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Autore: stellachan    04/10/2017    5 recensioni
Dal testo.
Il vento era aumentato e grosse gocce di pioggia ora rigavano i vetri.
A Kagome parve di sentire un grido umano, ma lo scoppio improvvisi di un tuono la confuse.
Vagamente incuriosita, tornò alla finestra. Un lampo saettò e alla sua luce improvvisa, vide una scena che l'agghiacciò. Dietro la finestra di una casa semidiroccata, un uomo alto e magro impugnava un coltello, la cui lama brillava nel buio.
IN REVISIONE GRAMMATICALE
Genere: Generale, Mistero, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Miroku, Sango, Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome
Note: AU, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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~~Cap. 2             Una scena agghiacciante

 



Il vento era aumentato e grosse gocce di pioggia ora rigavano i vetri.

Kagome posò la tazza nel lavello e mentre apriva il rubinetto dell’acqua per lavarla, le parve di sentire un grido, ma lo scoppio immediato di un tuono la confuse. Era stata una voce umana quella che aveva sentito, oppure l’urlo del vento?

Vagamente incuriosita, tornò alla finestra.

Un lampo saettò livido nel cielo e alla sua luce improvvisa, vide una scena che l’agghiacciò. Dietro la finestra di una casa semidiroccata, un uomo alto e magro impugnava un coltello la cui lama brillava nel buio come una scheggia appuntita di specchio e stava vibrando delle coltellate a qualcuno.

Poi, improvvisamente, il lampo si spense, ma la ragazza non riuscì a muoversi. Le sembrava di aver smesso di respirare.

Quella vecchia casa era disabitata da anni.

Chi poteva averla scelta come luogo di un omicidio?

Con il cuore che le martellava nel petto, Kagome continuò a premere il naso contro il vetro della finestra.

Un altro lampo, molto più vivido del precedente, incendiò la notte. L’uomo del pugnale si affacciò alla finestra e la fissava…

La ragazza ebbe il tempo di vedere i contorni di quel volto magro e spigoloso, capelli scuri legati in una lunga coda di cavallo, una cicatrice che partiva dal lato sinistro del volto, ma ciò che la colpì maggiormente furono due occhi rosso vermiglio.

Tornò l’oscurità.

Ma lo sguardo incredulo e furente dell’uomo le restò impresso nella mente, era sconcertata da quegli occhi che brillavano come rubini.

Terrorizzata cadde a terra, per nascondersi dall’uomo e dal suo sguardo, premendosi una mano sulla bocca, per non urlare, e una sul petto.

Il cuore sembrava essersi fermato, ma improvvisamente ricominciò a battere e sembrava sul punto di esplodere; doveva muoversi, fare qualcosa ma era rimasta paralizzata dalla paura.

Dopo qualche minuto, che a lei parvero ore, riuscì a riprendere il controllo di se stessa.

“La polizia” pensò. ”Devo chiamare la polizia”.

Gattonando, andò a prendere il telefono sperando che l’uomo non la vedesse, compose il numero con mani tremanti.

Squillò tre volte, poi, rispose una voce maschile impastata dal sonno.

-Pronto? Qui stazione di polizia. Cosa posso fare per lei?-

-Sono Kagome Higurashi, via dei Gigli 97. Ho assistito ad un omicidio. Correte vi prego!- rispose lei con voce tremula, sull’orlo di una crisi di pianto.

-Un momento- la voce si fece più limpida. – Via dei Gigli ha detto?-

-Si, via dei Gigli al numero 97, vi prego correte!- Kagome per poco non gridò.

-Sono l’agente Takahashi. Il capo e io arriviamo subito. Mi dia solo il tempo di avvertirlo!-

La ragazza chiuse la chiamata e si nascose in un angolo della cucina. La stanza era immersa nel buio, ogni tanto veniva illuminata dai lampi, ma lei non osava accendere la luce. Se l’assassino era ancora là fuori, l’avrebbe vista.

Ancora rannicchiata su se stessa, contava i minuti aspettando il loro arrivo e quando udì il suono di una sirena, balzò in piedi correndo verso la porta.

La pioggia cadeva a scrosci, velando lo scenario ma riconobbe subito l’uomo in giubbotto di pelle nera che scendeva dall’auto di pattuglia.



-Ciao InuYasha.- lo salutò facendosi da parte per lasciarlo passare.

Lui le passò davanti senza rispondere. I suoi occhi frugavano nelle tenebre della casa.

-Perché la luce è spenta? Manca la corrente elettrica?-

-No.- Kagome si appoggiò alla parete sopraffatta dalle emozioni.

Erano cinque anni che non lo vedeva e quella volta in strada non ebbe il tempo di guardarlo bene, lui era letteralmente fuggito via da lei, non sopportava la sua presenza.

Come biasimarlo…

Era sempre bellissimo. Non era cambiato poi molto, i lineamenti del volto erano un po’ più maturi, portava i capelli leggermente più corti e il suo fisico era diventato più muscoloso, i suoi occhi erano meravigliosi come se li ricordava, forse anche più belli…



L’agente Takahashi la sfiorò passando e le sorrise facendo un inchino.

InuYasha premette l’interruttore e il corridoio fu inondato da una luce improvvisa, rivelando una serie di piccole crepe nell’intonaco.

-Allora?- domandò. –Cos’è successo?-

La ragazza provò a parlare, ma la voce le mancò.

-Sei stata tu a chiamarci, non è vero?- Insistette lui.

-Si, sono stata io. Poco fa, dalla finestra della cucina, ho assistito ad un omicidio!-

Il mezzo-demone si voltò a guardarla.

-Un omicidio? Come fai a dirlo? C’è stata una sparatoria? Oppure sei stata testimone di un agguato?-

La sua voce era priva di intonazioni, ma lei percepì il sarcasmo e s’irritò.

-Non mi credi? Pensi che vi abbia chiamato perché mi sentivo sola?- chiese lei sconvolta.

Lui si guardò intorno, come a soppesare il silenzio. Perché no?, pareva dire con lo sguardo.

-Sei sempre stata fantasiosa, Kagome Higurashi.-

-Ma non una visionaria.- riabbatté lei.

Andò davanti la finestra della cucina e indicò l’esterno. Ora la casa diroccata non aveva più un’aria minacciosa. Sembrava innocua, derelitta e più disabitata che mai.

-Vedi la finestra del primo piano?- mormorò.- Ho visto un uomo accoltellare qualcuno.-

-Quanto tempo fa?-

-Mezz’ora, forse di più…-

InuYasha guardò l’agente Takahashi.

-Il temporale è iniziato poco prima delle due. Come hai fatto a vedere un uomo dentro una casa distante una ventina di metri, nel buio e con la pioggia?-

La ragazza si torse le mani: il suo scetticismo era esasperante. Avrebbe voluto essere più lucida, avrebbe voluto esprimersi con incisività, ma era troppo scossa per potervi riuscire.

-È stato subito dopo le due, perché ho sentito il campanile qui vicini battere due rintocchi. Non riuscivo a dormire ed ero venuta in cucina per prepararmi una tazza di tè caldo. Mentre stavo per lavarla, a un tratto, ho sentito un grido. Ho guardato fuori dalla finestra e in quel momento balenò un lampo.-

Il mezzo-demone si morsicò il labbro, annuendo adagio e scrutando la casa di fronte.

-Un lampo… i lampi durano pochi secondi.-

-Sono stati sufficienti. Ho visto quell’uomo uccidere. Era alto e magro. Aveva i capelli scuri legati in una lunga coda, aveva una cicatrice in faccia e occhi rossi come il sangue. In realtà non sono neanche sicura che si trattasse di un uomo. Quelli sembravano occhi di un demone!-

L’agente si guardò i piedi, imbarazzato. InuYasha sorrise divertito.

-Adesso mi dirai che era alto un metro e settantadue e quanto era lunga la sua cicatrice. Devi avere una vista eccezionale, forse, anche meglio della mia!- rispose lui con scherno.

Kagome arrossì di rabbia.

-Non ho mai avuto bisogno di occhiali. Ci vedo benissimo e ho visto benissimo!

Lui la guardò con occhi impassibili…

Solo dopo, la ragazza, si rese conto che il mezzo-demone non aveva raccolto la sua testimonianza.

Perché non le credeva?

 

 

 

 



Salve a tutti.

Ringrazio infinitamente chi sta seguendo questa storia. Ringrazio anche chi ha recensito.

Spero che il secondo capitolo vi sia piaciuto.

Un abbraccio e un bacio.

Stella.     

 

   
 
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