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Autore: Aysa R Snow    24/10/2017    0 recensioni
Non tutti abbiamo la fortuna, di trovare la persona giusta, e non perderla.
Tutti abbiamo perso, c'è chi perde qualcosa, chi perde qualcuno.
Lei, ha perso la sfida più importante della sua vita: non perdere la sua persona giusta.
Ma se invece, la sfida più importante della sua vita, fosse riuscire a vincere il dolore che ormai è diventato un peso troppo ingombrante?
Questa è la storia di Arianna, o come lei ama farsi chiamare, Aria.
Perché lei è così.
Leggera e pura come l'aria che respiri in alta montagna.
Questa, non è una classica e semplice storia d'amore.
Questa, è una battaglia.
Da una parte c'è l'amore, dall'altra la vita.
Genere: Drammatico, Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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" Voglia di piangere  

e vergogna di non poter piangere. " 

-Nâzim Hikmet

 

 

Riaprii lentamente gli occhi, tremendamente confusa e disorientata.

Mi misi a sedere al centro del letto e mi guardai intorno. 

Pian piano, iniziai a ricordare tutto. 

Improvvisamente, la porta si aprì inondando di luce la piccola stanza scura.

" Tesoro, stai meglio? " annuii distrattamente. Tutta la mia attenzione era rivolta alle due buste bianche  che teneva tra le mani.

" Cos'hai li? " chiesi staccandomi la flebo con attenzione.

" Oh... ecco... sono delle lettere " disse sotto voce " per te. " aggiunse abbassando lo sguardo.

" Da parte di chi? Posso leggerle? " tesi in avanti la mano rivolgendo il palmo verso di lei.

" Ecco... puoi leggerle, certo.

Ma se devo essere del tutto onesta non credo sia ancora il momento adatto. " fece spallucce incrociando le braccia al petto. 

Guardai mia madre confusa, perché si comportava così?

" Mamma, mi dai quelle lettere? " lei si avvicinò tentennando e me le porse. 

" Sono da parte di Davide. " annuii debolmente trattenendo il respiro.

" Puoi... potresti lasciarmi de sola, per favore? " chiesi senza guardarla.

Lei attese qualche istante e poi uscì dalla stanza.

Vidi che sul retro di una busta c'era scritto il numero uno in rosso.

La girai, e lessi il mio nome sul fronte della busta scritto in corsivo.

La aprii, ed estrassi un foglio piegato su se stesso. 

" Mia cara Aria,

Mi son reso conto che ho ancora così tanto da dirti.

Per prima cosa, voglio che tu sappia cos'è successo qualche ora prima che tu arrivassi in palestra quel giorno.

Ho semplicemente fatto ciò che anche tu hai fatto con me, mi son fatto carico del dolore di qualcun'altro.

Più precisamente, una persona che era stata presa di mira.

Uno sconosciuto, ma dinnanzi alle ingiustizie non c'è scusa che tenga.

Altra cosa che voglio che tu sappia:

il lavoro dei miei sogni.

Fin da piccolo, desideravo essere un medico.

Volevo aiutare la gente.

Ma cosa più importante, volevo essere ricordato.

Probabilmente non realizzerò mai il mio sogno, ma spero che tu possa realizzare i tuoi.

 Ma ricorda che l'universo esiste affinché lo si possa vedere, tutto ha senso, niente esiste e basta.   Questo è quanto, sei semplicemente l'unica che sento di aver desiderato per davvero.

PS: c'è una piccola pennetta usb nella busta. Conservala con gioia, e non viverla mai con malinconia. 

Con affetto

Davide "

 

Socchiusi gli occhi e feci dei respiri profondi prima di aprire la seconda busta.

"Cara Aria,

Mi si stringe il cuore in una morsa a sapere che, se stai leggendo queste righe, è perché non ho mantenuto la mia promessa, non sono più con te.

 

Nella lettera precedente ho voluto darti qualche spiegazione, ma adesso, ho qualcos'altro da dire.

Giuro che avrei dato qualsiasi cosa, tutto pur di mantenere la nostra promessa.
Ma mia piccola Aria, chi gestisce lo spettacolo dall'alto ha deciso che, per me, era ormai arrivato il momento di uscire di scena. 
Perdonami, ti prego. 
Non pensare che io ti abbia abbandonata.
Non ne avrei mai avuto il coraggio.
Ricordi quando ci incontrammo per la prima volta? Ero così arrabbiato Aria. 
Poi sei arrivata tu. Sei entrata silenziosamente nelle mie giornate come se fosse la cosa più normale e giusta al mondo.

 

Sai, credo che tu sia stata l'unica cosa realmente bella.

Sapevamo entrambi che c'era qualcosa oltre i nostri sguardi complici.

Ma sappiamo entrambi che quel qualcosa non lo si poteva confessare.

Forse è stato meglio così, avrebbe reso tutto più complicato.

Faccio una tale fatica a scrivere questa maledetta lettera Aria.
Mi sembra tutto così surreale... eppure, le realtà mi colpisce dritta in faccia.
Un po' come quando tu andasti a sbattere contro il mio zaino.
Ricordi quando andammo via da scuola senza permesso?
Sì che te ne ricordi.
Sai, mentre scrivo mi sento uno stramaledetto egoista.
Forse, avrei dovuto impedirti di entrare a far parte della mia vita. 
Forse avrei dovuto tenere con me il tuo biglietto.
Forse, se lo avessi fatto, ti avrei evitato un bel po' di lacrime.
Mi spiace di non aver avuto il coraggio di tenere per me il mio dolore.
Mi spiace non poterti più abbracciare.
Mi spiace non poterti più aiutare con la matematica, anche se so che puoi capirla benissimo senza il mio aiuto.
Mi spiace non essere più lì con te.

Mi spiace non averti dato di più.

Mi spiace essere stato insopportabile in certi momenti.

E mi spiace non essere più io a svegliarti urlando dalla cucina.
Sai, ora che ci penso eravamo molto simili ad una coppia sposata da anni e anni.
Sei intelligente tu, molto. Hai capito anche troppo mia piccola Aria.
E proprio perché hai capito, mi aspetto che tu vada avanti.
Che diventi ciò che più desideri.
Avrei voluto esserci al tuo esame di maturità.
Avrei voluto fare tante cose. 
Che tu possa perdonarmi Aria.
Una ragazza di quindici anni non dovrebbe mai soffrire così come io sto e farò soffrire te.
Nessuno in realtà si merita così tanto dolore.
Ti prego Aria, abbi cura di te.
Sii forte.
Vivi senza paure, sfrutta ogni secondo che la vita ti concede. 
Vivi forte, vivi anche per me.
Perché alla fine la vita è solo una gran bastarda, ma tu puoi rigirartela come meglio credi. 
Non lasciare che nessun giudizio ti condizioni. 
Ricorda il nostro "mangia e scappa" in quello Starbucks appena arrivati a Oslo.
Io, in realtà, non ti abbandonerò mai. 
Quando la notte, nel tuo letto al buio ti sentirai sola, esci fuori e alza i tuoi occhi al cielo: ti renderai conto che non sarai sola.
Non lo sarai mai Aria.
Come ultima cosa, vorrei rispondere alla domanda che mi feci prima di atterrare ad Oslo.

Ho avuto modo di conoscere la vera te in questi ultimi mesi.

Ho visto quanto la tua anima sia buona, e fragile.

Ma ho visto anche quanto tu sia coraggiosa.

Ed è per questo che mi aspetto che tu non perda troppo tempo per lasciarmi andare.

Non permettere che qualcuno possa dire che gli devi qualcosa. Non per colpa mia.

Spero solo tu non abbia rimpianti.

Grazie, per aver reso ciò che mi restava da vivere, i momenti migliori della mia vita.

Con tutto l'affetto di questo mondo

Davide. "

 

   
 
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