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Autore: Shiho93    22/10/2017    2 recensioni
Immaginate che Lord Voldemort riesca a vedere vent'anni nel futuro.
Che cosa farebbe per impedire che accadano gli avvenimenti descritti nei libri e la sua conseguente sconfitta?
Non tiene conto degli avvenimenti del settimo libro.
Tratto dal capitolo 10: -Non è come alcuni dei vostri genitori vi hanno raccontato. Così come il Mondo Magico è diviso tra gente che pratica la magia bianca e gente che pratica la magia oscura così Hogwarts è divisa tra Serpeverde e tutti gli altri-
Tratto dal capitolo 28: Si poteva mai essere veramente pronti a combattere col proprio padre? Ci si poteva veramente preparare all’eventualità di ferire o di essere ferito dall’uomo che ti ha messo al mondo?
Tratto dal capitolo 32: Non per la prima volta Harry si chiese cosa ci avesse trovato in lui Cassandra. Non azzeccava qualcosa neanche a pagarla. In pratica era un'idiota. Che non potesse sapere che il moretto faceva il doppio gioco era un dettaglio. Che non avesse pensato che la sua migliore amica gli avrebbe raccontato tutto quello che era successo un po' meno.
Genere: Avventura, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Potter, Harry Potter, Nuovo personaggio, Tom Riddle/Voldermort
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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L'Altra Faccia della Medaglia



Dedico questo capitolo a Hono_Koori, perché a volte tutto quello di cui un autore ha bisogno per continuare è sapere che ne vale la pena.

Capitolo 42 - Allenatori demoniaci & errori fatali


Riportare Tom alla ragione senza che, contemporaneamente, il maniero esplodesse, era stata un'impresa titanica per Rowena, Cassandra e Harry. Tutti e tre avevano dovuto impegnarsi al massimo per contenerlo e, al contempo, impedirgli di uscire a sfogarsi contro il primo sfortunato seguace che gli fosse capitato sottomano. Alla fine avevano dovuto fare leva su cosa avrebbero pensato Melany e Amelia una volta che avessero scoperto chi aveva ucciso loro il padre. Ventilargli davanti agli occhi la possibilità che, una volta cresciute, decidessero di passare al nemico era stata la doccia fredda che gli serviva.
A quel punto un Harry un po' ammaccato si diresse verso le sue stanze al fianco della sua splendida moglie. Non essendovi più alcuna fretta se la presero con calma. Entrambi erano incappucciati ma le loro figure erano inconfondibili. I Mangiamorte al loro passaggio chinavano il capo in segno di rispetto e, se si trovano sulla loro strada, cedevano loro il passo.
Varcata la soglia della loro camera, il ventenne si sbarazzò del mantello e si sedette pesantemente sul letto per poi lasciarsi cadere di schiena sul materasso. -Lo sapevamo che sarebbe successo- borbottò strofinandosi gli occhi con le mani -lo sapevamo e comunque abbiamo messo in contatto le bambine con quel verme. Pensa te se devo fare i salti mortali per preservare intatto un simile soggetto-
-Su Harry, non farla tanto lunga. È andata. Ha dato fastidio a tutti noi ma alla lunga vedrai che questo sacrificio ci porterà qualcosa di buono- rispose Rowena con convinzione.
-Cos'è, sei diventata veggente adesso?- la battuta fece ridere la giovane donna. Rowena si lasciò cadere sul letto accanto al marito e gli fece una carezza sul lato del viso.
-Non temere amore. Quello rimarrà sempre un tuo dono. Nessuno di noi ci tiene a rubartelo- lo canzonò -adesso spogliati. Controlliamo i danni- aggiunse con un sorriso la brunetta baciandolo prima di alzarsi per prendere un po' di pomate curative.
-Come vanno i preparativi per quell’altra faccenda?- cambiò argomento cercando di rilassarsi.
-Siamo quasi pronti- gli rispose dall’altra stanza -l’altra volta abbiamo giocato con loro. Scopriranno presto cosa succede quando facciamo sul serio- continuò la figlia del Lord riapparendo sulla porta con cipiglio deciso.
-Quegli ipocriti non hanno la minima possibilità- concordò il moretto -che c’è?- chiese notando l’aria contrariata della moglie.
-Ti ho detto di spogliarti- gli ricordò lei battendo a terra il piede con impazienza.
-Agli ordini mia signora-

***

Nessuno era stato più scontento del ritorno di Harry dalla luna di miele dei ragazzi che allenava per il GF. La speranza che le fresche nozze l'avessero addolcito durò circa quindici secondi. Poi lui aveva preteso di vedere cosa avevano fatto in sua assenza. I ragazzi non si aspettavano né infamie ne lodi, ma andò diversamente. Harry aveva giudicato i loro progressi nulli e le loro capacità vergognose. I pochi a essere considerati appena decenti furono rimproverati perché facevano troppo affidamento sul loro talento e perché non si impegnavano abbastanza a imparare a proteggere le loro vite. Il resto dell’allenamento avrebbe fatto impallidire i giocatori della squadra di Quidditch che Harry capitanava a Hogwarts. Se solo avessero osato parlare, i ragazzi avrebbero concordato nell’affermare che si fosse risvegliato lo spirito più sadico (e Serpeverde) del loro vice comandante.
Verso la fine comparve alla porta la famiglia del demoniaco allenatore a interromperlo e a salvare le sue vittime. Non appena la sessione fu dichiarata conclusa i poveretti se ne scapparono alla massima velocità concessa ai loro corpi distrutti.
-Ciao Harry! Com’è andato l'allenamento?-
-Insomma... Si vede che senza di me non sapete proprio come fare per tenere in riga i pivelli- rispose con ironia il moretto mentre raccoglieva le sue cose con tranquillità. Il contrasto tra il suo atteggiamento pacato e la fretta con cui erano scappate i suddetti pivelli era alquanto sospetto, ma Harry in quel momento non aveva proprio l'aria di un sadico allenatore Serpeverde. Dopotutto era sempre stato bravo a tenere separati i diversi aspetti della sua personalità. Non per nulla, prima delle visite istituite durante il settimo anno di Harry, i suoi genitori non avevano mai saputo di aver generato un vero e proprio leader Serpeverde.
-Avevate bisogno di qualcosa?-
-Ma come, non ti ricordi? Eravamo d’accordo di passare il pomeriggio insieme. Per le prossime ore sei nostro- rispose vivacemente Joshua poggiandosi con una mano alla spalla del padre e con l'altra a quella del padrino.
-Certo che mi ricordo- ribatté con tranquillità il moretto senza smettere di raccattare la sua roba -prima mi è arrivato un messaggio di Draco. Non ci sono problemi vero se ci raggiunge a Diagon Alley?- Non stava chiedendo il permesso ai suoi genitori o a Remus, Sirius e Joshua. Lui non domandava mai il permesso. Non più. C’era stato un momento alcuni anni prima, quando i legami tra loro erano più rovinati e sfilacciati, in cui Harry se ne era andato per la sua strada reclamando la sua indipendenza e il diritto di essere quello che voleva senza sentirsi giudicato o disapprovato. Aveva spedito ai suoi genitori l’anello di famiglia dei Potter senza rimpianti. Consapevole di essere ormai parte di qualcosa di ben più grande delle loro aspettative. Questa cosa era l’esatto contrario di quello che Lily e James avevano sempre voluto per il loro primogenito e di conseguenza Harry non poteva più rimanere nella loro casa ad osservare l’inasprimento dei loro rapporti e a seguire passivamente le loro decisioni. Dare uno strappo netto gli era sembrata la cosa più logica e indolore da fare. Peccato che non avesse fatto i conti con l’affetto che nonostante tutto loro nutrivano ancora per lui. Era per tramite di quell’affetto e della tenacia del suo fratellino che ora erano di nuovo vicini. Harry sapeva che quando fosse giunto il dunque in questa guerra sarebbe stato doloroso per tutti loro. Lui in primis. La consapevolezza però non cambiava le cose.
-Nessun problema- gli assicurò Lily con un sorriso. In realtà, forse solo Joshua di tutto il gruppo non aveva nulla da ridire sulla presenza del migliore amico di Harry. Sirius, Remus, James e Lily avevano imparato a farsi andare bene i rapporti del ragazzo ma nessuno di loro aveva ancora cambiato opinione su Draco e la sua famiglia. Il loro istinto da Auror continuava a ripetere loro di stare in guardia ed erano tutti troppo esperti per poterlo ignorare a cuor leggero; però erano appena riusciti a ricucire i rapporti con Harry e non volevano rischiare di perderlo di nuovo.
-Sono felice di sentirlo. Possiamo andare- disse avviandosi verso la porta. Scesero le scale e sul percorso incontrarono più di uno dei ragazzi di cui si occupava Harry. Tutti quanti distolsero lo sguardo o cambiarono strada. Sarebbe stato difficile per gli Auror notarlo siccome volevano bene all’ex Serpeverde, ma lui provocava in tutti loro un certo timore.
A Diagon Alley trovarono Draco Malfoy che usciva da Madama McClan con alcune buste appese al braccio. Osservandolo Harry ancora una volta non poté non constatare che fosse il ragazzo più vanitoso che conoscesse. Solo lui poteva andarsene in giro a fare shopping con quell’aria snob e calamitare tanti sguardi interessati.
-Draco!- lo chiamò ad alta voce il moretto mentre camminava nella sua direzione. Sentendosi nominare il biondino si voltò verso la piccola comitiva e alzò una mano per far intendere all’amico che l’aveva sentito.
-Signori, Joshua, Harry- disse come saluto non appena lo raggiunsero.
-Allora, si può sapere cosa c’è che non potevi assolutamente fare da solo?-
-Hai dimenticato che tra poco è il compleanno di tua moglie?- domandò in tono ironico per poi aggiungere più seriamente -Mi fa ancora strano dire che sei sposato con mia cugina. Se penso quanto ci avete fatto penare prima di decidervi...-
-Grazie per il pensiero ma ho già preso i regali per lei e Cassandra- ribatté fingendo di non aver sentito l’ultima frase dell’amico biondo. Lo vide sbuffare e schiudere le labbra per replicare, ma non seppe mai cose stesse per dire. In quel momento numerosi uomini ammantati di nero e con le maschere da Mangiamorte si materializzarono in tutta la zona. Harry scambio uno sguardo con Draco che lo affiancò immediatamente. Nessuno dei due aveva pensato a informarsi su dove il Lord aveva deciso di attaccare quel giorno. Un errore che poteva costare loro caro.
-Papà, Remus state indietro- Ordinò subito il moretto sfoderando la bacchetta mentre lampi di luce cominciavano a volare sulle loro teste. Tutti gli altri avevano fatto lo stesso senza che gli si dicesse niente. James digrignò i denti. Si sentiva impotente e completamente inutile mentre osservava la sua famiglia che combatteva per difenderlo. Remus provava le stesse cose.
Attaccare, schivare o bloccare un incantesimo e attaccare ancora. In questo potevano essere riassunte le azioni in cui gli Auror impegnavano tutte le loro energie. Harry schiantò uno degli uomini incappucciati e poi guardò Draco. Al contrario di lui il biondo non era abituato a limitare le proprie capacità. In combattimento era solito dare il massimo e, difendersi utilizzando solo magie bianche, per lui era difficoltoso quanto per gli altri tenere i Mangiamorte alla larga da James e Remus. In quel momento l'individuo mascherato contro cui era impegnato il giovane Malfoy scagliò contro di lui un incantesimo lama tagliente. Draco esitò per un istante, ma fu un istante di troppo. La maledizione lo colpì al braccio destro procurandogli un brutto taglio. Immediatamente Harry intervenne con una sequenza velocissima d’incantesimi allontanando il tizio che aveva ferito il suo amico.
-Tutto ok?- gli domandò senza neanche guardarlo. Non ne aveva bisogno per sapere che sul volto di Draco si era dipinta una smorfia. Dopotutto il giovane Malfoy era notoriamente uno strazio quando si parlava di dolore.
-È solo un graffio- minimizzò il biondo passando la bacchetta dalla mano dominante all'altra. Solo l'orgoglio lo stava facendo stringere i denti. Non avrebbe mai accettato di farsi vedere debole da una manica di Grifondoro. Più tardi si sarebbe lamentato, avrebbe insultato il responsabile della sua ferita e si sarebbe sbizzarrito ad immaginare cosa gli avrebbe fatto se solo l'avesse preso. Adesso si stava solo mettendo in mostra a beneficio dei parenti Harry.
Con Diagon Alley sotto attacco non ci volle molto perché gli Auror e l'Ordine della Fenice intervenissero. Dopo di che lo scontrò non si prolungò troppo. Ai combattenti sembrò che passasse almeno un’ora prima che la battaglia terminasse ma in realtà non fu così. Dopo il ritiro dei Mangiamorte gli addetti ai soccorsi si trovarono davanti danni non indifferenti sia in termini di vite umane recise che di distruzione nuda e cruda. Gli unici rumori a turbare l’agghiacciante silenzio erano i lamenti dei feriti e il pianto di chi era sopravvissuto solo per scoprire che i propri cari non c’erano più.
Harry e Draco se ne stavano in disparte da tutto quello. Erano appoggiati al muro di un edificio e osservavano le persone muoversi attorno a loro con freddo distacco. Qualche metro più in là James, Sirius, Remus e Lily parlavano con Alastor Moody e Kingsley Shacklebolt.
-Come va?- domandò Joshua avvicinandosi ai due Serpeverde. Harry alzò un sopracciglio perplesso. Il ragazzo con i capelli rossi indicò il braccio di Draco.
-Non è niente- minimizzò il Malfoy stringendosi l’arto ferito. Era ancora più pallido di quanto fosse normalmente e provava parecchio dolore, ma non poteva di certo esibire il marchio nero in un luogo pieno di Auror. Nemmeno il più stupido dei Mangiamorte l’avrebbe mai fatto.
-Hai troppo sangue addosso perché quello possa essere definito “niente”- ribatté Lily mentre si avvicinava loro. Cercò di prendere il braccio del giovane Malfoy per controllarlo e contemporaneamente il ventenne cercò di ritrarlo. La manica si strappò... rivelando il marchio nero.


Nota dell'autrice:
Ebbene si, sono tornata e stavolta vi garantisco che non ci saranno più interruzioni giacché ho finito di scrivere: "L'Altra Faccia della Medaglia". Abbiate ancora un poco di pazienza perché siamo agli sgoccioli ;)
   
 
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