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Autore: MaryFangirl    11/10/2017    0 recensioni
Al liceale Light Yagami viene dato il compito di fare da cicerone a Ryuzaki, nuovo ed eccentrico studente, e i due non vanno esattamente d'accordo...all'inizio. (AU ambientata al liceo).
Genere: Azione, Sentimentale, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Altri personaggi, L, Light/Raito | Coppie: L/Light
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Light

 

Light strinse con forza Ryuzaki mentre uscivano dall'edificio. Mentre Light era in stato di shock, Ryuzaki sembrava semplicemente pensieroso. 
In stato di shock per essere stato rapito. Per essere quasi morto...per la seconda volta. Per il tradimento di un altro dei suoi insegnanti. E soprattutto, per aver scoperto di essersi fidati di Ryuzaki anche se celava ovviamente un segreto grande come l'Everest.
"Light" sussurrò piano, passandogli una mano fra i capelli. "Light, va tutto bene...non succederà niente, Light...Light, non mi sento più il braccio..." sembrava ripetere il suo nome più volte che poteva. Light si irrigidì, non si era reso conto che gli stava bloccando la circolazione, "Scusa" mormorò, seguendolo all'esterno, nella fresca aria notturna. Light fece un profondo respiro, sentendo il sollievo tornare a fluire nel proprio corpo. Erano al sicuro. Lo pensò vagamente. Ryuzaki non lo incolpava.
Quasi rise fragorosamente quando si rese conto di quanto entrambi fossero stati stupidi, isolandosi per la paura dell'ira dell'altro. Non c'era ira. Non fra di loro. Erano troppo profondamente connessi, troppo profondamente compromessi, troppo profondamente innamorati. Light gli strinse di nuovo il braccio. 
"Ti amo" sussurrò.
L sorrise mestamente e gli accarezzò di nuovo i capelli. "Ti amo anch'io, ora fai silenzio, dobbiamo incontrare Watari prima di tornare a casa tua"
Light si accigliò, "Otterrò qualche risposta lì?"
L'altro sospirò, "Certo. A meno che tu non voglia riposare prima..."
Light lo fulminò e lui gli sorrise dolcemente in cambio, "Valeva la pena tentare"
"No, affatto" fece una smorfia, "Quanto ci metterà Watari ad arrivare?"
Ryuzaki fece un cenno col capo. "Sta già aspettando"
Ovviamente, Watari era lì, appoggiato alla macchina, piazzata disordinatamente e in orizzontale lungo due posti auto. L'uomo era vestito tutto di nero con un'aria incredibilmente sinistra rispetto a quella del Watari che Light credeva di conoscere. Quello che sorseggiava the e leggeva giornali in arabo.
"Colpo perfetto come sempre, Watari" lo salutò Ryuzaki avvicinandosi alla sua ombrosa figura. Light non avrebbe chiesto perché era appoggiato alla macchina di sua madre.
"Sei stato tu a sparare a Ohba?" chiese Light, non sorpreso quanto gli sarebbe piaciuto. In risposta, Watari aprì la portiera e toccò il mostruoso fucile sul sedile posteriore. Gli fece l'occhiolino e Light avvertì una nuova ondata di rispetto per quell'uomo.
"Andiamo?" chiese Ryuzaki, "Dobbiamo lasciare giù Watari prima di andare a casa tua, sono sicuro che i tuoi genitori staranno dando di matto per la preoccupazione, Light"
I suoi occhi si allargarono, "I miei genitori..." avvertì il senso di colma arrotolarsi alla bocca dello stomaco come le spire di un serpente. Poteva solo immaginare il dolore che avevano sperimentato. "Ryuzaki" fece Light lentamente. "Dove sono i miei genitori? Non riesco a immaginare mio padre che ti lascia venire qui da solo..."
L'altro si morse il labbro, "L'aggiungerò alle cose che dovrò spiegare una volta arrivati a casa"
Light annuì, non era disposto a discutere; la cosa importante era che pensava di rivelare tutto. Silenziosamente, saltò in macchina e attese pazientemente che si fermassero all'appartamento di Ryuzaki per liberare Watari.
"Aspetta solo qualche minuto, Light" gli sussurrò L, come percependo la sua aspettativa crescente, "Tutto avrà senso tra qualche minuto"
Light non si sentiva neanche stanco, sapeva da qualche parte nel suo cervello che più tardi sarebbe crollato per lo sfinimento, ma ora vibrava di energia e domande.
Nell'istante in cui le ruote dell'auto si fermarono nel suo vialetto, Light volò dal sedile, dirigendosi verso la porta che si spalancò in quel momento e i suoi genitori uscirono, il sollievo era inciso così intensamente sui loro volti che Light si preoccupò vi sarebbe rimasto per sempre. 
Light li raggiunse e li avvolse entrambi in uno stretto abbraccio, sentendo le loro braccia circondarlo mentre sussurravano i loro ringraziamenti verso qualsiasi divinità che avesse ascoltato e lo avesse fatto tornare sano e salvo. Light rimase attonito quando suo padre si scostò da quella riunione familiare e aprì il braccio per includere Ryuzaki. Sentì il proprio cuore sul punto di esplodere, vedendo il lieve sorriso sul volto di Ryuzaki mentre veniva accolto nella famiglia a braccia aperte. Rimasero in quel modo per quelle che a Light parvero ore, ma probabilmente si trattò solo di qualche minuto. Quando finalmente si separarono, sua madre posò le mani sulle spalle di Ryuzaki e mormorò, "Grazie"
Lui annuì e Light gli prese la mano, stringendola con orgoglio. Poi sospirò, "E ora, la mia spiegazione"
Light sentì la propria aspettativa aumentare. Da molto tempo aveva capito che qualcosa non quadrava nella storia di Ryuzaki. Non era altro che un sospetto, come un prurito dietro la testa, nascosto dall'enorme dilemma che quel caso si era rivelato.
Quando tutti e tre si accomodarono sul divano il salotto, Ryuzaki si parò davanti a loro e fece un profondo respiro, l'apprensione improvvisamente si stampò sul suo viso. Deglutì in modo udibile. "Light" iniziò, guardandolo. "Voglio scusarmi per averti nascosto il mio passato e la mia identità fino ad ora. Credimi quando ti dico che volevo dirtelo da molto tempo"
Si morse il labbro, aspettando che continuasse.
"Vedi, la verità è che...io sono L"
Light scoppiò immediatamente in una risata nervosa; si zittì velocemente quando si rese conto che nessun altro stava ridendo.
"Cosa?" chiese Light incredulo, guardando ora Ryuzaki e ora i suoi genitori, che sorprendentemente non sembravano stupiti, "Sei serio? Tu? L?"
L'altro annuì solennemente, "I tuoi genitori possono testimoniare"
Light guardò suo padre, che a sua volta guardò Ryuzaki, ma senza astio, "Sta dicendo la verità, Light. Tua madre e io lo abbiamo scoperto qualche ora fa quando abbiamo ricevuto una chiamata dall'uomo che ti ha rapito"
Tornò a guardare Ryuzaki – L. "Come...?"
Ryuzaki respirò profondamente, e iniziò. Disse loro di Aiber, una delle persone misteriose al magazzino che L aveva chiamato per catturare l'assassino che si stava facendo strada nella scuola di sua figlia. Disse loro di aver deciso di agire sotto copertura, scegliendo quel caso solo per noia. Disse loro che il suo piano fin dal principio era stato quello di avvicinarsi a Misa per chiederle di fare da esca. Disse loro come, tra tutte le variabili e le circostanze che aveva considerato, Light non ne avesse mai fatto parte. Disse loro di come Light gli avesse fatto perdere la testa. Disse loro di aver deciso di lavorare da solo nel momento in cui aveva capito che l'appunto si riferiva a lui.
Light lo informò di aver fatto lo stesso. Lo informò di aver rubato le videocamere dal club audiovisivo. Lo informò di come le aveva nascoste in un magazzino che aveva scoperto vuoto da anni. Light lo informò di aver lasciato una nota nella classe di Juuzo, richiedendogli di incontrarlo al magazzino. La nota che aveva informato Obata. Light lo informò di aver trascorso l'ultima settimana in un perpetuo stato di depressione, diventando pazzo all'idea di chiamarlo, per paura di essere respinto. Si scusarono così tante volte quella sera che Light non riusciva a ricordarsene la metà. Ogni scusa era senza senso, tuttavia, visto che nessuno aveva mai realmente incolpato l'altro. Light gli pose infinite domande su com'era essere L. Questi rispose a ognuna di esse, nonostante avesse l'aria di chi stava per collassare dalla stanchezza, il che era una rarità per lui. Anche se stava letteralmente ondeggiando come un filo d'erba al vento, rispose onestamente, senza risparmiare sui dettagli. Disse a Light dell'orfanotrofio e dei suoi successori, quelli che aveva descritto a Light come propri fratelli, ma quella era più una mezza verità; rivelò la vera identità di Watari, inventore geniale e proprietario di orfanotrofi in giro per il mondo, Light non ne fu affatto sorpreso. Ultimo ma non meno importante, raccontò a Light la storia della leggendaria battaglia tra i tre più grandi detective del mondo: L, Eraldo Coil e Deneuve. Fece del suo meglio per spiegare la serie vertiginosa di casi e dei rompicapi labirintici che i tre avevano risolto, dandosi la caccia e abbattendosi a vicenda, colpo dopo colpo. Spiegò che Deneuve aveva usato suo figlio per piazzare bombe in giro per il mondo, così come l'FBI per coprirli.
"Oh!" realizzò Light, "È così che Ohba ha fatto ottenere a Juuzo il posto a scuola, e invece ha fatto tornare la signora Ackerman negli USA con così poco preavviso"
Ryuzaki annuì, "Sì, sembra che si sia servito dell'FBI sotto il nome di Deneuve...anche se ho rivendicato tutti e tre i titoli anni fa..."
Light rilasciò il fiato che non sapeva di trattenere, "Ora tutto ha senso"
Ryuzaki sembrò osservarlo attentamente, alla ricerca di qualsiasi segno che lo avrebbe portato ad arrabbiarsi improvvisamente, magari uscendo di corsa o rinunciando a lui. Quel pensiero gli fece torcere il cuore.
Light si alzò lentamente e si avvicinò alla poltrona su cui era appollaiato, di fronte alla sua famiglia che stava sul divano. Ryuzaki – L – lo osservò avvicinarsi in silenzio, tormentandosi il labbro inferiore. Light ignorò il fatto che i suoi genitori fossero presenti e si abbassò a baciarlo sulla guancia prima di infilarsi vicino a lui, abbracciandolo con fare rassicurante. Riuscì a vedere suo padre agitarsi leggermente con la coda dell'occhio, ma era stato assicurato di aver ottenuto la sua benedizione. In tal caso, si sarebbe soltanto dovuto abituare. Sentì un leggero singhiozzo nel respiro di Ryuzaki, come se volesse piangere, ma Light sapeva che non se lo sarebbe mai concesso, perlomeno non davanti ai suoi genitori.
"Allora..." iniziò Soichiro imbarazzato. "Che si fa ora?"
Sachiko ridacchiò, "Che ne dite se per cominciare, ceniamo? Iniziò a scaldare le fettuccine rimaste, voi tre pensate a come raccontare tutto a Sayu quando tornerà a casa"
Tutti e tre sobbalzarono ricordandosi di Sayu, mentre Sachiko usciva. Light guardò Ryuzaki, "Rimani per cena, vero?"
L'altro annuì, "Se posso"
Light roteò gli occhi pensando che fosse una domanda stupida, ma sapeva come L si sentiva; era strano riuscire ad essere così aperti, specialmente di fronte a suo padre. Ci volle loro mezz'ora per escogitare una versione diluita di quanto accaduto durante quel giorno, e con titubanza giunsero alla conclusione che Sayu avrebbe dovuto sapere chi era Ryuzaki in realtà.
"Suppongo che la mia futura cognata dovrebbe conoscere la mia identità" affermò Ryuzaki meditabondo mentre Soichiro e Light si strozzavano con il the. Scoppiarono tutti a ridere, ma solo anni dopo sua madre avrebbe mostrato a Light la foto che aveva scattato dalla soglia dalla cucina. Suo padre smise con i tentativi di scuse per la sua reazione quando aveva scoperto della loro relazione quando i due zittirono il suo decimo tentativo. Entrambi lo avevano perdonato da tempo, e non c'era motivo di ridiscutere su vecchie faccende. Quando Sayu arrivò, si bevve la loro storia come se fosse la cosa più interessante del mondo. Abbracciò Ryuzaki e Light con tanta forza che Light temette che i polmoni sarebbero esplosi, squittendo sul fatto che il ragazzo di suo fratello fosse ricco e famoso. La cena fu un'occasione piacevole, tutti risero e ascoltarono le infinite storie investigative di Ryuzaki, che fecero finire quelle di Soichiro fuori dalla finestra. Mentre lui e Ryuzaki lavavano i piatti, Light ebbe uno strano senso di déjà vu, non aiutato dal fatto che Ryuzaki iniziò una guerra col sapone dopo tre minuti aver cominciato.
"È davvero solo la seconda volta che rimani per cena?" chiese Light incredulo.
"Beh, è stato piuttosto difficile per me infiltrarmi alle cene della tua famiglia ultimamente, per ovvie ragioni..." gli ricordò Ryuzaki. Light sorrise e gli lanciò dell'altra schiuma in faccia. Era guerra.
"Ragazzi!" la battaglia venne interrotta bruscamente da sua madre che stava sulla soglia della cucina con le mani fermamente piantate ai fianchi, ma il suo viso la tradiva con un sorriso accennato mentre li sgridava perché stavano distruggendo la cucina. Rimase accanto a loro mentre pulivano il caos, e poi fece qualcosa di sorprendente; chiese a Ryuzaki se volesse rimanere per la notte.
"Uhm, mamma..." contestò Light, "Sai che noi..."
"Sì, sì, lo so." fece un cenno impaziente, "Ma mi fido di te, Light. E di te, Ryuzaki. Dopotutto, con quello che avete affrontato stasera...sembrate entrambi sul punto di collassare per la stanchezza. Dubito che stanotte potrete fare molto altro a parte dormire"
Aveva ragione. Finché non lo menzionò, Light non si era reso conto della propria totale spossatezza. Suppose che il proprio sistema nervoso parasimpatico stesse facendo il suo lavoro. Guardò Ryuzaki in tempo per notarlo mentre si sfregava gli occhi.
"Per favore, va a letto prima di crollare qui...e portati il tuo ragazzo" lo colpì affettuosamente sulla spalla con il cencio che aveva in mano e andò a chiamare anche Sayu; era così rapita dal nuovo film di Ryuga Hideki che non si era accorta dell'ora.
Light emise un lungo respiro e sorrise, sentendosi completamente, totalmente, sinceramente contento mentre prendeva la mano di Ryuzaki nella propria. Non ricordò di aver salito le scale né di essersi messo il pigiama. Sperò vagamente di essersi lavato i denti mentre si infilava sotto le coperte con Ryuzaki, stringendolo forte al petto.

 

L

 

L aveva la sensazione che il suo cuore sarebbe esploso per le emozioni. Prima di allora non sapeva nemmeno che fosse possibile avvertirne così tante.
Sollievo per la fine del caso. Speranza per il futuro. Gratitudine per la famiglia di Light. Amore per Light. Appagamento per le sue braccia attorno a sé. E genuina, pura, totale felicità per la propria vita; essere lì, in quel momento, in quel preciso istante della sua vita. Essere con la persona più perfetta mai esistita. Emise un intenso sospiro felice.
"Ryuzaki?" sussurrò piano Light. Fu allora che si rese conto che la maglietta di Light premuta sotto la guancia era umida. L spostò una mano per asciugarsi gli occhi. "Scusa, Light, sono solo molto felice..." 
Le braccia di Light si strinsero intorno a lui, strofinò il viso contro il suo.
"Light..." disse L piano, "Perché non mi odi?"
"Per cosa?" mormorò l'altro nei suoi capelli, sinceramente confuso sul perché l'altro la pensasse così.
"Ho mentito. Ho celato la mia identità. Ho agito alle tue spalle..."
"Oh, non di nuovo..." Light disegnò con fare rassicurante sulla sua pelle, creando dei cerchi, "Non vedo alcuna ragione per cui dovrei essere arrabbiato, il tuo segreto...probabilmente è uno dei più grandi segreti al mondo. È comprensibile che tu abbia aspettato per assicurarti di poterti fidare di me. E non ti incolpo per aver agito alle mie spalle, io ho fatto la stessa cosa, ricordi? Almeno tu avevi esperienza, io l'ho sfidato alla cieca...e per di più da solo..."
Light lasciò la frase in sospeso e L capì che si incolpava tanto quanto lui faceva con se stesso, "Light. Dobbiamo smetterla di biasimarci" affermò, "Dobbiamo accettare il fatto che abbiamo entrambi uguale colpa e rimuginarci non ci aiuterà"
L'altro ridacchiò, "Te l'ha detto Watari?"
L sorrise, "Sì, ero troppo depresso per capire la sua saggezza in quel momento"
Light si scostò leggermente e premette le labbra su quelle di L in un breve ma mozzafiato bacio, "Hai assolutamente ragione", e si addormentò, le braccia strette attorno a lui, lasciando L da solo con i suoi pensieri. L si mosse appena per baciarlo sulla fronte, osservando come le sue ciglia battevano piano, e realizzando che non sarebbe mai riuscito più a vivere senza Light. Fu allora che prese una decisione.

  
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