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Autore: Niky_94    10/10/2017    2 recensioni
Mentre Lucifer esplora la sua ‘mortalità’, riceve la più inaspettata delle sorprese: la sua sorellina torna all’improvviso nella sua vita, più che mai decisa ad aiutarlo a trovare la sua strada.
Genere: Angst, Comico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amenadiel, Lucifer Morningstar, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Niky entrò in cucina strofinandosi gli occhi. La sua visione era ancora sfuocata dopo il lungo sonno, ma riuscì comunque ad individuare suo fratello. Nonostante riuscisse a vedere solo la sua schiena, dal momento che era rivolto verso il bancone della cucina, il giovane angelo si rese conto che si stava dando da fare ai fornelli, una spatola in una mano e una grossa padella nell’altra.

Sentendo i suoi passi, il Diavolo sorrise. «Ah, buongiorno a te, ospite inaspettata» la salutò, senza voltarsi.

«Buongiorno, Lucifer» rispose lei, sfregandosi gli occhi ancora una volta.

«Mattiniera come sempre, vedo...» sogghignò l’angelo caduto,versando il contenuto di una ciotola nella padella.

«Mmm, scusa… Ero davvero stanca...» si scusò la ragazza, abbandonandosi ad un lungo sbadiglio. «Non avevo idea che Los Angles fosse una città così grande. Dal Paradiso sembra tutto più piccolo… E poi, il tuo letto è così comodo -! Ho dormito davvero benissimo!» aggiunse con un sorriso.

«Voglio sperarlo» ribatté Lucifer, continuando a darle le spalle «Per colpa della tua intrusione, ho dovuto dormire sul divano»

Gli occhi di Niky si spalancarono «Oh no! Scusa!» esclamò, portandosi le mani al viso «Mi dispiace, non volevo!»

Il Diavolo ridacchiò, rimestando il cibo con la spatola. «Non preoccuparti» disse con un sorriso. «Ho preparato un’omelette e spero che tu sia affamata, perché questa è senza dubbio la migliore ricetta del mondo, e - » Si voltò verso di lei, e rimase di sasso. La frase gli morì in gola e rimase a fissarla, sconcertato, la spatola e la padella ancora sollevate. «Quella è… la mia camicia?»

Il giovane angelo abbassò lo sguardo sulla camicia viola scuro che indossava, per poi riportare lo sguardo sul fratello. «Uh… Sì?»

Lucifer sembrava sul punto di avere un mancamento. «...Perché?»

Lei si strinse nelle spalle «Non avevo niente da mettermi, e tu volevi che mi cambiassi, così - »

«Hai usato la mia camicia di seta come pigiama?» domandò con orrore l’angelo caduto.

«Ecco...»

«Hai idea di quanto sia costata?» chiese lui, avvicinandosi. «Toglitela»

Niky fece un passo indietro. «Non ho nient’altro da mettere, lo hai dimenticato?» gli ricordò, sollevando un sopracciglio. «Vuoi davvero che me la tolga?»

Il Diavolo la fissò per un momento, con fare pensieroso. Alla fine, sopirò. «Molto bene, puoi tenerla. Per ora» aggiunse poi, sollevando un dito in segno di ammonimento. «Dopo colazione chiederò a Maze di prestarti i suoi vestiti meno appariscenti e di accompagnarti a fare un po’ di spese. Non ho nessuna intenzione di lasciarti andare in giro con addosso solo quel vecchio, sudicio impermeabile»

«O di lasciarmi dormire con addosso una delle tue camice di seta» concluse il giovane angelo, le labbra incurvate in un sorriso scaltro. «Ma devo ammettere che è davvero piacevole» dichiarò, accarezzandosi le braccia ed assaporando la sensazione della stoffa delicata tra le dita. «È così morbida…!»

«Sì, e ci terrei che rimanesse tale» sbuffò lui, facendole segno di sedersi.

Niky ridacchiò e prese posto a tavola. «Grazie, Lucifer»

Lui sorrise, e servì la colazione.

 

 

Niky aveva quasi terminato di ripulire il piatto della colazione, quando la porta dell’ascensore si aprì con un ding!

Mazikeen fece il suo ingresso nell’attico, il corpo magro avvolto in un abito di pelle aderente, e i lunghi capelli mossi raccolti in una treccia.

Lucifer sollevò lo sguardo su di lei, ed il suo viso si illuminò. «Ah, Maze! Proprio il demone che speravo di vedere»

Lei alzò un sopracciglio, diffidente. «Davvero?»

Il Diavolo annuì. «Sì. Mi serve un favore»

«Ah.»

«Mazikeen, ti va dell’omelette?» offrì Niky, mostrandole il piatto «È deliziosa!»

Il demone scosse la testa. «No» Si voltò verso Lucifer, e socchiuse gli occhi «Che cosa vuoi che faccia?»

L’angelo caduto sbatté le palpebre. «Oh, sei andata dritta al sodo… Molto bene, allora: ho bisogno che porti mia sorella a fare shopping» la informò, radunando i piatti e riponendoli nel lavandino. «Ha bisogno di vestiti, non può decisamente andarsene in giro con addosso quel vecchio impermeabile puzzolente. Senza contare che me ne sono già sbarazzato»

«Non puoi accompagnarla tu?» domandò lei, alzando gli occhi al cielo «È tua sorella, dopotutto»

«No, ho del lavoro da sbrigare» rispose lui, scuotendo la testa «E poi, chi meglio di una donna potrebbe aiutarla a scegliere dei bei vestiti?» aggiunse, rivolgendole un sorriso ammaliatore.

«Aww, andiamo, Maze!» pregò Niky, fissando i dolci ed innocenti occhi scuri su di lei «Sarà divertente!»

«Certo, come no» borbottò Maze, alzando gli occhi al cielo «Un vero spasso»

«Naturalmente verrai pagata per il disturbo» intervenne Lucifer, facendo un passo avanti.

Il demone sollevò un sopracciglio. «Davvero?»

«Ho mai dato prova di non essere un uomo di parola?» domandò lui, quasi offeso. Scosse la testa, e posò una mano sulla spalla della sorella. «Accompagna Niky a fare spese e ti assicuro che troverai una bella sorpresa nella tua busta paga, alla fine del mese»

«E tutto quello che devo fare è portare il demonietto a comprare dei vestiti?»

Il Diavolo sospirò. «Non è affatto un demonietto. Ma sì, è tutto ciò che ti chiedo»

«Affare fatto» rispose lei con un’alzata di spalle. Si voltò verso il giovane angelo, e indicò la porta della sua stanza con un cenno del capo. «Forza, vediamo di trovarti qualcosa da metterti addosso» disse, e le fece strada.

Niky balzò in piedi, ben felice di obbedire. «Ti ringrazio, Maze» esclamò, e trotterellò allegramente dietro di lei, entrando nella stanza e chiudendosi la porta alle spalle.

Lucifer si affrettò a seguirla e rimase in piedi dall’altro lato della porta. «Fa’ attenzione alla mia camicia!» le ricordò in tono allarmato. Prima che potesse aggiungere altro, la porta si riaprì, e la camicia viola gli arrivò dritta in faccia. Il Diavolo borbottò indignato e se la tolse dal capo, appena in tempo per vedere la porta chiudersi di nuovo. Trasse un profondo sospiro e si massaggiò le tempie. Quella sarebbe stata decisamente una lunga giornata.

 

 

«D’accordo, sei pronta per andare» disse Lucifer, battendo piano con le mani sulle spalle della sorella. «Resta vicino a Maze e cerca di non metterti nei guai. La Terra potrà sembrarti un posto strano, all’inizio, ma sono certo che presto ci farai l’abitudine»

«Ricevuto»

«E tu -» riprese lui, voltandosi verso Maze «Non perderla di vista. Tende a girovagare»

«Non è vero!» esclamò Niky, offesa.

«Oh, non preoccuparti» ribatté Mazikeen «Non ne avevo alcuna intenzione...» E lanciò un’occhiata languida ad indirizzo del giovane angelo.

«Non è premurosa?» cinguettò Niky, regalando al demone un grande sorriso.

Lucifer lanciò a Maze un’occhiata assassina, felice in cuor suo di constatare come i tentativi della sua barista di flirtare con lei risultassero del tutto incomprensibili alla sorellina. «E va bene, è ora di andare. Avanti, forza» disse, spingendo la ragazza verso l’ascensore. «Ho del lavoro da sbrigare e devo andare a prepararmi»

«’K» disse il giovane angelo, schiacciando il pulsante ed aprendo le porte dell’ascensore. Poi si voltò e si alzò sulle punte dei piedi, cercando di alzarsi il più possibile, e posò un bacio sulla guancia del fratello. «Ciao, Lucifer. Ci vediamo più tardi!»

Lui sbatté le palpebre, sorpreso da quel gesto inaspettato. La ragazza lo aveva sempre salutato in quel modo, ma era trascorso così tanto tempo dall’ultima volta che lo aveva colto completamente di sorpresa. L’angelo caduto sorrise, e le scompigliò i capelli, una piacevole sensazione di calore nel petto. «A dopo, Sorellina. E sta attenta»

«Non temere, lo sarò» promise lei, salutandolo con la mano.

Con un sospiro, Maze la raggiunse all’interno dell’ascensore, e in pochi secondi, le porte si chiusero e la macchina si mise in moto portandole ai piani inferiori, lontano dalla vista del Diavolo.

Lucifer aspettò fino a quando la luce dell’ascensore non fu completamente inghiottita dall’oscurità. Poi, si portò una mano al viso e sfiorò delicatamente il punto in cui Niky lo aveva baciato con la punta della dita. Sorrise. Avrebbe davvero potuto farci l’abitudine.

 

 

«Wow!» esclamò Niky, correndo eccitata di negozio in negozio, fermandosi di fronte ad ogni vetrina ed appiccicando il viso al vetro per osservare la merce in esposizione «E così questo è un centro commerciale?»

Mazikeen annuì.

«Lo adoro!» esclamò la ragazza, saltellando su e giù in preda all’emozione. «Ci sono così tante cose da vedere, così tanti colori…!»

Il demone scosse la testa. Nonostante si sforzasse di apparire distaccata, non poté fare a meno di pensare alla meraviglia provata al suo arrivo sulla Terra, cinque anni prima. Dopo aver vissuto per tutta la vita nelle profondità dell’Inferno, il mondo le era parso quasi una visione. Improvvisamente, però, ricordò qualcosa di importante. Un dubbio che si era insinuato nella sua mente nel momento in cui aveva conosciuto il giovane angelo. Un dubbio che la tormentava, e che non sarebbe riuscita a tacere un minuto di più. «Ho una domanda per te» annunciò, voltandosi verso di lei.

Niky sorrise. «Spara»

«Se eri così preoccupata per Lucifer, perché non sei mai venuta a cercarlo all’Inferno?»

Un’ombra scura passò sul volto del giovane angelo. «Io… Non credo che la cosa ti riguardi...» sussurrò, distogliendo lo sguardo.

«Se ha a che fare con Lucifer allora sì, mi riguarda» insistette il demone. Si fermò ed afferrò la ragazza per le spalle, costringendola a guardarla negli occhi. «Avanti, parla»

«D’accordo. Se devi proprio saperlo - »

«Devo saperlo»

« - se devi proprio saperlo, la ragione per cui non sono venuta a cercare Lucifer all’Inferno è che… non potevo farlo»

Maze socchiuse gli occhi e la studiò con attenzione. «E per quale motivo?»

«Sono soltanto un angelo custode» spiegò Niky «Il mio scopo è proteggere gli umani, guidarli, aiutarli a fare la scelta giusta prima che vengano mandati all’Inferno. Non sono potente quanto gli altri miei fratelli e sorelle. Non avevo alcun modo di attraversare i cancelli dell’Inferno...»

La donna la osservò per un momento, combattuta. Non era tipo da fidarsi delle altre persone, specialmente se si trattava di proteggere Lucifer. Lui non sembrava vedere una minaccia nella sorella, ma se c’era qualcosa che Maze sapeva con certezza, era quanto ingenuo potesse dimostrarsi il suo capo. Specialmente se credeva di avere ragione. Doveva fare attenzione. D’altro canto, il piccolo angelo che aveva di fronte sembrava tutto fuorché pericoloso. «E va bene. Ti credo» decise infine, lasciandola andare. «Ma non scordare che ti tengo d’occhio»

Niky sorrise ed annuì. «Forza. Andiamo a fare un po’ di shopping»

 

Mazikeen si lasciò cadere su uno dei divanetti neri all’interno del negozio di abbigliamento, e sospirò. Dopo un pomeriggio intero passato a rincorrere un’eccitatissima Niky per tutto il centro commerciale, il demone iniziava davvero a sentire nostalgia delle profondità dell’Inferno.

«D’accordo, sono pronta!» annunciò ad un tratto la giovane da dentro il camerino.

La donna raddrizzò la schiena e si sporse in avanti, osservando con curiosità la pesante tenda rossa venire scostata di lato, rivelando la figura magra della ragazza.

«Allora? Che te ne pare?»

«Hai veramente intenzione di comprare… quello?» domandò Maze, squadrando il giovane angelo con un’espressione disgustata.

Niky abbassò lo sguardo sui jeans attillati e la maglietta color verde mela che indossava, e sbatté le palpebre. «Non capisco… La commessa ha detto che mi sarebbero stati bene… Non mi stanno bene?»

«Come se ci fosse qualcosa che potesse stare male su un corpo del genere» replicò il demone, sollevando gli occhi al cielo. «Forza» disse, sollevando un mini abito nero ed un paio di alte scarpe con il tacco e passandole in fretta alla giovane «Lascia che ti mostri come si fa»

 

Qualche ora - e innumerevoli cambi d’abito - più tardi, le due si fecero strada verso la cassa, portando ciascuna un’enorme quantità di vestiti, scarpe e borse tra le braccia. Impilarono ogni cosa sul bancone, ed aspettarono con pazienza che l’alquanto stupefatta commessa passasse tutti i codici a barre segnati sulle etichette.

«È stato davvero divertente, Maze!» dichiarò sorridendo il giovane angelo. «Ma… Come faremo a pagare tutta questa roba?» domandò, lanciando un’occhiata all’enorme pila di vestiti di fronte a loro.

Maze sogghignò ed estrasse una carta di credito dorata.

Niky la prese tra le mani e la esaminò con attenzione. Quando lesse il nome inciso in rilievo sulla superficie, sbatté le palpebre: Lucifer Morningstar. «E come farà questo pezzetto di plastica a pagare tutti i nostri vestiti?»

Le labbra del demone si curvarono in un sorriso scaltro. «Sto per mostrarti una piccola magia...»

 

 

Lucifer

«Ah, eccovi qui» disse, entrando nel salotto. «Com’è andata la vostra ricerca? Avete trovato nulla che -» La frase gli morì in gola, quando il suo sguardo si posò sulla gigantesca quantità di sacchetti, vestiti e scatole di scarpe ammucchiati sul divano e sul pavimento del soggiorno. «Cosa diavolo avete combinato?!»

Le due si scambiarono un’occhiata.

«Beh, abbiamo fatto quello che hai detto, Fratello» disse il giovane angelo, guardandolo confusa.

«Proprio così. Le servivano dei vestiti, e io le ho procurato dei vestiti» disse Maze. Fece scivolare una mano in una piccola borsa di plastica e ne estrasse un braccialetto, che indossò. «E qualche altra cosa»

«Avete deciso di prosciugare completamente la mia carta di credito?» domandò il Diavolo, chiaramente contrariato.

«Oh, ora che ci penso...» Mazikeen si avvicinò al suo capo, e li fece scivolare la carta di credito dorata nel taschino della giacca. «Ecco qua» disse, dando una pacchetta al taschino con aria compiaciuta.

«Dunque state davvero cercando di mandarmi sul lastrico» ribatté lui, seccato.

«Oh, andiamo. I soldi di certo non ti mancano, Lucifer» commentò il demone, facendo vagare lo sguardo per il lussuosissimo attico.

«E poi, abbiamo pensato anche a te» dichiarò Niky, sorridendo al fratello. «Abbiamo una sorpresa per te» Prese a frugare tra le borse colorate e la pila di scatole, e ben presto ne riemerse stringendo tra le mani un grosso pacco, avvolto in una carta gialla. «Ecco, aprilo»

«Uhm?» Il Diavolo prese il pacco tra le ,mani e lo osservò, incuriosito. «Beh, vi ringrazio… È molto gentile, da parte vostra...» Strappò in fretta la carta da regalo gialla e si affrettò ad aprire la scatola, una scintilla di eccitazione che brillava nei suoi occhi scuri. Infilò entrambe le mani nella scatola, e ne estrasse il soffice contenuto.

«Allora? Che cosa ne dici?»

Gli occhi di Lucifer si spalancarono, mentre fissava con orrore l’oggetto nelle sue mani. Si trattava di un pigiama da uomo a maniche lunghe. Sarebbe potuto passare sopra al fatto che aveva sempre detestato i pigiami, se questo non fosse stato fatto di peluche. E di colore azzurro chiaro. E coperto da una stampa a pinguini e piccoli igloo.

«Allora?» ripeté l’angelo custode, rivolgendogli un’occhiata impaziente. «Ti piace?»

«I-io...» Il Diavolo non riuscì a trovare il coraggio di rispondere. A dirla tutta, perfino respirare era un’impresa, in quel momento. «È… È davvero...» Scosse la testa più e più volte, cercando di riprendersi dallo shock, incapace di distogliere lo sguardo da quella mostruosità.

Niky e Maze si scambiarono un’occhiata… e scoppiarono in una fragorosa risata.

Lucifer sbatté le palpebre e si voltò verso di loro, più confuso che mai. «Che cosa avete da ridere tanto?»

«Non posso crederci, ci sei cascato!» esclamò il giovane angelo, le lacrime agli occhi dal gran ridere «Dovresti vedere la tua faccia!»

«Era… Era uno scherzo?» Il Diavolo non riusciva a capire se si sentisse più arrabbiato o sollevato.

Mazikeen incrociò le braccia, e lanciò alla ragazza un’occhiata complice. «Devo ammetterlo, è stata una grande idea»

«Ti ringrazio» sorrise Niky, cercando con fatica di smettere di ridere.

Lucifer si voltò verso la sorella e socchiuse gli occhi con aria minacciosa. «Mi hai fatto quasi prendere un colpo!»

«Beh, è questo il bello dell’immortalità: posso spaventarti quanto voglio» replicò lei, una luce birichina negli occhi.

«Rivedrò quei pinguini nei miei incubi per mesi!» dichiarò il Diavolo, scuotendo la testa.

Niky sorrise. «Non preoccuparti. Ho qualcosa che fa al caso tuo» Si voltò ed afferrò un’altra scatola, che consegnò prontamente al fratello.

L’angelo caduto la prese tra e mani, riluttante. «Beh, grazie tante. Anche se temo di dovermi aspettare altre spiacevoli sorprese...»

La ragazza scosse la testa. «Aprila e basta»

Lucifer sollevò cautamente il coperchio, e sbirciò nella scatola. Al suo interno vi era un altro pigiama, ma questa volta, non vi erano igloo né pinguini, in vista. La camicia ed i pantaloni erano di taglio fino, e fatti di soffice seta nera. «Ah, ora sì che si ragiona!» esclamò, passando delicatamente le dita sulla stoffa delicata.

«Hai visto? Penso sempre anche al mio fratellone» dichiarò Niky, allungandosi per stringerlo in un abbraccio, che lui ricambiò con entusiasmo.

«Beh, ti ringrazio, Sorellina» disse il Diavolo «Ma c’è una cosa che ancora non capisco: perché mi hai regalato un pigiama?»

«Perché,» replicò lei, scuotendo la testa «ho il forte sospetto che tu dorma completamente nudo, e dal momento che ora vivo anche io qui, ci terrei a salvaguardare il più possibile la mia sanità mentale»

La solo risposta di Lucifer fu un ghigno sornione.

«Come pensavo»

Lui rise, e la attirò nuovamente in un altro abbraccio.

«È tutto molto carino» commentò Maze in tono seccato. «Mi piacerebbe molto restare e godermi questo spettacolo così smielato, ma ho un appuntamento. Se volete scusarmi...» E con queste parole lasciò l’attico, i tacchi altissimi che battevano sul pavimento ad ogni suo passo verso l’ascensore.

«A presto, Maze!» la salutò la ragazza, agitando la mano «E grazie!»

Il demone annuì brevemente, e sparì all’interno della cabina dell’ascensore.

«Beh, Niky, sono contento che tu abbia passato una giornata così divertente. E in effetti, anche io ho una sorpresa per te» disse Lucifer, rivolgendo un sorriso alla sorellina.

«Davvero?» domandò lei, gli occhi scuri che scintillavano, pieni di curiosità. «Che cosa?»

«Ho fatto liberare una stanza qui nell’attico» spiegò il Diavolo, infilandosi le mani nelle tasche «Non è molto grande, ma penso che ti piacerà ugualmente»

«Dici sul serio?» esclamò l’angelo custode, stupefatta.

«Beh, se dovrai rimanere qui, dovrai pur avere un posto dove dormire, non credi?» rispose lui in tono affabile, felice che la giovane avesse apprezzato il pensiero. «Ho già ordinato tutti i mobili: un letto, una specchiera, un armadio, una scrivania...»

Niky era sempre più emozionata «Anche la scrivania?»

Lui ridacchiò «Certamente. Ogni scrittore che si rispetti ha bisogno di un posto per lavorare»

La ragazza si lasciò sfuggire un gridolino di gioia, più felice che mai. Scrivere storie era sempre stata la sua più grande passione, fin da quando era solo una bambina. Suo fratello non avrebbe potuto farle un regalo più bello. In meno di un secondo, Niky balzò tra le braccia del Diavolo e lo abbracciò, stringendosi a lui con quanta forza aveva in corpo. «Oh, grazie, Luci! Grazie, grazie, grazie!»

Lucifer ridacchiò, e ricambiò l’abbraccio. «È stato un piacere, Scimmietta» Poi scosse la testa. «Sfortunatamente c’è stato un piccolo inconveniente di spedizione. Temo che i mobili non arriveranno prima di domani»

«Oh...» fece il giovane angelo, facendosi improvvisamente pensierosa. «E dove dormirò, stanotte?»

«Suppongo che dovremo trovare una soluzione» rispose lui con un’alzata di spalle. «Ma ci penseremo più tardi. Adesso è ora di cena» Posò una mano sulla testa della sorella e le arruffò i lunghi capelli scuri. «Forza, andiamo. Sto morendo di fame»

«A chi lo dici!» rispose lei con entusiasmo, trotterellando al suo fianco verso la cucina.

 

«Sei sicuro che posso rimanere?»

«Certo»

«Non ti darò fastidio?»

«Niente affatto»

«Credevo avessi detto di non volere altre intrusioni...»

«È vero, ma non vedo altre soluzioni» disse il Diavolo, prendendo posto tra le lenzuola di seta «Per questa notte, dovrai dormire insieme a me»

Niky annuì, e si avvicinò timidamente al letto del fratello. Era passato così tanto tempo dall’ultima volta che avevano dormito insieme, che la ragazza non poté fare a meno di avvertire un velato senso di imbarazzo. «Che fine ha fatto la tua casacca?» domandò, arrossendo un poco alla vista del petto nudo del fratello.

Lucifer scosse la testa «Capisco la tua necessità di vedermi indossare dei vestiti, e sono disposto a scendere ad un compromesso» dichiarò, pizzicando l’elastico dei pantaloni neri con due dita per mostrarle che li stava indossando «Ma non ho alcuna intenzione di mettere una camicia a letto. Questo è il posto in cui andrebbero tolte» dichiarò sogghignando.

Niky alzò gli occhi al cielo, esasperata. Che aveva fatto, di male?

«Dai, non fare quella faccia» disse lui, rivolgendole un sorriso sghembo. «Ho accettato le tue condizioni, ora tu devi accettare le mie»

La ragazza sospirò «Mi sembra giusto»

Il Diavolo sorrise sornione, e tirò indietro le lenzuola di seta. «Forza, vieni a letto»

Il giovane angelo non se lo fece ripetere due volte. Si arrampicò sul materasso e si affrettò a raggiungere il fratello sotto le coperte. «Ciao» mormorò deliziata, quando lui le si sdraiò accanto.

«Ciao» rispose Lucifer, avvolgendole un braccio attorno e stringendola a sé.

Niky chiuse gli occhi, godendosi il meraviglioso tepore di quell’abbraccio così familiare e rassicurante. Rimase in silenzio per un istante, poi sollevò piano la testa verso di lui. «Lucifer?»

«Sì?»

Lei arrossì. «Ecco, io… Volevo solo ringraziarti. Per tutto… Per avermi permesso di restare, per avermi regalato tutti quei vestiti, e...» Il suo viso si illuminò, e le sue labbra si aprirono in un grande sorriso «Per la mia camera»

L’angelo caduto ridacchiò divertito. «È stato un piacere» Abbassò il capo e posò un bacio sulla fronte della sorella. «Mi sei mancata, lo sai?»

Lei lo abbracciò forte, ed il suo sorriso crebbe ancor di più. «Anche tu, Fratellone»

L’angelo e il Diavolo si strinsero l’uno all’altra, gli occhi chiusi, e si addormentarono, abbandonandosi senza paura all’abbraccio della notte.

   
 
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