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Autore: DPTS    23/10/2017    0 recensioni
La storia parla del viaggio di un ragazzo dentro sé stesso, alla scoperta di quello che lo ha spinto a compiere le decisioni importanti che ha preso nella sua vita ed al suo modo di relazionarsi con gli altri. Un viaggio difficile e doloroso, che forse alla fine non porterà a nulla, ed accompagnato solo da un misterioso libro che nasconde uno strano segreto.
Perché a quanto pare, le carte sono già in tavola e per lui pare essere troppo tardi.
Genere: Fantasy, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Albero 473

 

Gli alberi si erano susseguiti rapidamente, ma gli avevano dato tempo per pensare alla situazione in cui si trovava. Forse era stata la morte a dargli una prospettiva diversa, ma ora che era libero dalle preoccupazioni di tutti i giorni si sentiva desideroso di pensare alla vita, quella che aveva vissuto e il suo significato in generale.

è assurdo pensò mi sento come se avessi sbagliato qualcosa, ma per quanto ci pensi non riesco a capire cosa… certo, mi sarei potuto risparmiare qualche stronzata, ma nel complesso ho vissuto la mia vita nel miglior modo possibile.

Aveva quasi perso il conto, immerso nei suoi pensieri, ma per fortuna aveva cominciato a fare un segno sulla corteccia di ogni quindicesimo albero, così tornò indietro all’ultimo albero segnato e riprese a contare “465… 466… proseguì.

Poco lontano scorse qualcosa che attirò la sua attenzione: c’era una roccia, una ventina di alberi più in là, che sembrava scavata al centro. Accelerò il passo, e quando vi si trovò davanti vide qualcosa che lo confuse: dentro la roccia era stata scavata una nicchia, come un piccolo altare, dentro cui si trovavano alcune pagine strappate. Sopra, incisa nella pietra, c’era una scritta: “Dolore”.

Preso dalla curiosità, raccolse le pagine, e si accorse del fatto che erano straordinariamente simili a quelle del suo libro. Non resistendo oltre, cominciò a leggerne il contenuto.

 

Dolore

 

“Una lezione priva di dolore non ha valore. Perchè, senza sacrificio, l’uomo non può ottenere nulla”

Il dolore mi ha aperto al mondo.

Nonostante mi abbia spezzato, mi ha ricostruito, più e più volte, e mi ha fatto vedere la bellezza del mondo. Ho sperato più volte che i miei sentimenti sparissero, venissero annientati dal tempo, ma non è mai successo, sono sempre risorti più forti di prima.

Il vuoto che mi ha lasciato dentro mi ha permesso di capire le persone, di condividere il loro dolore e la loro sofferenza. Forse, la sua oppressione ci rende tutti simili, e capaci di rifletterci negli altri. Ho potuto apprezzare molte persone, che mi hanno aiutato perché mi comprendevano.

Come fa qualcosa di così freddo a scaldarti l’anima? Perché è così facile crogiolarsi dentro di lui? Quando tutto è andato male, il dolore è un vecchio amico che torna a trovarti, una base conosciuta per ripartire da capo, ancora ed ancora.

Il dolore mi ha reso un sognatore. Mi fa sognare vite e mondi diversi, cammini paralleli e futuri ignoti. Grazie a lui, con la mente costruisco città e palazzi, e seguo la vita che mi costruisco, perché so che è quella giusta. Mi ha fatto capire che sono io il comandante del mio destino, e nessuno può dirmi cosa sarò o dovrei essere. Ho imparato a scrivere questi sogni, condividerli con quelli che reputavo degni.

Il dolore mi ha insegnato tanto.

Mi ha insegnato che fa male lottare per qualcosa, ma che ne vale la pena se è qualcosa di importante. Mi ha insegnato ad alzare la voce ed impormi, quando era giusto farlo e non potevo più sopportare qualcosa. Mi ha insegnato a lasciar perdere. Mi ha insegnato a distinguere il bene dal male, e a scegliere le mie battaglie. Mi accompagna da quando sono nato, e svanirà con me.

Tutto quello che ho, viene dal dolore, e non potrebbe esistere senza di lui, così come non posso farlo io.

Il dolore mi ha reso libero.

“Non si impara nulla da una lezione senza provare dolore, proprio come non puoi guadagnare senza sacrificare qualcosa in cambio. Ma, quando superi il dolore e impari la lezione, ottieni in cambio un cuore forte ed insostituibile… un cuore d’acciaio.”


Albero 490

Era ancora confuso da quello che aveva appena letto, quindi lo rilesse un paio di volte.

Era una specie di poesia, pareva, che lo colpì in modo particolare. C’erano molte cose che non condivideva, ma coglieva un senso profondo.

Tuttavia, non riusciva a capire. Cos’era?  Cosa ci faceva lì? Perché quelle parole risuonavano nel suo animo come profondi rintocchi?

Cosa poteva significare quell’altare, e chi l’aveva costruito? “maledizione!” urlò, rivolto al cielo, o a chiunque potesse essere in ascolto “Da quando sono qui, non faccio altro che farmi domande a cui non ho risposte! sono stufo! qualcuno mi parli, qualcuno mi dica cosa cazzo ci faccio qui!

Nessuno rispose al suo grido.

Scosse la testa, stringendosi nelle spalle, e riprese a camminare, contando gli alberi.

 
   
 
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