“Tem…”
La ragazza si voltò e si
ritrovò faccia a faccia col suo ragazzo. Le faceva ancora uno strano effetto
camminare vicino a lui, mano nella mano davanti a tutti. I primi giorni erano
stati oggetto di pettegolezzi e sguardi indiscreti, con Shikamaru che cercava
di tranquillizzarla e non farle fare niente di avventato. Poi col passare dei
giorni gli sguardi e le chiacchiere erano diminuite, come se fossero un lontano
ricordo.
“Che vuoi?”
Temari vide le mani di
Shikamaru avvicinarsi verso il suo viso, per poi aggiustarle la sciarpa sul collo.
“È novembre e fa
freddo.”
“E questa bontà
d’animo?”
“Non ti voglio
sopportare in versione malata, Seccatura. Dai vieni, voglio mostrarti una
cosa.”
“L’ultima volta che mi
hai detto questa frase mi hai messo spalle al muro nella foresta della tua
famiglia.”
Shikamaru sorrise
leggermente, intrecciando le sue dita con quelle di Temari, sentendone la
morbidezza e qualche callo indurito dal clima della sua città natale. Era stato
naturale dirlo a sua madre e successivamente dirlo al suo clan. L’unica volta
che rischiò davvero di rimanerci secco fu quando lo disse ai fratelli di lei.
Kankuro lo aveva disintegrato con lo sguardo uscendosene con qualche battutina,
mentre Gaara gli aveva semplicemente detto che, se gli arrivavano voci di lui
che trattava male la sorella, lo avrebbe seppellito sotto cumuli di sabbia e di
lui non se ne sarebbe avuta più traccia. Ma a parte queste lievi minacce erano
stati tutti felici di questo fidanzamento.