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Autore: lonewolf87    20/10/2017    1 recensioni
A causa di un brutto incidente stradale in cui il povero Na-San perse la vita, Kilari si ritirò dal mondo dello spettacolo e si trasferì a New York, abbandonando tutti i suoi amici e il ragazzo di cui era innamorata. Quindici anni dopo, un improvviso malore del padre costringerà l’ex idol a tornare in Giappone, dove farà la conoscenza di una ragazzina che la spingerà ad affrontare il proprio passato.
Genere: Generale, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hiroto Kazama, Kilari Tsukishima, Nuovo personaggio, Seiji Hiwatari
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’indomani mattina, come programmato, Kilari si diresse all’agenzia Higashiyama, con l'intenzione di parlare con colui che di fatto è il padre del bambino. Nelle condizioni in cui si trovava, avrebbe preferito starsene tranquilla in casa piuttosto che cercare Hiroto, ormai lo odiava per quello che aveva fatto a lei e a Shizuka, ma allo stesso tempo aveva il diritto di sapere dell'esistenza di questo bambino. Mentre era per strada, ricevette una telefonata .
“Pronto?” rispose Kilari.
“Ciao, Kilari. Come stai?” chiese Shizuka.
“Ciao Shizuka. Non c’è male, grazie. Perdonami se sono sparita senza dirti nulla.”
“Non importa. Mia madre mi ha detto che non ti sei sentita bene.”
“Già. E’ un'influenza, ma nulla di grave.”
“Ma quando tornerai? Il direttore si sta occupando di me, ma non potrà farlo ancora a lungo.”
“Spero il prima possibile. Tu però non ti preoccupare. Lavora come hai sempre fatto e mi raccomando, non dimenticarti di studiare, altrimenti tua madre si arrabbierà.”
“Kilari, te l'ho già detto una volta e te lo ripeterò ancora. Tu non sei solo la mia agente. Sei come una sorella per me e se hai dei problemi....”
“Lo so, lo so. Sei pronta ad aiutarmi. E lo apprezzo molto, Shizuka. Ne sono davvero felice. Ma stai tranquilla. Va tutto bene.”
“Come vuoi. Riprenditi presto. Ciao.” riattaccò la ragazza.
“Una sorella eh?” pensò Kilari, che nel frattempo era giunta all'agenzia Higashiyama. Non sapeva dove si trovava Hiroto, né aveva voglia di cercarlo in tutto l’edificio, quindi scelse di passare prima nell’ufficio della signora Higashiyama.
“Che ci fai qui? Non puoi entrare nell’ufficio della direttrice senza appuntamento.” la richiamò Kitagawa appena la vide. Kilari però ignorò l’uomo e proseguì per la sua strada. “Ehi, fermati!” la bloccò lui, afferrandole il braccio.       
“Mi lasci andare, signor Kitagawa!” protestò l’ex idol.
“Che sta succedendo?” domandò la direttrice Higashiyama appena sentì il casino.
“Mi perdoni, signora. Kilari Tsukishima è entrata senza permesso nel suo ufficio.” spiegò il suo segretario.
“Falla entrare.” ordinò la donna.
“Cosa? Ma signora…” provò a obiettare Kitagawa.
“Me ne occupo io, Kitagawa. Vai pure.” lo rassicurò la direttrice.
“Come desidera.” disse l'uomo, prima di ritirarsi, lasciando sole le due donne. 
“Ne è passato di tempo dall'ultima volta che ci siamo incontrate, cara Kilari. O preferisci che ti chiami Kirako Tsukiyama?” domandò quella più anziana. Kilari però non rispose e continuò a guardar male la direttrice. L’ex idol era infuriata con lei, non solo per non aver mai smesso di mettere i bastoni tra le ruote ai suoi amici e a Shizuka, ma soprattutto per aver usato Hiroto per i suoi sporchi interessi. “Cosa c'è? Per caso il tuo gatto ti ha mangiato la lingua?”
“Non la credevo capace di battute così tristi, signora Higashiyama, ma farò finta di non aver sentito.” rispose Kilari. “Adesso mi dica dov’è Hiroto, che dovrei parlare in privato con lui.”
“Che t'importa? Non avevi detto che non volevi vederlo mai più?”
“Non sono affari suoi.”
“Che atteggiamento scontroso. Fubuki aveva ragione. I quindici anni di assenza dal mondo dello spettacolo ti hanno cambiata in maniera radicale. Forse per questo ti sei ridotta a fare la badante per una ragazzina dilettante.”
“Non sia ridicola. Lei lavora nel mondo dello spettacolo da prima che arrivassi io ed è in grado di riconoscere chi ha del talento e chi no. Se avesse considerato Shizuka una dilettante, non avrebbe mai chiesto a Hiroto di rubarle la sua canzone e di copiare il suo vestito.”
“Non so di cosa tu stia parlando.”
“Non faccia la finta tonta, signora Higashiyama. Io la conosco molto bene. Perché infastidisce l'agenzia Muranishi? Per semplice spirito di concorrenza o perché non riesce ancora ad accettare che il direttore abbia sposato la signora Kumoi, invece che lei?”
“Come osi rivolgerti a me con questa confidenza???? Tu non sai nulla della mia vita privata!!!!” sbottò improvvisamente la donna, a dimostrazione che Kilari aveva fatto centro.
“Può darsi, ma io e il signor Kama sappiamo quanto basta per far beccare a Midori e alla sua agenzia una denuncia per furto e non credo che lei voglia rovinare la carriera della sua idol di punta. Per quanto lei possa essere ricca e potente, sa benissimo che se circolassero notizie come queste, la credibilità di un’artista verrebbe intaccata seriamente.” la minacciò Kilari.
“Non dire sciocchezze! Non avete nessuna prova per accusarmi!”
“E qui che si sbaglia. Forse lei non lo saprà, ma il signor Kama è una persona molto gelosa dei propri lavori e all’interno del suo studio ha piazzato una telecamera. Si da il caso che lui abbia in possesso la registrazione del momento in cui Hiroto ha copiato il testo della sua canzone. E guarda caso, dopo aver rassegnato le sue dimissioni, è passato immediatamente alla sua agenzia. Il signor Kama ovviamente non ha creduto a tutte queste coincidenze e ha intenzione di denunciarvi, ma io l’ho convinto a lasciar perdere, per il momento. Nonostante il suo caratterino da first lady, Midori è pur sempre una ragazzina ingenua che ha la sfortuna di avere dei pessimi consiglieri come Fubuki e come lei, signora Higashiyama. Per questo ci terrei molto che non venga coinvolta in uno scandalo del genere.”
“Grrrrrrrrrr!!!!”
“Quindi glielo chiedo per l'ultima volta. Dov'è Hiroto?”
“E’ nella sala prove. Si sta esercitando in vista di uno show. Farà presto il suo debutto sotto la mia agenzia.”
“Bene.” rispose Kilari voltandole le spalle, prima di fermarsi. “Ah, dimenticavo. Se proverà ancora a infastidire Shizuka o qualche altro artista dell'agenzia Muranishi, le assicuro che la prossima volta che c'incontreremo non mi limiterò a cercare una soluzione per risolvere tutto, ma metterò nei guai lei e i suoi artisti. Così capirà cosa si prova a rovinare il lavoro degli altri.”
“Osi minacciarmi? Sei solo una miserabile idol fallita che vale meno di zero! Non hai alcun potere su di me!”
“Questo sarà da vedere. Io l'ho avvisata. Arrivederci.”
“Che caratteraccio. Non è più la Kilari di una volta. È diventata un'altra persona.” pensò la direttrice, mentre la vide andar via.
 
Quando Kilari giunse nella sala prove dell’agenzia Higashiyama, trovò Hiroto che stava ballando. Infastidita dal volume alto della musica, e soprattutto dalla presenza dell'uomo che l'aveva ingannata fino a metterla incinta, prese il telecomando e spense lo stereo.
“Ma cosa...tu?” domandò sorpreso Hiroto non appena si accorse della presenza di Kilari.
“Vedo che ti stai impegnando come se non fosse accaduto nulla.” replicò lei, continuando a fissarlo male.
“Questo lo credi tu. Che vuoi da me adesso? Non dicevi che dovevo stare alla larga da te?”
“Perché volevi rovinare Shizuka?”
“Non ricominciare con la storia che sono il burattino di Fubuki e della signora Higashiyama.”
“Ma è la verità. Altrimenti non saresti mai arrivato fino a quel punto. Hai perso completamente il controllo, Hiroto. E io ci sto male, perché è anche colpa mia se sei diventato così.”
“Già, hai ragione. E’ colpa tua. Ho trascorso quindici anni della mia vita cercando in tutti i modi di dimenticarti, senza mai riuscirci. E proprio quando stavo per farcela, spunti all'improvviso e stravolgi la mia vita. Tu lo sapevi molto bene, ma nonostante questo, mi hai costretto a lasciare l'agenzia Muranishi.”
“Non potevo permetterti di fare da spia alla signora Higashiyama.”
“Ti ripeto che non sapevo che lei aveva intenzione di far cantare la canzone di Shizuka a Midori.”
“Non ti credo. Da quando sono tornata, non hai fatto altro che riempirmi la testa di bugie.”
“Se sei venuta per farmi la morale, te ne puoi anche andare.”
“Sono incinta.”
“Cosa?” domandò Hiroto, che sembrava non aver sentito bene. “I-incinta? Che significa?”
“Significa che tu sei il padre.” svelò Kilari.
“E’ impossibile! Chi mi garantisce che non te ne sei andata a letto con altri uomini dopo che ti ho scaricata?”
“No, Hiroto. Perché io non sono come te. Ho amato solo una persona. Possiamo fare anche il test del DNA se non mi credi. Non ho nulla da nascondere.”
“Senti, non possiamo tenere un bambino. Io sto per sposarmi con Fubuki fra tre giorni e non ti permetterò di rovinarmi il matrimonio.”
“Sei davvero sicuro di amarla?”
“Sì, la amo, e anche lei ama me. Quindi lasciaci in pace.”
Kilari rimase in silenzio, delusa dalla reazione di Hiroto. Sperava che questo bambino che portava in grembo l’avrebbe fatto tornare sui suoi passi o che avrebbe quantomeno accettato di fare il padre, ma non era cambiato nulla.
“D'accordo. Dimmi quanto vuoi per dimenticare questa storia del bambino. Pagherò tutte le spese necessarie per l'aborto. Ti bastano questi?” chiese Hiroto, tirando fuori un assegno. Kilari rimase senza parole. Quello non poteva essere Hiroto. Non poteva aver detto una cosa del genere. Credeva veramente che avrebbe rinunciato al bambino per dei miseri soldi?  Appena vide l’assegno, Kilari lo prese e lo strappò, fissando Hiroto con odio.
“Sei un mostro, Hiroto. Mi fai schifo. Non voglio i tuoi soldi. Sposati pure con Fubuki. In fondo siete fatti l'uno per l'altra. Siete due bugiardi ipocriti che ingannano il prossimo per i vostri sporchi interessi.” lo insultò lei, lasciando il moro senza parole. “Spero solo che tu possa essere felice con lei, sempre se una vita piena di inganni la consideri felicità.” concluse Kilari prima di correre via in lacrime dall'agenzia Higashiyama.  Ancora una volta Hiroto l'aveva ferita profondamente e questa era la conferma che si sarebbe dovuta occupare del bambino da sola. 
  
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