Anime & Manga > Dragon Ball
Segui la storia  |       
Autore: Sinkarii Luna Nera    11/10/2017    2 recensioni
|Dragon Ball Super|
Siamo alla vigilia del Torneo del Potere, e tutti quanti si preparano per la più grande e importante battaglia che abbiano mai affrontato, dalla quale dipenderà il futuro del settimo Universo.
In tutto questo, Lord Beerus si ritrova all'improvviso ad avere a che fare con una sua vecchia conoscenza, che mai avrebbe immaginato di poter incontrare ancora.
Dalla storia:
[ Era davvero possibile che due esseri immortali le cui vite erano andate avanti separatamente per moltissimo tempo potessero ritrovarsi di nuovo insieme, in qualcosa che somigliava molto al punto di partenza?
Pareva di sì e, anche se lei non lo sapeva, sembrava anche che lei e Lord Beerus avessero avuto pensieri molto simili sulla questione.
“Forse era veramente destino” pensò “Forse era un cerchio che, mio malgrado, doveva chiudersi in queste poche ore che mancano alla probabile fine di tutto… in un modo o nell’altro”. ]
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lord Bills, Nuovo personaggio, Whis
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Reflecting Mirrors'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
9
 
 
 
 

 
 
 
 
«Ho sognato che Goku moriva!»
 
Quei sogni iniziavano proprio a seccare Lord Beerus, oltre che a spaventarlo, e iniziava a non poterne davvero più. Tutta quella tensione gli stava logorando i nervi, e pensando che il probabile peggio doveva ancora venire gli incubi erano decisamente l’ultima cosa che ci voleva.
 
«Accidenti!» esclamò Whis, meno allarmato del dovuto, portandosi una mano davanti alla bocca.
 
Bra, la quale si era addormentata in precedenza, si risvegliò piangendo a causa dell’urlo di Beerus. Bulma la prese in braccio cercando di calmarla, ma non sembrava avere molto successo, e Vegeta, seccato, incrociò le braccia davanti al petto.
 
“Se voleva farsi un sonnellino, perché non se n’è andato in un hotel?! Queste divinità a volte sono veramente fastidiose” pensò il Saiyan.
 
«Non hai tutti i torti, a volte lo sono davvero».
 
Vegeta sobbalzò, rendendosi conto che Anise era di fianco a lui. Non l’aveva notata perché era troppo impegnato a essere irritato nei confronti di certe divinità urlatrici, ma anche perché a dirla tutta quella non era una donna che si faceva notare, quando era sobria. Il modo in cui tendeva a stare sulle sue, e anche i suoi colori -slavati, secondo Vegeta- rendevano facile dimenticarsi della sua presenza. «Sei in grado di leggere nel pensiero, o cosa?!»
 
«“O cosa”» disse, e gli si avvicinò a un orecchio «Se hai attorno superfici riflettenti abbastanza estese, fai attenzione. Anche Whis può vedere quel che vedo io» lo avvertì, piano «Beerus invece no. Comunque non vedo i tuoi pensieri con precisione, quella è una cosa un po’diversa».
 
«Non vedrai con precisione, ma per i miei gusti è già troppo» borbottò Vegeta.
 
Anise fece spallucce. «Immaginavo che lo avresti detto. Sembri un tipo abbastanza schivo».
 
«È un brutto presagio! Bruttissimo!» urlò ancora Beerus, con delle espressioni facciali che molti avrebbero potuto trovare perfino comiche. «BRUTTO, ORRENDO PRESAGIO!!!»
 
«Sarebbe il caso che lo aiuti a calmarsi» disse il Saiyan ad Anise, alzandosi per rientrare in casa. «Non ho capito cos’ha, ma se continua a urlare finirà per distruggere i timpani di tutti».
 
la Lusan non gli rispose, ma capendo che aveva ragione decise di riavvicinarsi a Beerus. «Un nuovo incubo? Cominciano a essere un po’troppo fitti» commentò, sedendosi sul bordo del lettino occupato dal dio.
 
«Troppa tensione. Credo che Lord Beerus sia esausto» disse Whis.
 
«Cos’hai sognato?» domandò Anise all’Hakaishin, con gentilezza.
 
«Goku era nello spazio, in un’astronave, e un tizio la faceva esplodere con se stesso e Goku all’interno!» si disperò Beerus «Goku non deve azzardarsi a morire, è il guerriero di punta della squadra!»
 
La lince rifletté un istante, muovendo leggermente le orecchie. «Non credo ci sia da allarmarsi» disse.
 
«Cosa dici, sciocca?! Hai sentito o no quello che ho detto?!» sbottò il dio.
 
«Potrei darti più di una ragione logica sul perché non c’è da preoccuparsi, facendoti notare che Goku può resistere a ben altri colpi e non ha poi tanti problemi nello spazio aperto, da quel che mi è stato detto» disse lei, piuttosto freddamente «Ma mi limito a una sola: Son Goku conosce la tecnica del teletrasporto, quindi scapperebbe altrove prima di rimanere coinvolto nell’esplosione».
 
Sul momento Beerus non rispose, apparentemente molto impegnato a guardarsi gli artigli. «Non è un buon momento, puoi capirlo da sola».
 
«Sì, io posso senz’altro capire le cose da sola» replicò Anise, alzandosi in piedi senza degnarlo di un’occhiata.
 
Beerus le afferrò un polso, in silenzio, impedendole di allontanarsi.
 
La lince non disse nulla, né provò a liberarsi dalla presa, e dopo pochi attimi si sedette sul lettino accanto a quello di Beerus. «Il lato positivo è che ormai il sole è tramontato. La tensione che provi finirà tra poco».
 
«Non so se vorrei essere tranquillo anche solo la metà di te, o che tu reagissi più come me e meno come Whis» borbottò Beerus.
 
«Suvvia, lei ha per lo più mangiato tutto il giorno facendo qualche pisolino ogni tanto, e quando prima gliel’ho fatto notare mi ha perfino risposto che “Tanto non può fare nient’altro di utile”!» gli fece notare l’angelo.
 
«Che poi a dir la verità qualcosa che potevi fare c’era: se fossi andato in giro con Goku, non ci sarebbe voluto molto per convincere la gente a partecipare» obiettò Anise.
 
«Andarsene in giro come un venditore porta a porta non è compito che si addica a una divinità!» dichiarò Beerus «E in ogni caso avevo a disposizione compagnie migliori, Anise» aggiunse, con un sorriso.
 
«Migliori, mh? Tipo quella di una sciocca?... sì, qui fuori siamo rimasti solo noi tre» sospirò vedendo che Beerus si guardava attorno per verificarlo, prima di ribattere.
 
«Sai benissimo che non ti trovo sciocca» disse il dio «Però continuare a farmi pesare quel che ti ho detto non è intelligente, devi riconoscerlo».
 
«Se fossimo stati in presenza di altri avrei capito la tua reticenza a scusarti, ma dal momento che ci siamo solo n-»
 
«Io dovrei fare cosa?!» allibì il dio, facendo perfino una risata ironica. «Anise, ti ho detto che è un brutto momento e che non ti trovo sciocca, è più che sufficiente. Io, scusarmi!... questa poi».
 
«Lord Beerus, guardi che si sta scavando la fossa da solo» gli fece notare Whis.
 
«Colpa mia. Guai a dimenticare con chi si ha a che fare» commentò Anise, e fece spallucce. «Chiudiamo qui, come non detto e come non sentito».
 
Detto ciò si alzò dal lettino e si mise a guardare le stelle, poggiandosi contro la ringhiera; quali pensieri stesse avendo in quel momento, lo sapeva soltanto lei.
 
“Maledizione, stava andando tutto piuttosto bene, possibile che una parola minacci di rovinare tutto il lavoro svolto fino a questo momento?!” pensò Beerus, alquanto dispiaciuto.
 
«Credo che io raggiungerò Lady Bulma e i Kaioshin in casa» disse Whis «Con permesso».
 
Lasciarli cuocere nel loro brodo era la cosa migliore, specie perché non aveva voglia di assistere a una loro ulteriore diatriba, e di sicuro in casa di Bulma c’era ancora del cibo.
Quindi si defilò rapidamente, e i due felini rimasero soli.
 
Dopo circa un minuto, Lord Beerus raggiunse Anise e poggiò la testa sulla sua spalla, esattamente come aveva fatto la sera prima. «Non ho intenzione di litigare con te».
 
«Io non litigo. Io guardo le stelle».
 
«Certo, e io mi chiamo Bulma!» il dio alzò gli occhi al cielo «Così facendo non risolviamo nulla. Te lo ripeto: non penso che tu sia sciocca, sono soltanto teso. Benché l’incubo non fosse brutto come quello di stamattina, vedere morire il guerriero più forte che ho non mi ha fatto un bell’effetto. Forse avrei dovuto fare più attenzione a quel che dicevo, e hai la mia parola che d’ora in poi lo farò, ma dobbiamo venirci incontro entrambi».
 
«Onestamente mi stupisco un po’di essermela presa così» confessò lei «L’opinione che hai di me mi interessa ancora più di quanto pensassi».
 
«Non sono sicuro se dovrei prendere bene il fatto che la mia opinione ti interessi, o offendermi perché in teoria era ovvio che dovesse interessarti! Nel dubbio…»
 
Una sensazione molto piacevole si irraggiò dalla testa di Anise a tutto il resto del corpo, e le piacque al punto da perdere per qualche momento ogni capacità di ragionare. Quando si riprese leggermente, si rese conto di star addirittura facendo le fusa!
 
«Quanto adori i grattini dietro le orecchie, in una scala da uno a dieci?» sogghignò l’Hakaishin, sfacciato.
 
«Questa è una mossa sleale» protestò debolmente la Lusan, voltandosi a guardarlo in faccia «Ma unita a quanto hai detto poco fa è abbastanza efficace. Ora direi di entrare in casa a nostra volta, prima che ai più curiosi venga voglia di dare un’occhiata a cosa stiamo facendo… e con “i più curiosi” intendo Bulma» specificò «Mi sono ripromessa di lasciarla morire nella Dimensione, sai?»
 
Beerus rise, pensando che stesse scherzando. «Io la risparmierei, per questa volta: è una rompiscatole, ma è molto ospitale. Per non parlare del fatto che ci siamo ritrovati grazie a lei».
 
«Quello prima era un altro valido motivo per cui avevo voglia di gettarla lì dentro, se devo dirla tutta, ma adesso è valido solo in certi momenti. È un miglioramento».
 
A quel punto entrarono in casa, dopo un breve commento di Beerus sulla sua “adorabile” onestà. Un miglioramento, alla fin fine, era sempre meglio di niente.
 
 
 
 
 
***
 
 
 
 
«Dovremmo concentrare lì l’azione» disse Gohan, indicando il centro del disegno dell’arena che era stato fatto su una lavagna magnetica.
 
Era arrivato da poco tempo in casa di Bulma insieme a Goku -il quale era andato ad allenarsi assieme a Whis nella gravity room- e si era subito messo a discutere le possibili strategie da adottare durante il Torneo: ormai mancava ben poco, e nell’attesa che arrivassero tutti i partecipanti era la cosa più utile da fare.
Suo padre gli aveva affidato il comando della squadra, e teneva molto a dare il meglio di sé, non solo perché c’era in ballo il destino dell’Universo, ma anche per dimostrarsi degno della fiducia che era stata riposta in lui.
 
«Anche gli altri team però potrebbero avere l’idea di concentrare le battaglie su questo punto» fece notare Kaioshin il Superiore.
 
«Giusto» mormorò il ragazzo, pensieroso.
 
«Più che altro c’è da sperare che seguano le vostre strategie. Da quel che so, e quel poco che ho visto, alcuni componenti della squadra mi sembrano un po’delle teste calde».
 
La sola cosa che inizialmente lo avesse distratto era stato vedere una faccia nuova, una lince antropomorfa -tale Lady Anise- che gli era stata presentata come “compagna” del Dio della Distruzione. La cosa lo aveva sorpreso, ma aveva accantonato rapidamente quella sensazione: c’era il destino dell’Universo in ballo, che Lord Beerus avesse o meno una donna non aveva granché rilevanza… a meno che suddetta donna partecipasse alla loro discussione, come aveva appena fatto.
 
«Non ha torto, ma tutti quanti faranno la loro parte» la rassicurò Gohan, ostentando una fiducia che in realtà non aveva.
 
«Sarà meglio che sia così, altrimenti li distruggerò sul posto!» dichiarò Beerus, visibilmente nervoso.
Fedeli al detto “si parla del diavolo e spunta la coda”, Goku e Whis scelsero proprio quel momento per rientrare nella stanza.
 
 «Grazie per l’allenamento, maestro Whis!» esclamò il Saiyan, entusiasta «Mi ci voleva proprio. Ora mi sento pronto all’azione!»
 
«Si figuri» rispose l’angelo, con un sorriso.
 
“Ho mezza voglia di chiedere a Goku che sapore abbia un angelo” pensò Anise, notando un morso sulla mano di Whis, che questi non si era certo procurato da solo.
 
«Ecco, Goku, stavamo proprio parlando di te! Vedi di non fare idiozie e seguire la strategia che ti indicherà il ragazzino» Beerus indicò Gohan «Altrimenti…»
 
«Ma sì, stia tranquillo! Intendo dare il massimo come sempre» disse il Saiyan, con fare determinato.
 
«Speriamo che gli altri siano dello stesso avviso, sapendo quale è la posta in gioco» disse Kaioshin il Superiore.
 
Per un attimo il volto di Goku divenne vagamente imbarazzato, perché in realtà solo i presenti in quella stanza sapevano la verità, ma quell’espressione scomparve in fretta. «Lo faranno, certo!» esclamò.
 
La porta si aprì di nuovo.
 
«Ehi, mi ha appena telefonato Mr. Satan» esordì Bulma, con aria vagamente allarmata.
 
«È successo qualcosa, Bulma?» domandò subito Gohan.
 
«Ha detto che Majin Bu non può più partecipare al Torneo» riferì la donna.
 
«Perché?» si stupì Goku.
 
Fino a poco tempo prima Bu stava benissimo, cos’accidenti era capitato?
 
«Si è addormentato e non vuole svegliarsi» continuò Bulma.
 
«COOOSA?!» esclamò il Saiyan, incredulo.
 
«Stando a quel che dice Satan, non si sveglierà prima di due mesi in nessun caso!» concluse la scienziata.
 
«Papà, questo non va affatto bene» disse Gohan, cupo. Non potevano permettersi di perdere alcun membro della squadra: ormai mancava poco all’inizio del Torneo, e non c’era neppure qualcuno che potesse sostituire il demone rosa.
Lo sguardo del ragazzo cadde sulla lince…
 
«Non so combattere, mi spiace» lo disilluse Anise, avendo intercettato l’occhiata.
 
Goku si alzò in piedi. «Vado subito da Bu».
 
«Aspetta, Goku» lo fermò Lord Beerus «Vengo con te, così lo sveglio a suon di botte! Whis» si voltò verso l’angelo «Non è il tizio che al Torneo contro l’Universo Sei si è addormentato durante il test scritto, finendo col farsi squalificare?»
 
«Sì, è successo qualcosa del genere».
 
«E vorrebbe crearmi problemi anche stavolta facendo la stessa cosa?! Non lo permetterò» dichiarò Beerus, con energia «Quello mi è antipatico sin da quando ha mangiato i miei budini!»
 
Whis sollevò le sopracciglia. «Serba ancora rancore per quella faccenda?»
 
Il dio non rispose nemmeno, e tornò a rivolgersi al Saiyan. «Andiamo, Goku!... ma che…»
 
O meglio, tornò a rivolgersi al vuoto lasciato da suddetto Saiyan, partito senza di lui.
 
«Ehm… è già andato» disse Bulma.
 
«A questo punto non resta che attendere» commentò Kaioshin il Sommo «Quest’imprevisto non ci voleva proprio».
 
«Faccio portare altro cibo» concluse Bulma, notando il nervosismo crescente di Lord Beerus.
 
“Sembrano tutti prendere la cosa fin troppo a cuore, pur trattandosi di un Torneo come tanti ce ne sono stati” pensò la scienziata “Ma non dovrebbe sorprendermi, visto come sono fatti i maschi che frequentano questa casa”.
 
Se Bulma formulava pensieri compiuti, Anise invece era entrata in pieno stadio “rumore bianco” dal momento in cui Beerus si era messo a sbottare e inveire contro Majin Bu. Ormai non valeva più la pena prestare attenzione a quel che le accadeva attorno: aveva già ascoltato abbastanza dei possibili tipi di strategia da adottare, aveva già provato abbastanza divertimento nel vedere il morso sulla mano di Whis, e grazie al riflesso sul vetro della finestra aveva già capito che Goku non aveva detto a nessuno della possibile cancellazione. Probabilmente li aveva convinti promettendo loro premi in denaro o desideri, dal momento che il premio che sarebbe andato al guerriero migliore era in effetti un desiderio delle Super Sfere.
 
“Non ci sono bugie più efficaci di quelle mescolate a un pizzico di verità”.
 
Il tempo scorreva in maniera bizzarra, quando si “disconnetteva” dalla realtà circostante: era come se fosse immobile, inglobata in una bolla nella quale la velocità restava normale, mentre le persone attorno a lei si muovevano freneticamente, in silenzio, come fossero stati i protagonisti di un video in time lapse. Se non lo avesse vissuto già troppe volte, avrebbe potuto perfino trovarlo un fenomeno affascinante… anche se in quei momenti le sorgevano dubbi sulla propria sanità mentale. In certi casi, mentre era in quello stato, aveva visto giorni e notti alternarsi.
 
Sollevò lo sguardo. Beerus, attraverso il bastone di Whis, stava urlando qualcosa a Goku. Il tutto durò circa un secondo, perché poi si mise a sbranare un cosciotto di carne arrosto. Essendo veloce di suo, vederlo mangiare in time lapse era qualcosa di assurdo.
 
Si voltò verso la finestra, tornando a fissare le stelle. Per quanto tempo aveva vagato tra di esse, e tra quelle degli altri universi?
Domanda stupida, conosceva già la risposta: “Tanto, al punto che avevano perso il loro fascino”.
Seriamente: c’era qualcosa o qualcuno che avesse ancora un minimo di importanza?
 
«Anise».
 
Un’eco lontana era riuscita a penetrare la bolla.
 
«Anise…»
 
Sentire il tocco di qualcuno sulla sua spalla la riportò bruscamente alla realtà. Tornarono i suoni, tornò tutto a muoversi normalmente. «Dimmi, Beerus».
 
«Stanno andando tutti in terrazza» le comunicò il dio «Ed era da qualche secondo che ti stavo chiamando».
 
«Perdonami, ero sovrappensiero».
 
Lord Beerus parve sul punto di voler dire qualcosa a riguardo, ma infine desistette, e le tese una mano. «Vieni».
 
La donna inizialmente si limitò a obbedire, a stringere la sua mano e alzarsi; tuttavia, una volta notato che ormai erano rimasti soltanto loro due e Whis, il suo corpo si mosse da solo, e strinse l’Hakaishin in un abbraccio il cui significato era oscuro anche per lei.
 
«Immaginavo che presto o tardi avresti cominciato a sentire anche tu la tensione» commentò Beerus, passato l’attimo di sorpresa, accogliendola caldamente tra le braccia. «Ma voglio credere che ce la faremo. Goku sveglierà Majin Bu, o troverà qualcun altro, e ce la faremo».
 
“Non conosco i motivi dietro questa mossa, ma di certo non è per quel che crede lui” pensò Whis.
 
Anise si staccò dall’abbraccio. «Ora usciamo».
 
Beerus annuì, con un minimo di felicità a mitigare la paura per il futuro, e uscirono fuori tutti e tre insieme, raggiungendo i Kaioshin al tavolo attorno cui erano seduti.
In terrazza si era radunato un bel gruppetto di persone, e Anise notò alcune facce nuove, come il namecciano -doveva essere Junior, se non ricordava male- e il tipo con tre occhi, del quale Chichi le aveva detto il nome, ma le sfuggiva.
 
«Crilin, C18! Che bello vedervi» stava dicendo Gohan ai due, appena arrivati «Ciao anche a te, Marron» sorrise, all’indirizzo della bambina.
 
«Dov’è la neonata? Voglio vedere la neonata!» esclamò Marron.
 
«Vieni, vieni, ti portiamo subito da lei!» la accontentarono Trunks e Goten, correndo in casa assieme a lei.
 
«Guardandoli, direi che Goku non abbia rivelato loro della possibile cancellazione» commentò Whis.
 
“Come immaginavo” pensò Anise.
 
«Che ne dite di allenarci per riscaldarci un po’?» propose Crilin al resto del gruppo «Tanto ora che la squadra è completa non rimane che aspettare C17, il Genio e Vegeta, no?»
 
«In verità è sorto un problema, Crilin» disse Gohan «Majin Bu si è addormentato, e per ora sembra che nemmeno papà riesca a svegliarlo!»
 
«Davvero? Speriamo che Goku riesca a risolvere la questione. Ma se così non fosse, non è proprio indispensabile che partecipi anche Bu, no?»
 
«Se Goku non riesce a svegliarlo, dovremo partecipare con nove membri» disse Junior.
 
Sentendo ciò, Shin si alzò e si avvicinò al gruppo. «Questo potrebbe essere un problema: Re Zeno ha detto “dieci componenti per squadra”, quindi dieci componenti devono essere, indiscutibilmente. Pena la squalifica».
 
«Appunto! Tu, ragazzino» così Beerus, con in mano l’ennesimo cosciotto di carne, apostrofò Gohan «Sei il leader della squadra, quindi fatti venire in mente qualcosa!»
 
«Papà troverà il modo di svegliare Majin Bu, e se non dovesse riuscirci si prenderà la responsabilità di trovare qualcuno per sostituirlo» affermò il ragazzo, con decisione «Non verremo squalificati».
 
«Beh, sarebbe un peccato finire col perdere dieci milioni di zeni!» esclamò Crilin, con un sorriso.
 
«Soldi. Lo avevo immaginato» commentò Anise, mentre mangiava del gelato.
 
«Dieci milioni?» mormorò Gohan «Oh, papà…»
 
«Quel Son!...» borbottò Junior.
 
Crilin, Tien e C18 li guardarono, un po’confusi.
 
«Non siamo tutti qui per i dieci milioni di zeni?» domandò Crilin «Aspettate… non ditemi che era una bugia!»
 
«Ehm… ecco… in effetti temo che papà potrebbe non aver detto precisamente le cose come stanno» farfugliò Gohan, alquanto imbarazzato.
 
In quel momento arrivò anche Vegeta, reduce da un allenamento nella Stanza dello Spirito e del Tempo -che aveva finito col distruggere di nuovo, nonostante gli avvertimenti. «Eccomi. Dov’è Kaaroth?! Ormai è quasi ora di andare!»
 
«È andato a svegliare Majin Bu, che si è addormentato» lo informò Bulma «Ma al momento non è quello che conta. Se il premio in palio non sono i soldi, allora di cosa si tratta? Cos’è esattamente questo “Torneo del Potere”?» domandò con aria severa, rivolta alle divinità presenti «Non è solo una battaglia tra i migliori guerrieri di tutti gli Universi, vero?!»
 
«A dire il vero si tratta proprio di questo» la smentì Anise «Solo che gli Universi delle squadre sconfitte fanno puff».
 
«Quel che Lady Anise cercava di dire, è che gli Universi dei team perdenti verranno cancellati da Re Zeno» tradusse Whis «Solo uno tra gli otto Universi più deboli, ossia quelli in gara, si salverà. Il vero scopo del Torneo del Potere è operare una scrematura tra di essi».
 
Tutti coloro che fino a quel momento erano rimasti all’oscuro urlarono un “COOOSA?!” udibile da chiunque nel giro di svariati metri.
 
«Credo che papà temesse che se vi avesse detto la verità vi sareste spaventati, e non avreste partecipato. Io ho taciuto per la stessa ragione» confessò Gohan «Me ne scuso».
 
Cadde il silenzio.
Era una prospettiva terribile, molti non sapevano cosa dire o cosa pensare: la sola cosa certa, però, era che diversi di loro si sentivano alquanto irritati con Goku per la sua bugia.
 
«C-can… cancellati?» balbettò Crilin, terrorizzato «Cioè… se perdiamo, noi… perché diavolo Goku non ce lo ha detto?!»
 
«Non so se dovremmo partecipare a una cosa del genere, Crilin, soprattutto se non c’è alcun premio in denaro» aggiunse C18.
 
“Le priorità, quelle serissime!” pensò Anise, senza esprimersi ad alta voce.
 
«Ehi, ragazzi!» si sentì esclamare dal cielo, e subito dopo un Goku beatamente ignaro degli sviluppi atterrò sul terrazzo. «Non sono riuscito a svegliare Bu in alcun modo, mi spiace. Dovrò inventarmi qualcosa per trovare un sostitut-»
 
«Lo abbiamo saputo, Goku!» lo interruppe Bulma.
 
Crilin si fece avanti, con aria minacciosa. «Goooookuuu!»
 
«Uh? Cos’hai, Crilin?»
 
«Ci hai mentito!» lo accusò l’amico «Riguardo i dieci milioni di zeni!»
 
Ah. Ecco cos’aveva.
Goku capì di essersi infilato in un bel guaio, l’ennesimo imprevisto che, in un contesto simile, non serviva affatto.
 
«Crilin e C18 ora non sono convinti di voler partecipare!» disse Bulma a Goku, con fare bellicoso.
 
«Dai, vi darò io gli zeni!» cercò di minimizzare il Saiyan, rendendosi conto che le cose si stavano mettendo male «Satan mi ha dato del denaro, tempo fa».
 
«E dovremmo credere che Chichi non ci abbia già messo le mani sopra?» obiettò Vegeta, cogliendolo in castagna.
 
«Ehm… lo chiederò a Bulma!»
 
«Non contare su di me» lo disilluse la scienziata.
 
«Oh, andiamo, dieci milioni di zeni a testa per te non sono niente di che!» cercò di convincerla Goku.
 
«Basta! Tentare di corromperci con il denaro è stata una bassezza, Goku!» sbottò Crilin.
 
«Mi dispiace» mormorò lui, visibilmente dispiaciuto per l’accaduto.
 
«Ma quel che mi fa arrabbiare di più è che tu abbia nascosto il fatto che, se perdiamo, l’Universo finirà» continuò Crilin «Capisco perché Gohan non si sia sentito di dircelo, ma noi siamo tuoi amici, e abbiamo sempre combattuto al tuo fianco!» si avvicinò a Goku «Perché non ci hai detto una cosa così importante?! Pensavi che ci saremmo spaventati e non avremmo partecipato?!»
 
«Non hai paura, dunque?» si stupì Goku.
 
«Certo che ne ho!... e infatti non voglio partecipare».
 
Beerus si coprì il volto con una mano. Un’altra defezione non ci voleva proprio, l’Universo Sette era ancor più a rischio di quanto fosse mai stato!
 
«Peccato, era un discorso quasi commovente» commentò Kaioshin il Sommo.
 
«Più o meno. Lo hanno rimproverato per averli “corrotti con i soldi”, ma di fatto erano stati proprio quelli a far loro gola» Anise fece spallucce «Avrebbe fatto più bella figura stando zitto».
 
«Ti prego!» lo implorò Goku «Non possiamo vincere solo con l’uso della forza, serve anche la strategia! Ti prego, Crilin!»
 
«Allora avresti dovuto dirlo fin dall’inizio» ribatté questi, senza avvedersi del fatto che Lord Beerus si era alzato e stava andando proprio verso di lui.
 
«Bene. Se vogliamo metterla così…» borbottò il dio «Ehi! Trillin!»
 
«Ehm, io mi chiamo Cril-»
 
«PARTECIPA!» gridò l’Hakaishin, infuriato, puntandogli un dito contro «E guai a te se ti fai buttare fuori dall’arena prima che il tempo scada! Questo è un ordine. Se ora rifiuti di obbedire, ti distruggo sul posto!» lo minacciò, creando una sfera di energia distruttiva violacea.
 
«Va bene, ho capito, parteciperò!» cedette Crilin, spaventato. «Lo avrei fatto in ogni caso, volevo solo farmi implorare un po’…»
 
«Grazie, Crilin!» esultò Goku.
 
«Però non credo che C18 parteciperà gratis…»
 
«Oh, su» sbuffò Bulma «Darò io i dieci milioni di zeni a chiunque li voglia. Piuttosto, promettetemi di vincere e tornare a casa sani e salvi!»
 
«Sei grande, Bulma!» esclamò Goku, felice nel notare che C18 e Tien sembravano soddisfatti «E ti prometto che vinceremo».
 
«Questa questione è sistemata, ma di fatto manca ancora una persona» ricordò a tutto Kaioshin il Superiore.
 
«Trovate qualcuno!» intimò loro Beerus «Ormai non c’è più tempo. Possibile che, grande com’è l’Universo, si trovino guerrieri validi solo in questo buco di pianeta?! Ecco, se solo non aveste spazzato via l’armata di Freezer-»
 
«AH!» esclamò Goku, colto da un’illuminazione «Ma certo, Lord Beerus ha ragione! Come ho potuto non pensarci? Freezer! Scegliamo lui, come decimo guerriero!»
 
«FREEZER?!» urlarono tutti, stupiti per l’apparente assurdità dell’idea.
 
“Le possibilità di vittoria che pensa di avere sono minori di quelle che lascia intuire, se va perfino a tirare fuori dall’oltretomba l’Imperatore del Male” pensò La Lusan. Non lo aveva mai incontrato, non l’aveva mai visto neppure di sfuggita né le era mai venuta voglia di farlo, ma la malvagità di quel Changelong di nome Freezer era tale da essere conosciuta anche in alcuni degli altri Universi.
 
«Me lo ha detto Dende quando mi ha aiutato a trovare C17: Freezer è finito all’inferno, ma non si è ancora pentito» spiegò loro Goku «Quindi non può passare oltre, e Re Yemma è molto frustrato per questo».
 
«Non vorrai usare le Sfere del Drago per riportare in vita quella carogna?!» lo aggredì Vegeta.
 
«Qualcosa del genere. Non userò le Sfere del Drago» chiarì il Saiyan «Ma chiederò alla Strega Baba di resuscitarlo per ventiquattro ore, come ha già fatto con noi due, Vegeta».
 
«È un’idea assurda!» disse Shin, con una certa veemenza «Pensi davvero che Freezer voglia fare squadra con te e gli altri?!»
 
«Per lui sarebbe sempre meglio che restare all’inferno. Combattere con noi gli conviene» replicò Goku.
 
Lord Beerus, che ascoltava l’idea con un drink in mano, non fece commenti. Quella di Goku era a parer suo un’idea pericolosa, dagli esiti meno scontati di quanto pensasse, ma d’altra parte non vedeva altre possibili strade da percorrere: Freezer era senza dubbio uno degli esseri più potenti disponibili, e se avesse fatto quel che doveva fare avrebbe aumentato le possibilità che il loro Universo si salvasse.
 
“Se per salvarci serve Freezer, che lo vada a prendere” pensò il dio, dando una breve occhiata ad Anise.
 
«Andrà a finire male» profetizzò Crilin, il quale per ovvi motivi non era per nulla contento.
 
«Meglio avere Freezer vivo per un giorno che finire tutti cancellati» ribatté Goku.
 
«Questo non è da te» si fece avanti Vegeta «Non sei sicuro di te stesso come al solito. Possiamo vincere anche senza coinvolgere quel bastardo!» esclamò, guardandolo dritto negli occhi «… giusto?»
 
Goku non rispose.
 
“Questo lo definirei un no. Aspetta: cosa c’è laggiù?” si domandò Anise, alla quale sembrava di aver notato uno strano movimento in lontananza, dietro una palma del giardino di Bulma. Aguzzò la vista, scrutando attentamente in quella direzione. “Quando si dice occhio di lince. Avevo visto giusto… a quanto pare, abbiamo una piccola spia”.
 
Avrebbe potuto lasciar perdere e mangiare dell’altro gelato, o avrebbe potuto far notare l’intruso a qualcun altro, ma un pensiero casuale appena venuto a galla nel suo cervello le suggerì che forse doveva a Beerus qualcosina, per quel che gli aveva già fatto e per quello che -forse- gli avrebbe fatto in futuro.
 
«Bulma, potrei usare il bagno?» chiese con gentilezza alla padrona di casa, subito dopo aver intascato il cucchiaio col quale aveva mangiato il gelato.
 
“Perché portare un cucchiaio in bagno?” si chiese Whis, avvedutosi della mossa.
 
«Certo! Sai già dov’è».
 
La lince ringraziò e corse rapidamente in casa, per poi scomparire nella prima superficie riflettente che trovò.
 
“Chi può aver inviato qui una spia?” si chiese una volta nella Dimensione degli Specchi, mentre si lanciava in caduta libera verso l’uscita che desiderava. “L’Universo con il mortal level più basso è il nono, ma l’Hakaishin Sidra non ha fama di possedere chissà quale furbizia. Una mossa così subdola me la aspetterei più dall’Universo Quattro: non è forse conosciuto come l’Universo dei complotti? Del resto avevo già ipotizzato che qualcuno potesse approfittare delle lacune nel regolamento”.
 
Saltò fuori dalla Dimensione, atterrando silenziosamente sull’erba.
 
“Se non erro, quello è un Nibrit del quarto Universo. La razza che quando effettua un power up si trasforma in una sorta di volatile” pensò Anise, dando un’occhiata alla spia “Potrebbe essere piuttosto forte, ma del resto non ho mai pensato di affrontarlo in uno scontro diretto”.
 
Tirò fuori il cucchiaio e lo lanciò contro la spia, il guerriero del quarto Universo di nome Ganos, il quale non si avvide di nulla…
 
«MA CHE ACCIDENTI?!-»
 
O per meglio dire, non si avvide di nulla fino a quando si sentì colpire leggermente da qualcosa e si ritrovò subito dopo a precipitare nel vuoto all’interno di un mondo fatto della stessa materia di cui sono fatti i peggiori incubi, quintessenza del caos, composto interamente di specchi.
 
«Dove sono finit- argh!» gridò, quando due grossi dodecaedri di specchi provarono a schiacciarlo tra loro «BASTA!» urlò, scagliando loro contro due potenti raggi energetici.
 
I dodecaedri si ruppero in milioni di schegge, ma Ganos non ebbe tempo di sentirsi soddisfatto: quel nugolo di frammenti si radunò in uno sciame, e la prima cosa che fece fu attaccarlo senza pietà.
Ganos gridò ancora, tentando inutilmente di centrare quelle schegge che tuttavia si allontanavano le une dalle altre a ogni suo colpo, evitandolo, mentre a lui non veniva risparmiata alcuna ferita.
Un colpo al mento assestatogli da una serie di prismi proveniente da sotto di lui riuscì infine a metterlo al tappeto, facendolo cadere rovinosamente su una larga e liscia superficie circolare.
 
«Si può considerare la Dimensione degli Specchi una creatura viva, dotata di un proprio sistema immunitario. Per lei, tu sei il batterio da eliminare».
 
Nel sentire quella voce femminile priva di qualunque emozione, Ganos riaprì gli occhi, e barcollando un po’ riuscì a rialzarsi in piedi. «Mi hai gettato qui, mi hai attaccato di sorpresa, abbi almeno il coraggio di mostrarti!» urlò, tenendo d’occhio gli infiniti specchi che avevano iniziato a vorticare attorno a lui.
 
«“Abbi il coraggio di mostrarti”, disse il guerriero dell’Universo Quattro mandato da Lord Quitela a spiarci. Devi essere arrivato qui solo da poco, o ti avremmo notato prima: il tuo Hakaishin deve averlo messo in conto, e averti mandato qui all’ultimo minuto proprio per questo motivo… quindi non puoi aver sentito nient’altro se non della resurrezione di Freezer, e del motivo dietro questa scelta».
 
Ganos non riusciva a capire da dove provenisse la voce, tutti quegli specchi lo confondevano e gli impedivano di vedere il gigantesco pendolo a forma di falce affilata che ondeggiava con forza svariati metri sopra di lui, su un’estremità del quale la lince, sicura di non poter cadere in alcun modo, stava tranquillamente in piedi.
 
«Ora, spia dell’Universo Quattro, cosa dovrei fare di te?» mormorò Anise, indifferente al fatto che Ganos avesse ricominciato a combattere una battaglia contro la Dimensione intera.
 
A giudicare dal modo in cui aveva risposto agli attacchi della Dimensione degli Specchi, il Nibrit era piuttosto forte, quindi poteva anche essere uno dei dieci guerrieri scelti da Quitela per il Torneo. Fosse stato così sarebbe stata una mossa imprudente mandarlo in giro a spiare le persone, ma del resto essere colto sul fatto non era nei progetti.
 
“Se fosse come penso, e morisse qui, il gioco di Quitela si ritorcerebbe contro lui stesso”.
 
Tuttavia, per quanto fosse forte non era al livello di persone come Son Goku, o come il marito di Bulma Brief, ai quali attacchi come quelli subiti dal Nibrit non avrebbero fatto proprio nulla; tra questo e la leggerezza con la quale era stato mandato lì, era da presumere che fosse un componente sostituibile. Ucciderlo avrebbe arrecato all’Universo Quattro un danno di poco conto.
 
“E se la spia non torna da lui, Quitela capirà comunque che questo è un Universo da non sottovalutare, e potrebbe decidere lo stesso di prendere contromisure. Magari non direttamente, perché fare qualcosa di più ‘grosso’ potrebbe rientrare in quel poco che le regole non ammettono, quindi forse farebbe in modo che se ne occupino altri… ma sto divagando, e quali che possano essere queste ‘contromisure’ non sarebbero nulla di chissà quanto problematico, specie pensando che, a detta di Beerus, Goku può far venire qui Zeno premendo un bottone” si disse “Tornando al discorso principale, credo che in considerazione di tutto questo-”
 
«TI HO DETTO DI MOSTRARTI, MALEDIZIONE!» urlò Ganos da sotto, mentre veniva attaccato dall’ennesimo sciame di schegge.
 
«Immagino che chiederti di urlare in silenzio sarebbe poco carino, oltre che poco sensato»  la Lusan fece spallucce «E comunque ho appena deciso cosa fare di te. Avevo pensato di ucciderti» gli rivelò «Che tu muoia ora o venga cancellato in seguito non fa differenza. Ma sarebbe stato abbastanza inutile, per cui mi limiterò a farti una semplice domanda, per poi lasciarti andare via praticamente illeso: c’entri qualcosa col fatto che un guerriero della nostra squadra si è addormentato?»
 
Se così fosse stato avrebbero avuto una vaga possibilità di poter mettere in difficoltà l’Universo Quattro, e non sarebbe stato un male; quello non era tra i suoi Universi preferiti, e Beerus e Quitela non andavano molto d’accordo, tanto per usare un eufemismo. Così facendo non avrebbe più pensato di “dovere” qualcosa al suo ex compagno.
 
«Dopo tutto questo ti aspetti veramente che te lo dica?!» rise Ganos «Sei una povera idiota!»
 
Gli specchi sopra di lui si diradarono, e quando alzò lo sguardo vide finalmente l’enorme lama lucente del pendolo, nonché la figura snella di Anise sopra di esso.
 
«Varder sreap» disse la Lusan, artigliando l’aria con una mano.
 
«Che stai dicend -AAARGH!»
 
La superficie lucida sotto i piedi del guerriero era diventata vischiosa come catrame, e da essa si era creato un numero indefinito di grossi filamenti che in un batter d’occhio l’avevano assaltato, scattando contro di lui come serpenti infuriati, stringendolo, soffocandolo e, da quando su di essi nacquero delle lunghe spine ricurve, anche ferendolo; da questi filamenti poi se n’erano originati altri, su cui avevano fatto la loro comparsa degli eleganti boccioli di rose, che si aprirono appena vennero bagnati dal sangue caldo del Nibrit.
 
«Ne spezzi uno, se ne formano altri tre» disse Anise vedendo Ganos lottare, mentre un ramo di “varder sreap” -rose rampicanti- le si formava tra le mani,. «E tu hai commesso lo sbaglio di non trasformarti in tempo utile. Ti ripeto la domanda, per poi lasciarti andare via un po’meno illeso di prima: c’entri qualcosa col fatto che un guerriero della nostra squadra si è addormentato?»
 
«CREPA!» urlò Ganos, mentre dei rami neonati di rose laceravano il suo volto.
 
«Ami complicarti l’esistenza, allora. Lav a ddrychau».
 
Il guerriero non capì bene quale gesto avesse fatto con le mani, ma vide benissimo che gli specchi si stavano rapidamente disponendo lungo il bordo del “pavimento” circolare vischioso sul quale si trovava, saldandosi strato dopo strato uno sopra l’altro, esattamente come se si fosse trattato di mattoni; alla fine, tutt’intorno a lui si era creata una struttura  che somigliava tremendamente a un pozzo piuttosto profondo.  
 
«Questa è l’ultima chance che avrai» lo avvisò Anise «Ti consiglierei di sfruttarla».
 
«C-credi che mi faccia paura l’idea di rimanere in fondo a questo pozzo?!» sbottò Ganos, sempre stretto dalle “rose”. «Non mi lasceranno qui, qualcuno verrà a prendermi!»
 
«Se credi che il tuo Hakaishin verrà a liberarti, o manderà chicchessia, ti sbagli. Sei rimpiazzabile. Non conti niente per lui, o non ti avrebbe spedito qui. La sola possibilità che hai di sopravvivere è rispondere alla mia domanda».
 
Ganos si divincolò ancora, senza distogliere lo sguardo dalla lince che stava mormorando qualcosa, e facendo strani gesti nel mentre; a guardar bene, stava dando forma a un condotto che partiva da un punto abbastanza lontano e terminava con un’imboccatura chiusa proprio sopra il pozzo.
 
«Ci hai visto giusto: quello in cui ti trovi è un pozzo» disse Anise, che ora camminava perpendicolarmente lungo la lama del pendolo. «Tuttavia manca ancora una cosa... bats’ um».
 
L’imboccatura si aprì, e da essa uscì un immenso getto d’acqua salata che cadde dentro il pozzo, iniziando a riempirlo con rapidità. Evidentemente Anise aveva creato un collegamento con una delle uscite legate a uno specchio d’acqua.
 
«Cosa… NO!» gridò Ganos, moltiplicando i suoi sforzi di liberarsi quando sentì che l’acqua era già arrivata alle ginocchia.
 
«Ti ripeto la mia domanda per l’ultima volta: c’entri qualcosa col fatto che un guerriero della nostra squadra si è addormentato? Rispondi, o annegherai come un topo… per fedeltà a un altro topo» aggiunse la Lusan «A pensarci bene, fa quasi ridere».
 
L’acqua ormai era arrivata all’altezza del petto del Nibrit, il quale iniziava a spaventarsi davvero avendo compreso che quella donna non scherzava affatto, ed era davvero pronta ad annegarlo. «Io… io non c’entro! Non c’entro col maledetto tizio che si è addormentato!» gridò, con gli occhi fuori dalle orbite, cercando di tenere sollevata la testa «Non c’entro! NON-»
 
L’acqua gli entrò in bocca, e dopo pochi attimi lo ricoprì completamente.
Guardando in alto riusciva ancora a vedere l’immagine lontana e distorta della lince, e iniziò a chiedersi se fosse davvero il suo destino morire in quel modo indegno, prima di potersi rendere veramente utile per il proprio Universo, prima di poter fare la sua parte nel Torneo del Potere.
 
Poi successe: le rose lo lasciarono andare, e lui si sentì risucchiare verso l’alto. Quando venne aspirato dal condotto ebbe a malapena il tempo di rendersene conto, e inizialmente non capì neppure di essere, ormai, fuori dalla Dimensione degli Specchi.
Tutto quel che sentiva attorno a lui era acqua, tutto quel che vedeva era nero puro, ma per disperazione provò a nuotare, a salire, e infine, con sua sorpresa e immenso sollievo, trovò l’aria.
 
Tossì e si guardò attorno, incredulo: si trovava vicino alla riva di una spiaggia poco lontana dalla città in cui era stato inviato da Lord Quitela. Era salvo! Ferito, spaventato, ma salvo.
 
Raggiunse la spiaggia sabbiosa e crollò steso a terra, tastando una delle tasche in cerca del comunicatore che il suo Hakaishin gli aveva dato prima di partire. Trovandolo al suo posto, si sentì quasi miracolato.
Lo tirò fuori con lentezza, perché l’effetto dell’adrenalina stava svanendo e gli restavano ben poche forze, ma non si preoccupò troppo: era consapevole che Lord Quitela avrebbe potuto farlo curare in tempo record.
 
Portò il comunicatore davanti alle labbra, premette un pulsante. «Lord Quitela…» mormorò «Sono pronto per il ritorno».
 
Nel frattempo, alla Capsule Corporation, Anise era uscita dalla Dimensione degli Specchi, e una volta recuperato il cucchiaio era tornata in casa; doveva pur sempre dare l’impressione di essere davvero andata in bagno.
 
«Lord Beerus iniziava a preoccuparsi. È stata assente per vari minuti».
 
Whis. Doveva aspettarsi di essere “intercettata” da lui, che di certo si era accorto del furto del cucchiaio, e probabilmente aveva anche trovato una scusa per allontanarsi e osservare dal bastone quel che aveva fatto. «Ho avuto da fare, Whis, ma è tutto a posto».
 
«Lo so. Ho visto».
 
Appunto.
La Lusan prese con delicatezza una mano dell’angelo, e poggiò il cucchiaio sul palmo. «Torniamo dagli altri».
 
Whis strinse il cucchiaio. «Direi sia il caso».
 
 
 

 
 
 
 
 
Capitolo lungo.
Molto lungo.
Mea culpa, mi sono dilungata senza rendermene conto, e sappiate che ho anche tagliato un pezzo! :*D
Per il resto, vi avevo promesso un minimo d’azione in più, e… niente, ci ho provato :*D quanto al disegno qui sotto, mi sa che non richiede spiegazioni.

Image and video hosting by TinyPic
   
 
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Dragon Ball / Vai alla pagina dell'autore: Sinkarii Luna Nera