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Autore: Oxis    04/10/2017    1 recensioni
Merlino e Artù e la Camelot di sempre.
E poi una nuova arrivata, Kendra.
Una strega molto diversa da Merlino. Maldestra, poco socievole, un cuore strano che si innamora di uno dei due, lasciando l'altro deluso e minando la loro amicizia.
La sua freddezza deriva da quella magia che la possiede e di cui vuole disfarsi, che però inizia a servirle quando a Camelot spunta una nuova minaccia. Assassini assoggettati vogliono uccidere il principe.
Merlino avrà parecchio da fare per evitare che il suo protetto si faccia uccidere...
- Oxis
(editor della pagina ufficiale di Merlin Italia su FB, Merlin * •Italian Page•*)
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni
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9. Il ritorno di Merlino


 

Ciaooooo!
 

Le cose iniziano a farsi difficili per tutti e tre i protagonisti.

Sto rivisitando molto la storia che avevo scritto in precedenza perché sinceramente mi sta prendendo molto :D

Grazie a paige95 per la tua recensione. Iniziano a entrare in scena nuovi elementi, spero che ti piaccia come sta venendo fuori questa avventura :)

Fate un giro sulla pagina ufficiale di Merlin Italia di cui sono l’editor: Merlin * •Italian Page•* . Troverete le mie grafiche e news sui personaggi della serie e sugli attori, per continuare a far vivere Merlin.

a Mercoledì prossimo! 
 

Oxis

 

 

KENDRA P.O.V.

 

Kendra non aveva avuto tempo per fermarsi e riflettere sulla piega che avevano preso i suoi piani da quando era arrivata a Camelot.

Era giunta lì nella speranza di intraprendere un viaggio che si sarebbe concluso con l’incontro con Alysian, uno dei più grandi stregoni di tutti i tempi.

E invece ora si ritrovava a sgattaiolare furtiva per tutto il Castello reale con un Pendragon dietro di lei, che a ogni passo la tirava o la spingeva per una manica del vestito per farla indietreggiare o accelerare.

Patetico. Non era per questo che era arrivata.

In quel momento particolarmente sconsigliato, Kendra trovò il tempo per riordinare i pensieri. Si rese conto che era da giorni che la sua magia non si ribellava dentro il suo corpo, addirittura in quelle ultime ore se n’era quasi dimenticata.

Non capiva il motivo di questo improvviso assopimento.

Solitamente, per tutta la sua vita, fin dal giorno in cui aveva ricevuto i poteri per non si sa quale maledizione, era stata costretta a tenere sotto controllo emozioni forti e perfino la sua stessa salute fisica per evitare che la forza scaturisse incontrollata.

Le sue riflessioni furono interrotte da una gomitata nella costola piuttosto dolorosa.

- Aspetta! Lasciale passare! - sussurrò Artù dietro di lei, indicando quattro guardie che passeggiavano appena dentro le mura della città.

Kendra si trattenne dal ribattere e si massaggiò il fianco. Nel farlo, sfiorò l’elsa della spada.

Quella notte avrebbero combattuto, poco ma sicuro.

I suoi pensieri virarono inaspettatamente verso Merlino. Da quando lo conosceva, era rimasta affascinata da quel suo modo di mantenere il controllo sulla propria magia. Avrebbe voluto impararlo anche lei, forse non avrebbe avuto bisogno di impugnare armi, se fosse stata in grado di difendersi con la magia.

Sentì la mano del principe spingerla malamente verso il bosco oltre le mura.

Corsero fra gli alberi e rallentarono appena dopo.

– Potreste evitare di manovrarmi come un burattino… Mio Signore? – sibilò Kendra.

Artù scosse la testa infastidito.

– Potresti prestar attenzione a quello che stiamo facendo? Superare le guardie una cosa da fare mentre si pensa a cosa indosserai domani. Chiaro?

Kendra sbuffò sonoramente.

– Voi non dovreste neanche essere…

Non terminò la frase perché Artù stava circoscrivendo l’aerea in cui si trovavano, guardando fra gli alberi l’ingresso della città poco lontano.

Kendra lo seguì.

– Il piano qual è esattamente? Aspettare che qualcuno esca urlando e agitando la spada per vedere dove scappa?

– Precisamente.

– Voi scherzate.

Il principe si sistemò con la schiena contro un albero, rivolto verso la città, posizionando la spada, pronta per essere sollevata e usata.

– Tutti gli uomini maledetti scappano verso Ovest, dopo che sono stati feriti.  Non passa giorno che qualcuno combatta. Non ci vorrà molto. – spiegò come se lo stesse spiegando a una bambina. – Alzati! Dobbiamo essere pronti quando arriverà qualcuno!

Kendra, che si era appena seduta, lo guardò da sotto in su.

– Non è più semplice cercare i vostri compagni?

– Senza un’indicazione sarebbe difficile nel buio. Tanto vale aspettare che qualcuno ci porti da loro.

Rimasero zitti per una manciata di minuti, dopo Artù cominciò a dare segni di cedimento.

Si spostava da un piede all’altro, sospirando e tenendosi la pancia. La ferita aveva ricominciato a sanguinare.

Kendra si guardò bene dall’alzarsi per aiutarlo. Si limitò a lanciargli un’occhiata sarcastica.

– Quando vi dissanguerete fatemelo sapere. Potreste attirare qualche orso, sarebbe meglio che me ne andassi prima. – commentò.

Quello che accadde un secondo dopo fu del tutto inaspettato.

Artù si staccò con violenza dall’albero e puntò la spada addosso a Kendra, sfiorandole il collo con la punta. Lei sobbalzò e, colta di sorpresa, afferrò la lama con una mano, spinse indietro il principe, che reagì.

Attimi di colluttazione, poi si bloccarono. Kendra aveva bloccato Artù contro il tronco dell’albero, lui ansimava, affaticato per la ferita.

– Volete ammazzare anche me? – sibilò Kendra.

Artù si raddrizzò.

– Scusami. Mi sono fatto prendere la mano.

Il suo tono era stanco.

– Avete paura? – chiese Kendra, mentre lui si sedeva sulle radici.

– Tutti hanno paura – rispose lui.

I loro occhi si incrociarono per un attimo. Kendra avvertì di nuovo quella  strana sensazione di disagio, ma non ebbe tempo di pensarci troppo.

Come se le parole del principe fossero state una parola d’ordine, si udì un urlo e dei passi che correvano nella loro direzione.

Artù si alzò di scatto e impugnò la spada.

– Dovremo correre veloce – mormorò Kendra, pronta a scattare.

L’uomo, il maledetto, era ferito a una gamba ma correva come se la Morte in persona lo stesse seguendo e non accennava a rallentare. Era chiaro che era posseduto dalla magia.

Ma lo era anche Kendra.

La forza magica dentro di sé alimentava il suo corpo e sanava il bruciore dei muscoli e i polmoni in fiamme, così che la strega non avvertiva minimamente la fatica. Il principe, dietro di lei, arrancava con più difficoltà.

Lo seguirono, schivando i rami bassi degli alberi e i tronchi grazie alla luce che la luna spandeva nella foresta. Correndo, tennero d’occhio l’uomo, finché Kendra si voltò in corsa e non vide più Artù che la seguiva.

Ebbe un momento di ansia mentre si fermava di colpo.

La vegetazione si era infittita e sopra di lei quasi non si vedeva più il cielo schiarito dalla luce della luna.

Era buio pesto intorno a lei, l’uomo era scappato via e Artù sembrava scomparso.

– Artù! – urlò nel buio.

Da quando era diventato così buio? Kendra si paralizzò.

Non si era accorta di quel buio. Ascoltò il proprio respiro e le sembrò di non sentire più neanche il rumore del vento fra le foglie.

Non era solo buio.

C’era qualcosa nell’aria, qualcosa di magico e di malvagio.

Il battito del suo cuore accelerò, più il panico aumentava e più la sua magia infuocava dentro di lei, rischiando di esplodere.

E alla fine esplose, mentre Kendra era ormai posseduta dal terrore di non poter vedere o sentire. Il calore la avvolse con un bruciore insopportabile e non poté resistergli. Uscì da lei con forza e si abbatté tutto intorno, facendola cadere.

Sentì gli alberi spezzarsi e cadere con rumori sinistri e l’erba piegarsi con un unico sibilo.

Kendra riaprì gli occhi che aveva chiuso senza rendersene conto, ma intorno a lei c’era ancora il buio. Poi dei passi che si avvicinavano in fretta, un colpo forte alla nuca la sorprese.

Il dolore esplose nella sua testa.

 

 

MERLINO P.O.V

 

Merlino richiuse la porta di casa sua. Gayus alzò lo sguardo dal libro che stava esaminando.

– Spranga la porta. – ordinò – Non si è mai troppo prudenti con quei pazzi là fuori.

Il mago obbedì.

– Cosa studiate?

– Non ne sono sicuro – rispose il medico di corte – Sto cercando informazioni su quello che sta succedendo. Ho ripensato a quello che hai detto sulle magie atmosferiche, ma sembra proprio che non c’entri nulla con questa sete di morte che hanno i maledetti. Soprattutto ora che hanno sete di  morte di Artù.

Merlino si sedette al tavolo. La testa gli faceva male. Si sentiva stordito e confuso.

– Ti senti bene? – domandò il vecchio, guardandolo con gli occhi aggrottati densi di rughe.

– Credo di sì, io…

– Allora potresti darmi una mano a cercare. Forse quel tuo libro di magia potrebbe esserci utile.

Merlino sentì qualcosa scattare dentro di sé ma non riusciva a identificare cosa fosse. Sembrava un ricordo lontano, qualcosa che avrebbe voluto dire ma che non ricordava perché probabilmente non era importante.

– Il mio libro… – mormorò sovrappensiero, poi si diresse verso la sua camera – Ma Uther sa che stai facendo ricerche su libri di magia?

– Uther deve solo ringraziare al cielo di essere ancora vivo. – ribatté Gayus dall’altra stanza per tutta risposta.

Merlino prese il libro dall’asse fuori posto del pavimento e lo posò sul tavolo, iniziando a sfogliarlo con poco interesse. Era ancora distratto.

Gayus gli strappò il libro dalle mani e lo guardò di traverso mentre sfogliava velocemente le pagine, chinandosi per leggere, poi si fermò su un capitolo.

Il mago lo guardò.

– Questo è interessante – commentò il medico – Lo sapevo che c’era qualcosa di collegato con la faccenda della pietra di Emathos. Guarda.

Merlino si chinò su di lui. Una pietra rosso-porpora disegnata spiccò sulla pagina e come una scintilla di luce rischiarò tutto il buio che stava inghiottendo il suo cervello. Fu come se all’improvviso una secchiata d’acqua lo svegliasse di colpo.

Si ritrovò a fissare la pagina mentre nella sua mente tutto riacquistava la forma originaria e i ricordi tornavano al proprio posto. Si accorse di ansimare.

– Sir… Sir Convington – esalò. Si sorresse con entrambe le mani al tavolo per paura di cadere, visto che gli girava la testa.

Gayus sollevo gli occhi su di lui.

– Merlino, che c’è?

Con voce interrotta, Merlino spiegò tutto quello che riuscì a ricordare a Gayus, che lo ascoltò con crescente preoccupazione.

– Come è possibile che sia riuscito a fare tutto questo? Non ricordavo nulla! – ripeté il mago sconvolto alla fine del racconto.

– Forse per questo motivo – rispose Gayus indicando un paragrafo alla fine della pagina a cui lui non aveva fatto caso.

Se usato contro i maghi, non funziona per all’assoggettamento ma può essere usato per cancellare parti di memoria a breve termine”.

Tutto si spiegava.

– Quindi Sir Convington mi ha cancellato la memoria così che io non potessi scoprirlo. E a Synia ha fatto direttamente il lavaggio del cervello. L’ha fatta diventare una dei maledetti.

– Dobbiamo trovare Synia prima che faccia qualcosa di male – disse Gayus.

Merlino rifletté. Synia era piccola e comunque non in grado di maneggiare un’arma anche se era stata assoggettata a Sir Convington.

Pensò a Kendra, all’improvviso. Lei e Synia erano amiche. Possibile che Kendra davvero c’entrasse qualcosa? Quel pensiero non aveva consequenzialità logiche, ma lui aveva imparato a fidarsi del suo istinto.

Lesse tutto il capitolo da cima a fondo, poi si voltò verso Gayus con il fiato corto.

– Avete detto che non trovavate nulla sulle magie atmosferiche? Leggete qui.

Gayus si chinò sul paragrafo che gli stava indicando il mago.

Il potere della pietra di Emathos può essere sconfitto solo da magie potenti. Letale è da considerarsi ogni tipo di contrasto atmosferico, come quello procurato dalla forza magica della Dama del Lago, che tuttavia è una delle poche magie in grado di usufruire correttamente del potere di Emathos”.

– Cosa significa? – chiese Merlino.

– Non lo so. La Dama del Lago è solo una leggenda. – rispose il medico – Quello che però posso dirti con certezza è che la magia che ti ha colpito non è forte come avrebbe potuto esserlo. I ricordi ti sono ritornati facilmente quando hai rivisto la pietra, il che vuol dire…

– Cosa? – incalzò Merlino.

– …che potrebbe esserci un mandatario per Sir Convington. Qualcuno che gli abbia dato la pietra, qualcuno di più forte di lui che abbia per esempio accesso alle magie atmosferiche. La pietra ha un potere proprio, cioè può essere usata anche senza essere uno stregone, ma se usata da qualcuno di magico amplifica il suo potere.

Merlino sobbalzò sulla sedia.

– Kendra.

– Cosa?

– Kendra è una strega. Io credo che abbia a che fare con la magia atmosferica che si è scatenata in questi giorni su Camelot.

Gayus ci mise un attimo a cogliere il senso delle parole.

– Kendra?

Il cervello di Merlino collego automaticamente gli ultimi avvenimenti e il mago si precipitò alla porta.

– Merlino! 

– Devo andare, devo trovare Artù. L’ho lasciato da solo con Kendra!

Senza aspettare una risposta, corse fuori lasciando la porta aperta.

   
 
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