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Autore: Mei91    15/10/2017    4 recensioni
per la casata reale demoniaca è un giorno di festa. il principe dei demoni Sesshomaru è tornato a casa per succedere al trono al posto del padre concedendo, così, al genitore e alla sua neo consorte Izayoi e il figlio Inuyasha, un pò di meritato riposo, ma per far ciò le leggi obbligano Sesshomaru a prendere moglie demone per poter diventare Re.
La principessa degli umani Rin Setsuna è la figlia del re degli umani Takemaru Setsuna fratello della principessa Izayoi. Rin odia i demoni, ma per liberare l'amata zia è disposta a sacrificare se stessa per recarsi al castello demoniaco e vendicarsi di Inu No Taisho, Sesshomaru e i loro demoni seguaci così da trarre in salvo la propria zia e riportarla a casa.
Riuscirà Rin a sedurre Sesshomaru senza innamorarsi del glaciale principe demoniaco.
Genere: Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: inu taisho, Inuyasha, izayoi, Rin, Sesshoumaru | Coppie: Rin/Sesshoumaru
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 11

 

Lentamente Rin aprì gli occhi, mentre un mal di testa assurdo le perforò le tempie. Tentò di muoversi, ma in quel preciso momento si rese conto di avere mani e piedi legati.

Con non poche difficoltà, e con fatica, la giovane regina dei demoni, tentò di mettersi seduta, e non appena ci riuscì, per poco non la beccò un infarto. Davanti a lei, ai piedi del letto, e immobile come una statua, se ne stava un uomo, vestito con un armatura da guerra, l’enorme spada era rivolta verso il basso con la punta poggiata a terra, mentre le mani erano strette sull’ elsa.

 Percorrendo la figura dell’uomo, si accorse che non poteva avere più di quarant’anni, a prima impressione, poi, però, osservandolo meglio, si accorse che forse era un po’ più grande.

Tra i lunghi capelli neri facevano capolino qualche filo bianco, gli occhi viola del tutto spenti, inespressivi, vuoti. Il corpo sembrava quello di un guerriero forgiato da mille battaglie, ma Rin non credeva di averlo mai visto, né alla corte demoniaca, né altrove. Una cosa però l’aveva notata, quell’uomo sembrava somigliare terribilmente alla sua amata zia Izayoi. Aveva gli stessi lineamenti, ovviamente più spigolosi e duri, in quanto uomo, ma la somiglianza era parecchia. Aveva gli stessi occhi, anche se quelli dell’uomo erano spenti e freddi, non come quelli della zia caldi e dolci, e poi avevano lo stesso colore di capelli. Sembrava la versione di sua zia al femminile. Il mento invece sembrava quello del padre.

La ragazza si guardò attorno per capire dove si trovasse, poi un brivido la percorse lungo tutta la colonna vertebrale. Se non ricordava male, quella era la stanza che usava per dormire quando ancora abitava nel regno umano. Speranzosa di sbagliarsi, perché non aveva proprio voglia di tornare a vivere tra gli umani, data la felicità ritrovata e nel constatare, che, la zia fosse ancora viva, che i demoni non erano poi così male, che il padre in realtà era un mostro senza cuore, e che aveva un marito bello come il sole e che l’amava, tanto da essere disposto a subire i suoi insulti a lui, e alla sua famiglia, quando ancora, lei, non ricordava il suo passato e per ultimo,  ma non meno importante, Sesshomaru l’aveva aspettata per anni.

Si dimenò nella speranza di attirare l’attenzione del guerriero, sperando che il suo cuore si muovesse a pietà tanto da liberarla o quantomeno farla andare in bagno. Aveva una strana sensazione di vomito da quando si era svegliata, inoltre risvegliarsi legata come un salame non aveva di certo aiutato il suo, già debole, stomaco. Ma più lei urlava e si dimenava, più le corde si stringevano e il guerriero pareva del tutto insensibile alle sue preghiere.

I suoi sospetti ebbero fondamenta certa, sul fatto che si trovasse alla corte umana, quando la porta della sua stanza si aprì facendo entrare l’uomo che, inconsciamente, Rin aveva preso ad odiare: Suo padre.

“Puoi andare, papà! Aspettami fuori!” esclamò suo padre e per poco gli occhi non le uscirono fuori dalle orbite nell’ udire quelle parole, e quando vide l’uomo, che fino a un secondo prima sembrava una statua vivente; un morto in piedi, muoversi per dirigersi verso la porta d’ingresso rigido e senza dire una parola, la giovane regine dei demoni cominciò a temere per la propria incolumità. Paradossalmente la presenza di quel gigante nella stanza, le incuteva meno timore del padre stesso, inoltre il fatto che Takemaru avesse chiamato quell’uomo con l’appellativo di “papà” fece passare per la schiena della ragazza l’ennesimo brivido e sorgere un campanello d’allarme nella mente della giovane.

“Salve padre!” sussurrò con tono gelido, imparato dal marito, l’ex principessa umana.

“Rin!”

“Chi era quello?”

Takemaru la guardò di sott’occhi.

“Tuo nonno!”

Rin s’allarmò. Suo nonno era una leggenda, l’elementare completo. L’essere più forte che sia i demoni che gli umani, temevano e veneravano al contempo.  Il migliore amico del re dei demoni.

Ryoma Setsuna.

“Non è possibile! Il nonno è una leggenda. E’ l’elementare per eccellenza e io non l’ho mai conosciuto perché morto prima della mia nascita!”

“Non puoi conoscerlo! Quello è tuo nonno, è vero, ma non puoi conoscerlo perché prima che tu nascessi, io l’ho sigillato e ho sigillato la sua memoria.”

“Che cosa? Non è possibile! Il nonno dovrebbe essere m…”

“L’ho fatto credere io, ma in realtà l’ho solo sigillato. L’elementare completo non può essere ucciso facilmente e io dovevo liberarmi di lui, specie dopo aver saputo che voleva unire il regno degli umani con quello dei demoni. Gli elementari sono al pari dei demoni, come lunghezza di vita e modo di pensare. Quanti anni credi che abbia tuo nonno?”

“Cinquantanove?” tentò la ragazza.

“Io ho cinquantacinque anni, tuo nonno non può certo avermi avuto all’ età di quattro anni. Gli elementari sono demoni, e come tale ho dovuto trattare mio padre, riducendolo a una marionetta nelle mie mani e azzerando la sua memoria, così potrò utilizzare i suoi poteri per liberarmi una volta e per tutte dei demoni e poi di lui stesso. Non lo sai Rin, ma gli elementari sono così forti perché attingono la loro forza dalle loro relazioni con i demoni. Ecco perché quando ho scoperto che papà voleva dare in sposa Izayoi al re dei demoni, ho agito di conseguenza.”

“Che cosa? Hai sempre saputo che la zia era un elementare?”

“Sempre!”

“Non me lo aspettavo da te, in quanto mia figlia, e io sono privo di poteri!” ringhiò il padre e in quel momento Rin comprese.

“Non ci posso credere!”

“Che cosa?”

“Tu vuoi uccidere me, la zia, il nonno, gli elementari, i demoni, solo perché tu non hai poteri!” lo accusò Rin.

Takemaru ringhiò per poi correre da lei e circondarle il collo con le mani.

“Io meritavo i poteri.”

“Per farne cosa? Distruggere l’equilibrio. Non lo sai papà, che i demoni regolano l’equilibrio del mondo. Senza di loro, non esisterebbe niente! Niente!” esclamò la ragazza a fatica a causa delle mani sul collo da parte del padre.

“Poco male!” esclamò Takemaru lasciando la presa e liberando la figlia, che, tossì violentemente mentre il padre aprì la porta per fare entrare il nonno.

“Come hai fatto a rapirmi? Come hai fatto a superare la barriera?” chiese Rin.

“Semplice.  Ricorrendo alla mia amante, come quando ho dovuto sigillare tuo nonno: la strega Urasue e in seguito uccidendo i guardiani! E utilizzando mio padre per rapirti!”

“Cosa? Hai ucciso Koga e Ayame!” annaspò Rin e quando il padre annuì, la ragazza scese dal letto e corse in bagno a rimettere pure l’anima, mentre le lacrime presero a scendere dal suo pallido viso.

Il padre la raggiunse in bagno, seguito dal nonno che pareva essere davvero una marionetta nelle sue mani, e quando il Re degli umani osservò il proprio padre, per chiedere spiegazioni sul perché la figlia avesse rimesso, come un automa robotizzato, il nonno rispose.

“Progenie demoniaca regale…”

“Che cosa! Dannata figlia ingrata!” urlò Takemaru afferrando nuovamente per il collo Rin, e subito dopo buttarla a terra con violenza, tanto che la ragazza annaspò allarmata e ancora sotto shock per la rivelazione del nonno. Istintivamente portò le mani a proteggere il proprio cucciolo, mentre il padre, aveva preso a prenderla a calci violenti.

“Hai osato procreare con un demone!” urlò Takemaru, per poi frenare i calci. Rin sputò sangue.

“Bene, assisterai alla fine del tuo amante e di tutta la sua famiglia e la stessa sorte toccherà al demone che cresce dentro di te, e se oserai aprire bocca, non esiterò a uccidere anche te.” Ringhiò Takemaru, prima di voltarsi verso il nonno.

“Va, trova la famiglia reale demoniaca. Fai fuori il Re Dei Demoni, l’ex Re Dei Demoni, e Izayoi stessa!” ringhiò il padre, e quando il nonno annuì facendo dietro front per trovare suo marito, suo suocero e sua zia Rin, urlò.

“Non toccare mio marito, mio padre e mia madre!” urlò Rin

Takemaru le diede l’ennesimo calcio, mentre il nonno era ormai scomparso.

“Sono io tuo padre!”

“Mai!”

Takemaru la fulminò con lo sguardo, poi con un altro calcio le fece perdere i sensi.

To be continue

 

Eccomi qua con un capitolo piccolissimo. Purtroppo è un capitolo di passaggio, però non volevo lasciarvi proprio senza nessun aggiornamento fino a novembre perciò eccolo qui. Spero vi piaccia

Grazie a chiunque segue questa storia, l’ha recensita messa tra le seguite e ricordate.

Grazie alla prossima un kiss

Mei

   
 
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