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Autore: DaisyCorbyn    14/10/2017    1 recensioni
[19 anni dopo] [Next generation]
Alwys ha passato i primi 11 anni della sua vita a nascondersi per la sua natura da lupo mannaro, fino a quando un giorno Ted Remus Lupin bussò alla sua porta per dirle di essere idonea per frequentare Hogwarts. Alwys così inizierà una nuova vita con i suoi amici Albus e Rose, nonostante una presenza oscura cercherà di impossessarsi del Mondo Magico.
Dal Capitolo 2:
«Mi chiamo Ted Remus Lupin, sono un professore della Scuola di magia e stregoneria di Hogwarts. Quando un bambino con poteri magici compie 11 anni, riceve una lettera dalla scuola per poter essere ammesso. Non sempre, però, il bambino ha i genitori anch’essi dei maghi e, quando ciò accade, viene inviato un professore per spiegare alla famiglia la situazione. Tu sei stata ritenuta idonea per frequentare Hogwarts e io sono il professore che risponderà a tutte le tue domande» finì con un sorriso e si sistemò l’impermeabile.
I genitori guardarono la figlia annuendo e sorrisero dolcemente come se stessero cercando di convincerla con lo sguardo.
«No» fu l’unica parola che Alwys disse dopo essersi ripresa dal quel fiume di informazioni.
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Albus Severus Potter, James Sirius Potter, Nuovo personaggio, Teddy Lupin
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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16
Natale a casa dei Potter

 
 
Guardò il suo riflesso nello specchio: ormai vedersi senza cappello era diventato normale per lei e ciò la spaventava un po’, come se avesse la sensazione che tutti quei cambiamenti non portassero a qualcosa di buono. Ma era felice, e quel grosso bagaglio davanti a lei aspettava solo di essere portato via da quella stanza piena di letti tra cui era difficile camminare per quanto fosse piena di vestiti, gabbie per uccelli e altri animali. Ninfa era dentro il suo trasportino e ogni tanto emetteva qualche miagolio di disapprovazione perché non poteva scorrazzare libera in giro.
«Andiamo?»
Lady Amelia si accostò accanto a lei e Alwys notò che non vi era il suo riflesso, ma ormai a questo tipo di stranezze ci aveva fatto l’abitudine.
Annuì, si sistemò la sciarpa, prese la valigia e scese le scale. Ad aspettarla nella sala comune c’erano i suoi amici sorridenti che fantasticavano sulle pietanze che li aspettavano a casa.
«Ecco Cenerentola tornata dal ballo!» scherzò Dominique ormai senza la fasciatura.
«Con gli altri ci incontriamo all’entrata» le disse Albus che sembrava essere più eccitato di lei all’idea che avrebbero passato insieme le vacanze.
Dalle finestre del corridoio si poteva vedere la candida neve che scendeva silenziosa dal cielo per imbiancare tutto il cortile in cui gli studenti si sfidavano a battaglie di palle di neve. Ad un tratto una di quelle fu scagliata contro la nuca di Fred.
«Chi è stato?»
Tutti rimasero in silenzio e scappò qualche risata qua e là. Continuarono a camminare ma di nuovo un’altra palla colpì il ragazzo.
«Molly e Lucy io vi ammazzo!»
Fred tirò fuori la bacchetta e fece volteggiare attorno a lui delle palline.
«Era uno scherzo!» cercarono di giustificarsi le gemelle con uno strano luccichio negli occhi.
Appena la prima pallina di neve andò a segno, si scatenò il finimondo: si formarono due squadre, una con Albus, Alwys, Dominique e Fred, l’altra con Rose e le gemelle. Gli amici si divertirono tantissimo perché era la prima volta che giocavano tutti insieme e si chiesero come mai non lo avessero fatto prima.
«Patetici» James si mise al centro fra le due squadre con il suo solito libro in mano e non li degnò nemmeno di uno sguardo.
«Sei proprio un amore» Victoire si unì alla squadra con Rose e incominciò a giocare pure lei.
James farfugliò qualche parola e poi andò a sedersi su una panchina a debita distanza da loro.
«Perché non giochi con loro?»
Il Corvonero alzò lo sguardo e incrociò due occhi color ghiaccio che lo scrutavano.
«Non perdo tempo con queste cose.»
Louis annuì e guardò malinconicamente gli altri che invece si stavano divertendo un sacco.
«Invece tu?» chiese James.
«Preferisco non avere guai con gli altri Serpeverde» confessò amaramente Louis per poi sedersi accanto al cugino.
«Come sei melodrammatico» accanto a loro spuntò Scorpius che guardò Louis con sguardo sprezzante. «Se ti interessa così tanto cosa pensano gli altri allora puoi anche andartene dalla nostra Casa» e, detto ciò, si buttò nella mischia accompagnato dalle grida di entusiasmo degli altri.
«Non pensavo fossi tipo da giocare con noi comuni mortali» lo canzonò Rose guardandolo col suo solito sguardo saccente.
«Tu sarai una mortale, ma non sei per niente comune» le fece l’occhiolino e poi lanciò una pallina di neve verso Albus.
 
La casa non era molto grande: era a due piani, ma le stanze dovevano essere piccole vista la larghezza, era verniciata con color nocciola e qualche striscia più scura qua e là. Una normale casa inglese, pensò Alwys. Era situata nel villaggio di Godric’s Hollow, un piccolo e silenzioso posto dove le persone si salutavano fra di loro con un cenno del capo. La porta si aprì e la Grifondoro rimase a bocca aperta: l’entrata dava su un’ampia stanza con un grosso tappeto rosso che la delimitava quasi tutta, su cui era raffigurato un mago intento a fare una magia, e con un’enorme scala di legno antico che era posta al centro e divideva la stanza perfettamente a metà. La grandezza della stanza non corrispondeva per niente a quella della casa vista da fuori.
«Vuoi darmi il cappotto?» una donna con un caschetto color carota le sorrise e prese con cautela la giacca della ragazza.
«Ciao mamma!» Albus le saltò letteralmente al collo e la riempì di baci.
Arrivò un’altra signora, anch’essa molto bella, con lunghi capelli castani che scendevano sul petto solo dal lato sinistro del viso.
«Dov’è la mia piccola Grifondoro?» Rose sbucò da dietro la porta e abbracciò la donna.
Il resto degli amici entrò salutando le due donne e posando i cappotti chiacchierando fra di loro.
«E papà?» dissero in coro i due ancora attaccati alle mamme.
«Stanno cercando di non bruciare la casa.»
Andarono tutti nella stanza a destra delle scale, che doveva essere il salotto: vi erano quattro divani molto spaziosi disposti in cerchio e dal soffitto pendeva un enorme lampadario le cui luci erano tante piccole ballerine che danzavano attorno ad esso.
«È meraviglioso.»
Louis sentì l’esclamazione di Alwys e le fece l’occhiolino.
«Incantesimo di Estensione Irriconoscibile, tutte le nostre case usano questo escamotage.»
Alwys annuì meravigliata: ricordava quell’incantesimo, la cosa che l’aveva colpita era il perfetto accento francese del ragazzo.
Seduti sopra uno dei divani vi erano un uomo e una donna: a lui mancava qualche capello, ma il colore rosso tipico dei Weasley era sempre presente, leggermente in carne e con un grezzo maglione che doveva avere qualche anno; lei aveva corti capelli sempre rosso fuoco, un lungo vestito di lana a scacchi e due occhi molto dolci incorniciati da qualche ruga. L’uomo, a differenza della donna, aveva lo sguardo perso nel vuoto, come se fosse assente, e ciò, sommato alle rughe, lo fece sembrare ancora più vecchio.
«Nonna Molly! Nonno Arthur!» tutti andarono sul divano e strapazzarono di coccole i due anziani i cui visi si illuminarono.
«E chi è quella bella bimba lì?» chiese Molly indicando Alwys che si sentiva un po’ a disagio, infatti non riuscì a spiccicare parola.
«Lei è Alwys Dewery, una nostra amica» Ted spuntò dietro lei in suo soccorso e le accarezzò le spalle per farla rilassare un po’.
«Vieni qui che ti abbraccio!» disse la donna alzandosi dal divano con qualche difficoltà per poi intrappolare la ragazzina presa alla sprovvista. «Per noi è sempre un piacere avere un posto in più a tavola, vero Arthur?»
L’uomo annuì e poi spostò lo sguardo verso l’albero di Natale rimanendo incantato dalle luci colorate.
«Cos’è tutto questo trambusto?» dalla porta della cucina uscì un uomo alto e magro, anche lui con capelli rossi e un sorriso da furfante.
«Papà!»
Il ragazzo scavalcò il divano con un agile salto e buttò le braccia al collo di George: l’uomo gli accarezzò la testa e gli diede un bacio sulla fronte.
«Ben tornato, Fred.»
Certo che in questa famiglia si assomigliano tutti, pensò Alwys mentre fissava quello strano ma felice gruppetto. Quanto avrebbe voluto anche lei vivere così.
Prese posto su un divano occupato da Albus, Rose e Dominique, che incominciarono a raccontare tutto il loro primo semestre ai loro nonni un po’ frastornati dal rumore. Ted sbucò dalla cucina e fece segno alla Grifondoro di andare con lui. Lo seguì dentro la stanza, dove vi eranpo due uomini intenti a mescolare un qualcosa dentro una pentola e Ginny ed Hermione che ridevano guardandoli.
«Lei è Alwys» uno dei due uomini sobbalzò e si girò lentamente: era l’uomo che aveva attraversato il binario 9 e tre quarti con Albus.
Si asciugò le mani sul grembiule e ne porse una ad Alwys: «Piacere, sono Harry Potter.»
La ragazza gli strinse la mano e sorrise.
«Lei è… sai, l’amica di Albus di cui ti avevo parlato» Ted farfugliò qualche parola e fece ripetutamente l’occhiolino ad Harry.
«Ma certo! Alwys!» disse ad un tratto l’uomo il cui volto si illuminò con un gigante sorriso.
Alwys guardò i due che si scambiarono qualche occhiata da complici, ma non ci capì molto e la sua attenzione fu catturata da uno strano odore… come di bruciato.
«Miseriaccia Harry, qui sta bruciando tutto!»
L’altro uomo passò il cucchiaio ad Hermione e si mise le mani nei capelli rossi. Il signor Potter raggiunse gli altri e cercò di sistemare la situazione, anche se fu del tutto inutile.
«Che cos’è questo odore?»
Molly sbucò dalla porta con una faccia a dir poco furiosa, allontanò dai ripiani i due uomini e si rimboccò le maniche.
«Via dalla mia cucina!» urlò scacciando gli altri con le mani.
«In verità è la mia» puntualizzò Harry, ma lo sguardo della donna lo incenerì e capì che forse era meglio andare via. «Vieni?»
«No, rimango qui» rispose Ginny per poi schioccare un bacio sulle labbra del marito che le sorrise dolcemente.
«Tu un bacio non me lo dai?» Ron si avvicinò ad Hermione, ma la donna gli diede un colpo sulla nuca facendolo imprecare dal dolore.
«Ti conviene andare di là prima che combini altri guai.»
I due uomini, con espressioni completamente diverse, uscirono dalla cucina per andare ad abbracciare i loro figli.
«E tu chi saresti?» per tutto il tempo Alwys non si era accorta di una piccola bambina nascosta dietro la grossa gonna di sua madre.
«Sono Lily» disse uscendo dal suo nascondiglio come incantata dalla figura della ragazza.
«Teddy puoi portarla dagli altri? Sicuramente con te ci starà» chiese Ginny indicando con lo sguardo la figlia che annuì felice.
Nell’altra stanza c’erano aeroplani di carta che volavano, pupazzi che si muovevano da soli e tante risate. Un lungo treno volava fra gli invitati con patatine e stuzzichini di tutti i gusti che Alwys non conosceva, infatti optò per non mangiare nulla, non si poteva mai sapere! Ninfa, invece, si stava beando delle coccole di Lily e Hugo che si erano innamorati di lei. Poco dopo apprese che Lily era la sorella di Albus e invece Hugo di Rose.
«Non mangi?» chiese Albus mentre addentava uno zuccotto di zucca, quello lo avrebbe mangiato volentieri, ma il treno andava così veloce che era difficile prendere qualcosa senza sbagliare.
«No, sto bene così» disse Alwys leggermente imbarazzata.
Ad un tratto Dominique, da che era tranquillamente seduta sul divano, si trovò a levitare ad un metro dal pavimento.
«ZIO GEORGE!» urlò seccata.
L’uomo, in un angolo della stanza, incominciò a ridere senza nemmeno un minimo di contegno.
«Appena finisco queste Api Frizzole, scendo e mi vendico!» disse a testa in giù e con le braccia incrociate al petto.
«Non è colpa mia se sei fissata con le caramelle al limone» controbatté lui alzando le mani come se fosse innocente.
Tutti si misero a ridere e alla fine anche Dominique cedette, anche se sua madre non la pensava allo stesso modo: appena entrò cercò in tutti i modi di farla tornare a terra, fallendo miseramente.
«Bill ti pvego, fai scendeve nostva figlia!» lo supplicò, ma l’uomo guardò il fratello e si misero a ridere.
La madre di Dom era davvero bellissima, anche se Alwys non aveva dubbi ancora prima di vederla: tutti e tre i suoi figli erano bellissimi, anche se il marito, Bill, a causa di una grossa cicatrice sul viso perdeva un po’ della sua bellezza.
«Quest’anno come sta andando la squadra di Quidditch?» chiese Harry sedendosi accanto al figlio.
«Benissimo, Dominique è una bomba» esclamò Albus guardando orgoglioso la cugina.
«Peccato però che ha avuto quell’infortunio, abbiamo perso due partite nel frattempo, perché Nott ne ha approfittato per prendere il boccino, visto che Clara Flautin non riusciva nemmeno ad avvicinarsi» spiegò scocciata Rose.
«Vorrà dire che la prossima volta ci sarai tu e gli darai una bella lezione» Ron si avvicinò a loro e le fece l’occhiolino.
«Chissà» rispose altezzosamente.
«E la Coppa delle Case? L’anno scorso l’avete fatta vincere a Corvonero, quest’anno?» il Signor Potter si fece più vicino e guardò con aria di sfida la rossa.
«L’avete fatta vincere?» Victoire gli fece il verso arrivando con le mani sui fianchi. «L’abbiamo vinta perché avevamo dei Prefetti fantastici che si sono impegnati molto.»
«E casualmente eri tu uno dei Prefetti» constatò Dominique ancora a testa in giù.
«Esattamente.»
«E quest’anno? Non è che state facendo scintille» la sfidò Rose e la bionda sorrise.
«Ho cose più importanti a cui pensare, come i M.A.G.O.» rispose facendole la linguaccia.
«Quindi vittoria facile per i Grifondoro quest’anno?» scherzò Harry e i tre Grifondoro si misero a ridere.
«Esistono anche le altre case» calò il silenzio e tutti si girarono verso Louis.
«Sì, hai ragione…» Rose si grattò la nuca imbarazzata.
«L’anno scovso hanno vinto gvazie a Victoire, quest’anno gvazie a Louis» disse orgogliosa Fleur che diede un pizzicotto al figlio a cui scappò un sorriso.
«Ah, sì? Secondo me, invece quest’anno vinceranno i Grifondoro grazie ad Albus, Rose ed Alwys» rispose Harry alzandosi dal divano.
Alwys divenne rossa come un peperone: perché avevano messo in mezzo anche lei?
«Lo vedvemo» rispose la donna sorridendo.
«A tavola!» urlò la Signora Molly dalla cucina.
Il tavolo percorreva tutta la lunghezza della sala da pranzo e, ovviamente, era pienissimo di pietanze di tutti i tipi. Al centro vi era un binario su cui un treno sfrecciava con, al posto dei vagoni, caraffe con svariate salse, dei panetti di pane e qualche stuzzichino. Alwys rimase ferma per qualche istante ma, appena vide che tutti avevano già preso posto, si affrettò a sedersi: il suo posto era fra Ted ed Albus. Il pranzo incominciò e, fra risate e conversazioni riguardanti la scuola, il tempo sembrò volare insieme alle porzioni che gli altri si passavano. Più volte Alwys si dovette abbassare per paura che un piatto sbattesse contro la sua testa.
«Che lavoro fanno i tuoi genitori?» chiese Hermione che era seduta dall’altro lato del tavolo.
«Hanno un negozio di animali…» rispose Alwys: si sentiva tremendamente impacciata.
«Ma che bello! Sicuramente ti piaceranno molto gli animali.»
Lei annuì: in verità ogni volta che entrava nel loro negozio tutti gli animali incominciavano ad agitarsi, quindi non ci entrava da molto tempo ormai.
«Anche i miei genitori sono babbani» disse attirando la sua attenzione: una strega così potente una nata-babbana? «Sono dei dentisti.»
«Non credere a chi dice che chi ha i genitori babbani è svantaggiato» si intromise Harry sorridendo. «Non sarei qui senza Hermione.»
I due si guardarono e si misero a ridere, come se le loro avventure stessero passando davanti ai loro occhi come un vecchio film proiettato sul muro.
Subito dopo il pranzo, tutti si gettarono verso l’albero di Natale che, ovviamente, era stupendo: a parte il fatto che era enorme, le decorazioni erano colorate e scintillanti, piene di luci a forma di fiocco di neve, e dei piccoli babbi natale e renne si muovevano attorno ad esso. Alwys preferì rimanere in disparte, era ovvio che non ci fossero regali per lei. Tutti ricevettero un maglione con il colore delle loro case e la loro iniziale stampata al centro, fatto dalla nonna Molly: quanto avrebbe voluto averne uno anche lei.
«Ti piace? Io lo adoro, pensa che lo ha fatto senza magia!»
Alwys annuì: Albus era come un faro nella notte in quel momento, il suo sorriso avrebbe potuto illuminare qualsiasi cosa.
La serata passò così: fra abbracci e strane canzoni, riempendo Alwys di un calore che non aveva mai provato prima.
   
 
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