Storie originali > Generale
Segui la storia  |       
Autore: Elisa24g    07/10/2017    0 recensioni
Hai sempre sognato di studiare medicina, curare le persone, diventare un famoso dottore e magari fare una scoperta che rivoluzioni la vita delle persone? Beh, prima di fare tutto ciò, c'è da studiare...e tanto!
Alessia, Claudio, Elena, Giulia e Carola sono cinque ragazzi molto diversi, accumunati dallo stesso sogno: diventare medici.
Seguiteli mentre affrontano il test di ammissione e il primo anno di medicina, tra appunti di anatomia, ossa, gocce di sangue, laboratori, formule di chimica e fisica, sognando di poter frequentare presto un reparto e diventare un giorno dei veri dottori.
Genere: Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

<< Giu, Giu, Giuuu! >> la voce di Carola urlò nel telefono. Erano usciti i risultati, sicuro.

<< Ciao... >>

<< Come ciao? Non hai visto i risultati? >> era raggiante, sicuramente era entrata… e lei? Non aveva ancora avuto il coraggio di vederli.

<< No... >>

<< Ma come no?! Sbrigati! >>

<< Dimmeli tu. Ho troppa paura. >>

<< Prendi il computer e guarda i risultati! >> le disse in tono autoritario.

<< Uff va bene. >> sbuffò, poi, con molta calma, prese il computer, andò sul sito ufficiale e vide una tabella con numeri di matricola, punteggi e risultati; tremando cercò il suo numero.

<< Sono entrata! >> disse tra l’incredulo e l’euforico.

<< Lo so, anche io! >> esclamò Carola.

<< Oddio non ci credo! Siamo entrate, siamo entrate, siamo entrate! >>

<< Avevi dubbi? >> rispose con tono sicuro.

<< Ma se fino a ieri dicevi che non ce l’avremmo fatta! >>

<< Quello era ieri... oggi siamo entrate! >> rispose trionfante Carola.

 

Elena chiamò al telefono sua madre,

 << Sono entrataaaaa >>

<< Bravissima! Te l’avevo detto che ce l’avresti fatta! Lo sapevo! Appena torno a casa festeggiamo! >>

<< Che bello, non ci credo! >>

<< Hai già chiamato tuo padre? >>

<< No, ho chiamato solo te. Ora lo dico a tutti! >> riattaccò, saltellò un po’ per la stanza e poi compose il numero di suo padre, poi quello dei suoi nonni, di suo fratello, dei suoi amici. Era entrata. Incredibile, ce l’aveva fatta. Quella sera avrebbe festeggiato con la famiglia, il giorno dopo con gli amici… era vero, non riusciva a crederci. Ce l’aveva fatta!

 

Claudio andò a Roma con i suoi genitori. Presero l’aereo dalla Sardegna ed in poco tempo atterrarono a Fiumicino. Da lì avrebbero preso il treno fino alla stazione, da dove avrebbero iniziato il giro delle case. Cercavano una stanza in affitto con altri ragazzi, nelle zone vicino all’università, quindi piazza Bologna o Tiburtina, dove si trovavano più case e a un prezzo non troppo esagerato.

Vide tre o quattro appartamenti, tutto uguali, tutti con un bagno, una camera singola o una doppia, una cucina da dividere. Alcuni avevano un balcone, altri un piccolo salotto. I ragazzi erano per la maggior parte studenti universitari, qualcuno aveva iniziato a lavorare da poco, tutti erano più o meno della sua età, tutti fuori sede con le famiglie lontane.

Infine scelse una casa sulla Tiburtina, non troppo lontana dalla metro e vicina alla fermata dell’autobus. C’erano altri tre ragazzi: Maria e Alessandra, che dividevano una doppia, e Luigi. Le due ragazze frequentavano una Legge, l’altra Lettere, mentre Luigi studiava Matematica; erano tutti più grandi di lui di almeno un paio d’anni. La casa era bella, abitabile, l’avevano resa “vera”, con quadri, un divanetto ed una televisione. Si sarebbe trovato bene.

 

Alessia continuava a leggere i risultati ancora ed ancora: non era entrata. Non era passata, ed ora? Cosa avrebbe fatto? Non aveva pensato ad un’alternativa, non c’era nient’altro per lei, solo medicina, medicina e medicina. Voleva quel camice bianco, voleva uno stetoscopio, voleva essere una dottoressa, l’aveva sognato da così tanto tempo, aveva studiato così tanto. E non era entrata.

Adesso i suoi genitori insistevano perché entrasse in una facoltà da dove avrebbe potuto riprovare il test, magari le avrebbero riconosciuto qualche esame. Avrebbe perso un anno, un anno a fare qualcosa che non le piaceva. Solo un anno, poteva accettarlo? No, non poteva. 

<< Vado a fare grafica, o architettura, o le belli arti. >>

<< Ma cosa dici? >> chiese sua madre.

<< Questo: vado a fare grafica, o architettura, o le belle arti. >>

<< Ma che dici?! Non andrai a fare qualcosa del genere! >>

<< Ma perché no? >>

<< Saresti sprecata. >> e già. Uno spreco, perché Alessia era troppo brava, la più brava della classe, una ragazza studiosa, sempre preparata, non poteva “ sprecare “ il suo talento.

<< Se non te ne sei accorta non sono entrata. >>

<< Ho capito vai a fare Farmacia e l’anno prossimo ci riprovi. >>

<< Si, così butto un anno. >>

<< E che vuoi che sia? È solo un anno. >>

<< E se poi non rientro? >>

<< Studierai le materie per il test. Entrerai di sicuro. >> rispose con lo sguardo sicuro.

<< Si, certo. >> disse Alessia andandosene. Non era entrata, e non avrebbe buttato un anno a fare qualcosa che non le piaceva per poi laurearsi in qualcosa che aveva preso solo per ripiego, quando non fosse riuscire a superare quei maledetti test. No, non se ne parlava proprio.

<< Vai a fare il test a Farmacia? >> le chiese suo padre per la millesima volta.

<< Non voglio… >> rispose poco convinta, con la tristezza dipinta in volto. Non sapeva cosa fare della sua vita, era incerta su tutto, su chi sarebbe diventata, perfino su chi fosse in realtà. 

Era sempre stata brava a disegnare, se la cavava, avrebbe potuto farlo nella vita, però sarebbe stato sempre e comunque un ripiego, una magra alternativa al suo sogno. Nulla di più. Non era una di quelle persone che sapeva sin da piccola che sarebbe stata un medico, ma ormai erano parecchi anni che lo desiderava ardentemente. Sognava il camice bianco, sognava di poter aiutare gli altri, di capire quando stanno male e di poter fare qualcosa, qualcosa di effettivo, sognava di andare in Africa ad aiutare chi stava molto male, sognava tutto questo, ed il suo sogno si era infranto.

Poi il giorno del test di Farmacia arrivò e, non si sa come, i suoi genitori la convinsero a provare. Forse Alessia accettò quest’ennesimo tentativo solo per farli contenti, forse lo fece per aggrapparsi fino all’ultimo al suo sogno, fatto sta che la mattina si alzò dal letto, si vestì e si diresse alla facoltà di farmacia.

Si sedette per sostenere quell’esame, ancora una volta, altre domande, altre risposte, altre paure. E poi i risultati arrivarono: era entrata. E questo cambiava tutto. Un anno, solo un anno, poteva perdere un anno? Magari poi sarebbe entrata, avrebbe realizzato il suo sogno, forse, forse ce l’avrebbe potuto fare. Un anno, solo un anno di Farmacia, avrebbe fatto il test e se proprio non fosse entrata avrebbe lasciato stare, ma c’era la possibilità, una piccola possibilità, non poteva lasciarsela scappare!

 

NELLA PROSSIMA PUNTATA :

Claudio 

I coinquilini tornarono con molte buste piene di patatine, popcorn, birra, vino e superalcolici vari, si preannunciava una grande festa.

Alessia 

 Si trasferì a casa dei suoi zii, ancora sperando che le graduatorie scorressero.

 

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Generale / Vai alla pagina dell'autore: Elisa24g