanti mentre elaborava questa notizia.

“Perché ci stai dicendo questo?” gli chiese, e poi lo guardò, pungendolo con lo sguardo.

“Ha promesso che l’esercito Lannister  –il mio esercito- avrebbe aiutato il Nord e le forze di Daenerys a combattere i non morti. Lei sta spezzando quella fiducia, ma io non lo farò. Non posso-”

Tagliò corto, frustrato.

“Sono stanco di stare sempre dal lato sbagliato, Brienne” disse, stanco. “Ho saputo per anni di essere dalla parte sbagliata. Quando ho ucciso Aerys, ho pensato: sto finalmente facendo la cosa giusta. Ed ero felice. Colpevole per aver infranto il mio voto di proteggerlo, ma… felice. Perché stavo adempiendo un voto più grande, quello che giurai quando divenni cavaliere. Proteggere il vulnerabile”.

“Quando hai detto ‘vaffanculo alla fedeltà’… era sbagliato. Non era la lealtà, il problema. Era a chi io ero fedele, o meglio, a cosa. Fedele ai Lannister, ma cosa siamo? Sosteniamo qualche brillante ideale di bontà di cui nessuno si è disturbato di parlarmi? Perché tutto quello che vedo nella nostra storia è corruzione. Bugie. Crudeltà”.

“Myrcella e Tommen erano buoni. Mia madre era buona. Tyrion sarebbe potuto essere buono, se fosse stato trattato bene. Ma Tyrion doveva diventare deformato esattamente come il resto di noi per poter sopravvivere, e gli altri sono tutti morti. La loro bontà non li ha salvati”.

“La bontà non salva nessuno” mormorò Brienne.

“Tranne te”, le disse. “La tua bontà ti ha salvata, più e più volte, così come ha salvato me. In modi che non puoi nemmeno immaginare”.

Si fermò, un po’ sconcertato da quanto aveva rivelato. Quanta ripugnanza, quanto disprezzo. Sentiva, come spesso gli accadeva quando era vicino a lei, vergogna per sé stesso.

Brienne lo fissò, senza parole, per un lungo momento.

“La mia bontà non mi ha salvata dall’orso”, disse infine. “Né dall’essere violentata. Sei stato tu, Jaime. La tua bontà. Non importa in che modo ci abbiano provato, tuo padre e Cersei non sono mai riusciti a strapparla via da te. Non interamente. È come brace dentro di te; un piccolo bagliore, un respiro, ed irrompe la fiammata”.

Il suo respiro si bloccò nel suo petto in modo strano. Non poteva non guardala. Non poteva.

“Mia Signora”, disse Podrick dall’altra parte, “dovremmo accamparci per la notte, o proseguiamo?”

Jaime sbatté le palpebre, strappato via dalle sue fantasticherie, e si rese conto che il sole stava tramontando.

“Cosa ne dici?”, gli chiese Brienne. “Se proseguiamo, ci riuniremo agli altri più velocemente”.

“Finché ci riusciamo, proseguiamo”, concordò.

Cavalcarono finché non fu così buio che i cavalli non rischiarono di inciampare e restare zoppi, poi si allontanarono dalla Strada del Re e si diressero in una radura ben nascosta dalla vista dei passanti.

“Farò io il primo turno di guardia, Mia Signora”, si offrì Podrick.

“Grazie, Pod”, mormorò lei distratta mentre smontava dalla sella. “Che genere di scorte hai portato con te, Jaime?”

Aveva sempre quell’aria distratta quando pronunciava il suo nome, specialmente con disinvoltura, come se fosse qualcosa di familiare e usuale per lei, un piccolo coltello fidato invece di una lama cerimoniale ostentata solo in occasioni speciali.

“Non molte”, ammise. “Non volevo perdere altro tempo, nel caso che lei decidesse di uccidermi, nonostante tutto”.

Brienne si gelò. “Cosa?”

“Ah. Non ero ancora arrivato a quella parte”. Si occupò di srotolare la sua coperta e di posizionarla vicino al piccolo fuoco che Podrick stava allestendo all’interno di un cerchio di pietre che aveva appena posizionato.

Lei aveva cominciato a mettere la propria coperta sul lato opposto, ma Jaime sorrise e disse “Non dirmi che ti vergogni, Brienne. Abbiamo dormito insieme più vicini di alcune coppie sposate. Oppure hai scelto di dimenticarlo?”

Si gelò per la seconda volta. Il suo sguardo furioso era abbastanza caldo da poter accendere il fuoco che Pod aveva appena finito di preparare. Si raddrizzò, e con un gelido colpo d’occhio, volutamente trascinò la sua coperta accanto a quella di Jaime, tra la sua e il fuoco, per privarlo di tutto il suo calore.

Lui scoppiò a ridere. “Donzella maligna”, disse con ammirazione.

Le labbra di lei erano pressate strette insieme, ma si arricciarono ai bordi per la soddisfazione di essere riuscita a bloccarlo. Si stese su un fianco, dandogli le spalle, e si tirò il mantello addosso.

“Due ore, Pod, non di più”, mormorò, e si addormentò quasi immediatamente.

“Non capirò mai come riesca a farlo”, sussurrò Jaime a Podrick.

“Il sonno dei giusti”, disse lo scudiero prontamente. “Quando hai la coscienza pulita, non hai paura dei tuoi sogni”.

C’è più di ciò che si vede, in questo ragazzo, pensò impressionato. Il giovane non era più così debole come sembrava essere all’inizio.

Si sdraiò su quella sua coperta, la schiena aderente contro quella di Brienne per riscaldarsi così come era loro abitudine fare durante il loro precedente viaggio attraverso le colline e le vallate di Westeros, insieme. La sua solida larghezza contro di lui era rassicurante e si rese conto che non si sentiva in pericolo probabilmente per la prima volta da quando entrambi avevano dormito in quel  modo.

Sebbene la sua coscienza non fosse nemmeno lontanamente vicina ad essere pulita, si addormentò subito, e non sognò nulla.


                                                                                                   *****


Jaime venne svegliato diligentemente da Podrick due ore dopo. Spaventato, cercò automaticamente un coltello con la mano che non c’era più.

Così come non c’era il coltello.

“L’ho affilato”, sussurrò Podrick, indicando la lucida pila di armi vicina ai cavalli, “ed ho oleato la guaina”.

Jaime si alzò in piedi, riluttante a lasciare l’accogliente nido nel suo mantello e la forma inconscia di Brienne.

“Ti ringrazio”, sospirò di rimando. “Vuoi prendere il mio posto? L’ho riscaldato per bene”.

“No, mio Signore, ho il mio”, disse lo scudiero, fissando il posto dove aveva sistemato la propria coperta, ma non si mosse per raggiungerla.

“Pod?” Jaime alzò le sopracciglia, chiedendosi il motivo dell’indugio del ragazzo. “Sai che non permetterò che le succeda qualcosa. Né a te, né ad ognuno di noi. Puoi fidarti della mia guardia”.

“Lo so, mio Signore”, si affrettò a dire Podrick. “Volevo soltanto dirti…”

Si morse un labbro, sembrò combattuto poco prima di allontanarsi dal fuoco e fare segno a Jaime di seguirlo fino al lato opposto a quello dove si trovavano i cavalli, la luce delle fiamme era così debole da riuscirne a vedere solo un puntino riflesso negli occhi del ragazzo.

“Probabilmente non dovrei dirlo”, farfugliò. “La mia Signora non vorrebbe che-”

“Allora non dovresti”, disse immediatamente Jaime. “Non svelare mai le sue confidenze. Davvero, Pod, mi deludi”.

“No, mio Signore!” protestò Podrick. “Non mi è stato detto in confidenza. Lei nemmeno sa che io ne sono a conoscenza”.

Jaime si accigliò. “Non stai tradendo la sua fiducia?”

Podrick scosse la testa così velocemente che Jaime poté quasi sentire la brezza derivante dal movimento.

“Allora potresti senz’altro dirlo”.

Podrick prese un respiro profondo. “Quando ha saputo che eri morto, mio Signore…”

“Sono sicuro che fosse triste”, disse Jaime nel silenzio che si era creato dopo che lo scudiero si era interrotto. “Siamo amici. Gli amici sono tristi quando si perdono a vicenda”.

L’idea della morte di Brienne gli provocò una violenta scossa, forte quasi quanto un colpo di martello in combattimento.

“Era più che triste, mio Signore”, disse Podrick. “Era addolorata per te, mio Signore. Non ho mai visto un volto diventare così pallido. Ho persino pensato che potesse cadere. Si allontanò per restare sola, ma io la seguii, e-”

Si fermò, deglutendo faticosamente.

“Era inginocchiata a terra, piegata, con le mani a coprirsi la bocca, e piangeva come non ho mai visto una persona piangere. Grandi singhiozzi ed un suono, come un… come un fantasma, potrei dire. Soltanto questo lungo gemito, più e più volte”.

Jaime poteva soltanto fissarlo, senza parole. Non sapeva cosa rispondere; poteva immaginare la scena così chiaramente, come se fosse stato lì. Non sembrava possibile che la stoica Brienne, l’illeggibile Brienne, la prode Brienne potesse mai reagire così, abbattuta da tale emozione.

Specialmente non per lui, il meno degno di una cosa simile.

“Pianse fino a dare di stomaco, proprio lì sul terreno davanti a lei. La feci rialzare e la portai nella sua tenda. Le diedi dell’acqua, le levai l’armatura e l’accompagnai alla sua branda”.

“Bravo, Pod”, mormorò Jaime.

Podrick guardò in alto verso di lui, sembrando particolarmente mansueto. “Lei non ricordò niente, il giorno dopo, e disse appena qualche parola fino a quando non ricevemmo il messaggio che tu eri vivo, dopo tutto”.

“Cosa disse, a quel punto?” chiese Jaime, odiandosi per avere il bisogno di sapere, ma avendo il bisogno di sapere.

“Credo… credo che abbia pregato, mio Signore”, rispose Podrick. “Chiuse semplicemente gli occhi e disse ‘grazie’ ancora e ancora”. Aggrottò le ciglia, pensando. “Quale degli Dei pensi che stesse ringraziando, mio Signore? Lo Straniero? Il Guerriero?”

“Forse la Madre”, gracchiò Jaime. C’era qualcosa che non andava, nella sua gola. Vi era un fastidiosissimo groppo.

Il viso di Podrick si schiarì e lui annuì. Aprì la bocca per parlare, ma Jaime lo interruppe.

“Grazie per avermelo detto”.

“Volevo solo che sapessi che la mia Signore potrà anche essere burbera o potrà sembrare che non le importi, ma… le importa, mio Signore”.

“Lo so, Pod”.

Il ragazzo chinò la testa e sorrise timidamente. “Allora andrò a dormire, mio Signore. Il turno di guardia della mia Signora è tra due ore”.

“La sveglierò io”, disse Jaime, ma non lo fece, restò soltanto a guardare il fuoco finché non fu completamente incenerito.

Brienne si svegliò all’alba, come sempre, guardandosi vagamente intorno confusa.

“Hai fatto il secondo e il terzo turno di guardia?” chiese lei, la sua voce era così ruvida da far prudere le mani a Jaime.

“Ho dormito in un letto di piume per tutto il mese”, disse lui. “Mentre tu hai giaciuto su un terreno durissimo per lo stesso tempo. Ho immaginato che avessi bisogno di riposare più di quanto ne avessi bisogno io”.

Lei gli lanciò uno sguardo sospetto che lo face sogghignare, dopodiché si sedette e si strinse nel mantello, rabbrividendo un po’.
Avrebbe dovuto impegnarsi per tenere più vivo il fuoco, pensò mestamente, e andò a consegnarle una parte del pane e del formaggio che le aveva sgraffignato dalle scorte durante la notte.

“Grazie”, disse ironicamente, ben consapevole del fatto che lui le stesse consegnando le sue stesse scorte.

Jaime sorrise di nuovo e andò a svegliare Podrick. Lo scudiero si raddrizzò con uno sbuffo.

“Oh”, disse, poi si sdraiò di nuovo e si tirò il mantello sulla testa.

“Ce ne andremo non appena avrò terminato di mangiare e i cavalli saranno sellati, Pod, quindi a meno che tu non voglia vivere in questa radura perennemente, dovrai alzarti”. Ma non c’era rancore nelle parole di Brienne, solo divertimento.

“Si, mia Signora”, disse il ragazzo, sbadigliando e inciampando nei suoi stessi piedi.

Mangiarono, sellarono i cavalli e ripresero la marcia in breve tempo.

“Non mi hai più parlato dell’altra parte”, menzionò Brienne dopo un’ora di strada.

“Di cosa?” La strada era larga, in quel punto, e lasciava penetrare la luce del sole, lasciando modo a Jaime di inclinare all’indietro la testa e chiudere gli occhi, per godersi il calore.

Lei non rispose, così lui la guardò e scoprì che lo stava guardando con l’espressione più particolare che potesse avere. Sembrava quasi che provasse dolore.

“Hai detto che non volevi perdere tempo a preparare scorte, nel caso in cui Cersei avesse deciso di ucciderti”, si affrettò a dire lei. “Che cosa intendevi dire?”

Lo stomaco di Jaime si contorse intorno alla frenetica colazione, ricordando quella brutta scena.

“Sono un uomo davvero stupido, Brienne”, le disse. “Credevo davvero che Cersei potesse acconsentire alla tregua e che potesse impegnare le nostre- le sue-  truppe in una causa comune. Ho cominciato immediatamente a dare ordini, intendevo prepararmi e marciare verso Nord entro pochi giorni. Quando lei ha annullato gli ordini, ho provato, come il pazzo che effettivamente sono, a spiegarle che era un errore –al di fuori del suo interesse personale, visto che non aveva intenzione di fare qualcosa per il bene comune- ma non solo non mi ha ascoltato, ma ha minacciato di uccidermi per mano di Ser Gregor”.

Provò a guardarla. Era seduta immobile sulla sella, i suoi enormi occhi vigili e dispiaciuti, per lui, lo sapeva. Jaime sospirò. In verità, non si meritava un’amica come lo era lei.

“Le ho detto che non credevo che l’avrebbe fatto ma penso che, in quel momento, non mi interessasse di essere ucciso da lei oppure no. In quel momento, ho finalmente visto cos’era diventata e cosa avevo supportato, essendole fedele. Mi sono sempre detto di non dare retta alle piccole bugie, moltissime volte. Sono un Lannister, e se delle piccole bugie ci dessero fastidio, non riusciremmo nemmeno a passare l’infanzia. Ho persino imparato ad ignorare la mia coscienza, quando si trattava di bugie più grandi, per convenienza, se non altro”.

“Ma questa è una bugia davvero grande. Un’enorme bugia, e anche pericolosa, che impatterà su ogni persona a Westeros, fino al più piccolo dei contadini”.

Sentendo il pesante stato d’animo che la opprimeva, Jaime le lanciò un’occhiata maliziosa.

“E per qualche ragione, Brienne, qualche mistica ragione, negli ultimi anni la mia coscienza è ritornata come per vendicarsi. Non mi lascerà da solo, quasi come se fosse una gigantesca donna che mi pungola con disprezzo scottante e con una spada molto bella che mi è capitato di darle personalmente”.

“Io non sono la tua coscienza, pazzo di un uomo”, mugugnò lei, nonostante stesse combattendo per impedirsi di sorridere. “Ti ricordo soltanto che ne hai una. Qualcuno deve farlo”.

Lui le sorrise, ma presto il sorriso sbiadì. Sospirò.

“Onestamente, sono davvero scioccato dal fatto che Cersei mi abbia lasciato partire. Penso che fosse soltanto troppo sorpresa dalla mia partenza. Ma è veloce nel riprendersi, lo è sempre stata. Quindi ho pensato che la discrezione potesse essere la parte migliore del mio atto valoroso, e me ne sono andato dalla città prima che lei realizzasse la portata della sua rabbia”.

“Ti ha sempre dato per scontato”, mormorò Brienne, tenendo lo sguardo basso sulle mani. “Supponendo che fossi suo, da usare a suo piacimento. Non prenderà bene questa tua diserzione”.

Guardò in alto, verso Jaime. “Dovremmo prepararci per un’eventuale imboscata, e cavalcare più veloci. Prima arriveremo da Re Jon e dai suoi uomini, meglio sarà per la nostra sicurezza”.

“Per la tua sicurezza, e quella di Pod”, la corresse, nonostante stesse calciando il suo montante per passare dal trotto ad un’andatura più veloce. “Nessuno mi assicura che non mi taglierà la testa non appena mi vedrà”.

“Non lo farà”, disse lei immediatamente. “Lui non è così. Nel peggiore dei casi, ascolterà testimonianze ed esprimerà una sentenza, ma è un uomo giusto. Non ti riterrà responsabile per le azioni di tua sorella o di qualcun altro. E io-”.

“Tu cosa?”

“Io garantirò per te”.

“Anche io, mio Signore!” disse la voce di Podrick, dall’altro lato di Brienne. Era un ragazzo assurdo, e Jaime non poté fare a meno di sorridere al suo tentativo di aiutarlo, non di deriderlo.

 “Bravo, Pod”, disse ancora, gettando uno sguardo verso Brienne, contento di vedere che aveva fatto sorridere anche lei. “Con due protettori così forti, Re Jon dovrà concedermi un perdono regale”.

“Non esageriamo”, mormorò la donna.

Jaime si voltò verso il sole, e rise. 
   
 
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