Per quante altre persone hai le parole che non hai per me?
È difficile parlare con le persone di cui t'importa oppure lo è con chi non t'importa più?
Infine il non saper cosa dire è come non esserci, è come non sforzarsi abbastanza, è come non fregarsene abbastanza, è come non essere abbastanza.
E forse non siamo più abbastanza, se quando mi parli ci sei tu e quando ti parlo ci sono frasi di circostanza.
Le parole più semplici ti fuggono, e quelle complesse non hai voglia di trovarle.
Ed io, immobile, tutto scorre dici, ma se sono pezza permeo e mi inondo ed ingrasso, oggi è come domani e domani come dopodomani se stai bene e se stai male. Tutto identico ma sempre più flebile, i fiori appassiscono, le primavere passano, le parole cambiano ed i toni pure.
L'impotenza mi buca lo stomaco, svogliatamente ti dico che non va, svogliatamente mi dici che può continuare.
Parlare diventa inutile se devo calciare un muro, le parole si tormentano, si infrangono, si rompono, ricompongono e tornano tra le mie dita. Le parole sono traditrici.
Parlando di me non parlo più di noi, parlando di me io parlo di te, perché le mie parole sono dispiaciute e amareggiate. Parlando di me tu parli di te, perché le tue parole sono vaneggianti e narcisistiche.
Pazza non sono, ma sono giorno dopo giorno un passo più vicina al baratro, più vicina al fuoco, più vicina al nulla e più lontana da te.
E un po' mi manca parlare con te usando parole gioiose e ridenti, tutto ciò che fanno le mie parole ora è urlare e piangere inermi.
Anche se le hai sentite, non le hai volute ascoltare, ed ancora so che non le leggerai, queste mie parole.
Queste mie parole gettate.