Fumetti/Cartoni americani > Pucca
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Autore: HarleyHearts    19/10/2017    1 recensioni
Pucca ha lasciato il piccolo villaggio Sooga da 6 lunghi anni e ora, che è una giovane ragazza di 16 anni, ha deciso di ritornare a casa.
Ma tante cose durante la sua assenza sono cambiate. Loro sono cambiati e lei per prima è cambiata.
Il fuoco che divampava dentro di lei sembra essersi assopito, come il fuoco di una persona a lei cara.
Una figura misteriosa e oscura ha devastato dall'interno il "non-più-tanto-piccolo" villaggio Sooga.
Riuscirà Pucca a ritrovare se stessa e a riportare tutto alla "normalità" ?
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Garu, Nuovo personaggio, Pucca
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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capitolo 13
Capitolo 13.
Troviamo un piano.

- Adoro ricevere visite inattese! Mi rallegrano sempre la giornata -
Per quanto potesse sembrare assurdo, specialmente all’orecchie della piccola giapponesina, Hideo sembrava serio e non nascondeva doppi sensi oscuri in quella frase.
Le visite inaspettate lo rallegravano sul serio.
Seduta sul divano della stanza, Pucca puntò lo sguardo verso la porta d’ingresso.
Sapeva che da lì a poco sarebbe apparso qualcuno, e in cuor suo sperava che si trattasse di Garu o dei suoi amici.
Ancora una volta però, la corvina si era sbagliata.
L’uomo che apparve sulla soglia non assomigliava né a Garu né a nessuno dei suoi amici.
Vestito con un completo gessato blu scuro, portava sotto una camicia immacolata, ben chiusa fino all’ultimo bottone, con una cravatta sottile anch’essa blu scura.  
I capelli erano castani, tendenti al mogano, e tirato all’indietro con quello che, ad una prima occhiata, sembrava gel.  
Sulla base del naso poi c’erano appoggiati un paio sottile di occhiali, con la montatura di un freddo grigio; occhiali che conosceva alla perfezione, da tantissimi anni.
- Guarda guarda chi è venuto a farmi visita nella mia umile dimora! - esclamò allegro il nipponico, aprendo le braccia e facendo qualche passo verso l’uomo vestito elegante.
- È da una vita che non ci si vede, Liang -
Pucca rimase congelata sul posto.
Da quanto tempo non vedeva suo padre? Mesi, se non di più. Forse persino anni.
L’ultima volta era stata in Giappone, quando era venuto inaspettatamente a trovare lei e sua sorella durante le vacanze di primavera.
La sua era stata una visita fugace, durata davvero molto poco a causa dei suoi numerosi impegni lavorativi.
Da quando era ritornata in Corea non l’aveva visto nemmeno una volta.
Che cosa era venuto a fare lì? Come sapeva... che lei era lì?
- Sono venuto per portare a casa mia figlia, non per fare una visita a te - sputò quasi, l’ultima parte della frase.
- Siamo venuti -
Pucca rimase ancora più sconvolta nel realizzare che suo padre non era solo.
Dietro di lui infatti, apparirono le tre figure dei suoi zii.
- Ma quanto sei scortese, Liang! Non ti ricordavo così sgarbato - commentò, dopo aver fatto una smorfia, Hideo - Dovresti essere più gentile con tuo cognat_ Oh! Scusa. Ex cognato -
Il nipponico stava ridendo, ma non come prima.
Assolutamente no.
La sua... era una risata cupa e cattiva, che si stava beffeggiando dell’uomo che aveva davanti.
Pucca potè sentire suo padre stringere con forza i denti. Sembrava essersi infuriato per le parole del nipponico non poco, e lei non l’aveva mai visto così.
C’era qualcosa che non riusciva a capire, e non le era proprio chiaro.
- Io e Pucca stavamo parlando tranquillamente, prima del vostro improvviso arrivo. Perché non vi accomodate anche voi? - domandò poco dopo l’uomo, mentre con la mano indicava i divanetti alle spalle.
I quattro non risposero nemmeno, e fecero per andare verso la ragazza.
Hideo però fu più veloce, e si parò davanti a loro.
- Ah ah ah - fece di “no” con il dito - Non così in fretta -
- Levati, Hideo - gli ringhiò contro Liang, furioso, facendolo solo divertire maggiormente.
- Non ti ricordavo così aggressivo, sai? Pensavo fossi ancora il senza palle che stava con mia sorella -
Liang non ci vide più. Era già sul punto di saltargli alla gola, preso dalla rabbia del momento, ma fu bloccato prontamente dai tre cuochi.
Sapevano che uno scontro diretto, subito con Hideo, non sarebbe stata una scelta saggia.
Nel frattempo Pucca, che si era alzata da tempo in piedi, osservava la scena in silenzio, non sapendo come reagire.
Non si era mai sentita così, in vita sua.
Un tempo, quando era molto più piccola, sarebbe riuscita a trovare una soluzione per quella faccenda quasi immediatamente.
Invece ora... si sentiva completamente persa.
Non sapeva cosa fare, cosa dire e cosa pensare soprattutto.
Era conscia del fatto che gli anni in Giappone l’avevano cambiata nel profondo, ma non così tanto; forse il suo non era stato un cambiamento completamente positivo, come aveva pensato erroneamente un tempo.
I lati negativi del suo soggiorno fuori Sooga, si stavano facendo sentire con estrema prepotenza, e Pucca... rimase inerme, davanti a loro.


- Garu, ragiona! Non possiamo entrare in quella villa, senza uno straccio di piano. Andremmo a morte certa! -
Quelle di Abyo furono parole al vento.
Da quando avevano lasciato il palazzo di Master Soo, Garu si era chiuso in un silenzio tombale.  
Inutili furono tutti i tentativi del migliore amico, per fargli dire anche solo mezza parola.
Garu aveva marciato con passo spedito verso il luogo indicato dalla divinità, e il resto del gruppo lo aveva seguito.
Ma ora, che erano al limite della foresta di bambù, non molto lontani dalla dimora del criminale, si erano visti costretti a fermare l’ex ninja.
Se l’avessero lasciato fare, la loro possibilità di riportare a casa Pucca sarebbe andata in fumo... non potevano permetterlo.
- Senti un po’, Garu - intervenne Hinata, svincolata via dalla presa di En - Non mi piaci. Non mi stai simpatica nemmeno un pochetto... - avvicinò l’indice e il pollice davanti alla faccia, per fargli capire di quanto “poco” stesse parlando - Ma Hideo non mi piace ancora di più, e voglio portare in salvo mia sorella; sana e salva. Mettiti in mezzo, o manda all’aria tutto il nostro piano, e ti faccio fuori. Sono stata chiara? -
Il corvino continuò a non parlare, e non rispose alla domanda della giapponese.
Questo la fece andare ancora di più su tutti i nervi.
Rossa in volto, lo prese per il collo della maglia e con una forza inumana lo abbassò fino alla sua altezza.
- Sono stata chiara?! - ringhiò, inviperita come mai.
La maschera di impassibilità di Garu iniziò a cedere, davanti al pericolo.
Con una piccola luce di paura negli occhi, il coreano annuì meccanicamente con la testa.
- Bene - lo lasciò andare - Che facciamo ora? -
- Entriamo lì dentro -
Hinata lanciò un’altra occhiataccia al ragazzo davanti a lei.
 - Grazie - commentò sarcastica, appoggiando una mano sul fianco - E io che pensavo che saremmo andati a raccogliere funghetti con dei magici conigli alati -
En si avvicinò alla propria ragazza, e appoggiò nuovamente una mano sulla spalla.
- Hinata, dai -
La ragazza sbuffò infastidita.
Era sull’orlo di una crisi di nervi, e tutti in quella situazione potevano capirla.
Erano tutti nervosi, e spaventati.
Non avevano un vero proprio piano, e non sapevano come comportarsi con esattezza.
La paura di combinare qualche disastro, era davvero tanta.
- Siamo tutti nervosi... e spaventati - parlò Ching, accarezzando con dolcezza la testolina della piccola Wong - Ma dobbiamo trovare un piano. Pucca è nostra amica, e dobbiamo aiutarla a tutti i costi -
Hinata annuì con la testa, trovandosi completamente d’accordo con le parole della corvina.
- Qualcuno ha qualche idea? - domandò Abyo.
Ci fu un attimo di silenzio.
- Io, forse -
Tutti si girarono verso En, incuriositi.
Il biondo prese per le spalle Hinata, e la girò verso i presenti.
- E lei sarà la nostra chiave -
 

   
 
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