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Autore: Usagi_84    02/10/2017    2 recensioni
- E’ una voglia normale o è una voglia matta? - chiese Minako.
- Bè… non saprei, ho solo voglia di cioccolata - rispose la “quasi mammina” in tutta la sua ingenuità.
- Pensaci bene Usagi, è di vitale importanza... -
Dopo il successo di "Più viva che mai", Usagi_84 torna con il seguito "Tre è il numero perfetto"
Genere: Comico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chibiusa, Mamoru/Marzio, Usagi/Bunny | Coppie: Mamoru/Usagi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la fine
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Capitolo 5: E’ difficile essere te.
 
Erano buoni 10 minuti che continuavano a fissarsi attraverso lo specchio, tuttavia in ciò che guardavano c’era qualcosa di evidentemente sbagliato…
- E’ un sogno… vero? – chiese Usagi con un filo di voce, ma tanto bastò a permettere ad entrambi di ascoltare chiaramente che la voce non era affatto la sua – deve esserlo per forza – l’ansia stava salendo e i respiri si facevano più rapidi – io sono te… -
- E io sono te! – concluse Mamoru con la delicata voce di Usagi.
Si misero uno di fronte all’altro, faccia a faccia, occhi negli occhi.
- C’è solo un modo per scoprirlo – disse Mamoru – dammi un pizzicotto –
Usagi esitò fissando il proprio corpo.
- Mi fa una certa impressione il pensiero di darmi un pizzicotto senza sentirne il fastidio… perché non lo dai tu a me? – concluse indecisa.
- Credo di provare la stessa cosa Usagi, è assurdo tutto questo… - Mamoru uscì dal bagno portandosi dietro lo sguardo di Usagi, ed andò a sedersi sul divano appoggiando la testa tra le mani.
Usagi lo seguì e si accomodò accanto a lui.
- D’accordo Mamo, facciamo che il pizzicotto lo do io a te… ma tu… chiudi gli occhi per favore –
Mamoru obbedì prima che Usagi ci ripensasse, ma invece del pizzicotto si beccò un bel colpo sulla pancia.
- Usagi! Non doveva essere un pizzicotto? – chiese Mamoru aprendo gli occhi allarmato.
- Non te l’ho ancora dato… - rispose Usagi con la mano ancora sospesa e indecisa sulla zona da pizzicare.
- Ma io ho sentito nettamente un colpo sulla pancia, Usagi! Non è il momento di scherzare.
Usagi realizzò immediatamente cosa potesse aver sentito Mamoru e si sentì pizzicare gli occhi, senza tuttavia sentir scendere alcuna lacrima.
- Mamo… non sono stata io a darti un colpo sulla pancia… è stata la bambina che ora è nella tua pancia –
Silenzio.
Emozione.
Lacrime.
- Usagi!! Come si fermano!!! – Mamoru singhiozzava come una mocciosetta in preda all’emozione più grande che avesse mai provato in vita sua.
- Non puoi fermarle Mamo – sorrise Usagi – quando si saranno calmati gli ormoni si fermeranno anche le lacrime, ma un buon modo per calmarsi è un abbraccio – Usagi, nel corpo grande e forte di Mamoru, poté abbracciare se stessa completamente, infondendo la serenità e la tranquillità di cui sapeva perfettamente aver bisogno Mamoru in questo momento.
Mamoru, dal canto suo, si lasciò cullare e coccolare esattamente come faceva Usagi al suo posto ogni volta che lui l’abbracciava stretta… era davvero una sensazione meravigliosa sentirsi avvolgere completamente, sentirsi al sicuro.
- Non credevo che sentire Chibiusa sarebbe stato così emozionante – Mamoru sciolse l’abbraccio per guardare Usagi attraverso i suoi stessi occhi – e non credevo neanche che trattenere questa emozione sarebbe stato così… - avrebbe voluto dire difficile, ma non sembrava davvero abbastanza – così… impossibile! –
- Benvenuto nel mio corpo! – Usagi si lasciò sfuggire un risolino
- Si bè… a proposito del tuo corpo… credo di avere un problema serio che avrebbe davvero bisogno di una soluzione rapida! – Mamo si ricordò improvvisamente del motivo per cui si era svegliato dal sonno.
- Oh… che succede? Ti senti male? Vuoi dell’acqua? O forse… oh… oooh… Mamoru… devi fare pipì! – Usagi scoppiò in una sonora risata.
- E’ una cosa seria Usagi, io so fare pipì in un solo modo, e al momento è quello sbagliato! – Mamoru cercò di rimanere serio e colpito dal problema, ma si rese conto che era impossibile riuscire a non ridere della situazione – Usagi… prima o poi dovrai fare pipì anche tu, no? Voglio proprio vedere come te la caverai… sai credo che sia un tantino più complicato – la sbeffeggiò cercando di recuperare un po’ del suo famoso autocontrollo, che ahimè, si nascondeva davvero molto bene nel piccolo corpicino di Usagi.
- D’accordo, d’accordo, ti darò delle istruzioni precise – rispose Usagi ancora ridacchiando – su, vieni in bagno con me.
Chibiusa si svegliò in quel momento, si alzò lentamente e si diresse anche lei verso il bagno, e ciò che le capitò di ascoltare fu davvero insolito ed imbarazzante.
 
- Non possiamo farlo in piedi –
- Perché no, posso provarci, se non riesco… pazienza –
- Allagherai il bagno e poi toccherà a me pulire! Devi sederti…––
- Che cosa complicata!! –
- E’ più facile e comodo che farlo in piedi! Non devi tenere nessun equilibrio e non rischi di sbagliare il bersaglio –
- Io so tenere un equilibrio perfetto! E poi il mio bersaglio è facilissimo da centrare -
- Non fare la persona ostinata, dammi retta e fa come ti dico io! Dopo tutto in questo campo ho più esperienza di te, no?
 
Chibiusa rimase senza fiato, senza parole, senza pensieri, senza…
Senza ritegno! Questi due non hanno un minimo di pudore! Fare certe cose con una bambina in casa, oh mio Dio… e poi…
 
E poi arrivò l’inconfondibile rumore della pipì che si tuffa nell’acqua del water e il sospiro liberatorio di quella che sembrava la voce di Usagi dall’altra parte della porta…
-Avevi ragione Usagi… così è una passeggiata! –
Usagi?!?!
Usagi che parla a se stessa? Di fare la pipì con Mamoru?
C’è qualcosa che non va!
Chibiusa aprì la porta del bagno noncurante di chi ci fosse effettivamente dentro e cosa stesse facendo.
I ragazzi si spaventarono non poco nel vedere la faccia inquisitoria della bambina.
- Chibiusa… che ci fai già sveglia? – chiese Usagi nel corpo di Mamoru.
- Credo che questo sia di minore importanza… voi cosa state facendo?- rispose domandando un’imbarazzata Chibiusa.
- La pipì! – esclamò Mamoru come fosse ovvio.
- E da quando in qua, Usagi ha bisogno delle istruzioni di Mamoru per fare la pipì? – chiese la bambina, non credendo davvero di aver appena fatto questa domanda assurda.
- Chibiusa, credo che dovremmo parlare di cosa sta succedendo con un po’ di calma. Vieni, andiamo a sederci e aspettiamo Mamo… ehm… Usagi.
- Ehi… e mi lasci qui seduto? Che devo fare adesso? – chiese Mamoru preoccupato. E con la sua preoccupazione aumentava la confusione di Chibiusa.
- Credo proprio che dovrai usare la carta igienica, adesso! – Usagi esplose nuovamente in una risata incontrollabile mentre si chiudeva la porta alle spalle e guidava la bambina verso il divano.
- Mamoru… vuoi dirmi che sta succedendo per favore? – Usagi a sentirsi chiamare Mamoru, riprese un po’ di serietà, e le riuscì piuttosto facilmente… wow l’autocontrollo di Mamoru era davvero spaventosamente perfetto!
- Vedi piccola, questa mattina quando ci siamo svegliati, ci siamo trovati in una situazione particolarmente strana… insomma… non so come dirtelo con parole diverse… io non sono Mamoru! – Chibiusa si ritrasse sul divano allontanandosi lentamente da quella persona che sembrava Mamoru ma che evidentemente non lo era – No! No! Non spaventarti, non volevo dire che non sono Mamoru, il suo corpo è qui… ma il suo spirito è… lì – concluse indicando la porta del bagno dalla quale si sentì il familiare rumore dello scarico del water – è nel mio corpo, quello di Usagi, e io sono finita nel corpo di Mamoru. Non capiamo come possa essere successo, ma ora siamo una nei panni dell’altro e finchè non scopriremo come far tornare le cose a posto, credo proprio che dovremo adattarci ed imparare ad essere l’altro.
A Chibiusa si accese la lampadina.
E se il suo desiderio si fosse avverato in questo modo?
Vero o non vero, perché non approfittare della situazione?
- Io… credo che dovreste approfittare per capire meglio cosa prova l’altra persona… io… non voglio più vedervi litigare come ieri sera – confessò Chibiusa mentre Mamoru usciva dal bagno.
- Chibiusa? – Mamoru attirò la sua attenzione – tu… non c’entri niente con questa storia, vero? – il cuore della piccola mancò un battito e si affrettò a rispondere in maniera elusiva.
- No, no… perché dovrei? Comunque credo sia meglio per voi rimanere un po’ soli, io me ne andrò a casa dai tuoi genitori Usagi – affermò guardando Usagi e subito dopo Mamoru ricordandosi che la vera Usagi era lì.
Si affrettò a vestirsi e uscì rumorosamente di casa!
Sta volta l’ho combinata grossa! Non credevo sarebbe successo un disastro simile, volevo solo che si capissero…
 
I due ragazzi fissavano con sospetto la porta di casa appena chiusa.
- Pensi anche tu quello che penso io? – chiese Mamoru
- Che è ora di colazione ed hai fame? – rispose la ragazza voltandosi a guardare il suo pancione.
- Anche, ora che me l’hai fatto notare – sorrise Mamoru - intendevo che Chibiusa non ce la racconta giusta –
- Poco prima che uscissi dal bagno ha detto “credo che dovreste approfittare per capire meglio cosa prova l’altra persona, non voglio più vedervi litigare come ieri sera”. Se è stata lei, non dev’essere stato un bello spettacolo ieri sera, credo ne abbia sofferto, e non ha tutti i torti.
- Hai ragione, ci siamo fatti trascinare dal nervosismo. D’accordo, diamole retta e prendiamo il lato positivo della situazione – sorrise Mamoru – ora però… facciamo colazione? –
Risero di gusto e finalmente si rilassarono.
Fecero un’abbondante colazione senza parlare, tuttavia, ad un certo punto Mamoru sparò la sua domanda.
- Usako, come riesci a contenere e controllare tutte queste emozioni? –
Usagi sorrise dolcemente.
- Non ci provo nemmeno in realtà, ci sono cose che non possono essere controllate, hanno bisogno di uscire e basta perché io le percepisca come reali – a sua volta Usagi fece la sua domanda – e tu? Come riesci sempre a controllarti? –
- Passare anni e anni della vita a non ricordare chi sei, cosa è reale e cosa no, non ti permette di avere la certezza di dove andrai, io devo avere ogni cosa sotto controllo per sapere che è reale, e di conseguenza devo controllare le mie emozioni per evitare che offuschino la mia mente –
-E’ difficile essere te Mamo – Usagi regalò una carezza al suo visino triste e rigato dalle lacrime.
- Anche essere te non è affatto facile dolce Usako – Mamoru si affrettò ad asciugarsi le lacrime – sei davvero una ragazza sensibile –
- Lo sai Mamo, io percepisco le tue emozioni. Penso con la mia testa, quella di Usagi, ma le emozioni sono le tue, il modo di agire è il tuo, il modo di camminare, di esprimermi… tutto tuo. Credo sia lo stesso per te, o sbaglio? –
- No, non sbagli. Sai, è ridicolo che ci siamo dovuti trovare in questa assurda situazione per chiedere uno all’altra quali sono le nostre sensazioni – disse Mamoru alzandosi da tavola – ti propongo una passeggiata, tanto per stimolare un po’ di emozioni –
- Ne vuoi stimolare ancora? Non ti sono bastate le lacrime incontrollabili? – rise Usagi scherzando – andiamo a vestirci –
No. Non mi sono bastate. Voglio scoprire tutto di noi e delle nostre emozioni.
 
Buongiorno!
Con questo nuovo capitolo si entra nel vivo dello scambio di corpi... ed è solo l'inizio!
Ringrazio tutte le persone che hanno letto il precedente capitolo nonostante non aggiornassi da parecchi anni!
Riporto per correttezza il pezzo del capitolo della pipì al bagno con le indicazioni di "chi dice cosa" tanto per aiutarvi a dare un volto alla frase nel caso aveste avuto difficoltà.

- Non possiamo farlo in piedi – lei voce lui

- Perché no, posso provarci, se non riesco… pazienza – lui voce lei
- Allagherai il bagno e poi toccherà a me pulire! Devi sederti…–– lei voce lui
- Che cosa complicata!! – lui voce lei
- E’ più facile e comodo che farlo in piedi! Non devi tenere nessun equilibrio e non rischi di sbagliare il bersaglio – lei voce lui
- Io so tenere un equilibrio perfetto! E poi il mio bersaglio è facilissimo da centrare - lui voce lei
- Non fare la persona ostinata, dammi retta e fa come ti dico io! Dopo tutto in questo campo ho più esperienza di te, no? lei voce lui


Alla prossima.
Usa

 
  
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