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Autore: keli    20/06/2009    3 recensioni
Introduzione modificata. E’ vietato usare puntini, simboli e simili che ricreino l’effetto del doppio tag br.Rinoa81, assistente amministratrice.
Un sorriso mi si dipinge sul volto, verdo la perplessità nel suo sguardo d'onice
Vedo qualcosa che non è apatia, nei suoi occhi neri, così simili a quelli del fratello minore, eppure così diversi. Si avvicina a me, chinandosi, con l'eleganza che lo contraddistingue, e sento il suo fiato caldo sul viso
Genere: Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Itachi, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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oOoO Dalla parte sbagliata OoOo



”Il richiamo del sangue è qualcosa di imprescindibile. Ma oltre questo c’è qualcosa di più. Qualcosa che nemmeno la fratellanza può superare. Ma si può scegliere tra queste due cose?”
[Itachi Uchiha Docet]




Itachi POV.


La guardo, continuando a far scivolare le dita sui tasti immacolati. Sorrido, il viso abbassato, forse per nascondermi. Ma a che pro visto che sta dormendo?
La musica cessa di nascere dai miei movimenti, dal mio cuore. Perché non riesco a continuare? Perché sento che questa minuscola ragazzina sia un peso sin troppo grande per me? La sento a dosso, sento il suo respiro calmo sulla mia pelle, e la carezza di seta dei suoi capelli sul braccio. La sento, e non c’è cosa più sbagliata di questa.
Perché lei è troppo delicata, troppo pura per potermi stare anche solo vicino. E’ una follia anche il solo averla qui, ora. Eppure egoisticamente non voglio che se ne vada, che mi lasci.
Già sono egoista, e non ne sono mai stato più felice di adesso.
Alzo una mano, per rinviarle una ciocca che, impertinente, le lambisce le labbra dischiuse. Ma mi blocco nell’atto di farlo, sgranando gli occhi.
L’anello all’indice della mano sembra scottare, ora, pesante più di qualunque fardello. E’ come un monito la sua presenza, un monito constante che mi impedisce di sgarrare, di fare cose assurde come… come essere felice.
Scrollo il capo, sistemando la seta rossa sui tasti per proteggerli dalla polvere, mentre faccio scivolare dolcemente la ragazza assopita fra le mie braccia, trattenendovela un istante di troppo, stretta al mio petto quasi per sbaglio.
Non posso provare niente per lei. Non è giusto, quello che ho fatto, quello che sono mi impone di non poter aver nessuno al mio fianco.
E forse è meglio così. Non posso trascinarla in qualcosa che non riguarda altro che me stesso. Non posso sacrificarla per un mio futile capriccio.
Alzo il viso, imponendomi di non guardarla troppo a lungo. Ma è così dolce, teneramente buffa in un espressione corrucciata, avvolta in quei panni maschili per chi sa quale sciocco motivo. Non posso fare a meno di rimanere incantato dal suo viso pulito, dalle mille piccole smorfie che si dipingono su di esso, dalla piega delle labbra morbide quando sorride.
<< Non… non mi lasciare, ti prego… >>
Sgrano gli occhi, sorpreso, quando la sento muoversi, stringendo una mano sulla stoffa della mia camicia. Sento quella richiesta disperata, dettata da un sogno, e desidero con tutto me stesso poterla esaudire. Prego Dio perché possa farlo. Ma questa è una blasfemia, il solo pensiero di poter richiedere qualcosa a Lui dopo tutti gli anni passati a essergli contro, volente o nolente. Non posso richieder nulla, non ne ho il diritto.
Le accarezzo i capelli, chiudendomi la porta dietro le spalle, dirigendomi verso la sua camera con passo elegante. Non riesco a farne a meno.
Ed è un sorriso malinconico quello che si dipinge sulle mie labbra, mentre toccano in un soffio appena accennato le sue. E non mi interessa se questo è peccato o meno. Non ora, solo per un istante, un secondo, sono disposto a dannare la mia vita.
Perché devo salvarla, salvarla da me.
<< Mi dispiace miss… ma questo non posso farlo… >>
… … … Appoggiato alla balaustra di freddo marmo del balcone, non posso fare a meno che perdermi nei miei pensieri, lo sguardo oltre le nubi che coprono il sole morente nel cielo rossastro di tramonto. Un soffio di vento arriva leggero, sferzandomi il viso e facendo ondeggiare il condino lungo le spalle.
Non mi ritraggo, non rientro. Ho imparato a non temere la natura.
Abbasso lo sguardo sul calice di vino che stringo nella mancina, allentando la presa che soffoca il sottile stelo di cristallo con il rischio di mandarlo in frantumi. Il bicchiere ondeggia a un movimento ricercato del polso, formando piccole onde concentriche nel liquido cremisi.
Sospiro, impercettibile alito di vento che vien fuori dalle labbra. Sento dei passi dietro di me, e quasi non mi stupisco quando vedo la figura dell’Hatake bellamente appoggiata alla cornice della portafinestra, le braccia incrociate, il viso come al solito nascosto al mondo dalla sciarpa bianca, gli occhi neri, penetranti che mi fissano quasi a scrutarmi.
Ah se solo si sapesse cosa nasconde li sotto, e perché lo fa. Ma d’altronde ho promesso il silenzio, in cambio del silenzio. Più che equo a dirla tutta. Perché lui sa, come io so. E questo è quanto.
<< Kakashi… >>
<< Itachi. Dimmi un po’, come mai eri con miss Sakura? >>
Rimango in silenzio, rifiutandomi di guardarlo in faccia. Non posso, tutto qui. Capirebbe tutto. Kakashi Hatake è fatto così, purtroppo.
L’uomo scrolla il capo, dispiaciuto, posandomi una mano su una spalla.
<< … perché non provare…? >>
<< Perché io sto dalla parte sbagliata Kakashi. E con questo è tutto, non ne voglio più parlare. >>



Angolino di Keli


Ecco il nuovo chappy, sono un po’ di fretta quindi mi tocca salutarvi così. Un beso <3
  
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