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Autore: Floccinauci    26/10/2017    1 recensioni
L’ombra si dissolse nell’aria, permettendole di scorgere nelle tenebre la sagoma di colui che l’aveva salvata. Si sollevò a fatica da terra, facendo forza sulle sue deboli braccia ferite. La sua figura imponente, ricoperta dalla testa ai piedi da una pesante armatura di metallo, incombeva su di lei con aria minacciosa. Il bagliore dei suoi occhi cremisi invadeva l’oscurità circostante. La fissò per qualche attimo, senza proferire parola. Dopodiché ritirò le lame che portava al polso e si voltò, allontanandosi.
- Aspetta!
Si fermò a pochi passi da lei.
- Non mi hai detto chi sei…
Volse leggermente il capo nella sua direzione. La sua voce profonda e metallica pervase l’aria.
- E’ meglio che tu non lo sappia.
Genere: Azione, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Zed
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno
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13. Shadows' embrace

- Ti ha dato di volta il cervello?! – esclamò Zed, preoccupato. La sua voce profonda rimbombò nell’ampia stanza. Norin si era seduta sul letto. Non riusciva a staccare gli occhi dal suo braccio: l’Ombra era arrivata fino al gomito, risalendo le sue vene. Il ninja continuava a girovagare in tondo freneticamente nella camera, con le mani tra i capelli, cercando una soluzione.
- Io… – rispose lei, con un filo di voce strozzato dal pianto – Io davvero non volevo che succedesse tutto questo… Ero solo curiosa.
Zed la guardò dall’altro lato della stanza, portandosi la mano alla bocca. Aveva gli occhi lucidi. Era seriamente preoccupato, non aveva idea di cosa le sarebbe potuto accadere. Si avvicinò al letto e si accucciò davanti a lei, prendendole il viso tra le mani.
- Norin, io te lo giuro – mormorò, con voce rotta – Te lo giuro sulla mia vita. Qualsiasi cosa succederà farò il possibile affinché l’Ombra non ti faccia del male. Ti proteggerò, sempre.
La ragazza lo guardava, singhiozzando. Sapeva dentro di sé che questa faccenda non avrebbe portato a niente di buono.
- Io temo... – riprese il ninja, mentre una lacrima attraversava il suo volto martoriato. Cercarono entrambi conforto negli occhi dell’altro, lasciando che i loro sguardi si avvolgessero stretti a sopportare insieme la tristezza di quel momento. Zed le prese le mani, incrociando le sue dita a quelle di Norin. L’Ombra cominciò a scivolare lentamente dal braccio del ninja sino alla ferita aperta della ragazza, attraversando le fasciature ed entrando nel profondo taglio. Un brivido la scosse, mentre il formicolio alla mano aveva ripreso ad intensificarsi di nuovo, diventando presto dolore. Fu costretta a ritrarla, stringendola a sé per sopportare la fitta sempre più acuta. Zed appoggiò la fronte sulla sua, senza che il suo sguardo si separasse da quello di Norin.
- Temo di non poterti far stare al Tempio ancora per molto. Guarda cosa succede se ti prendo la mano… Non possiamo più stare vicini. Sono stato uno sciocco settimane fa a pensare di poterti tenere qui con me. Sono stato egoista.
La ragazza cominciò a singhiozzare sempre più forte. Piangeva disperatamente, distrutta al pensiero di aver rovinato tutto in maniera così sciocca. Condannava la sua curiosità, che l’aveva portata a non dare ascolto alle raccomandazioni dell’assassino.
- E’ tutta colpa mia… – sussurrò lei con un filo di voce, tremando.
Zed le si avvicinò, stringendole la vita e lasciando che le loro labbra si sfiorassero. I loro respiri si avvinghiarono l’un l’altro, scivolando lungo la loro pelle.
- Tu non hai nessuna colpa. – rispose lui, accarezzandola dolcemente – Essere curiosi non è una colpa. Sono stato io ad aver sbagliato. Sarebbe successo prima o poi, inevitabilmente. Avrei dovuto pensarci sin da subito che qui non sarei stato in grado di proteggerti. Potrei difenderti contro qualsiasi essere, potrei tagliare la testa e fare a pezzi chiunque voglia farti del male, ma non posso fare nulla contro l’Ombra.
La guardava con il cuore spezzato, divorato al pensiero di averla messa in pericolo solo per poterla avere vicino a sé ogni giorno. Si sentiva un egoista, un egoista che aveva avuto la presunzione di poterla proteggere contro un potere da cui lui stesso era stato praticamente distrutto.
- Quanto posso restare ancora? Non voglio andarmene subito… – chiese lei, deglutendo il nodo in gola che le bloccava il fiato.
Il ninja le guardò il braccio. Avrebbe voluto risponderle per sempre, ma doveva mettere da parte se stesso. Un giorno di troppo a contatto con l’Ombra e lei avrebbe rischiato di morire.
- Non deve arrivare alla tua spalla. – rispose, prendendole di nuovo l’avambraccio e sfiorando con il pollice le venature nere che lo stavano risalendo – Sarà questione di una settimana circa.
- E se io volessi rimanere di più?
Zed le strinse il viso tra le mani, asciugandole le grosse lacrime che le stavano attraversando le guance.
- No, piccola. – mormorò, guardandola dritta nei suoi occhi neri, trasmettendole per la prima volta col suo sguardo tutto ciò che aveva dentro – Non lo sopporterei se dovesse succederti qualcosa. L’Ombra è imprevedibile. Ho promesso che ti avrei protetta ad ogni costo… E temo che sia questo il costo da pagare.
Lei riprese a singhiozzare forte, distrutta all’idea di doversi separare dall’unica persona che dopo Callon era riuscita a farla star bene, l’unica con cui aveva voluto di nuovo condividere la sua solitudine. Zed era diventato il suo nuovo punto di riferimento, qualcuno a cui potersi appoggiare nei momenti di difficoltà, su cui sapeva sempre di poter contare, e avrebbe presto perso anche lui.
- Shhh, basta ti prego… – riprese il ninja, stringendola ancora più forte a sé in un abbraccio – Basta piangere, basta… Non pensarci ora, sono qui adesso. E ci sarò sempre, anche se non mi vedrai. Te lo prometto.
La baciò teneramente, interrompendo il suo pianto. Le loro labbra erano intrise del sapore salato delle lacrime. Lui la spinse con delicatezza sul letto, avvolgendola tra le sue braccia possenti. Si sentiva così piccola vicino a lui. I loro singhiozzi si trasformarono presto in flebili sospiri, ed entrambi cominciarono a dimenticare per quegli istanti quanto era accaduto e ciò che li aspettava. Tutti i pensieri negativi di quella sera furono spazzati via dal tenero piacere di quell’amore sbagliato, la cui fiamma già ardente era divampata alla sola idea di doversi a breve separare per sempre. Le grandi mani di Zed, che ormai conoscevano ogni angolo nascosto del corpo di Norin, si muovevano con sicurezza sulla sua pelle candida, tinta di un delicato azzurro dai fragili raggi lunari di quella notte. Lei si lasciò cullare dalle sue carezze, tanto vigorose quanto fragili, mentre con le sue dita sottili sfiorava le sue cicatrici, accarezzando le sue debolezze, e con i suoi occhi portava conforto negli angoli più oscuri della sua anima corrosa dall’Ombra. Il ninja la strinse forte a sé, muovendosi adagio dentro di lei, lasciando che il suo sguardo tradisse il desiderio di prometterle che non l’avrebbe mai lasciata andare, promessa che sapeva di non poter mantenere. Il silenzio della stanza si riempì del dolce suono dei loro respiri, mentre l’Ombra avvolgeva le sue spire attorno ai due corpi, quasi a serrare ancora di più il loro abbraccio. Quella materia oscura così potente, impercettibile, che subdolamente aveva distrutto la vita di Zed, fluiva lentamente nelle membra di Norin, preparandosi ad infestarle, rafforzando quel legame già indissolubile tra le loro due anime solitarie presto destinate a separarsi. 

 
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