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Autore: Crepuscolina13    06/10/2017    2 recensioni
Crossover con True Blood ma non è necessario aver visto la serie perché è scritta in modo che tutti possano leggerla.
Ship Pam/Regina, accenni SwanQueen.
Emma si è sposata e Regina ne è sconvolta quindi decide di scappare da Storybrooke fino a fermarsi in una citta della Louisiana, qui si imbatterà in un locale, il Fangtasia dove scoprirà che i vampiri sono reali e che tutti conoscono la loro esistenza, ma incontrerà anche una donna attraente, Pamela o Pam, che stranamente è identica alla sua vecchia fiamma, Malefica.
Che cosa farà Regina? Tornerà a Storybrooke da Henry o resterà un altro po' nei dintorni, a scoprire quanto possa essere affascinante il mondo dei vampiri?
Genere: Dark, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Regina Mills
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 5: Il morso

 

-Perfetto, adesso ti spiego- mi disse con un sorriso.

-Non usiamo tutti i denti per mordere, solo i due canini superiori che vanno a creare due fori proprio sopra la vena da cui esce il sangue e poi con la lingua ci si aiuta per raccoglierlo e berlo per questo in generale non è un qualcosa di doloroso, dovresti sentire solo come due pizzicotti, come quando ti fai il vaccino, ma moltiplica quel dolore per due, poi dovresti riuscire ad essere in grado di sentire il sangue uscire dal tuo corpo, il ciò produrrà una specie di sonnolenza nei tuoi muscoli- spiegò chiara e con calma -però in realtà sarai molto su di giri perché i nostri denti fanno reazione con gli ormoni umani che innescano, in alcuni casi eccitazione o come nella maggior parte delle volte solo un’euforia passeggera, tutto chiaro?- mi chiese appena finita la spiegazione ed io annuì.

-Ma dopo il morso continuerà a uscire sangue?- domandai per prepararmi al meglio.

-Questo dipende anche dal grado di bravura del vampiro, comunque non preoccuparti perché posso curare la ferita col mio sangue- io annuì, questo lo avevo letto su internet, il sangue dei vampiri era miracoloso, poteva guarire ogni tipo di ferita.

-Però quando il morso è perfetto e dopo la fuoriuscita dei denti non esce sangue alcuni umani preferiscono che il morso si cicatrizzi sulla sua pelle, ad alcuni piace, alcuni li usano come trofei- scrollò le spalle mentre mi spiegava queste cose, come se non sapesse dare una spiegazione alle stranezze umane.

-Dove mi morderai?-

-Questo puoi sceglierlo tu- mi disse sorridendomi -Di solito i punti più gettonati sono al collo, al polso o all’inguine, lì è una zona altamente ricca di vasi sanguigni- spiegò sempre con calma e meticolosità, credo lo stesse facendo per me visto che ancora non conoscevo bene quel mondo e io apprezzai molto il suo sforzo.

-Qual’è il tuo punto preferito?- chiesi visto che ero indecisa su quale scegliere.

-Beh il linguine- rispose abbassando qualche secondo quei suoi occhi blu.

Meglio lasciar perdere.

-Oh beh allora scelgo il collo- risposi perché di certo non mi sarei spogliata davanti ad una sconosciuta, però una parte di me dovette ammettere che forse non mi sarebbe dispiaciuto più di tanto.

-Ottimo scelta...però non mi hai fatto la domanda più importante- mi disse sorpresa dal mio comportamento.

-E qual’è?- domandai accigliando le sopracciglia.

-Se sono in grado di fermarmi- oh….

-Beh lo davo per scontato- ammisi sinceramente sentendomi un po’ una stupida.

-Beh non lo è ma comunque ti rassicuro lo stesso, non uccido nessuno che non voglia veramente- io annuì semplicemente, iniziavo a sentire un po’ di nervosismo.

A quel punto lei aprì la bocca in modo innaturale e poi i suoi canini si fecero all’improvviso più lunghi, molto più lunghi, adesso si che aveva l’aspetto di una vampira e poteva quasi riuscire a spaventarmi, si avvicinò fino a far toccare le nostre cosce, la sua era terribilmente fredda, poi con una mano mi scostò i capelli indietro per scoprire una parte del collo, quando le sue dita gelide vennero in contatto con la mia pelle bollente rabbrividì e mi venne la pelle d’oca, lei lo notò ma non commentò.

-Hai paura?- chiese invece con un sussurro vicina al mio orecchio.

-No, mi fido di te- risposi con voce leggermente tremante ed era vero, era maledettamente vero.

Non mi era mai successo di fidarmi di una persona dopo neanche un giorno che la conoscevo, anzi diciamo proprio che per me era difficile fidarmi in generale.

Non ebbi molto tempo per riflettere ulteriormente sulla questione perché poi come aveva predetto, sentì due piccoli pizzicotti leggermente dolorosi, ma il dolore sparì quasi subito e lei con una mano mi fece inclinare la testa così da esporre più collo.

Chiusi gli occhi e sentì come un’anomalia nel mio corpo.

Il sangue smise di scorrere, o meglio scorreva, ma all’esterno delle mie vene, sentivo la sua lingua scorrere sulla mia pelle e tutto ciò stranamente era davvero una bella sensazione, mi sentivo calma, rilassata eppure il mio cuore batteva all’impazzata, i miei muscoli erano pronti all’azione, ero piena di adrenalina.

Non durò molto, forse un minuto o poco meno, non riuscì a distinguere quando i suoi denti uscirono dalla mia pelle però riuscì a sentire quando il corso del sangue ritornò alla normalità, il cuore batteva forte, un po’ affaticata dal poco sangue che gli era arrivato in quel momento.

Sentì una mano ghiaccia accarezzarmi la schiena e poi nel mio campo visivo comparve il suo volto, i denti erano spariti , le labbra erano pulite e non aveva un capello fuori posto, istintivamente portai una mano al punto in cui mi aveva morso e sentì chiaramente due piccoli forellini che andavano in profondità ma non c’era nessuna perdita.

-Non sta uscendo sangue- mi rassicurò infatti lei mentre mi guardava con un sorriso, io invece mi sentivo un po’ disorientata, sembrava come se avessi corso a perdifiato per mezz’ora e invece ero rimasta immobile sul divano.

-Come stai?- mi chiese con una voce dolce, come se si stesse seriamente preoccupando per me.

-Bene, bene...- ci riflettei seriamente prima di continuare facendo un breve checkout del mio corpo.

-E’ stato strano- ammisi – però avevi ragione, è stato anche bello, mi sento euforica- e sorrisi dopo di ciò, sembrava quasi come se tutte le cose che mi rendevano triste in quei giorni fossero scomparse.

Emma era scomparsa.

Il suo matrimonio, la morte di Robin, le azioni della Evil Queen, per un minuto era tutto scomparso.

-Mi fa piacere- mi rispose sorridendomi e allontanandosi da me per riportare quella distanza tra i nostri corpi che prima era stata azzerata.

-E per te come è stato?- domandai velocemente ricordandomi che esisteva anche lei, so che lo faceva per vivere ed era qualcosa di ordinario ma comunque mi sembrava buona educazione chiederglielo.

-Bello, molto bello, devo confidarti che il tuo sangue è uno dei più buoni che abbia bevuto in quest’ultimo secolo- e a quella rivelazione sorrisi lusingata, qualcosa nel mio basso ventre reagì allo sguardo che mi lanciò, uno sguardo affamato ma dolce, sensuale ma provocatorio.

Mi morsi leggermente il labbro inferiore per impedirmi di ricambiare.

-Beh.. grazie del complimento.. credo- risposi finendo con una piccola risata nervosa.

-Di niente- cercò di contenersi e smise di provarci spudoratamente con me.

Per fortuna quella situazione si interruppe quando notai una piccola goccia di sangue fuoriuscire dalla sua palpebra inferiore dell’occhio sinistro.

-Il tuo occhio sta sanguinando..- mormorai sorpresa ma anche preoccupata, stava forse male? Qualcosa nel mio sangue le aveva fatto male?

Raccolse la goccia con la punta di un polpastrello per poi osservarla ed emettere un piccolo “oh”.

-Non preoccuparti, ho solo perso la cognizione del tempo- mi fece un sorriso per tranquillizzarmi, forse aveva capito che mi ero preoccupata.

-E’ già passata l’alba e il mio corpo mi ricorda che è ora di andare a dormire-.

Questa volta fu il mio turno di emettere un “oh”, era già l’alba?

Anche per me il tempo era passato velocemente.

-Allora credo sia arrivato il momento per me di andarmene- e lei annuì.

-Si ma prima devo guarirti la ferita- mi ricordò avvicinandosi di nuovo pericolosamente a me.

Ed un altro “oh” si diffuse nella mia mente e la mia mano andò a coprire il punto preso in causa.

-Non ce né bisogno- dissi sicura -voglio tenerlo- in fondo per me era stato qualcosa di bello e volevo tenerlo come ricordo, come una specie di tatuaggio, lei sorrise e non si oppose.

-Come desideri, vieni, ti accompagno- posò una mano sulla mia schiena e mi aprì la porta per farmi uscire, il locale era vuoto, anche Eric se ne era andato, l’unica anima viva o forse morta era la barista bionda che al momento stava lavando dei bicchieri, ma capì presto che era umana visto che i suoi occhi sembravano stare alla perfezione.

Velocemente mi diressi all’uscita convinta di salutarla sull’uscio ma lei mi fermò prima tenendomi per un gomito.

-Tornerai stasera? Mi piacerebbe tanto rivederti- mi disse con quella sua voce particolare che riusciva ad arrivare in profondità nel mio corpo.

Ancora non avevo deciso se tornare a Storybrooke o girare ancora un altro po’ l’America, però anche a me sarebbe piaciuto rivederla, in fondo mi sembrava quasi di parlare con Malefica che ormai da tempo era scomparsa, neanche sapevo se si trovasse ancora a Storybrooke con la figlia o fosse emigrata in qualche altro mondo.

-Tornerò- risposi annuendo e la vidi sollevata della mia frase affermativa.

-Allora a stasera Regina- disse con voce sensuale, baciando ogni lettera che componeva il mio nome, poi da un momento all’altro sparì, sobbalzai quasi, ma capii che aveva appena usato la sua super velocità.

Presi un bel respiro e mi girai per andarmene, nel farlo incontrai gli occhi della barista che appena si accorse di essere osservata smise subito di ridere sotto i baffi, trovai strano quel comportamento ma con camminata reale e schiena dritta percorsi quei pochi metri che mi superavano dall’uscita e quando aprì la porta un raggio timido ma comunque accecante illuminò il locale.

Ecco il motivo per il quale Pam mi aveva fermato prima.

Salì in macchina e stranamente mi accorsi di non essere affatto stanca anche se ero rimasta svegli praticamente tutta la notte, è vero che erano comunque le cinque visto che in Lousiana albeggiava presto, ma per me era quasi un record.

Forse era merito del morso, mi sentivo ancora piena di adrenalina che manteneva i miei riflessi lucidi e attivi.

Guidai verso l’hotel con calma osservando ogni palazzo o casa, il panorama o le persone mattiniere che percorrevano i marciapiedi, tutto questo lo feci con un sorriso.

Mi sentivo quasi felice.

Una volta arrivata in camera mi stesi togliendomi le scarpe, e solo quando le mie membra sentirono la morbidezza del materasso sotto di se iniziarono a rilassarsi.

Ben presto l’adrenalina scomparve dal mio corpo e la stanchezza cominciò a sopraffarmi.

Prima di addormentarmi ebbi un po’ di forze per togliermi il corpetto che altrimenti avrebbe finito di soffocarmi, poi mi addormentai ancora vestita.

 

Mi svegliai verso l’ora di pranzo, quando il sole era all’apice del suo percorso e i suoi raggi furono così forti da penetrare la leggera tenda davanti alla finestra e di svegliarmi.

Sbattei gli occhi un po’ confusa ma bastarono pochi secondi per riprendere coscienza di chi ero e di dove fossi.

Mi misi seduta sbadigliando e sgranchendomi le ossa.

Decisa a darmi una bella svegliata mi spogliai e mi diressi verso il bagno per una bella doccia, lavai il mio corpo da ogni impurezza per profumarmi con il mio shampoo preferito che avevo portato da casa al gusto di mele, lavai anche i capelli e quando mi sentii sufficientemente pulita uscii avvolgendomi con un morbido asciugamano con il logo del palazzo.

Quando passai davanti allo specchio però mi bloccai, con il corpo completamente coperto e i capelli avvolti in un turbante i due fori sul collo spiccavano come un tulipano in mezzo ad un campo di margherite.

Spalancai un po’ gli occhi e portai le due dita sopra ogni buco e ci feci una leggera pressione, non faceva male ma eccome se portavano ricordi, mi accorsi che erano molto ben visibile visto il loro colore rosso, forse erano arrossati e sempre forse sarebbe sparito col tempo.

Mi arrovellai per trovare un modo per coprirli però mi resi conto che non era certo una vergogna, tutti sapevano dei vampiri e tutti sapevano che esistevano delle persone che si facevano mordere, i famosi Fangbanger, io ero forse una di loro?

Comunque non trovai motivo per coprirmeli e quindi li lasciai stare.

Mi vestii indossando dei pantaloni neri con una camicetta bianca e degli stivaletti per poi avvicinarmi alla finestra e guardare fuori.

Mi trovavo in un quartiere di periferia, i grattacieli si potevano osservare in lontananza quindi di fare una passeggiata era escluso visto che non ci sarebbe stato niente di interessante da vedere, tutto sommato però si sentiva abbastanza riposata per concedersi un giro in auto.

Dovetti ammettere a me stessa che non vedeva l’ora che fosse notte per ritornare al Fangtasia, Pam mi aveva come stregata ma la cosa non mi dispiaceva, avevo disperatamente bisogno di una distrazione che mi aiutasse a dimenticare l’altra bionda della mia vita.

Il mio sguardo cadde sul telefonino poggiato sulla scrivania e mi ricordai che mi ero completamente scordata di vedere la risposta di Henry al mio messaggio e quando lo accesi trovai effettivamente un messaggio perso.

“Mamma io e Violet siamo stati al luna park ed è stato fantastico, grazie mille dei soldi, tu invece che cosa stai facendo in questa Shreveport? Mi manchi tanto” come ogni volta sorrisi dolcemente davanti allo schermo del cellulare, era davvero un bambino...un ragazzo speciale e questa volta decisi di chiamarlo, dovetti aspettare pochi attimi prima che mi rispondesse.

-Mamma è da ieri sera che non mi rispondi ero preoccupato!- esclamò subito e la sua preoccupazione mi fece sorridere anche se mi dispiaceva avergli causato brutti pensieri.

-Hai ragione, scusami ma non avevo proprio visto il messaggio, lo sai che sono negata con la tecnologia- gli spiegai mentendo, una bugia a fin di bene però, di certo non gli avrei raccontato che sua madre si era fatta mordere da una vampira.

-Va bene, va bene, sei perdonata- fece una piccola risata -Che cosa mi racconti di interessante?- domandò curioso.

-Henry sapevi che in questo mondo esistono i vampiri???- domandai cercando di fargli capire con il mio tono di voce quanto fossi stata sorpresa di questa scoperta.

-Ehm certo.. esiste internet- rispose come se fosse ovvio e io aprì la bocca rimanendoci di sasso.

-E perché non me lo hai mai detto??- esclamai con forza.

-Scusa…. Ma la mamma era appena diventata il Signore Oscuro e non mi sembrava il caso e poi mi è passato di mente..- spiegò con voce triste ed io mi diedi mentalmente della stupida, mi ero quasi dimenticata di cosa fosse successo due anni fa.

-Si hai ragione, scusami tu..-

-Ma è successo qualcosa, ti hanno attaccato?- mi interruppe preoccupato ed io lo rassicurai subito.

-No no niente del genere, solo che mi sono trovata impreparata, ero ancora rimasta che la magia non era presente in questo mondo-

-Beh tecnicamente i vampiri non sono fatti di magia come le fate o gli orchi, sono semplicemente una specie vivente..o non vivente, comunque la magia non a niente a che fare con loro, infatti nella Foresta Incantata in cui la magia è presente in qualsiasi cosa i vampiri non esistono- in effetti il suo ragionamento non faceva una piega, ero sempre più fiera della sua intelligenza e della sua arguzia.

-Hai ragione, comunque a parte questa scoperta non è successo nulla di interessante, sto solo visitando l’America- e mentii di nuovo, per qualche motivo non mi andava di parlargli di Pam.

-Allora divertiti, ma quando torni a casa? Manchi a tutti, anche al Mister Gold- disse accennando una risata ma sapevo che con tutti intendeva l’altra sua madre, ormai conoscevo i suoi messaggi in codice alla perfezione.

-Ancora non lo so, ma non starò via per sempre non preoccuparti- e cercai di usare un tono amorevole, come mi era solito fare quando lo coccolavo da piccolino.

-Okay, allora ciao, ti voglio bene-.

-Ti voglio bene anche io piccolo mio- e dopo di che chiusi la chiamata e mi sentì ancora più rilassata, niente e nessuno avrebbe mai potuto superare l’amore che provavo per il mio bambino.

Comunque ancora restava il quesito su cosa avrei fatto nel mentre aspettavo che facesse notte.

Intanto decisi di scegliere l’abito con cui mi sarei presentata questa sera e rovistando nella valigia mi accorsi di aver portato tutti abiti eleganti, ma nessuno era abbastanza accattivante.. volevo indossare qualcosa che risaltasse la mia sensualità ma che allo stesso tempo scoprisse la maggior parte di pelle possibile e all’improvviso la risposta alla mia domanda si materializzò davanti ai miei occhi.

Sarei andata a fare shopping.

  
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