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Autore: darkvheda    12/10/2017    0 recensioni
Ogni giorno si incontrano nuove persone che potresti odiare, amare, o potrebbero esserti completamente indifferenti.
Ma poi ti ritrovi catapultato in nuovo mondo, non uno soprannaturale o fantastico, incontri qualcuno che ti mostra il mondo in una maniera diversa e non importa quanto il percorso sarà difficile, vuoi solo riuscire ad avere quella persona.
Farai di tutto per lei, arriveresti in capo al mondo.. ma riuscirai ad averla?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il bar non era mai stato cosi affollato,  mi piaceva proprio perché nessuno lo conosceva e quelli che invece lo conoscevano di solito lo evitavano considerandolo troppo di basso grado, ma non io.
Era frequentato dalle solite persone, persone che prendevano i loro drink e non prestavano attenzione a quello che succedeva; ma quella sera era diversa, c’erano tantissime persone che si ammassavano tra di loro, impedendomi di avvicinarmi al mio solito tavolo facendomi sbuffare sonoramente.
Con lentezza mi avvicinai al bancone, dando varie spallate per avvicinarmi ad esso e stropicciando del tutto la giacca.
-“Cole, chi diavolo è tutta questa gente?” mi sedetti su uno degli sgabelli ancora liberi, notando quanto appiccicoso fosse il bancone –“Cazzo.” Sfilai la giacca poggiandola nell’incavo del gomito, sbuffando per l’ennesima volta.
-“Brutta giornata, amico?” Cole ridacchiò nel vedere lo stato in cui mi trovavo, i capelli erano quasi sicuramente scompigliati, avevo allentato il nodo della cravatta che sembrava soffocarmi.
-“Quasi otto ore a discutere di quale fosse la migliore scrittura per la prima pagina, Helvetica? O Cambria? Ho riscritto quell’articolo almeno 50 volte.”
Strofinai le mani sul viso mentre aprivo le dita per aprirmi la visuale e riuscire a vedere Cole che mi versava qualcosa nel bicchiere.
-“Offre la casa, questa volta.” Alzò un dito accennando una risata per poi allontanarsi e servire altri clienti che facevano a gara per essere serviti per primi.
Bevvi il contenuto del bicchiere tutto d’un fiato strizzando subito gli occhi ed arricciando le labbra, iniziò subito a bruciarmi la gola e direi anche lo stomaco.
-“Vuoi per caso uccidermi?” Mi rivolse solo uno sguardo veloce mentre rideva, prima di voltarsi nella direzione opposta.
Mi guardavo intorno, cercando qualche viso familiare, ma tutto ciò che vedevo erano facce nuove ed imbarazzanti; Il Torner aveva preso nuovi stagisti, troppi per i miei gusti, molti di loro non avrebbero mai fatto carriera, altri potrebbero avvicinarsi al successo ma per il troppo egocentrismo ricadere verso il basso, altri si ritroveranno a 25 anni ad avere una brillante carriera, con molte prime pagine ed un conto bancario davvero molto ampio.
Io mi trovavo nel mezzo, 24 anni, un conto corrente molto ampio ma una sola prima pagina ottenuta solo grazie al nome della mia famiglia.
Brian Hutcherson il grande ereditiere.
La mia famiglia era potente, possedeva una delle più importanti banche del mondo, si.
-“Cole, amico mio, sono molto felice che tu abbia cosi tanta affluenza, ma questi idioti quando spariranno?” Fece spallucce continuando a versare alcool di tutti i generi
-“Fin quando pagano, saranno sempre i benvenuti. “ Mi fece l’occhiolino per poi distogliere l’attenzione e concentrarsi sulla porta che si era appena richiusa; mi voltai, incuriosito, per poi notare una figura piccola che si faceva spazio tra la folla facendo una piccola smorfia, probabilmente la stessa che io avevo fatto qualche minuto prima.
Aveva i capelli sciolti che le ricadevano lungo le braccia e si fermavano all’altezza del seno, il trucco un po’ sbavato ed un tubino nero che faceva risaltare le sue forme, ed era impossibile non notarla, si sedette sullo sgabello accanto al mio e distolsi subito lo sguardo guardando verso Cole che non si faceva problemi a fissarla.
Sembrava imbarazzata e per un attimo guardò dovunque, tranne che verso di lui che si avvicinò piuttosto velocemente chiedendole cosa prendesse.
-“Un gin tonic, per favore.” In quel momento sembrava davvero una bambina, una ragazzina che giocava a fare l’adulta.
Mi schiarii subito la voce, intenzionato a parlare ma fui preceduto.
-“E’ sempre cosi affollato questo posto?” Aveva una voce molto dolce, ma che riusciva in qualche modo a trasmetterti sicurezza.
Le rivolsi un piccolo sorriso prima di risponderle –“Di solito ci sono meno persone, ma stasera sembra che abbiano dato una festa.” Annui prima di ringraziare Cole che le aveva appena porto il drink che subito dopo aveva iniziato a bere.
-“Sei anche tu una nuova stagista?” Facevo girare il bicchiere vuoto tra le mani guardandola con occhiate veloci prima di rialzare completamente lo sguardo su di lei.
Scosse la testa allontanando il bicchiere dalle labbra  e passandosi la lingua tra di esse.
-“Oh no, io non sono una stagista.” Fini il contenuto del suo bicchiere prima di posare delle banconote sul bancone lasciando una notevole mancia ed allontanarsi da quest’ultimo; sollevai le sopracciglia scendendo dallo sgabello ed allungandole una mano
-“Sono Brian Hutcherson.” Aveva forse riso?
-“Io sono Andrea Parker.” Le mie labbra si spalancarono mentre lei si allontanava con un sorriso sulle labbra facendosi spazio tra la folla.
Andrea Parker.
Corsi fuori dal locale sperando di incontrarla li fuori, anche se probabilmente era già corsa via; ma forse la fortuna era dalla mia parte quella sera.
-“Parker come Micheal Parker?” Alzò gli occhi al cielo incrociando le braccia al petto ed appoggiandosi ad una delle macchine parcheggiate li fuori, e leggermente bagnate a causa dell’umidità.
-“Si, ma non ti scriverò nessuna lettera di raccomandazione e non metterò nemmeno una buona parola con mio padre, visto che con lui non metto parola e basta e ..” Alzai le mani verso l’alto in segno di arresa.
-“Non volevo chiedere nulla di questo, ma ero abbastanza curioso e si mi sono anche detto che magari avrei potuto approfittare della figlia del capo, ma poi mi sono ricordato di essere davvero una bella persona e che non avrei mai potuto farlo” Portai le mani lungo i fianchi sorridendo, forse ero un po’ troppo sicuro di me.
-“Che razza di idiota.” Si allontanò senza dire altro, corrugai la fronte e sbuffai cercando di raggiungerla.
-“Non vuoi un passaggio?Questa zona è abbastanza isolata e ci sono brutti tizi in giro.” Si fermò e guardò nuovamente verso di me, si stava trattenendo dal dire di si ma sapeva che avevo ragione.
-“Almeno dimmi che la macchina non è lontana.”


Andrea’s pov:
Ero entrata in quel bar senza un motivo preciso, mi ero detta di tornare subito a casa, ma non so perché avevo fatto il contrario, era tardi ed ero sola e soprattutto, indossavo dei tacchi che mi stavano uccidendo.
Odiavo quando i bar erano pieni di persone, o meglio, odiavo quando erano pieni di persone ubriache che facevano commenti sul tuo aspetto e che cercavano continuamente di toccarti.
Non avevo intenzione di parlare con nessuno, prendere un drink e non dare retta a nessuna di quelle persone, ma anche adesso era accaduto il contrario.
Non era ubriaco e mi sembrava carino, anche se quella luce faceva sembrare carino chiunque, ma non era questo il punto.
Mi sentivo arrabbiata, e probabilmente avrei fatto qualche sciocchezza e non potevo permettermelo, non dopo quella sera; mio padre era un uomo potente, molto severo, e voleva tenere la sua immagine più pulita possibile e voleva essere sempre più ricco tanto da combinare matrimoni per la sua ‘adorata’ e unica figlia.
Mi ero allontanata subito da quel ragazzo, il suo nome non mi era nuovo e le nostre famiglie si conoscevano, amici di lunga data.
Ma era egocentrico, troppo sicuro di se, ma aveva qualcosa di diverso e che m’incuriosiva ed aveva un auto, ed io avevo bisogno di un passaggio.
-“Dovrei scendere li giù? Hai idea di quanto questi cosi facciano male?” indicai le scarpe che avevo indosso e scossi la testa  prima di sbuffare e sfilarmeli decidendo di camminare senza scarpe, ma non era una buona idea, era quasi più doloroso; lo sentivo ridere e sbuffai ancora prima di rivolgergli la parola -“Una mano?” tenevo le scarpe in una mano e le labbra premute tra loro.
-“Questo significa che mi dovrai due favori, uno per il passaggio ed uno per questo.”
Mi sollevò, tenendomi un braccio sotto le gambe e l’altro dietro la schiena, annuii in modo quasi impercettibile –“Mi trovi particolarmente gentile questa sera, quindi magari potrei farmi bastare anche solo un favore.”
Mi venne quasi da sorridere, e forse lo feci, ma non guardai verso di lui.
-“Che idiota.”
In poco tempo eravamo arrivati, gli occhi iniziavano a chiudersi da soli, mi sentivo stanchissima anche se la giornata era stata piuttosto piatta; avevamo parlato del più e del meno, aveva parlato più lui in realtà, mi ero limitata ad ascoltarlo.
-“Dammi il tuo numero, sai per quando mi serviranno quei favori.” Risi afferrando il suo telefono e digitando il numero di cellulare.
Questa era la sera dei contrari, facevo tutto ciò che normalmente non avrei fatto.
-“Buonanotte, Brian.” Mi allontanai senza dire altro, l’unica cosa che desideravo era dormire. 
















 
Autrice: 
Non scrivevo davvero da tantissimo, ma ho qualche idea e mi piacerebbe condividerla..
spero possiate darmi dei pareri, in modo tale da migliorare e scrivere ancora meglio.
Spero possa piacervi, vhd.
   
 
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