Serie TV > Supernatural
Segui la storia  |       
Autore: Astral Della Rovere    06/10/2017    1 recensioni
Precedentemente, in "BEING EVIL HAS A PRICE", Castiel ha ricevuto una telefonata.
Questa è una prefazione alla prossima storia della serie "EVOLUTION", ovvero "BROTHERS, YOU'RE NOT ALONE", dove presento due nuovi personaggi che da ora in poi faranno parte della vita dei Winchester.
Gustatevi questa breve storia e cominciate a prendere confidenza con le new entry e con il nuovo corso temporale.
Buona lettura e... always keep fighting!
Astral e OcaPenna
Genere: Azione, Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Castiel, Crowley, Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate, Triangolo | Contesto: Nel futuro, Più stagioni
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'EVOLUTION'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

2021

Diario personale.

Los Angeles



Gli anni sono passati, i chilometri sotto le ruote del mio furgoncino sono scorsi interminabili, ho dormito più volte sotto le stelle che su di un materasso. Ho fatto il mio lavoro con assoluta diligenza, ubbidendo agli ordini senza mai tirarmi indietro, puntualmente ho fatto i miei rapporti alla sede… e loro cosa fanno? “Missione annullata, rientro alla base”.

Missione annullata.

Rientro alla base.

Dieci anni buttati via, dieci anni di osservazione assistendo a qualunque cosa impotente e quelli di Roma mi richiamano a casa. Tutto a causa dei britannici e delle loro maledette grinfie.


Ho imparato ad apprezzare i cacciatori americani, mi sono inserita tra le loro fila senza dare nell’occhio, ho cacciato con loro, ci siamo scambiati esperienze, tecniche, per dieci anni ho vissuto libera, come una normale cacciatrice dimenticando chi e cosa sono, è stato meraviglioso. La libertà è qualcosa che molti sottovalutano, ma per me è tutto. Certo, ricevevo i miei ordini, ma li osservavo a modo mio, senza controllo assiduo, senza avere una balia sul collo, prendevo le mie decisioni! Per un attimo sono addirittura arrivata a dimenticare chi sono se non una cacciatrice sulla strada con un furgoncino trasformato in camper come casa. Vivere alla giornata, arrangiarmi con lavoretti al di fuori delle missioni, è stato estremamente appagante. Nei rari momenti in cui i Winchester erano tranquilli ho trovato anche il tempo per rilassarmi, gustarmi un campeggio sotto le stelle in qualche bel parco, ho camminato e letto seduta sulle rive di laghi. Poi un giorno arrivano loro, i britannici, e tutto va a rotoli. Ovviamente a Roma l’hanno saputo ancora prima di me, così è arrivato quel maledetto ordine perentorio e ho dovuto mollare tutto. Ho abbandonato il mio furgoncino, la mia casa su ruote, la mia identità come cacciatrice, segreta anche a Roma, la mia libertà, i Winchester, e sono tornata a casa, in Italia, alla mia gabbia dorata. Sono ritornata prepotentemente ad essere il loro giocattolino, la loro risorsa, una loro proprietà.


Quando l’aereo privato è atterrato a Roma ero già vittima del tunnel oscuro che mi avrebbe fatto compagnia negli anni a venire.


Quei dieci anni di libertà sono stati una parentesi meravigliosa nella mia vita da schiava, e dover ripiombare in quella che era la mia routine è stato devastante. All’improvviso non avevo più nulla: sono ritornata in un mondo che non mi apparteneva più, che avrei tanto sperato di non dover più rivedere, ma soprattutto non avevo più i Winchester. Anche se mi son sempre limitata ad osservarli da lontano, ormai erano diventati per me qualcosa di familiare, di certo, sicuro. Mi hanno ributtato in una vita che ho sempre odiato tra laboratori, missioni e riunioni. Ogni giorno cominciava allo stesso modo con le ore spese negli studi vaticani tra macchinari e scartoffie per finire in fredde e lussuose stanze di antichi palazzi tra gente impomatata e tirata a lucido che non faceva altro che blaterare a vuoto elencando numeri, citazioni, risultati. Ogni tanto una missione, qualcuno da seguire o da uccidere, qualcosa da recuperare e salvare, in effetti gli unici momenti in cui mi sentivo viva, anche se ovviamente sotto stretta sorveglianza. Non c’è voluto molto affinché capissero che quel cambiamento però mi stava facendo male. Inappetenza, insofferenza, ribellione… era più forte di me, non riuscivo più ad accettare ciò che ero, e quando sono arrivata a smettere di prendere le mie medicine… hanno preso provvedimenti. Mi hanno rinchiuso per mesi in una delle loro strutture segrete per “riscrivere” i miei comportamenti, per riadattarmi ai loro bisogni, e quando mi hanno finalmente rimandato a casa mi sono ritrovata una coinquilina. Il messaggio era più che chiaro: vigilanza costante sul loro soggetto preferito. Mi hanno messo dietro una loro agente che mi seguisse e osservasse ogni secondo del giorno e della notte per accertarsi che fossi ancora utilizzabile.

Quando mi sono ripresa abbastanza da intuire come stava andando la cosa, ho capito che se volevo sopravvivere dovevo ingannare prima di tutto me stessa per poterlo fare con loro, così cominciai ad illudermi, a indossare nuove maschere, nuovi costumi.

È stato un periodo tremendo, notti in cui il panico mi faceva compagnia, mi costringevo a mangiare salvo poi stare male subito dopo, ovviamente di nascosto. Tutto questo almeno fino a quando non ho conosciuto meglio Matilde, la giovane che mi hanno affibbiato. Al di là di ogni previsione da parte dell’Organizzazione siamo diventate amiche, confidenti, complici, compagne. Ben presto abbiamo cominciato a coprirci a vicenda, ad appoggiarci, ad aiutarci. I giorni sono diventati sempre meno pesanti, meno cupi, le risate hanno cominciato a farsi spazio nella mia vita, così come la gioia di vivere. La sua vicinanza, la sua cura nei miei confronti, mi hanno tirato fuori dal circolo di autodistruzione in cui ero caduta dandomi di nuovo speranza, una ragione di vita: prendermi cura di lei, proteggerla e aiutarla a sopravvivere in questo nostro pazzo mondo.

Le missioni con Matilde hanno cominciato a diventare più semplici da un lato, più complicate dall’altro per il bisogno di tenerla al sicuro, così come il lavoro alla sede, meno noioso e pesante. Ho iniziato ad apprezzare il fare le cose per gli altri, il prendermi cura di loro, e lei mi ha insegnato che amare non è poi così brutto, che ridere è una bella cosa, che ci si può fidare ancora degli altri. Gli anni successivi con lei sono stati meravigliosi, è stato come rinascere a una nuova vita, è andato tutto bene pur continuando a pensare ai miai trascorsi in America presso i Winchester: il ricordo non era più doloroso però, nessun rimpianto, nessuna ansia, solo curiosità costante e incertezza nel sapere che fossero al sicuro e salvi.

Tutto ha cominciato ad andare a rotoli quando la sede mi ha di nuovo assegnato la vecchia missione riaprendone i file: i britannici sono stati rispediti con la coda tra le gambe a casa loro lasciando via libera a Roma e a me. Affidare il caso ad un nuovo agente è sembrato troppo dispendioso in tempo e risorse, così tutto è ricominciato… e sono ritornati i problemi, le ansie, gli incubi, ma questa volta con me c’era Matilde, e lei mi ha aiutato a non ricadere nei ricordi dei traumi passati.

Siamo andate di nuovo in America, stavolta però con ordini diversi: ci è stato detto di avvicinarli e di offrire loro un’alternativa ai britannici, fargli capire che non tutti gli Uomini di Lettere sono come gli inglesi, che ad altri stanno a cuore i loro metodi, le loro vite, le loro libertà. Il che equivale a mentire. Non che, per alcuni, in effetti sia così. A me ad esempio di loro e della loro libertà, nonché sicurezza, importa parecchio, e Matilde lo sa.

Rimettere piede lì è stato un po’ come ritornare a casa; ho ripercorso le stesse strade, ho rivisto vecchi amici, e incontrato per la prima volta quelli che fino ad allora avevo solo osservato. Credo sia stata la cosa più difficile che io abbia mai fatto, rivolgere la parola a persone che avevo imparato a guardare solo da lontano, parlare con loro senza tradire nulla… è stato complicato, nonché inquietante e problematico.


Ora sono qui, tredici anni dopo quel lontano settembre del 2008, seduta alla scrivania della nostra stanza d’albergo a Los Angeles davanti al taccuino psichico, pronta per spedire a Roma i resoconti delle nostre interviste preliminari con i nostri soggetti, indecisa su quanto riportare esattamente. Tutto il mio futuro, quello di Matilde e delle persone che per anni ho osservato dipendono da questo, da quanto rivelerò infine su di loro, da come li mostrerò a Roma, una semplice decisione, una scelta da prendere che potrebbe cambiare tutto.

Matilde, seduta sul letto, ha appena finito di fare i tarocchi e il responso è lo stesso ormai da mesi: dipende tutto da me e da questo singolo momento.  Davanti a me due diversi fascicoli per ogni intervista, due versioni, una verità e un’omissione, una bugia e un segreto, la vita e la morte. Un sospiro, e nelle mie mani la scelta è ormai fatta: nel taccuino ho appena inserito il futuro di tutti noi.



Angolino delle autrici

Eccoci alla seconda pubblicazione di questo breve intermezzo di quattro capitoli.
Come avrete capito, questa è la presentazione di due nuovi personaggi, due Donne di Lettere, ovviamente italiane, che entreranno a far parte del carozzone. Fino ad ora abbiamo visto quello che ha passato una di loro: anni di Osservazione secondo i criteri dell'Organizzazionne, mai intervenire, riportare e obbedire. Il suo rientro a Roma, dopo anni trascorsi in libertà, l'hanno profondamente segnata. Vi chiederete... perché mai? Possibile che sia così debole? Perché avrebbero mandato un'operatrice così debole sul campo? Perché non tutto quello che si vede è ciò che è in realtà: Tania, che in America usava vari alias e che ai Soggetti si è presentata come Laila Vivaldi, nasconde un grande segreto, qualcosa di oscuro, sia su di lei sia su come opera in realtà l'Organizzazione. Nemmeno l'agente che le hanno accorpato è del tutto scevra da misteri. Chi sono in realtà Tania e Matilde? Cosa nascondono e quali sono i veri interessi della Sede di Roma in tutto questo?
Non vi resta che scoprirlo continuando a leggere.

See ya

Astral e OcaPenna.


   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Supernatural / Vai alla pagina dell'autore: Astral Della Rovere