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Autore: Thisastro    15/10/2017    1 recensioni
'Artù sorgerà di nuovo quando il mondo ne avrà più bisogno'
Sono queste la parole con le quali, ormai cinque anni fa, il maestoso drago Kilgharra ci ha lasciato col fiato sospeso, ma...
Cosa accadrebbe se il mondo avesse di nuovo bisogno di Artù e di tutti i personaggi di Camelot?
La storia è stata leggermente stravolta dall'introduzione di un nuovo personaggio femminile che saprà spiegare cosa è accaduto di diverso dalla storia che tutti noi conosciamo.
Il resto? Varrà la pena scoprirlo...
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro, Più stagioni
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Merlino era rimasto a guardarli mentre lavala i piatti in ceramica rossa e li lasciava ad asciugare su uno scolapiatti in plastica grigio poggiato di fianco al lavandino.
- Sono contento di rivedervi tutti.
Clarissa era al secondo anno di Università in lingue ed era intenzionata a specializzarsi in storia antica mentre Merlino si trovava lì come aspirante professore di chimica in tirocinio e Freya aveva appena cominciato il primo anno di specialistica in botanica. Ginevra lavorava per un bar nelle vicinanze, Lion si era specializzato nell’ambito finanziario ed era il proprietario di una piccola impresa. Elyan, Galvano e Percival si sporcavano ogni giorno le mani in una fabbrica al confine di Londra, una grande fabbrica di acciaio. Non si erano mai incontrati poiché avevano mansioni diverse e odiavano socializzare con gli altri, scontenti del loro lavoro. Una volta incontrato anche loro Artù, stavano seriamente considerando di dare una svolta al loro futuro ed arruolarsi anche loro, per stare vicino al loro compagno d’armi.
- E tu? Cosa vuoi fare una volta presa la laurea? Hai intenzione di studiare storia antica... non vorrai mica finire per fare una di quelle tormentate insegnanti di storia con venti gatti sul divano impolverato di casa
Artù rise accompagnato da Merlino e Gaius, guardando Clarissa scuotere la tovaglia fuori dalla finestra liberandola dalle briciole per poi riportarla dentro la cucina.
- In realtà mi piacerebbe viaggiare. Andare nei siti antichi e scoprire nuove cose... ora che so... vorrei trovare qualcosa su di me. Tutti i libri di scuola parlano di voi ma... di me non c’è neanche traccia. Io vorrei sapere se davvero non sono mai stata citata perché non ho avuto alcuna importanza.
Smisero di ridere e Gaius le si avvicinò per aiutarla a stendere la tovaglia sul tavolo.
- Vedi, Clarissa... non si può scrivere di te. Di Merlino si è parlato nonostante la sua magia ma è stato un rischio, ma tu... tu sei una cosa rara. Ricordi?
Lei annuì. Una ‘creatura’, così come l’hanno sempre battezzata, come lei, era unica nel suo genere. Merlino fu il più grande mago mai esistito in tutta l’epoca della magia, mentre lei aveva poteri magici limitati, ma era una creatura d’acqua e di terra.
- Le sirene, come ben sai avendo vissuto nel regno d’oceano per gran parte della tua vita, sono meno rare di quanto la mente umana possa immaginare. Ma tu, Clarissa... sai bene che tutte le sirene ed i tritoni che hai conosciuto sono destinati a rimanere nel mare, senza possibilità alcuna di vivere sulla terra. Ebbene, tu sei stata l’unica eccezione, insieme a tua madre. Morgana era forte, eppure un modo per sconfiggerla c’è stato...
- Togliermi la vita.
Ribatté lei, non troppo contenta. Gaius annuì incupito.
- Ebbene si. Tu hai sconfitto la Grande Sacerdotessa, Clarissa. Ciò che hai fatto rimarrà sempre nella tua memoria e nel tuo cuore... ma è troppo rischioso renderti pubblica a tutti. Non voglio neanche lontanamente immaginare cosa dovesse accadere se scoprissero tutto ciò che sta succedendo qui.
- A me hanno fatto qualche domanda, ma l’hanno presa sul ridere.
Si introdusse Artù.
- Di certo con la mia carte d’identità non passo inosservato ma nessuno ha mai pensato che potesse essere vero. Mi sono limitato a dire ciò che mi hanno insegnato, che sono un lontano discendente, il che è possibile visto che sono cresciuto in Cornovaglia. Niente di più...
- Anche la mia vita non è stata facile... solo che, ovviamente, Artù si prende la gloria ed io le risa delle persone che mi considerano uno spiccato senso dell’umorismo da parte dei miei genitori.
Tutti risero, anche Clarissa; ma decise di porre in quel momento la fatidica domanda a Gaius.
- Gaius... che ne è dei miei poteri? E della mia seconda vita... non sono mai stata sirena in questa. Vedendo tutti voi, mi sembra di essere rinata per niente...
Gaius le poggiò una mano sulla spalla con un sorriso incoraggiante.
- Abbi fede mia cara. Ricordati che nulla è possibile senza la conchiglia che racchiude il tuo potere. Ho mandato delle squadre del Governo a cercarla in tutti i fondali possibili. Non può essere lontana.
Lei annuì ma lui divenne ancora più serio.
- Ricorda, Clarissa... che una volta che la indosserai dovrai stare molto attenta. La tua trasformazione non avverrà fin quando il livello dell’acqua non toccherà anche la suddetta conchiglia. Se vorrai andare in spiaggia o quando avrai bisogno di farti una doccia, per stare sicura, potrai toglierla e riporla in un cofanetto che, però, non dovrai mai perdere di vista. Se la conchiglia dovesse rompersi, tu morirai. Diventando schiuma di mare. Intesi?
Lei annuì seria ma Artù inarcò un sopracciglio.
- Rompersi? Ma... potrebbe succedere in qualsiasi momento, è troppo rischioso... non è meglio rinunciare alla ricerca e tenersi la vita?
Gaius sogghignò.
- La conchiglia è indistruttibile... solo Clarissa conosce la formula per romperla. Se mai Morgana tornerà, sarà nostra premura che questa formula non entri in suo possesso.
Volse un ultimo sguardo a Clarissa che annuì nuovamente restando in silenzio, già oppressa dalle sue responsabilità.

Finite le pulizie varie, Artù portava sulle spalle un sacco nero di spazzatura per gettarlo in un bidone vicino ai cancelli dell’Università.
- Okay, ho la vaga idea di cosa sia un Marines... solo... non mi spiego cosa ci fai qui. Insomma, ti sei laureato nove anni fa, non ti sei stancato della scuola?
Lui rise di gusto gettando quel pesante sacco nella spazzatura, mentre Clarissa gli camminava di fianco per tenergli compagnia.
- Sono qui perché sto cercando delle reclutacce da poter addestrare. Molti, come me, decidono di prendersi una laurea e poi di arruolarsi. Il mio compito? Capire chi lo fa per gioco e chi ci crede veramente.
- Dev’essere impegnativo, insomma... la guerra.
Lui sorrise.
- Niente che non ho già vissuto.
Gli diede uno spintone sorridendo con le mani saldamente riposte al caldo dentro le tasche della giacca ed il cappuccio sopra la testa.
- Adesso è diverso, ci sono mille armi diverse, i pericoli sono maggiori... non si parla più di Sassoni o briganti di passaggio... si parla di guerra.
Artù guardò diritto avanti a sé senza scomporsi.
- Sono scelte di vita. Voi scegliete di essere protetti, noi di proteggervi.
- Perché lo fai? Insomma... cosa devi a questa gente?
Scosse le spalle.
- Perché non dovrei? Qualcuno deve pur farlo.
Arrivarono davanti alle rispettive porte delle loro stanze, una di fianco all’altra.
- Già... Buonanotte, è bello vedervi tutti di nuovo.
Sorrise.
- Abbi cura di te Clary, ci vediamo domani. Buonanotte.
Era tanto tempo che nessuno la chiamava più Clary.

   
 
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