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Autore: I_love_villains    22/10/2017    0 recensioni
Pharrell College= scuola privata inglese per giovani sidhe.
Sidhe= creature fatate facenti parti del Piccolo Popolo.
Pandora= tutti i doni. Ma alcuni sono oscuri.
Coraggio= capacità di affrontare situazioni difficili e pericolose, talvolta per fare la cosa giusta.
Amicizia= vivo e scambievole affetto tra due o più persone, ispirato dalle più svariate cause.
Paura= stato emotivo di repulsione e di apprensione in prossimità di un vero o presunto pericolo.
Sfortuna= cattiva fortuna, sorte avversa. Le disgrazie non vengono mai da sole e i mostri sono reali.
Genere: Fantasy, Horror, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Pioveva di nuovo, per la noia dei bambini, impossibilitati a giocare fuori. Pandora era stesa sul suo letto, a pancia in giù, e leggeva muovendo piano le gambe. Ad un tratto Pepe corse vicino a lei, depose per terra una lucertola e la guardò, in attesa.
“Bravo micio” fece lei e lo carezzò distrattamente.
Allora il gatto mangiò la sua preda.
“Stai studiando, Dory?”
“Più o meno. Questo libro mi sta facendo addormentare.”
Detto questo sbadigliò, decidendo che ne aveva abbastanza. Lasciò cadere il libro e prese Pepe in braccio.
“Facciamoci un pisolino, mh?”
In quel momento un ragazzino biondo con gli occhi azzurri entrò nella stanza, sorridendo.
“Dory cara, ti va di assistere ad uno spettacolo di burattini?”
“Veramente stavo per dormire. E sono marionette.”
“Bene, non hai impegni. Dai, è divertente e sai che me ne scordo sempre.”
“Compreso il mio nome.”
“Sei crudele a ricordarmi sempre il mio problema … ma aspetta, in realtà lo fai così mi sforzo e guarisco, vero?” domandò il biondino sedendosi sul letto, accanto a lei.
“Beh, se tu guarissi mi farebbe piacere …” cominciò Pandora, interrotta dall’altro che le strinse con veemenza una mano.
“Lo sapevo, tu non puoi essere crudele.”
“Galahad” sospirò la bambina esasperata. Ritrasse la mano. “Galahad, anche se ricorderai il nome completo non mi piacerai automaticamente. Tanti lo sanno ma non li amo.”
“Non sono me. Allora … Doris?”
“Acqua.”
“Dorian?”
“Oceano, quello è maschile.”
“Theodora!”
“Fuochino.”
“Mmh … Isidora!”
“È Pandora” sorrise lei un po’ dispiaciuta. Il suo amico proprio non memorizzava certi nomi.
“Ah, certo, stavo per dirlo!” esclamò Galahad battendosi una mano sulla fronte.
“Non importa, guardiamo lo spettacolo.”
“Sì. Sai, sono bravo a realizzare i … le marionette. Le so anche fare muovere. Appena saprò anche recitare diventerò famoso.”
“Le signorine perbene non fanno entrare i ragazzi nelle loro camere” disse Lilian vedendoli uscire insieme.
“E si fanno i fatti propri” aggiunse Dory imitando il tono da gran dama dell’altra.
“Ehi Vivian” la salutò Galahad.
“È Lilian” lo corresse seccata la bionda.
“Già, Lilian. Vuoi vedere anche tu le marionette?”
“Credo di aver superato l’età per certe cose, grazie.”
“Io direi che non ce l’ha mai avuta” borbottò Pandora quando furono fuori dalla stanza comune delle ragazze.
“Secondo me non andate d’accordo perché avete i poteri opposti.”
“Questa è una teoria di tua cugina, vero?”
“Sì, e sai che lei è un genio.”
“Sì, ma io non credo sia per i poteri. È lei. Mi provoca e io rispondo e …”
“Doryyy!”
La ragazzina si interruppe. Hope si precipitò fra le sue braccia, spaventata e tremante. Strinse forte l’amica.
“Dory, ho visto un mostro!”
I due bambini più grandi si scambiarono uno sguardo.
“Hope, calmati” disse Pandora mettendole le mani sulle spalle e guardandola negli occhi. “Vedrai che era solo la tua immaginazione o al massimo ti hanno fatto uno scherzo.”
“N- non era la mia immaginazione” piagnucolò la rossa.
“Allora graffierò chi ti ha fatto paura!” esclamò Pepe.
“Ci stavi seguendo?”
“Sì, bamboccio! Non ti lascio certo solo con la mia padrona!”
Hope accennò un sorriso. Ora che era con i suoi amici era più serena. Anche Dory sorrise, contenta che si stesse tranquillizzando.
“Come vedi ci sono ben tre coraggiosi guerrieri pronti a proteggerti. Dov’è il mostro da affrontare?” le domandò.
“So che lo avrete sentito mille volte ma … era nell’armadio” bisbigliò la bambina.
“Controllare non costa nulla” affermò Galahad. “Facci strada Hope.”
La piccola annuì. Li fece scendere al secondo piano, poi li guidò nascondendosi dietro Dory. Galahad camminava accanto a loro mentre Pepe li precedeva, fermandosi ogni tanto per conoscere la direzione. Superarono gruppetti di bambini dai cinque agli otto anni. Ogni piano del Pharrell College ospitava ragazzi di diverse età dal secondo piano in poi. Al primo soggiornavano gli insegnanti e al piano terra c’erano le aule.
“Ecco, è in quella stanza. Mi ero offerta di mettere a posto i giochi dei più piccoli e l’ho visto.”
“Non vedo né sento nulla” annunciò Pepe dalla soglia della porta.
“Eri sola dunque?” chiese Galahad.
“Sì, e ho riordinato.”
“Ok. Adesso entriamo, apriamo l’armadio e se non c’è niente mettiamo il cesto dei giochi al suo posto.”
“E se c’è qualcosa?” domandò Hope con un filo di voce.
“Lo facciamo sloggiare” dichiarò con decisione Pandora.
Si avventurò per prima all’interno della camera, subito seguita dagli altri. Lei e Galahad allungarono entrambi una mano verso le ante dell’armadio, strinsero le maniglie e al tre le aprirono, per poi indietreggiare in caso di attacco. Ma non accadde nulla. Il biondino allora sollevò il cesto e chiuse l’armadio, soddisfatto.
“Sapevo che non c’era niente, come avrebbe fatto a entrare qui?” disse.
“Beh, chi lo sa di cosa sono capaci i mostri?” rispose Dory.
“Secondo voi perché è andato via?”
“Dai Hope, magari un lampo ti ha fatto vedere un’ombra e tu …”
Tutti e quattro urlarono quando la finestra si ruppe. Si voltarono precipitosamente: un ramo si era incastrato, spinto dal forte vento che aveva cominciato a soffiare.
“Cielo, mi è venuto un colpo” commentò Pandora, coccolando il gatto saltatole in braccio.
Una sorvegliante fu attirata dallo schianto e li invitò ad uscire.

Pandora non sapeva se Hope fosse stata la prima a vedere questo fantomatico mostro, ma udì altre storie del genere provenire dal secondo piano. Certo i bambini piccoli hanno molta fantasia e non sempre interpretano correttamente ciò che vedono, però sentiva che c’era qualcosa sotto. In verità prima di allora non aveva fatto molto caso a ciò che dicevano: tutti hanno incubi, a tutti un’ombra può sembrare un fantasma.
La ragazzina sospirò, stesa supina sul suo letto, al buio. Era sicura che lì non ci fosse niente, gli insegnanti non avrebbero permesso a nessuna creatura di entrare e dopo un primo spavento i bambini non avevano più paura – Hope infatti era tornata senza problemi in quella camera ed era stato tutto normale – eppure aveva un brutto presentimento.
Perché pensi all’edificio …
Dory sussultò a quel pensiero, mettendosi a sedere. Strinse le gambe e poggiò la testa sulle ginocchia. Vero, nel college non c’era nulla di pericoloso, ma fuori? Aveva studiato, letto diverse storie e guardato la TV, a casa sua, quindi era altrettanto sicuro che nel mondo i mostri esistevano. E se uno di loro si aggirasse intorno al college, pronto a divorare i bambini che si allontanavano troppo? Ma no, anche in quel caso gli insegnanti ne avrebbero avvertito la presenza … giusto?
Rabbrividendo, la ragazzina andò alla finestra. Il cielo notturno era libero da nuvole e la candida luce della luna splendeva dolcemente sugli alberi e sull’erba. Nulla si muoveva, eccetto le foglie sospinte da una leggera brezza. La pace della natura la rasserenò.
“Domani sarà un bel giorno” sussurrò. “In fondo Eric ha ragione: non può piovere per sempre.”
Sorrise alla prospettiva di un giorno soleggiato. Dopo le lezioni sarebbe andata da tre suoi amici che trascurava da un po’ e avrebbero ultimato un progetto lasciato in sospeso.



***Angolo Autrice***
Riconosciuta la citazione a Il Corvo?
E nell'armadio ... c'era davvero qualcosa?

   
 
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