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Autore: hart    16/10/2017    4 recensioni
Una visita inaspettata, troppo alcol e tutto cambia.
SwanQueen/DragonQueen
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Malefica, Regina Mills
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Emma entrò al Granny's con un mal di testa apocalittico e un umore pessimo. Andò al bancone e chiese un caffé triplo, appoggiando pesantemente le natiche sullo sgabello. Ringraziò Granny per il caffè, quindi si voltò per andare ad un tavolo ma si bloccò sul posto quando vide Regina seduta con Henry, poco distante. Rimase a fissarli per qualche istante. Voleva evitare Regina, ma non Henry. Voltò le spalle ad entrambi, sedendosi sullo sgabello e guardando ostinatamente il ripiano grigio del bancone mentre sorseggiava il caffè bollente.
 Regina e Henry ordinarono la colazione : caffè per Regina e pancake con un succo di frutta per Henry. Dopo qualche minuto arrivarono le loro ordinazioni; Regina sorseggiò il caffè mentre parlava con Henry. Emma resistette ancora due minuti, poi non ce la fece più. Si alzò dallo sgabello e portò il caffè con sé fino al tavolo dove i due stavano facendo colazione.
«C'è un posto libero per me?» chiese, sorridendo ad Henry e fingendo noncuranza anche se stava quasi tremando per l'agitazione.
 Regina si bloccò al suono della voce della bionda, rimase ferma, senza sollevare lo sguardo.
«Certo.» rispose Henry sorridendole e facendole spazio vicino a sè.
«Buongiorno Miss Swan.» rispose dopo qualche secondo la mora, fredda.
 La Salvatrice sorrise al figlio, sedendosi accanto a lui. Guardò poi Regina e deglutì, nervosa.
«Ciao Regina.» disse, tornando subito a guardare il figlio rendendosi conto che stava arrossendo. Regina rimase in silenzio sorseggiando il caffè.
«Ti sei divertita ieri? Sei tornata tardi...» chiese Henry mangiando i pancake.
 Emma arrossì e si seppellì nel caffè.
«Ho parlato con tua madre...» borbottò, guardandola da dietro al caffè come se la bevanda potesse proteggerla dalla probabile sfera di fuoco. Regina sollevò gli occhi guardandola sorpresa e arrossendo a sua volta.
«Sei stata da mamma?» chiese Henry per poi guardare Regina. «Non me l'hai detto? Ma non eri uscita con Hook?» continuò tornando a guardare la bionda. Regina guardò il figlio non sapendo cosa rispondere.
«Non mi è sembrata una cosa...importante.» disse dopo un po’, bevendo poi un altro sorso di caffè.
 Emma tenne gli occhi su Regina ancora per un po', tardando a rispondere al figlio, al quale si rivolse poi con un sorriso.
«Sì, avevo bisogno di parlare con lei di una cosa.» disse, lanciando poi un'altra occhiata a Regina. «Ma non abbiamo finito il discorso.»
 Regina la guardò con rabbia. «Tua madre ha sempre l'istinto di scappare.» rispose, acida. Emma riportò gli occhi su Regina, ora seria in viso, dispiaciuta. Si scusò con lei con lo sguardo.
«E sbaglio. Mi sono sentita... troppo coinvolta, e sono scappata, perché ho imparato a fare così tanto tempo fa.» spiegò, tornando poi a guardare il figlio con un sorriso. «Non imparare da me. Non sono coraggiosa, per certe cose.»
 Regina distolse lo sguardo.
«Lui per fortuna non è come te. Lui sa affrontare le conseguenze delle sue azioni, è così che l'ho cresciuto.» replicò
Emma la guardò.
«Lo so.» disse, continuando a fissarla. «Tu sei una madre fantastica.» aggiunse, arrossendo appena.
 Regina la guardò per un momento per poi posare lo sguardo su Henry. « Hai finito tesoro? È tardi, perderai l'autobus..» disse prendendo il portafoglio dalla borsa.
 Emma continuò a guardarla. Sospirò quando si rivolse ad Henry, e si alzò per farlo passare. 
«Ci vediamo più tardi ragazzino, okay?» gli chiese stringendogli delicatamente la spalla. Henry la salutò con un sorriso un po’ stranito. Regina posò i soldi sul tavolo per poi alzarsi aspettando suo figlio. Poggiò la mano sulle sue spalle e lo spinse gentilmente verso la porta
 Emma li guardò uscire. Si sedette di nuovo poi, finendo il suo caffè, sentendosi peggio di prima. Pochi minuti dopo si alzò e se ne andò dal diner. Non aveva voglia di incontrare né i suoi, tanto meno Hook, quindi decise di rifugiarsi nell'unico luogo isolato che conosceva e che non le sembrava di invadere. Si incamminò nel bosco fino a raggiungere il pozzo. Si appoggiò alle pietre fredde e coperte da un sottile strato di muschio morbido, guardando in basso, ricordando il giorno in cui Regina aveva riportato a Storybrooke sia lei che Mary Margaret, anni prima. Lo sguardo si fece vacuo mentre ricordava la sua espressione quando erano uscite da quel pozzo. Quanto quella magia l'avesse sfiancata. Al tempo non capiva il prezzo della magia, e quanto potesse essere faticoso praticarla. Lo accettava, ma non lo capiva...
 Rimase lì finchè non fu l'ora di andare a prendere Henry. Lo aspettò alla fermata dell'autobus e poi lo portò a fare un giro al suo ex-castello. Si sentiva nostalgica quel giorno. Quando iniziò a fare buio lo riaccompagnò a casa, bussando alla porta di Regina come la sera precendente.
 
 
 
 
 
Regina arrivò in ufficio. Si sedette sulla sedia di fronte la sua scrivania e iniziò a guardare dei documenti che avevano bisogno della sua approvazione. Alle cinque era tornata a casa, aveva sistemato un po’ e poi aveva iniziato a preparare la cena per lei ed Henry. Alle sette sentì bussare alla porta, si tolse il grembiule e andò ad aprire. Sorrise al figlio, ignorando totalmente la donna al suo fianco. «Tesoro la cena è quasi pronta, vai a lavarti le mani.»
 Henry le sorrise, poi si rivolse ad Emma.
«Resti a cena?» le chiese, mandandola nel panico. La bionda guardò Regina.
«Ehm... uh... Non credo che tua madre abbia cucinato anche per me.» disse sforzandosi di sorridere al figlio.
 Regina guardò il figlio.
«Henry credo che tua madre abbia già altri impegni, sicuramente ha un appuntamento con il pi...Hook.» si corresse alla fine
 Emma non riuscì a nascondere un'espressione disgustata.
«No, con lui proprio no. Ma non voglio disturbare tua madre, sarà stanca dopo che ha lavorato tutto il giorno. »
 Henry guardò Regina.
« Può restare per favore?» chiese con tono supplicante.
Regina si arrese a quello sguardo.
«Certo tesoro, se Miss Swan vuole rimanere a cena può farlo.» rispose freddamente, gli occhi su di lui.
«Emma.» la corresse infastidita la bionda. «E, sì, mi farebbe piacere.» disse, sorridendo al figlio.
 «Bene...allora entra.» disse l’altra facendole cenno con la mano. « Io vado a controllare la cena, voi potete apparecchiare la tavola.» disse sparendo in cucina.
 Emma entrò, posò la giacca e aiutò il figlio ad apparecchiare, cosa a cui, sinceramente, non era molto abituata. Non si era mai apparecchiata a Boston, per mangiare, troppo pigra per farlo, e non avendone motivo, visto che era sempre da sola. E, da quando stava da Mary Margaret, era lei ad occuparsene. Emma lavava i piatti, se riusciva a convincere lei e David a lasciarglielo fare.
«Che è successo con Hook?» le chiese Henry. Emma sospirò.
«Ho... ho cambiato il mio modo di vederlo, dopo che ho saputo una cosa su di lui.»
Henry spalancò gli occhi per un istante.
«Ti ha nascosto qualcosa?»
Emma guardò il figlio. Ad Henry Killian piaceva, si trovava bene con lui. Non voleva dividerli, ma come poteva non farlo dopo ciò che l'uomo aveva fatto a sua madre?
«Ehm.. sì. Non mi ha raccontato una cosa che ha fatto, una cosa importante, e, ecco... non... non riesco più a guardarlo allo stesso modo ora.» spiegò giocherellando con un coltello.
Regina sfornò le lasagne e preparò i piatti. Ne prese due e li portò in sala da pranzo.
«È pronto.» disse mettendo i piatti a tavola, tornò poi in cucina per prendere l'ultimo piatto tornando qualche istante dopo.
 Henry guardò Emma con preoccupazione.
«Che cosa ha fatto?» le chiese. 
Emma esitò nel rispondergli, e per fortuna arrivò Regina con la cena. Le sorrise automaticamente.
«Uuuh, le famose lasagne...» commentò, sentendo già l'acquolina in bocca. Non aveva pranzato, quindi praticamente aveva un buco nero al posto dello stomaco.
Regina si sedette senza degnarla di uno sguardo. «Buon appetito tesoro.» sorrise al figlio.
Emma strinse le labbra e prese la sua porzione mangiando poi in silenzio.
Regina iniziò a mangiare. Calò il silenzio per qualche istante.
«Com'e andata a scuola?» chiese poi a Henry, spezzandolo.
Emma li ascoltò parlare, rimanendo in silenzio. Ebbe modo così di assistere a quello che non aveva potuto vedere per dieci anni: Henry con sua madre, a cena, come tutti i giorni.
«Tutto bene, ho anche finito tutti i compiti.» le rispose lui con un sorriso.
«Bravissimo, allora dopo cena puoi guardare la televisione o puoi andare a leggere i fumetti nuovi che ti aspettano in camera.»
«Mi hai comprato i fumetti che volevo?»
«Si, sono sul tuo letto.»
«Grazie mamma.» disse felice il ragazzo.
«Di niente tesoro.» rispose Regina accarezzandogli una guancia. Emma non riuscì a nascondere il sorriso che le distese il volto a quella scena. Guardò Regina con ammirazione, ma nascose il volto un attimo dopo riprendendo a mangiare, senza dire nulla.
«Spero che tu abbia ancora spazio per il dolce.» disse Regina, alzandosi per sparecchiare.
«Cosa hai preparato?» chiese curioso il ragazzino.
«Torta di mele.» gli rispose lei.
Emma sorrise tra sé. Ovvio, cosa se non la torta di mele avrebbe potuto preparare? si chiese, divertita.
 Regina andò in cucina e tornò con la torta. Tagliò tre fette e le mise nei piatti. Emma la ringraziò con un sorriso.
Assaggiò il dolce, aspettandosi di addormentarsi per sempre da un momento all'altro, visto ciò che aveva fatto. La torta di mele si rivelò tuttavia innocua, oltre che buonissima.
«Era tutto buonissimo mamma...Posso andare in camera mia?» chiese Henry, impaziente di sfogliare i nuovi fumetti.
Regina gli sorrise. «Certo tesoro.» rispose mentre si alzava per iniziare a sparecchiare.
Emma si alzò immediatamente, aiutandola senza dire una parola.
Regina entrò in cucina e mise i piatti nel lavandino, poi si voltò verso di lei.
« Grazie ma non c'è bisogno che mi aiuti... L'accompagno alla porta, Miss Swan.»
Emma mise le posate nel lavabo, quindi sospirò alle sue parole.
«Regina, dobbiamo parlare…»
 «Non vedo di cosa Miss Swan. È piuttosto tardi e devo andare a controllare che nostro figlio vada a letto: domani ha scuola.» disse andando verso l'ingresso.
 «Di ieri sera...» replicò l’altra seguendola. Odiava quando la chiamava a quel modo, con quel tono.
 «Non è successo nulla di importante. Avevamo bevuto, tu eri confusa per il pirata, nessuno dovrà saperlo tranquilla. Puoi tornare dal tuo pirata.»
 «Ma io non voglio tornare da lui!»  ribatté la Salvatrice alzando la voce.
 «Torna a casa tua, dai tuoi genitori.» replicò aprendo la porta
Emma rimase in silenzio a guardarla per alcuni secondi. 
«Regina, ti prego...»
 «Cosa? Ti prego cosa?» rispose irritata. «Ti dispiace di avermi baciata o di avermi lasciata mezza nuda sul divano dove stavamo per fare sesso?» continuò con la rabbia negli occhi.
 Emma indietreggiò, intimorita. Conosceva la sua rabbia, e di solito non la spaventava, non così, almeno, ma ora che sapeva di essere nel torto si sentì così in colpa, tanto da non riuscire a controbattere come al solito.
«Ehm... S-sì, per quello, cioè, no, la seconda. Per... per essermene andata...» rispose arrossendo.
 Regina cercò di calmarsi, non voleva alzare la voce per evitare che suo figlio le sentisse.
«Emma davvero non è successo nulla, avevamo bevuto troppo ed è stato meglio così. Ce ne saremmo pentite l'attimo dopo...» la rassicurò, cercando di mantenere una calma e una freddezza che non si sentiva addosso.
 Fu come se un enorme masso le fosse crollato addosso. La Salvatrice, bianca in volto, annuì abbassando lo sguardo, e uscì dalla casa senza dire un'altra parola.
 Regina la guardò andare via, si appoggiò alla porta osservandola. Gli occhi lucidi e il cuore che le martellava nel petto, richiuse la porta e appoggiò le spalle ad essa, lasciando finalmente le lacrime libere di scendere sul suo viso.
   
 
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