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Autore: Leggo93    20/10/2017    1 recensioni
Zoro e Nami percorrevano il tragitto in macchina che avrebbe condotto lei al lavoro. Lui, però, era distante. Era a due settimane fa. Il suo cuore è rimasto fermo da quel giorno, mentre la sua mente non ha fatto altro che pensare solo ed unicamente ad una persona.
Genere: Fluff, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Nami, Roronoa Zoro, Sanji | Coppie: Nami/Zoro, Sanji/Zoro
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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*Salve! La canzone "In nome dell'amore" esiste davvero per chi non la conoscesse. Vi consiglio di ascoltarla mentre leggete, iniziando proprio dalla riga di note musicali. Ovviamente mi rivolgo a tutti coloro che vorranno dedicare pochi minuti del loro tempo a questa ff. Grazie e commentate, per favore :) *




In nome dell’amore

«E poi ho detto al direttore di banca che, se voleva ancora vedere la più rinomata meteorologa di canale 6 nella sua filiale, doveva scendere il tasso d’interesse del finanziamento del 4%. Sono o non sono una maga degli affari, eh?»
Nami non ottenne nessuna risposta dal suo interlocutore, intento a guidare per le strade di New World.

«Zoro? Ci sei??» accompagnando il richiamo ad una piccola spinta sulla spalla.
«S-sì, dicevi della truccatrice, no?»

Uno sbuffo, una rapida occhiataccia rivolta al fidanzato, e di nuovo a parlare come un fiume in pena: «Certo, la truccatrice… Zoro, cos’hai? Sono diversi giorni che sembri un altro. Più scorbutico del solito, più musone, e…» le parole finirono prima del tempo, maledicendo anche quella continuazione inopportuna.
Zoro si accorse del cambio di tonalità e soppesò alcuni momenti quella “e” lasciata in aria, optando per approfondirne il significato:« Continua. »
D’altronde, anche con quel pensiero in testa, era pur sempre il muscoloso testa verde dalle poche parole.
Nami, allora, proseguì la via lasciata a metà: « Meno passionale. Ricordi quand’è stata l’ultima volta che abbiamo fatto l’amore?»
Zoro frenò la sua corsa in vista del semaforo rosso, approfittando di quei pochi secondi di calma per ripescare il ricordo dell’ultimo incontro d’amore con Nami.

Non gli venne in mente.

Optò per il caso: «Una settimana fa?»
Lei abbandonò quella calma che tanto aveva cercato di mantenere, non volendo alzare un polverone senza prove in mano, ma alla lunga anche la sua (limitata) pazienza si era dissolta: «CON OGGI, SONO 15 GIORNI. QUIN-DI-CI. – disse, scandendo ogni parola come una vipera che sputa veleno – ZORO. CHI È L’ALTRA? »

Il semaforo divenne verde: Zoro riprese la marcia, mettendo la freccia a destra e proseguendo per altri 2km in quella direzione. A far da sottofondo ai suoi pensieri c’era un rumore, o meglio, erano le continue accuse di Nami in merito ad una fantomatica ragazza di facili costumi con cui l’aveva tradita.
Alle orecchie di Zoro, però, tutto ciò era un rumore come un altro: i clacson delle altre macchine, i “vaffanculo” che si scambiavano gli autisti, le urla dei bambini e delle madri nel parco appena passato.
A destarlo dal torpore mentale, una spinta da parte della rossa.

«FERMATI, IDIOTA, SONO ARRIVATA.»

In effetti, Zoro non si era accorto di esser arrivato proprio davanti all’entrata degli studi di Canale 6.
Onestamente, non c’era mai riuscito da quando Nami vi lavorava.
Doveva sempre partire da casa mezz’ora prima per riuscire a fare solo un’ora di ritardo. «L’UNICA COSA BUONA CHE HAI FATTO È IMPARARE LA STRADA, COGLIONE. E STASERA CONTINUIAMO IL DISCORSO. » promise Nami, lasciando un’ingente quantità di veleno sia nell’abitacolo che nel percorso dalla macchina al suo ufficio.

Prima di ripartire, il verde si lasciò andare ad un sospiro profondo, di quelli che ti svuotano per tre, dolci e liberi secondi.
La bellezza di quella pace fu effimera, lo sapeva.
Era a conoscenza di tante cose, ad onor del vero.

Lui era Zoro, vincitore del titolo nazionale di “Spadaccino dell’anno”, fidanzato da 2 anni con Nami e totalmente, indiscriminatamente e sinceramente, coglione.

Era da solo, poteva ammetterlo. O forse no. Lui era un uomo tutto d’un pezzo, dopotutto.

Accese la radio, più per  un vano tentativo di distrarsi che per altro. L’unica cosa che voleva era… Cioè, voleva andare ad allenarsi. .
«Cari amici di Radio Pirata! Benvenuti e bentornati dalla vostra: “Perona!” e dal Vostro Absolom. PRROOONTI PEEER IL JIIIINGOL!!»

« Ma andate a fanculo », commentò stizzito l’ascoltatore dalla testa verde.

«♪♪♫Radio Pirata ti regalerà la felicità, Radio Pirata solo musica Leggendaria!♪♫♪»
«Oh, che bello il nostro jingol, non trovi Perona?»
«Assolutamente sì, caro Abs! Ma ora smettila di tenermi sulle spine e cominciamo con le canzoni che più hanno segnato i cuori dei nostri ascoltatori. »
« Vedete che collega che ho? Brava, oggi il tema della puntata è: “In nome dell’amore ho fatto…” Noi manderemo le più belle canzoni d’amore che abbiamo trovato e voi ci manderete messaggi dove direte cosa avete fatto per il più nobile dei sentimenti. Perona, sono un gentleman d’altri tempi: vuoi mandare tu il primo brano?»
“Oh, Abs, così mi fai arrossire. Il primo brano è proprio “In nome dell’amore”, di Paolo Meneguzzi!



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Come stai, come sto
maledettamente bene
«...ed è vero.»
Penso a te, penso a noi
e non vivo più
«…»
Forse sei abile
a nascondere il dolore
forse no, non lo so
ma ti aspetterò.

Zoro non si accorse del semaforo rosso, con noncuranza proseguì avanti, verso dove doveva adare...

guardami, sono qui
tra l’inferno e il paradiso
non so più che anno è
cerco solo te

«… maledetto.» Si morse le labbra, in un saliscendi di tensione.

tutto sa di follia
ma è solo malinconia
vedo la realtà e vorrei che fosse una bugia

«Invece non lo è…»


In nome dell’amore,
l’alba brucerà, le porte della tua prigione
In nome dell’amore
fai la cosa giusta sì, la cosa giusta
anche se fa male

« anche se fa male… dannato torciglio… DANNATO.»

Un giorno, un’ora
vorrei vederti ancora
Un raggio di sole
in nome dell’amore

«…»

Dove sei
cosa fai
Hai paura di sbagliare

« Starai cucinando per quelle 4 zoccole e quei 4 stronzi che vengono a mangiare i tuoi schifosi piatti solo per vederti. »

Io non so che cos’è
che mi lega a te

« NON È NIENTE. È stato categorico. »

Sarà un Dio che non ho
un peccato da pagare
la realtà è che non lo
ma stai scappando via

«… Quello l’ho fatto io.» Acconsentì a quella confessione detta a denti stretti perché non c’era nessun altro, oltre a lui. Nessuno a cui valesse la pena parlare.

In nome dell’amore
Io combatterò
ti salverò anche a costo di morire
In nome dell’amore
voglio dirti che ti amo

« Io voglio solo prenderti a pugni, damerino che non sei altro.»
 
Un giorno, un’ora
vorrei vederti ancora
Un raggio di sole
in nome dell’amore
in nome dell’amore
Un giorno, un’ora
vorrei parlarti ancora

« Non mi parli da due settimane. La cosa buffa è che ricordo il tuo odore, il tocco della mia mano sul tuo viso… ricordo altro di te, ma non la tua voce.» Ammise, in un dialogo con sé stesso che, ormai, doveva concludere.

Un giorno, un’ora
vorrei vederti ancora
in nome dell’amore
 
« in nome dell’amore…certo…»

In nome dell’amore
stai con me.

Un giorno, un’ora
vorrei vederti ancora
Un raggio di sole
in nome dell’amore
in nome dell’amore
Un giorno, un’ora
vorrei parlarti ancora
Un giorno, un’ora
vorrei vederti ancora
in nome dell’amore

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« In nome dell’amore…» Una brusca frenata accompagnò la fine della canzone.
Zoro aveva bisogno di un momento. Doveva riprendere il controllo di sé.
Spense la radio, scese dalla macchina e cominciò a fare due passi, infischiandosene di aver lasciato metà macchina sul marciapiede.
Potevano anche portargliela via per quel che gli importava.
Portò con sé i pensieri di prima come compagnia.

Era ancora presto per affogarli in un fiume di alcool, non voleva ridursi uno straccio alle 11 del mattino.
«Sì. L’ho baciato. Sì, io. Non lui.»
Diede un calcio ad un ciottolo trovato per terra.
«Sì. Sono scappato come un codardo.»
Raggiunse il ciottolo, calciandolo più forte.
«Quando, due settimane fa, sono andato al Baratie, mi ha detto che non è successo niente. Non è successo niente. Perfetto, sono d’accordo.»
Il ciottolo colpì il parabrezza di una macchina, restandovi conficcato e facendo partire l’allarme.
Zoro fu scosso dal fastidioso suono della macchina ed entrò nel primo locale che gli capitò tra le mani, non dando peso a che tipo di merce vendesse, voleva solo ritrovare il filo interrotto dei suoi pensieri.


 
   
 
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