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Autore: _Bri_    15/10/2017    4 recensioni
[STORIA IN FASE DI REVISIONE]
Matilda è controversa, fredda e pragmatica. Il colore dei suoi occhi riflette quello del gemello ma nonostante l’aspetto, che rivela lo stampo della sua famiglia, la ragazza si sente distante anni luce da questa, trovando conforto solo nelle mura di Hogwarts. E proprio all’interno della scuola Matilda conoscerà l’amicizia e l’amore, per cui lotterà fino alla fine, dimostrando che non sempre la mela cade vicino l’albero.
[Dal capitolo 9]
-Mio padre mi ucciderà-
-Per cosa? Non hai fatto nulla, non ancora almeno-
Barcollò pericolosamente verso di lui, attirata da quelle dita impossibili da gestire
-Anche il solo fatto che mi piaccia un traditore del proprio sangue è un grande affronto-
Le labbra di George si incresparono in un ghigno divertito, e poi cominciò a mordicchiarsi il labbro inferiore, gesto tanto eloquente e sfacciato, quanto irresistibile
-Quindi stai dicendo che ti piaccio-
-Mi sembrava lo avessi ammesso anche tu, signor Weasley-
-Oh…ma io sono stato decisamente più generico-
La mano di George passò dietro la schiena di Matilda
-E allora che ci fai ad un centimetro dalla mia bocca?- sussurrò leziosa lei
-Lo trovo un ottimo posto, dove tenere la mia-
Genere: Erotico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, George Weasley, Il trio protagonista, Nuovo personaggio
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
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CAPITOLO VIII
 
Expelliarmus!
 
Un certo senso di inadeguatezza tormentava Harry Potter, che si chiedeva se sarebbe stato all’altezza di impartire lezioni a studenti anche più grandi di lui. Camminava avanti e indietro per la sala comune tenendo salda la mappa del malandrino in mano ed intanto pensava a come ottimizzare l’ora che avevano a disposizione per allenarsi. Dobby, l’elfo domestico a cui Harry con un trucchetto aveva donato la libertà dalla famiglia Malfoy, gli aveva parlato di una stanza ad Hogwarts chiamata Stanza delle necessità o Stanza va e vieni, situata al settimo piano del castello, che sarebbe apparsa loro qualora ne avessero avuto bisogno. Sarebbe stato un posto perfetto per allenarsi senza che quella faccia di rospo della Umbridge lo venisse a sapere, eppure era ugualmente agitato. D’altronde anche Cho sarebbe stata presente ed il pensiero di lei gli chiudeva la gola e lo stomaco con un unico, strettissimo nodo.
Alle sette e mezzo della sera lui, Ron ed Hermione decisero che era giunto il momento di avviarsi, nella speranza che la stanza sarebbe davvero apparsa a loro.
 
-Devi andare via di nuovo, devi sempre andare via, spiegami che cavolo combini con quei due strambi tutto il giorno!- Daphne risistemò i capelli in una coda ordinata, cercando di mascherare la trasandatezza dovuta a quella mezz’ora passata a scambiarsi baci e carezze con Lee, nell’unica stanza vuota che avevano trovato senza che Gazza ci potesse ficcare il naso.
-Non sono strambi, sono fantastici e se tu fossi meno prevenuta e passassi un po’ di tempo con noi lo capiresti anche tu.-
-Non dire certe assurdità! Non mi farei mai vedere in giro con…- Daphne si affrettò ad interrompersi, ma ormai il danno era stato fatto.
-Con noi, volevi dire? Grazie tante Greengrass, davvero delicata.-
-Scusami Lee, io non volevo dire questo, non mi hai fatto finire…- Daphne allungò una mano verso il ragazzo che stava riannodando la cravatta.
-Invece secondo me era proprio quello che volevi dire. Spiegami perché dovrei voler passare più tempo con te e rinunciare ai miei impegni, quando sei la prima che non vuole farsi vedere in giro con me!-
Daphne sbuffò, non era affatto abituata a dover supplicare nessuno, figurarsi un ragazzo. Però Lee le piaceva, le piaceva davvero e per quanto andasse contro la sua indole , si avvicinò a lui e gli prese la mano con cui stava sistemando la cravatta.
-Non fare così, è solo che…è complicato. Non posso gettare all’aria 4 anni di reputazione costruita con fatica, non sono fatta così. Però tu…dammi tempo.- Gli sussurrò quelle ultime parole a fior di labbra, cosa che fece deglutire Lee Jordan: a quella pelle candida, quegli occhi chiari e sottili, quelle labbra morbide non sapeva proprio resistere.
-Oh…al diavolo!- e la tirò a sé, per poi baciarla con voluttà.
 
-Fratello, ti stai cacciando in un grosso guaio.- Erano le otto meno dieci e Fred stava ancora bighellonando in giro per il castello con il gemello.
-Dai Fred, la morale me la aspetterei da Percey, non certo da te!- Rispose George, masticando sciattamente una bolla bollente.
-Hai ragione, dico solo che devi stare in campana, scherzare con il fuoco è divertente, però io preferisco andare sul sicuro, abbiamo una cascata di ragazze ai nostri piedi, perché focalizzarsi su una sola?-
George cinse una spalla del fratello con il braccio –Amico mio, non mi impongo nessun limite, voglio solo darmi tempo per capire se ne vale davvero la pena.-
Fred infilò le mani nelle tasche e sorrise fra sé. Non facevano altro che spingersi al limite, loro due, avrebbe aiutato il fratello a correre il rischio anche in quel caso, era ovvio.
 
Compose i capelli in una treccia con distrazione. Si guardò allo specchio con una smorfia.
-Massì chi se ne importa!- Afferrò la sua bacchetta d’ebano e corse fuori dal dormitorio.
Stasera alle otto al settimo piano, davanti all'arazzo di Barnaba il Babbeo bastonato dai troll, le aveva detto Hermione qualche ora prima, visibilmente eccitata quanto lei di infrangere le regole per una giusta causa. Erano le otto meno dieci quando mise piede nella Stanza delle necessità, dove la maggior parte degli studenti che avevano partecipato alla riunione segreta avevano già occupato i cuscini a terra. Dopo un colpetto di tosse ed un saluto fugace, sedette accanto ad Hermione e con lei si scambiò uno sguardo divertito. Con i gemelli Weasley, Colin Canon ed il fratello il gruppo sembrò essere al completo.
Elessero Harry come capogruppo, inoltre chiamarono quella strana associazione segreta ES, ovvero Esercito di Silente; infine Harry decise che avrebbero iniziato esercitandosi con l’incantesimo di difesa per eccellenza: Expelliarmus.
Quando si rese conto che il primo con cui avrebbe provato l’incantesimo altri non era che Zacharias, un sorriso diabolico increspò le labbra di Matilda; il tassorosso non sembrava felice di quella scelta, ma non si tirò di certo indietro.
Matilda impugnò la sua lunga bacchetta ed in un attimo disarmò l’avversario, il quale non sembrava nemmeno esser riuscito a tirare su la mano per difendersi. Rosso in volto, Zacharias non demorse e tentò di pronunciare l’incantesimo di disarmo, ma ogni volta che tentava di disarmare Matilda era la sua bacchetta a volargli via dalla mano, rendendo esilarante il momento. –Eppure Smith, mi era parso sentirti dire che quest’incantesimo era troppo semplice per te, vuoi prenderti una pausa? Ti senti stanco?- I ragazzi intorno alla coppia tentarono di nascondere le risa, con scarso successo. Dopo 5 volte che accadeva la stessa cosa, Harry si avvicinò ai due e non dovette cercare lontano per risolvere il mistero: Fred e George erano a qualche metro da Smith e gli puntavano la bacchetta alle spalle, a turno.
-Scusa- sussurrò George, quando Harry incrociò il suo sguardo. -Impossibile resistere-.
Gli occhi di Matilda incontrarono quelli più caldi di George, che le fece un occhiolino seguito da un sorriso sbarazzino. Non si erano più parlati dalla settimana precedente, eppure George si comportava come nulla fosse; la giovane Malfoy incominciò a sentire decisamente caldo a seguito di quell’occhiata che aveva cercato di ignorare fino a quel momento e, ancora distratta dai capelli rossi del bel Weasley, sentì la sua bacchetta volarle via dalla mano.
-Ah! Ce l’ho fatta! Ti ho disarmata Malfoy!-
La sua attenzione tornò immediatamente su Zacharias, che si pavoneggiava con gli amici del suo risultato. –Certo Smith, elegantissimo da parte tua disarmare qualcuno mentre è distratto- Recuperò la bacchetta e decise che era ora di cambiare compagno.
Si fronteggiò con Neville, che sembrava terrorizzato dalla sua presenza; il ragazzo iniziò a balbettare qualcosa di incomprensibile, nonostante precedentemente fosse riuscito a compiere l’incantesimo di disarmo con un certo successo. Matilda ci andò cauta con lui e tentò di farsi disarmare almeno una volta.
Quella prima lezione stava andando bene, l’entusiasmo era diffuso fra gli studenti che non volevano perdere nemmeno un minuto dell’ora che avevano a disposizione e più il tempo passava, maggiori erano i progressi di tutti.
-Vuoi provare a disarmarmi? Ho fatto una scommessa con Fred, ci terrei a vincerla- Proprio mentre stava per lanciare l’ennesimo expelliarmus nei confronti di Neville, la voce di George alle sue spalle la fece sobbalzare, così che fu Neville a disarmare lei, rendendolo felice come una puffola pigmea il giorno di Natale. Recuperò in fretta la bacchetta e si girò verso il ragazzo.
-Spero tu non abbia investito troppo in questa scommessa, potresti ritrovarti le tasche svuotate.-
-Ma senti quanta sicurezza…che ne dici di fare anche tu una scommessa con me? Se riuscirai a disarmarmi per tre volte di fila ti offrirò la miglior bevuta mai vista ai Tre Manici di Scopa.-
Matilda carezzò la treccia con un gesto imbarazzato –E se fossi tu a vincere? Anche se, se fossi in te inizierei a lucidare i boccali-
-Beh, se dovessi disarmarti passerai almeno un giorno delle vacanze di Natale con me. Ci stai?-
-Emh, Ma-Matilda posso cambiare co-compagno intanto?-
Troppo presa da quel flirt non si era resa conto di aver lasciato il povero Neville da solo, che si affrettò a liquidare con un gesto distratto della mano, per poi tornare a guardare il viso sfrontato di George che dondolava davanti a lei con le mani in tasca.
-Non mi sembra proprio equo come scambio. Comunque potrei decidere di accettare, anche se non credo che i miei genitori mi permetterebbero mai di passare anche solo un’ora, con un Weasley.-
George sorrise mostrando la sua dentatura perfetta –Ma tanto se sei tanto sicura di vincere non c’è da preoccuparsene. Comunque supponendo che dovessi vincere io…a te piace infrangere le regole, non è vero lemonsoda?-
-Diciamo che sono attratta  dai sotterfugi…-
Il suono di un fischietto interruppe gli studenti che smisero di gridare la formula di disarmo.
-Ragazzi sono già le nove e dieci! Dobbiamo sbrigarci a tornare ognuno nei nostri dormitori se non vogliamo essere puniti da Gazza!-
-Peccato, siamo costretti a rimandare la scommessa al prossimo incontro Weasley, sento già in bocca il sapore fresco della burrobirra della vittoria.-
Si chiedeva che cosa stessero combinando: flirtavano come nulla fosse davanti a tutti, eppure aveva la netta sensazione che quello non fosse che un gioco.
Prima di tornare al proprio dormitorio si fermò nella sala comune dei serpeverde, dove Draco e l’inseparabile amico Blaise stavano sorseggiando del whisky incendiario, arrivato nelle loro mani chissà in quale losco modo.
-Matt, ultimamente scompari nel nulla, che stavi combinando?- Quegli occhi identici ai suoi la osservavano incuriosito.
-Studiavo, come al solito, cosa che dovreste fare anche voi di tanto in tanto. Me ne versi uno?- Disse la ragazza, accoccolandosi accanto al fratello. Un lieve senso di colpa nei confronti di Draco la stava stuzzicando, ma non avrebbe permesso alla sua stupida morale di mandare all’aria tutto, proprio quando le cose stavano prendendo la giusta piega. Un bel bicchiere di whisky le comparve tra le mani e Matilda si abbandonò al gusto deciso del liquido e alla mano del fratello che le carezzava i capelli. –Oh, ma noi studiamo e come, ma ci dedichiamo a cose decisamente più interessanti.- Rispose Draco con un ghigno sul viso.
-Non sai cosa stiamo architettando per la prima partita contro i grifondoro, ci sarà da divertirsi!- Blaise iniziò a ridere per qualcosa di cu Matilda non era ancora stata informata.
-Davvero? Forza, fate ridere anche me allora-
I ragazzi le raccontarono della canzone ridicola che avrebbero cantato i compagni di casa nei confronti di Ronald Weasley e tra un bicchiere e l’altro Matilda si unì alle risate. Pregustava la faccia di Ron alle urla di “Perché Weasley è il nostro re!” e si chiese con gli amici quante nuove sfumature di rosso avrebbero scoperto dalle orecchie del grifondoro. Quella serenità le mancava da morire; era contenta che le scaramucce con il fratello con il passare del tempo andassero via via diminuendo, rendendo il loro rapporto più maturo , come era entusiasta che Blaise stesse facendo posto all’amicizia a discapito dei sentimenti che sembrava provare per lei. Eppure sapeva che non avrebbe potuto nascondere per sempre i rapporti che stava instaurando con i ragazzi dell’ES; tutti erano a conoscenza della particolare simpatia che provava per Hermione e persino che qualcosa di strano si fosse instaurato tra lei e uno dei gemelli Weasley (che né Draco, né nessuno della sua casa sapeva mai distinguere l’uno dall’altro), ma come avrebbe reagito il fratello se l’avesse vista chiacchierare con Harry Potter come se nulla fosse? Sapeva dell’odio che provavano l’uno nei confronti dell’altro, per cui quello sarebbe potuto essere l’ostacolo più grande. Decise di non pensarci e di ignorare anche le frecciatine che Draco le lanciava sui capelli rossi dei Weasley; fin quando nulla di concreto fosse davvero successo, non se ne sarebbe preoccupata.
 
Le giornate passavano con una velocità incredibile: tra le partite di Quidditch, lo studio, le ronde da prefetto e gli incontri segreti dell’ES, Matilda non aveva più tempo a disposizione nemmeno per leggersi un libro che non riguardasse qualche corso specifico.
Dovette saltare il secondo incontro segreto perché il professor Snape non faceva altro che prenotare il campo da Quidditch per gli allenamenti, e dato che era praticamente impossibile incastrare gli allenamenti di 4 case e lei era l’unica serpeverde del gruppo, dovettero sacrificare la sua presenza. Al terzo incontro dell’ES notò un grande cambiamento: i ragazzi ormai padroneggiavano l’incantesimo di disarmo con maestria e anche gli incantesimi di ostacolo non erano più un problema.
Decise che doveva recuperare in fretta e per farlo chiese all’astiosa Ginny di allenarsi con lei; quale miglior modo di imparare se non contro qualcuno con cui non si ha un buon rapporto?
Le due ragazze iniziarono a scontrarsi e Matilda dovette riconoscere la bravura della più piccola dei Weasley, anche se riuscì a contrattaccare con decisione, ottenendo alla fine una dignitosa vittoria sulla ragazza. Quando lei le si avvicinò e le allungò una mano per congratularsi, la giovane Malfoy stentò a riconoscere un sorriso su quel volto roseo.
-Quando è giusto è giusto, Malfoy. Avrò tempo per una rivincita durante i prossimi incontri.-
-Sempre pronta a disarmarti Weasley- Nonostante le parole di sfida, Matilda sorrise sincera nei confronti di Ginny, segno evidente che quel loro rapporto iniziato così male stava prendendo una piega dai toni più sommessi.
Matilda si guardò poi intorno e lo sguardo ricadde sui gemelli, che avevano appena concluso il loro scontro regalandosi complimenti a vicenda; prese un gran respiro e si avvicinò a loro.
-Allora, questa scommessa? Sei anche in vantaggio di una lezione signor Weasley, che ne dici di sfoderare la bacchetta e difenderti?-
I due gemelli si scambiarono un’occhiata divertita, poi uno dei due si fece avanti.
-Non aspettavo altro!-
Matilda inarcò un sopracciglio ed incrociò le braccia –Non prendermi in giro Fred, la scommessa non l’ho mica fatta con te-
I gemelli risero in coro, a quel punto fu il vero George, a parlare –Questo trucchetto funziona con tutti, ma tu non ci caschi mai, chapeau- disse il ragazzo, togliendosi dalla testa un cappello immaginario.
Si posizionarono al centro della sala e gli sguardi curiosi degli altri ragazzi si soffermarono su quella strana coppia. Mentre Matilda si riordinava i capelli cercando di darsi un tono, al contrario George manteneva una mano nella tasca, mentre con la punta della bacchetta si stuzzicava le labbra sorridenti.
-Pronto?-
-Prontissimo!-
-Non stai prendendo questa cosa seriamente, George, il che non mi stupisce affatto-
Matilda portò il braccio destro dietro la schiena e con la sinistra puntò George con la bacchetta. Intorno a loro un vociare divertito si diffondeva nella stanza.
-Fagliela vedere Matt!-  La incitò Hermione.
-Vacci piano Georgie, è pur sempre una signora- la schernì Fred, al quale Hermione al suo fianco lanciò un’occhiataccia e una leggera gomitata.
-Allora, al tuo tre, George Weasley-
Finalmente il ragazzo accennò ad una posizione di guardia, mai smettendo di sorridere.
-Come tu comandi, uno…due…tre! Expelliarmus!-
-Protego!-
La bacchetta di George schizzò via dalla mano.
-E uno!- Esultò Hermione assieme a Cho, Parvati e Angelina, che avevano cominciato a fare il tifo per Matilda.
-Così non vale!, comunque aspettate ad esultare! George la ridurrà in cenere!- Questa volta fu Fred ad incitare il fratello, al quale si unirono gli altri ragazzi.
-In guarda Weasley; uno…due…tre! Expelliarmus!-
Con un gesto distratto ed una pronuncia decisa e perfetta, George precedette la ragazza, al quale schizzo via il legno.
-Si! Uno pari!-
La giovane serpeverde recuperò la bacchetta.
-Expelliarmus!- Gridarono insieme. E ancora una volta fu la bacchetta di Matilda a volare via.
-Dai Matt! Non arrenderti!-
-Non rendermi le cose troppo semplici lemonsoda!-
Matilda arrossì al pensiero di dover rispettare la scommessa. Passare una giornata intera con lui? Come avrebbe fatto? Inoltre non poteva permettergli di vincere, ne valeva del suo onore.
-Expelliarmus!-
-Protego!- rispose George, ma fu inutile. Questa volta fu lui a perdere la bacchetta.
-Wow amico! Due pari, prepara i galeoni!- Lo canzonò Lee che si era unito allo schieramento maschile.
Tra gli schiamazzi ed i cori, George e Matilda tornarono in posizione di guardia, non senza sorridersi in modo ambiguo prima dell’ultimo scontro.
-Expelliarmus!-
-Expelliarmus!-
-Si! Ce l’hai fatta Matt!-
-Bravissima!-
La bacchetta di George era volata ai suoi piedi, così lei si chinò e la raccolse, per poi avvicinarsi al ragazzo e riconsegnargliela. –Mi devi una serata alcolica, George Weasley-
Il ragazzo raccolse la sua bacchetta dalle mani di Matilda –Peccato. Complimenti signorina Malfoy- e concluse la frase con un inchino.
L’ora era finita e Matilda si avviò alla porta seguita da molte altre ragazze che si complimentavano per aver sconfitto quel borioso di George. Hermione però rimase indietro e si avvicinò a Ginny e Ron, che stavano parlando tra di loro.
-Ronald, si può sapere perché l’hai fatto?-
Il più giovane dei ragazzi Weasley sobbalzò nel sentire la voce dell’amica, al quale si rivolse raddrizzando la schiena –Emh. Fatto cosa?-
-Lo sai! Hai disarmato tuo fratello prima che potesse lanciare l’incantesimo!-
-Non è vero!- Rispose infervorato lui, ma il suo colorito paonazzo lo tradì.
Ginny sembrò perplessa e anche lei incalzò il fratello –Davvero lo hai fatto Ron?-
-Beh…- Ron abbassò lo sguardo, ormai messo al muro dalle due ragazze –Voglio solo evitare che George non combini altri pasticci. Sai come potrebbe prenderla la mamma-
-Io penso che dovresti farti gli affari tuoi Ronald, si stavano allenando!-
-Si ma l’hai visto come si guardano? Oh andiamo Hermione, è pur sempre una serpe, nonché la sorella di quella faccia da furetto di Malfoy!-
Hermione sembrò andare su tutte le furie.
-E anche ci fosse qualcosa?! Lei è una a posto e tu non dovresti intrometterti!-
-Di cosa discutete questa volta?- Harry si avvicinò al trio carico di oggetti da riordinare tra le braccia.
-Secondo me sei solo geloso del successo di George- insinuò Ginny sorridendo.
-Io…ma che dici! E poi tu non dovresti essere dalla mia parte?- il ragazzo sempre più rosso guardò la sorella in cagnesco.
-Per quanto mi riguarda quel che fa mio fratello sono solo affari suoi. Non fai altro che ficcare il naso Ron, come con me e Michael-
-Ah…penso di aver capito- Bofonchiò Harry gettando le cose a terra, per poi sistemarle a colpi di bacchetta.
-Smettetela di prendervela con me, ho recepito il messaggio!- Ron afferrò la sua borsa e si allontanò con passo pesante.
-Ronald Weasley! Non abbiamo ancora finito di discutere!- Hermione gli corse dietro indispettita.
Harry guardò i due amici andare via, per poi rivolgere a Ginny uno sguardo interrogativo che, di tutta risposta, fece spallucce –Farà bene a trovarsi una ragazza il prima possibile Harry, oppure saremo costretti a sopportare le sue intromissioni chissà per quanto tempo ancora.-
-Ehi, mi sembrava tu fossi diffidente nei confronti di Matilda- Harry si avviò con Ginny verso la porta.
-Già detto, già sentito: non ho detto che mi fidi, ma non voglio giudicare prima del tempo.-
 
Finalmente il giorno della partita di Quidditch che vedeva Grifondoro e Serpeverde come avversari era arrivato. Le squadre erano schierate in campo ed un sorriso sicuro dipingeva il volto di tutti i giocatori in verde e argento, assieme ad una spilla con incisa una corona a brillare sulla divisa. Era la prima partita di Matilda, che non vedeva l’ora di mostrare le proprie capacità di Cacciatrice, quindi fece di tutto per mantenere la calma e di sedare il battito compulsivo del cuore. Dopo la stretta di mano dei due capitani tutti i giocatori si librarono in aria nell’attesa del fischio d’inizio: i suoi occhi grigi cercarono quelli di George, schierato ben distante da lei; eppure le parve di scorgere un occhiolino da parte del ragazzo, che si teneva ben saldo sulla scopa.
Madama Bumb fischiò e la partita ebbe inizio, con l’immancabile cronaca di Lee Jordan ad accompagnarla.
-Signori e signore, quest’anno vediamo nuovi volti, nuove rivelazioni! Ad occupare la porta dei brillanti grifondoro abbiamo Ronald Weasley, promettente portiere dalle più svariate qualità! Mentre per i temuti serpeverde non uno, ma ben tre nuovi giocatori! Tiger e Goyle come battitori e una nuova cacciatrice! La ragazza dalla chioma più ingestibile di tutta Hogwarts: Matilda Malfoy, che vediamo già all’opera con la pluffa!-
Matilda aveva preso possesso della pluffa e tentava di svicolare i giocatori avversari come meglio poteva. Dagli spalti, intanto, un coro si faceva sempre più intenso, e la cacciatrice iniziava a sentire distintamente Perché Weasley è il nostro Re! Ogni due ne sbaglia tre!
Un bolide le colpì la spalla con potenza, perciò perse immediatamente la pluffa che passò alla squadra avversaria.
-Ahi ahi! Fred Weasley, o sarà stato George? Beh chi se ne importa, insomma uno dei due battitori grifondoro blocca l’ascesa della Malfoy con un bolide portentoso! E la pluffa passa di nuovo ad Angelina Johnson, che corre verso gli anelli dei serpeverde!-
George sfrecciò accanto a Matilda, che si stava ancora massaggiando la spalla indolenzita.
-Scusa lemonsoda, ma è la dura legge del Quidditch!- Lo sentì ridere, la qual cosa la mandò in collera e volò di tutta fretta verso la pluffa.
-No! Il secondo bolide della giornata colpisce duro! Questa volta è la Johnson a risentirne, che perde possesso della pluffa e subito viene recuperata dalla bionda serpeverde che sfreccia a tutta velocità verso Ronald Weasley…ehi ma cosa dicono dagli spalti?-
Sempre più forte si faceva il coro dei tifosi verde e argento.
Weasley è nato in un bidon
ha la testa nel pallon
 vinceremo noi perché
perché Weasley è il nostro re!
Ron visibilmente turbato dal coro infamante non si rese nemmeno conto che Matilda era sola davanti a lui e con un lancio potente mandò la pluffa dritta nell’anello centrale. Inutili furono i tentativi di Lee che urlava a squarciagola pur di tentare di nascondere il coro impietoso nei confronti del giovane Weasley.
Altri bolidi sfiorarono Matilda ed uno la colpì in piena schiena, rischiando di farla cadere al suolo. Ma la partita stava comunque andando a vantaggio della sua casa, merito dei punti segnati da lei e dagli altri cacciatori.
Purtroppo il sogno di gloria ebbe fine quando Harry afferrò il boccino; nonostante Draco fosse a pochi centimetri da lui non riuscì a sottrarglielo e proprio mentre stavano per toccare terra un bolide colpì in pieno Harry, che comunque non mollò la presa.
-Maledizione!- Matilda atterrò assieme agli altri giocatori. Le grida di esulto dei grifondoro sovrastarono tutto il campo e questo rendeva la vittoria difficile da digerire. Se solo Draco avesse preso il boccino; stavano vincendo, li stavano stracciando! Ma Harry era un cercatore imbattibile.
Matilda si avvicinò a Draco ed Harry, riconobbe sul fratello quell’espressione amara che assumeva quando perdeva, per cui pensò bene di andare ad accertarsi che non avesse reazioni esagerate, ma fu inutile: Draco aveva già dato il via agli insulti -Hai salvato il collo di Weasley, eh? Non ho mai visto un Portiere peggiore... ma d'altra parte è nato in un bidon... ti sono piaciuti i miei versi, Potter?-
La giovane serpeverde afferrò la spalla del fratello –Dai andiamo Draco, lascia perdere- Ma il gemello sembrava intenzionato ad andare avanti -Volevamo scrivere un altro paio di strofe, ma non abbiamo trovato delle rime per grassa e brutta... volevamo omaggiare anche sua madre, e...- Intanto gli altri giocatori grifondoro si erano avvicinati a loro per congratularsi con Harry ed invitarlo ad ignorare Draco.
-Draco smettila, stai esagerando ora! Andiamo via!- Matilda insistette, gli strattonava il braccio, ma il fratello con un movimento deciso si liberò dalla presa -non siamo riusciti nemmeno a inserire povero fallito... sai, suo padre-
Matilda si pose fra Draco ed Harry e afferrò il volto del fratello con le mani –Vuoi prendercele? Stai superando ogni limite!-
Ma quell’ultima affermazione fu ascoltata anche da Fred e George, che senza perdere tempo si avvicinarono agli altri. Draco scansò bruscamente la sorella e continuò a rivolgersi ad Harry
-Ma a te piacciono i Weasley, vero, Potter? Ci passi le vacanze e tutto il resto... Non capisco come fai a sopportare la puzza, ma immagino che quando uno è stato allevato da Babbani anche la baracca dei Weasley vada bene!- Quello non era un attacco mirato solo ad Harry: voleva colpire anche lei, ne era sicura –Matilda fallo smettere!- le gridò Angelina mentre cercava di tenere a bada Fred assieme a Katie ed Alicia, mentre Harry tratteneva George.
Matilda lanciò uno sguardo a George che sembrava fuori di sé dalla rabbia e poi tornò ancora a tentare di bloccare il fratello.
-Smettila sei impazzito?! È solo una stupida partita, torna in te, maledizione!- Lo afferrò per il polso e tentò di trascinarlo via, ma ancora una volta Draco si strattonò e finalmente la guardò negli occhi –Siete affetti dallo stesso male te e Potter! Vi piacciono questi zozzi dei Weasley eh? Eppure tu sei cresciuta in posti decisamente più belli e profumati, hai deciso di farti venire le pulci?-
Matilda sgranò gli occhi incredula –Non puoi avermi detto questa cosa…Draco…- Ma il ragazzo tornò a rivolgersi ad Harry, che tratteneva ancora George, il quale sembrava ancor più inferocito di prima, dopo quell’ultima affermazione del serpeverde.
-Non è vero Potter? Sei riuscito ad attaccare questa malattia anche a mia sorella! Vi piace lo sporco! O forse…forse ti ricordi di quanto puzzava la casa di tua madre, e il porcile dei Weasley te la fa tornare in mente...-
Fu allora che Harry lasciò la presa e lui e George si scagliarono contro Draco.
-No, nooo!!! Smettetela!- Matilda era a pochi centimetri da quell’azzuffata. Vedeva George colpire il fratello e viceversa, Harry accecato dalla rabbia sferrava a Draco colpi allo stomaco.
-Basta!- Matilda si gettò in mezzo, non sapeva nemmeno lei per quale motivo avesse fatto un gesto tanto stupido. Qualcuno la colpì sul labbro ed iniziò a perdere sangue. Quasi all’istante i ragazzi si fermarono, non solo perché si erano resi conto della presenza di Matilda: madama Bumb aveva scagliato un incantesimo che aveva fatto arrestare i ragazzi.
Si portò una mano alla bocca  che stava perdendo sangue a volontà e mentre Madama Bumb ordinava ai due grifondoro con urla inarrestabili di andare dalla McGonagall, lei aiutò il fratello ad alzarsi; Draco perdeva sangue dal naso e sembrava provare dolore in tutto il corpo, ma lei non riuscì a provare pietà per il fratello.
-Voi due, andate subito in infermeria!-
-George!- urlò lei mentre il ragazzo si allontanava, ma lui non si voltò, nemmeno per un istante.
 
-Ecco qua signorina Malfoy, come nuova- A seguito delle cure di Madame Pomfrey, il labbro della giovane Malfoy aveva smesso di sanguinare e si stava lentamente sgonfiando. Anche Draco sembrava messo bene, sia nel fisico, che nell’umore. Appena ebbe il permesso Matilda si alzò e si avvicinò all’uscita dell’infermeria.
-Ehi non mi aspetti?-
Si voltò verso il fratello. Non disse nulla, non una sola parola uscì dalla sua bocca. Si limitò a guardarlo fissa e torva e con lui si avviò verso la sala comune.
 
-Squalificati! Tutti e tre, anche l’altro gemello! Che gran colpo Draco!- La voce della squalifica permanente dalla squadra di Quidditch di Fred, George ed Harry si era già diffusa a macchia d’olio per tutto il castello. Matilda se ne stava seduta sulla poltrona della sala comune rigirandosi la bacchetta fra le mani, mentre i suoi occhi freddi vagavano fra i ragazzi e le ragazze che roteavano intorno a Draco, squittendo entusiasti come tanti piccoli roditori.
-Matt, stai bene? Il tuo labbro?- Daphne si era chinata accanto alla sua poltrona e la guardava preoccupata dal basso. –Tutto bene.- Rispose secca lei –Senti, questa faccenda della squalifica dei grifondoro…ecco insomma, come l’hai presa?-
Le iridi gelide fluttuarono per poi incontrare quelle della Greengrass –Secondo te?-
Daphne sgranò appena gli occhi e poi si morse il labbro per non aggiungere null’altro.
-Sai quello che mi ha detto?-
-Chi?-
-Draco.-
-Veramente no…ma immaginavo aveste litigato per quello che è successo.-
-Oh…ma noi non abbiamo litigato affatto.- Daphne rabbrividì nel cogliere lo strano sorriso che aveva increspato il volto dell’amica.
-Ma ora vedrai- Si limitò ad aggiungere, poi lentamente si alzò mentre i ragazzi erano intenti a far festa. –Matt cosa vuoi fare?- sussurrò l’amica preoccupata alle sue spalle, ma la giovane serpe proseguì fino a posizionarsi davanti Draco, che spostò l’attenzione dalle moine delle ragazze a lei.
-Dillo anche tu, che è stato grandioso! Questo è stato proprio un colpo da maestro, ora la coppa sarà sicuramente nostra!-
Matilda continuava a sorridere in silenzio.
-Davvero grandioso, tanto quanto quello che hai detto.-
Draco inarcò un sopracciglio, poi iniziò a ridere –Dai Matt, ti ho solo fatto un favore a toglierti di mezzo quegli idioti, dovresti ringraziarmi!-
-Giusto, che sbadata…- rigirava la bacchetta fra le mani, che Draco guardava preoccupato; intanto intorno a loro era calato il silenzio. Fu Blaise a spezzarlo.
-Matt, che cos’hai? Non dirmi che te la sei presa!-
Solo il fratello catturava la sua attenzione, mentre il sorriso si faceva sempre più ampio sul volto esangue di Matilda.
-Perché mai dovrei prendermela? Sono solo stata trattata come fossi un qualsiasi straccio sporco. Lo hai detto ai tuoi amichetti, che cosa mi hai detto Draco? Lo hai detto come sei riuscito a far squalificare i grifondoro?-
-Matilda ora piantala, se è per quello che ti ho detto mi dispiace ok? Ma è andato a nostro favore, non metteranno mai più piede sul campo da Quidditch!-
Intanto gli altri cominciarono a guardare Draco con sospetto, inconsapevoli dell’enorme ferita che aveva inciso sulla sorella.
-Già, senza Potter di mezzo almeno avrai una vaghissima possibilità di recuperare il boccino, giusto fratellino? Cosa che ti è impossibile quando giocate insieme, dato che hai l’abilità di un troll ubriaco.-
Draco arrossì ed aggrottò le sopracciglia –Attenta a quello che dici-
Matilda rise di gusto –Io scelgo le mie parole con cura a differenza tua. Dico sempre e solo la verità.-
E così detto puntò la lunga bacchetta verso il fratello.
-Colovaria aurantiaco!-
Una luce che partì dalla bacchetta di Matilda si schiantò contro i capelli di Draco che divennero di un forte arancio.
-Ti piace così tanto tormentare i Weasley che ho pensato che magari sotto sotto ti piacciono! Quindi ecco a te, una bella sfumatura arancione, magari ti si formeranno anche le pulci, chissà!-
Chi spaventato, chi colto da un’ondata di risa incontrollabile, la sala comune dei serpeverde divenne luogo di schiamazzi violenti, fra tutti risuonava l’urlo di Draco che si precipitò davanti allo specchio ed inorridì alla vista del suo nuovo colore di capelli.
-Questo è per avermi insultata. Ci vorranno almeno tre giorni per farti tornare il tuo colore naturale, ma fossi in te ci penserei, il rosso ti dona!-
Draco si scagliò contro Matilda, ma la ragazza gli aveva già puntato la punta della bacchetta contro il naso prima che lui potesse sfiorarla –Che c’è ne vuoi ancora? Ora vai pure a dirlo alla tua nuova mammina Umbridge-
Draco tremava dalla rabbia, ma conosceva assai bene la bacchetta della sorella, di cui era terrorizzato –Questa me la paghi…-
-Allora non ci siamo capiti…da questo momento non mi rivolgerai più neanche uno sguardo, e solo quando ti sarei scusato un numero di volte che riterrò sufficiente, allora forse tornerò a salutarti.-
-Tu…hai commesso un errore molto grosso!- -Il mio unico errore è stato non prenderti a pugni per farti chiudere quella maledetta bocca.-
Nessuno osò intervenire. Quando Matilda abbassò la bacchetta Draco sembrò voler aggiungere qualcosa, eppure si voltò stizzito e schizzò via verso il dormitorio maschile, seguito a ruota da Tiger e Goyle.
-Matilda, hai preso in considerazione l’idea di avere esagerato giusto un tantino?- Disse Blaise, avvicinandosi a lei con le mani in tasca ed il volto che tratteneva a stento un sorriso divertito.
-Ti sbagli Blaise, è evidente che io non abbia fatto abbastanza, visto che quell’idiota di mio fratello è arrivato al punto di non portarmi il minimo rispetto.-
-Si, ma sai che te la farà pagare, lo conosci meglio di tutti noi- Aggiunse Theodor.
-Draco si merita più di una tinta ai capelli, ultimamente se la tira un po’ troppo.- disse con tono svogliato Daphne.
-Senti chi parla, la regina della puzza sotto il naso- Ghignò Blaise.
-Ragazzi, non mettetevi a litigare anche voi- si introdusse timidamente Astoria.
Nessuno poteva togliere il sorriso di soddisfazione dalla bocca di Matilda.
Quando rientrò nel suo dormitorio recuperò un pezzo di pergamena, su cui scrisse poche parole. –Chartanimus!- pronunciò puntando la pergamena con la bacchetta e questa si trasformò in una piccola volpe di carta, che scosse il muso e poi corse via.
 
-Non riuscirò mai a dormire. Dovevo picchiarlo molto più forte, quel rifiuto umano!-
-Almeno tu qualche colpo ben assestato sei riuscito a darglielo. Quel verme di Malfoy!-
George si incupì ancor più per quanto possibile –L’ho colpita, Freddy, vorrei sprofondare negli abissi del lago nero.-
Fred si avvicinò al letto del fratello e sedette accanto a lui –Andiamo, è stata lei a mettersi in mezzo, quel colpo era per Draco, lo sai.- Fred colpì il gemello con una pacca di consolazione.
-Si ma non c’entrava nulla, non ho nemmeno avuto il coraggio di guardarla in faccia, sono scappato via come un codardo. Forse non valgo molto più di quel bastardo di Malfoy.-
Un rumore di carta stropicciata ruppe il silenzio sconfortante del dormitorio. La piccola volpe che era scivolata sotto lo spiffero della porta si ricompose e saltò sulle gambe di George, che colto alla sprovvista guardò perplesso prima lei, poi il fratello.
-Ma cosa…-
-Ho l’impressione di sapere da chi arriva- Sorrise Fred, che guardava la volpe scartarsi nelle mani di George.
-Mi dispiace per tutto. Non odiarmi. M.-
George non riuscì a trattenere un sorriso amaro –Ti rendi conto? È lei che si scusa con me. Sono un idiota, un vero idiota.-
-Secondo me, Georgie, sei solo cotto come una torta di zucca appena sfornata-
I fratelli si scambiarono un sorriso complice e George, prima di infilarsi sotto le coperte e lasciarsi alle spalle quell’orribile giornata, ripose l’origami nelle pagine della sua copia di Animali fantastici: dove trovarli.
   
 
 
 
Ciao a tutti silenziosissimi lettori! Un paio di appunti: gli insulti del caro Draco sono riportati proprio dal libro de L’ordine della fenice, con l’ovvia aggiunta di quelli contro Matilda, come lo scherzetto a Zacharias Smith durante il primo incontro dell’ES da parte dei gemelli Weasley. Inoltre tutti gli incantesimi utilizzati esistono davvero nell’universo Potter. Vi allego un paio di schizzi che ho fatto, spero vi piacciano! Per il resto ringrazio chi continua a leggere la storia, però mi piacerebbe sapere le vostre impressioni. Le recensioni salvano lo “scrittore”!
A prestissimo
 
D.
 
   
 
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