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Autore: Clown    08/10/2017    1 recensioni
Una lettera di licenza e il desiderio di un momento di normalità. Il Comandante Shepard non desiderava altro che abbandonarsi al sogno di quell'istante. La sensazione di sentirsi una donna, prima di un soldato. Di sentirsi un essere umano, prima di un eroe. Ma di fronte a sé, solo la realtà dell'esercito e della guerra. E di un sentimento che detestava non riuscire a sopprimere. [FemShepxVega]
Genere: Drammatico, Romantico, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Comandante Shepard Donna, James Vega, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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STAZIONE CRONOS - PT. 1






« Violazione della sicurezza nell'hangar 16. Avviare protocollo Achilles » una voce elettronica femminile si diramò dagli altoparlanti, rimbalzando tra i cadaveri dei soldati corrotti.

« Shepard, Cerberus intende svuotare l'intero hangar. »

Jane si girò verso IDA. Le sopracciglia aggrottate spiccavano sul volto, reso minaccioso dal rosso riverbero intermittente della spia di pericolo.

« Non puoi fermarli? »

« Mi occorre un terminale attivo. Proviamo al livello superiore. »

L'allarme dell'hangar si era attivato e il suono gracchiante di una sirena feriva le loro orecchie a intervalli regolari. Si diressero verso il lato sinistro dell'area, dove James aveva individuato una scala a pioli. A ogni gradino colpito, le suole generavano un caotico clangore metallico che si mescolava ai loro respiri pesanti.
Raggiunta la piattaforma, Jane digitò la richiesta di apertura sull'oloserratura della porta alla loro destra. La porta si aprì con un sibilo. La stanza si rivelò un magazzino, al cui interno oltre alle casse di munizioni e rifornimenti era collocato un'unità periferica informatica. Un colpo di stivale a che era rimasto di un cecchino troppo lento a tornare in copertura e il Comandante si aprì la strada.

« IDA, ho un terminale, VAI! » ordinò, digitando la sequenza standard di accensione.

L'androide si precipitò sulla tastiera.

« Procedura di svuotamento dell'hangar... »

James lanciò una lunga occhiata nervosa a Shepard.

« ... disattivata. »

Il Comandante annuì soddisfatto. « Puoi aprire l'hangar? »

« No, tuttavia... posso accedere ai comandi di lancio dei caccia. »

IDA premette un pulsante. Il ronzio metallico li avvisò dell'apertura della piattaforma. I pannelli circolari si spalancarono e dall'hangar inferiore risalì in verticale la piazzola di freno di un caccia spaziale. Il muso dell'aereo era rivolto verso l'esterno della base di Cerberus ma servirono pochi istanti a Jane per capire il piano dell'AI.

« Shepard, Cerberus è consapevole del tentativo di svuotamento fallito. I rinforzi stanno arrivando.»

I primi proiettili iniziarono a fischiare dal fianco sinistro, penetrando nelle pareti metalliche della struttura. Tre truppe d'assalto avevano raggiunto la loro postazione, bloccandoli all'interno. Il Comandante fece un cenno con la mano a James, immobilizzandosi.
Lo spostamento d'aria le scompigliò i corti riccioli. Sentì il sibilo del proiettile esplosivo, a pochi centimetri dal suo volto, ne scorse il bagliore e la traiettoria sino ai soldati di Cerberus. Li vide saltare in aria, l'armatura strappata dai loro corpi assieme a brandelli di carne bruciata.
Shepard diede l'ordine di avanzare. Scavalcando i cadaveri, il fetore dei tessuti biologici carbonizzati unito alla plastica sciolta penetrò nelle narici dei due umani.

"Merda, quanto odio questo odore."

« È in arrivo un'altra squadra di Cerberus » avvisò IDA.

I membri della squadra corsero in copertura.

« Immagino ci abbiano scoperti! »

"Arguto come sempre, James." « Non ci fermeranno proprio ora! »

Si irrigidì. Aveva udito dei passi pesanti mescolati allo scalpiccio degli stivali delle truppe d'assalto. Si sporse sopra la cassa per avere una migliore visuale.

"Centurioni?"

Con uno scoppio secco, la piattaforma venne inondata dal fumo. Una raffica di fucile d'assalto mandò in frantumi i suoi scudi, ferendola di striscio al braccio.

"Centurioni."

I visori termici di IDA riuscirono dove gli occhi biologici di Shepard e James fallirono. Le pallottole dell'AI fenderono la foschia e più di un gemito si innalzò oltre la coltre che andava diradandosi. Il ronzio di un laser di precisione emerse dal silenzio dei fucili d'assalto.

"E nemesi. Cazzo."

Si mosse in avanti, rotolando dietro a una pila di contenitori di medigel. Sentì un colpo secco. Il proiettile annerì il pavimento della piattaforma a pochi centimetri dal suo piede.
Jane tese le orecchie. Riuscì a udire un debole tintinnio metallico.

"Ora."

Scavalcò il riparo per approfittare dei pochi secondi necessari al cecchino per ricaricare l'arma. I suoi occhi vagarono come fulmini, cercando un indizio che potesse indicarle dove si nascondesse.
Vide la punta del suo gomito che sporgeva da dietro un container. Le fu sufficiente un solo proiettile di fucile a pompa e il cadavere della nemesi cadde ai suoi piedi, il volto divorato dalla potenza del colpo.
Con un ghigno soddisfatto si voltò verso i suoi compagni, indicando la porta della sala comandi, dove IDA prese possesso del terminale di controllo.

« Bypasso le sicure. Il caccia dovrebbe finire contro la porta dell'hangar. »

Shepard impiegò il tempo spalmando una parte del medigel di scorta sull'arto ferito.
Un colpo secco arrivò dalla piattaforma di lancio. L'astronave da guerra ruotò su se stessa. Si accorsero che i comandi di lancio si trovavano al piano inferiore.

« Perfetto. Torniamo là sotto » ordinò Shepard.

Utilizzarono la scala adiacente alla sala controllo. A pochi metri, il terminale.

IDA vi si precipitò, digitando la corretta sequenza di avviamento. « Lancio in corso. »

Si ripararono dietro a una pila di casse in titanio, da cui poterono godersi lo spettacolo. I motori del caccia si accesero in simultanea, inondando l'area di un bagliore azzurro. Il calore dei reattori raggiunse i volti dei tre militari, arrossendo le guance dei due umani.
L'aereo acquistò velocità. Shepard intravide i grafici segnalare un'accelerazione da zero a tre G in una frazione di secondo. Il caccia impattò con un frastuono assordante contro le porte sigillate, scagliando lamiere di metallo e schegge di vetro in un inferno di fuoco.
James esultò con una risata fragorosa quando le fiamme si dispersero, mostrando un enorme squarcio nella parete interna..

« Il laboratorio centrale è situato dietro questo hangar. Consiglio di seguire la traiettoria dei caccia » disse IDA, ancora nascosta a lato della cassa.

« Ricevuto. Andiamo! »

Jane fu la prima ad alzarsi in piedi. Il suo udito, che aveva scoperto essere stato amplificato dalla tecnologia di Cerberus, la mise in allerta: aveva percepito una sequenza di ronzii, cadenzata, simile a dei passi, che andava aumentando in direzione del passaggio. Udì dei colpi pesanti, meccanici, avvicinarsi allo squarcio.
Tra le volute di fumo dell'incendio apparve il profilo di un atlas. Il riverbero rosso delle fiamme sul metallo generava un gioco di ombre che lo rendeva simile a una creatura infernale. Scavalcò le macerie e penetrò nell'hangar, puntando le bocche da fuoco contro la squadra di Shepard.

« Allarme intruso. Tutto il personale si prepari al blocco di emergenza. » la voce femminile tornò a diramarsi dagli altoparlanti. Il livello superiore venne invaso da truppe d'assalto.

"Non sono ancora finiti?"

Jane attivò il mirino di precisione dell'Avenger.

« Ripeto. Forze ostili hanno violato il perimetro... »

Scaricò l'intero caricatore contro lo schermo di vetro temperato della cabina di comando, l'unico punto debole dell'atlas. Innumerevoli crepe si aprirono prima che fosse costretta a ripararsi da un missile. Il proiettile deflagrò contro il lato anteriore della cassa, che venne spinta in avanti di qualche metro. Shepard ne seguì il movimento col corpo mentre una fitta di dolore le attraversava la testa. L'esplosione le aveva ferito i timpani: un prepotente fischio si sovrappose ai suoni ovattati dei colpi d'arma da fuoco, andando a scemare nel tempo.
Inserì una nuova clip termica nel fucile e si rialzò, senza attenere di riavere la corretta percezione uditiva dell'ambiente. Notò che il piano superiore era coperto di cadaveri, alcuni dei quali ancora appesi alle ringhiere di sicurezza. Vega e IDA stavano tenendo impegnate le truppe d'assalto.

« ...di ricerca deve bloccare i terminali e distruggere tutti i dati... »

Shepard attivò il mirino di precisione.

"Finiamola."

Posizionò il parabrezza dell'atlas al centro della croce e tirò il grilletto. Una raffica di cinque colpi si diresse verso la macchina da guerra. Il primo proiettile ne infranse il vetro. I restanti quattro abbatterono l'ingegnere seduto alla postazione di manovra, che si accasciò sui comandi.
L'atlas si fermò di colpo; le braccia meccaniche crollarono lungo i fianchi con un gemito metallico.
Nell'hangar rimase solo il crepitio delle fiamme.

« Quella era l'ultima squadra di Cerberus nell'area » avvisò IDA.

« Merda! Tutto qui? » esclamò spavaldo James, palesando il proprio divertimento.

"Sì, per fortuna. Sono stufa di incontrare imbecilli. Voglio LUI!"

Shepard avanzò oltre lo squarcio, seguita a poca distanza dai due subalterni. La zona era pregna dell'odore acre di gomma bruciata.
Si concesse di affidarsi ai suggerimenti di IDA e abbassare la guardia. La pace durò poco: due voci distorte passarono attraverso gli altoparlanti, facendola trasalire.

« Rispondetemi. Mi dicono che hanno sfondato la porta con armi pesanti. »

« Negativo. Hanno violato un caccia. Quel dannato coso ha distrutto mezza struttura! Si è fermato non lontano dalla centrale. »

« Fermate i nemici prima che raggiungano il laboratorio centrale. »

A Jane sfuggì un ghigno. "Provateci, stronzi."

Individuò l'unica porta del corridoio. L'oloserratura era sigillata.

« IDA, puoi bypassarla? »

« Un momento. Cerberus ha aggiornato la codifica. La violazione della sicurezza potrebbe richiedere del tempo. »

Shepard la guardò. Si era fidata d'istinto della AI, dal primo momento in cui le era stata presentata sulla Normandy SR2. Aveva addirittura discusso con Joker in merito, e quando le avevano rivelato di essersi innamorati l'uno dell'altra aveva pensato la stessero prendendo per il culo. Nulla di più facile, considerato che entrambi amavano la comicità. Un'unione che avrebbe portato più di un individuo a storcere il naso. I sintetici non provano sentimenti, non hanno un'anima. Così si diceva. Jane aveva a sua disposizione sulla Normandy giusto un paio di esempi che avrebbero confutato quella teoria.

« Come ha preso la distruzione della porta Cerberus? »

« Stanno sigillando quante più zone possibili della base. I percorsi più ovvi per il laboratorio centrale sono bloccati. Fortificano altre aree, le truppe pesanti ci rallenteranno, mentre gli ingegneri piazzeranno delle torrette » illustrò l'androide, senza smettere di bypassare il codice di sicurezza.

« Altre sorprese come lo svuotamento dell'hangar? »

« No. Conosco le protezioni della struttura e posso neutralizzarle. Cerberus può soltanto rallentarci.»

« E se non ti avessi portata con me... »

« Cerberus avrebbe svuotato l'hangar » concluse l'AI, digitando l'ultima sequenza di numeri necessaria per decriptare la corretta codifica.

Shepard percepì un moto d'orgoglio montarle in petto.

« Ti ringrazio. »

« Sono lieta di aiutarti » rispose, regalandole uno dei suoi rari sorrisi robotici. Alle sue spalle l'oloserratura si colorò di verde. La porta si spalancò con un ronzio elettrico.

Entrarono nella struttura, rischiarata da una fioca luce artificiale.

« Procederemo attraverso un sottolivello per evitare le loro misure di contenimento. »

IDA sollevò un braccio verso l'accesso all'area inferiore. Shepard intuì che si trattava di un'area solitamente interdetta ai non addetti ai lavori, segnalata dall'illuminazione rossa e da un vistoso avviso di elevato rischio d'incendi.

"L'Uomo Misterioso avrà il culo in fiamme alla fine della giornata."

« Dove pensi che troveremo l'IV protean? »

« Nel laboratorio centrale di questa struttura » l'androide indicò con il pollice un punto indistinto oltre la parete d'acciaio, « è l'area più sicura. La distruzione lasciata dal caccia ci darà il percorso più diretto. »

Aprì la strada al sottolivello.
Come preannunciato da IDA, si trovarono a fronteggiare una strenua resistenza. Le truppe d'assalto e i centurioni di Cerberus avevano invaso l'area di stoccaggio e trasporto combustibile, nascondendosi tra i tubi di vapore ad alta pressione e le centraline di controllo.

"Merda, un colpo sbagliato e qua salta tutto."

Non vi furono colpi sbagliati e riuscirono in poco tempo a liberarsi dei nemici armati. L'ultimo centurione si trovò la cassa toracica sfondata da un pugno biotico.

« Niente di meglio di un corpo a corpo in un vicolo » commentò James, « abbiamo eliminato molte delle loro truppe. »

La voce arrochita dell'uomo fece rabbrividire Jane. Maledisse la propria debolezza che non riusciva a sedare. Nascose il volto rabbuiato chinandosi per raccogliere un pacco di medigel con cui rimpinguare le scorte.

« Hanno intenzione di rallentarci, non di fermarci » spiegò IDA, « gli ingegneri stanno preparando una difesa organizzata più avanti. »

Il sopracciglio destro di Shepard scattò verso l'alto. « Possono permettersi di sprecare tutte queste truppe? »

« Sì. Cerberus utilizza le modifiche dei razziatori sui civili catturati per creare rapidamente truppe d'assalto funzionali. »

« Pensavo fossero stupidi volontari dalle idee confuse, ma questo è... maledizione! »

« Sì » concluse Ida, lapidaria.

Jane vide un lampo di collera negli occhi di Vega e le sue ampie mani si strinsero attorno al calcio del fucile sino a farlo scricchiolare. Se ne compiacque. Aveva sempre considerato il desiderio di vendetta come l'anticamera della vittoria.
Ordinò loro di seguirla e li guidò nuovamente al piano superiore attraverso una stretta scala a pioli. Con iniziale disappunto, si ritrovarono bloccati da una ulteriore porta sigillata.
IDA vi si avvicinò, poggiandovi l'omni-tool dell'arto robotico.

« Tra un attimo potremo procedere. Shepard, quel terminale non è stato ripulito completamente. Contiene dei dati che potresti trovare interessanti. »

Gli occhi di Jane scattarono sul monitor spento della piattaforma digitale. In condizioni normali avrebbe ignorato il suggerimento dell'androide e sarebbe rimasta concentrata sulla missione, ma quelle non erano condizioni normali. Erano nella base di Cerberus, la tana dell'Uomo Misterioso. Era stata nelle loro mani per due anni, probabilmente erano in possesso di dati personali di cui neppure lei stessa era a conoscenza. Il fatto che IDA avesse definito i dati come interessanti li aveva inseriti in cima alla lista delle priorità. Doveva saperne di più.

« Cosa sarebbe? »

« Il progetto Lazarus. La tua ricostruzione. »

"Merda."

Shepard si precipitò sul terminale. Sentì un misto di collera e delusione afferrarle la gola quando trovò intatte solo tre registrazioni. Selezionò la prima.
Sul monitor comparve la figura dell'Ufficiale Medico Wilson, colui che li aveva traditi sulla stazione Lazarus: si trovava in ciò che sembrava un laboratorio di ricerca genetica. Di fronte a lui, l'ologramma dell'Uomo Misterioso.

« Non è possibile, non è una questione di risorse. »

« È sempre una questione di risorse. Non possiamo perdere Shepard » commentò l'Uomo, tirando una boccata di sigaretta.

« Shepard è clinicamente morta. Dopo un simile trauma e un lungo periodo senza ossigeno non possiamo opporci alla natura. »

« Non secondo l'agente Lawson. Ora è lei a dirigere il progetto Lazarus. »

La registrazione si interruppe. Un lungo brivido corse lungo la spina dorsale di Jane.

« Non pensavo che fosse così grave. »

« Sembra ben più di un semplice coma... » commentò James, avvicinandosi. Shepard provò il desiderio di distruggere il terminale con un pugno e rifugiarsi tra le sue braccia, per dimenticare ciò che aveva sempre cercato di negare. Lei era morta.

« Così pare. »

« Cosa si prova? Ricordi qualcosa? »

Lo sguardo le si perse nel vuoto.

"La vedo, la scia di ossigeno che si disperde nello spazio. Fa così freddo. Quella sensazione di vuoto che mi comprime il torace, i miei polmoni che supplicano aria. I respiri così inutili, e io che rimango lucida. La tuta continua a iniettarmi stimolanti. I miei rantoli strozzati mi rimbombano nella testa. Sbarro gli occhi. La vedo. L'alba del pianeta. Ho capito. Sto morendo. NO!"

Jane tirò un lungo respiro: non si era accorta di essere finita inconsciamente in apnea. Rivisse per un istante le sensazioni di quei momenti. Respinse il panico crescente concentrandosi sulla sensazione dei polmoni che si riempivano d'aria.
Capì che doveva dare una risposta, ma che non avrebbe mai rivelato ciò che aveva davvero provato. Indietreggiò di un passo, lanciando un'occhiata fugace all'ispanico.

« È come quando si perdono i sensi. C'è solo voluto più del solito a rimettermi in sesto per combattere. Sono sempre io, e questo... », strinse le palpebre per un secondo, « ...questo non cambia nulla. »

« Puoi dirlo forte, Comandante! »

Dentro di sé, Shepard fu grata a James per l'incoraggiamento. Annuì, più per confortare se stessa che il subalterno, e elezionò la seconda registrazione.
Wilson e l'Uomo Misterioso riapparvero sullo schermo.

« La rigenerazione dei tessuti è in corso. Il casco ha mantenuto intatto il cervello, per quanto possa servire. »

« Lawson troverà il modo. »

« Signore, Shepard è un soldato dell'Alleanza. Per lei noi siamo un'organizzazione terroristica! »

« Non sto cercando una compagna di ballo. Noi abbiamo bisogno di Shepard, e lei ha bisogno di risorse. Lavorerà con noi.  »

Il filmato si interruppe di nuovo, lasciando la donna con l'amaro in bocca. Sapeva di essere stata usata dall'Uomo Misterioso come uno strumento e benché fosse riuscita in questo modo a sconfiggere i collettori, non era ancora riuscita ad accettarlo.

« Pare avesse ragione » commentò James. A Shepard sembrò di percepire una nota di rimprovero.

« L'Alleanza non voleva ascoltare, cos'avrei dovuto fare, restare lì ad aspettare? » replicò. Il tono di voce lasciava trasparire l'insofferenza. L'avevano giudicata come traditrice solo sulla base della sua alleanza con Cerberus. Aveva perso Kaidan per quel motivo. Aveva rischiato di perdere tutto. Non avrebbe accettato il biasimo di Vega.

« Ora sei qui per fargli il culo. È questo che conta! »

La nota di rimprovero era sparita e Jane dubitò che fosse mai esistita. Si morse il labbro, pentita della risposta aspra che gli aveva dato. Per la seconda volta, desiderò che l'ispanico l'abbracciasse.
Selezionò l'ultima registrazione. Doveva ancora sapere una cosa.

« Il progetto Lazarus riporta attività neurologiche. Richiedono altri fondi. »

« Concessi. Portami i dossier delle potenziali reclute, Shepard si riprenderà presto. Ci serve un equipaggio. »

« Le nostre attuali forze dovrebbero essere sufficienti » commentò una donna, nuova attrice di quel siparietto sempre più disgustoso.

« No, ci servono facce amiche. Ho bisogno che Shepard sia convinta. Contatta Kelly Chambers e recluta Donnelly. La signorina Daniels li seguirà. Avremo anche bisogno di alcuni vecchi amici... », la voce dell'Uomo Misterioso divenne melliflua, « contatta la dottoressa Chakwas e mandarmi il profilo psicologico del pilota di Shepard, insieme a una bottiglia di rosso di Thessia del quarantasette. »

Il terminale si spense. Di fronte allo schermo nero, la mente di Jane fu sommersa da un'improvvisa ondata d'odio.

"Figlio di puttana..."

« Quel bastardo ti aveva incastrata. Metterti a tuo agio usando i tuoi amici! »

Le parole di James alimentarono la fiamma del suo odio. Si girò verso IDA, i movimenti secchi come unici testimoni della sua collera.

« Come va con quella porta IDA? »

« Siamo pronti a proseguire. »

Shepard diede l'ordine di avanzare. Voleva trovarlo.
Gliel'avrebbe fatta pagare. L'avrebbe ucciso con le sue stesse mani.

  
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