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Autore: Lory221B    07/10/2017    6 recensioni
Tre misteriose sparizioni e ora un corpo e un biglietto.
Cosa c'entrano gli autori di fanfiction e perchè qualcuno li sta facendo sparire? E soprattutto, di cosa parlano le storie johnlock di cui Sherlock e John hanno appena scoperto l'esistenza?
(Johnlock) (post S4)
Genere: Commedia, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di sir A.C.Doyle, Moffatt, Gatiss BBC ecc.; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro per il mio puro divertimento e spero che non ne ricordi altre, in tal caso non sarebbe voluto, ma fatemelo sapere!

Cari amici di EFP, è un periodo strano, ultimamente sono sempre meno sul sito e mi spiace.  Può essere una fase, non lo so, ma ho sempre pensato che se avessi scritto una storia di addio o quantomeno arrivederci, sarebbe stata una commedia gialla e ironica che avrebbe ripreso proprio il tema delle fanfiction, per cui mi sono seduta al pc e il prologo è uscito da sé.
Sono quasi tre anni, tra pochissimi giorni, che scrivo su efp di Sherlock, non credevo avrei scritto così tanto, non credevo nemmeno che qualcuno avrebbe letto un crossover tra Sherlock e gli X-men, invece eccoci qui. Approfitto per rivelarvi un curiosità, il mio nickname: perché una che scrive solo Johnlock si chiama adlerlock? Perché avevo aperto l’account “solo lettore”  per leggere una storia a rating rosso che mi interessava e ho messo il primo nick che mi è venuto in mente (da fan della Irene letteraria e di Rachel McAdams). Il resto, ormai, è storia.
Si parla di fanfiction in questa fanfiction, ogni riferimento a fatti e persone è puramente casuale ma se qualcuna si riconoscesse in uno dei personaggi, sappiate che è soltanto un attestato di stima.
Un grande abbraccio e buona lettura.


Prologo

John Watson era seduto, mezzo addormentato, nella consueta poltrona rossa, teatro di lunghe conversazioni con l’unico consulente investigativo al mondo. Era da poco tornato a vivere a Baker Street assieme a Rosie e un’apparente calma regnava nell’appartamento. John aveva il dubbio che Sherlock stesse trattando qualche caso di nascosto, lontano dalla loro mura domestiche per non mettere in pericolo Rosie e mantenere un clima sereno, in modo che i Watson potessero superare le emozioni degli ultimi mesi e sentirsi, appunto, a casa.

Soprattutto nell’ultima settimana era apparso particolarmente sfuggente; quando era nell’appartamento era sempre chino sul pc in interminabili ricerche, altrimenti spariva per ore per poi tornare con una faccia tra il pensoso e il preoccupato. John aveva deciso di lasciargli i suoi tempi, sapeva che forzarlo a parlare non sarebbe stato utile; oltretutto, da quando era scoppiata questa apparente calma, si sentiva più stanco di quando non aveva avuto un secondo libero per respirare. Probabilmente mesi sotto tensione si stavano ora vendicando con stanchezza e sonno e questa condizione non era esattamente l'ideale per iniziare una discussione con il detective, per cui avrebbe atteso ancora qualche giorno prima di fargli il terzo grado sulle sue recenti attività.

La piccola Watson dormiva tranquilla nel lettino che momentaneamente si trovava in mezzo al soggiorno, collocato lì da John per permettergli di mettere un po’ a posto il consueto caos che restava dopo il passaggio di Sherlock senza dover dipendere dal baby monitor, aggeggio che non apprezzava particolarmente.

Era intento a ripiegare la vestaglia di Sherlock gettata in malo modo sulla sedia, quando fu come investito dal profumo tipico del detective, un odore che era attaccato a quell’indumento e a John faceva venire in mente soltanto la parola “casa”.

Senza di me, so cosa potreste diventare

Ogni volta che la mente di John vagava, ritornava a quelle parole che Mary aveva lasciato sul DVD e ancora gli sembravano poco chiare, non era certo di cosa intendesse e a dirla tutta troppe volte Mary aveva intuito cose che per lui erano rimaste un mistero. Cosa sarebbero potuti diventare?  Aveva come la sensazione che qualunque fosse la risposta, quel treno era partito da troppo tempo.

La porta d’ingresso si aprì lentamente, Sherlock aveva imparato a sue spese che disturbare il sonno di Rosie significava passare le successive ore a cullarla e raccontare storie e da quanto sembrava, la bimba era molto affascinata dalla voce del detective per cui toccava sempre a lui prendere in mano il libro di fiabe, che leggeva non mancando di commentare le scelte razionalmente discutibili dei protagonisti: “si sposa uno appena conosciuto che veste con la calzamaglia?” “perché i pirati si fanno mettere sotto da quattro marmocchi volanti?”.

John bisbigliò un “ciao” all’ingresso del detective nel soggiorno, facendo un cenno con il capo verso il lettino e la piccola Rosie. Sherlock annuì ma John poteva vedere che nascondeva la tipica gioia di un nuovo caso, uno molto interessante. Fremeva, voleva parlarne, fece due passi verso la finestra prima di fare un cenno a John di spostarsi nel pianerottolo. L’amico fece per alzarsi ma un gridolino dal lettino di Rosie mise fine al gioco dei mimi.

« E’ sveglia »

« Ma non sta piangendo, è solo sveglia » commentò Sherlock allegro, guardando la piccola Rosie che si agitava nel lettino.

« Bene, racconta tutto » fece John, prendendo la piccola in braccio e mettendosi comodo in poltrona.

« Quattro morti e ora un biglietto, John! Sembra Natale! »

Il dottore si guardò attorno smarrito « E’ un déjà-vu o hai battuto la testa ed è di nuovo il 2010? »

« Non essere sciocco, John. Hai mai sentito parlare del sito JFP? »

John scosse la testa, incuriosito, mentre il detective parlava frenetico.

«Johnlock Fanfiction Planet. E’ un sito dove autori per hobby, o alcuni per professione, scrivono storie sulla loro coppia preferita, che poi saremmo noi due »

« Come noi due? » rispose, scatenando una reazione infastidita di Rosie che non aveva apprezzato il tono di voce più alto di un’ottava. John mimò silenziosamente con le labbra “johnlock” rendendosi conto che era la somma dei loro nomi.

« Sono persone che seguono le nostre avventure tramite il tuo blog e i giornali, credono così di conoscerci e fantasticano su di noi come coppia, ma non è questo il punto rilevante, è soltanto un curioso dettaglio »

« Chiamalo curioso dettaglio » bofonchiò John, chiedendosi esattamente quale fosse il tenore di quelle storie e perché degli sconosciuti immaginassero loro due più che amici.

Senza di me, so cosa potreste diventare” La voce di Mary si ripropose nella sua testa mentre il detective piroettava per la stanza, incapace di contenere la felicità per il nuovo caso.

« Un ragazza, autrice di fanfiction, è morta tre settimane fa, aveva annunciato su twitter che non avrebbe più scritto storie perché aveva intenzione di farla finita. Non è stata presa sul serio, credevano fosse un modo per aumentare i follower o i lettori, invece si sono perse le sue tracce dopo quel tweet. Ci sono dei filmati di lei vicino al Tamigi e una foto di un passante che l’hai vista buttarsi, ma il corpo non è mai stato trovato »

« Perché non credi al suicidio? »

« Ci sto arrivando, John. Due settimane fa un’altra ragazza scrive su JFP che si sente minacciata, ha ricevuto dei messaggi privati da parte di un utente e teme per la sua vita. Gli amministratori del sito non sono intervenuti, almeno non prontamente. La ragazza il giorno dopo è andata all’Università e non è mai più tornata »

« Ok, la terza? »

« Il terzo, John. Racconta in un gruppo privato su facebook che vuole a tutti i costi incontrarci perché la prossima storia che scriverà deve essere più realistica. L’ho incontrato una settimana fa ma ho capito subito che non aveva alcun caso da propormi così l’ho mandato via » Sherlock fece un respiro prima di continuare « Quando ho letto sul giornale l’appello dei genitori che chiedevano notizie del figlio, mi sono torturato tutta la settimana pensando che fosse stata colpa mia la sparizione o addirittura il suicidio, che non lo avessi ascoltato attentamente o che mi fosse sfuggito qualcosa; ho iniziato a indagare e ho scoperto tutto quello di cui ti sto parlando. Lestrade non credeva ci fosse un collegamento invece, oggi, un cadavere John. Un’altra  scrittrice di fanfiction e sta volta c’è un biglietto »

Concluse, esibendo il messaggio che aveva ricevuto da parte di Lestrade:

Dieci piccoli autori di fanfiction
Se ne andarono per Londra
Una cadde nel fiume
Nove solo ne restarono.

Nove piccoli autori di fanfiction
Credevano nell’amministrazione del sito
Una andò all’Università
Otto solo ne restarono

Otto piccoli autori di fanfiction
Volevano conoscere i loro eroi
Uno venne cacciato
Sette solo ne restarono

Sette piccoli autori di fanfiction
Vegliarono sui loro amici
Una cadde addormentata
Sei solo ne restarono”

« E’ inquietante » commentò John sgomento.

« Cita “Dieci piccoli indiani” di Agatha Christie. Capisci? Sono non sono suicidi, non si tratta di coincidenze, c’è qualcuno che sta giocando con noi! »
   
 
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