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Autore: ChrisAndreini    26/10/2017    5 recensioni
Hiccup, Merida, Rapunzel e Jack sono maghi, e frequentano la scuola di magia e stregoneria di Hogwarts.
Ma nemici tramano nell'ombra grandi maghi oscuri cercheranno di dividerli, controllarli e usarli per i propri piani malefici, e impedire che la profezia die quattro possa essere portata a compimento.
Riusciranno i quattro ragazzi a contrastare il male, e le loro bacchette e la loro amicizia saranno più potenti della terribile setta?
Sta a voi scoprirlo, leggete se volete.
Dal cap.1
Madre Gothel ricorda ogni bacchetta che ha venduto, ha vissuto così tanti anni da assistere anche alla creazione delle quattro bacchette più potenti di tutto il mondo magico.
Sono state create in diverse epoche, con diversi materiali, uno più raro e prezioso dell’altro.
Li conserva come gioielli, nella sua enorme collezione, sperando in cuor suo che mai nessuno glieli porterà mai via.
P.s. Saranno presenti tantissimi riferimenti ad altri film d'animazione, dai minions ai personaggi di Frozen.
Alcune cose dei film sono cambiate per esigenze di trama.
Buona lettura
Genere: Avventura, Fantasy, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Hiccup Horrendous Haddock III, Jack Frost, Merida, Rapunzel
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La profezia delle quattro bacchette'
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Capitolo 25: Attenzione, arriva il ragazzo drago
ovvero
Come affrontare i problemi nel modo sbagliato

 

Per quello che fa, Hiccup si sarebbe detto ancora addormentato.

Sono in letti vicini, eppure dopo quell’occhiata piena di emozione negativa che Merida non è riuscita ad identificare, si è chiuso a riccio, quasi letteralmente, e non l’ha più guardata.

Non ha rivolto una parola neanche a Jack e Rapunzel, accorsi in tutta fretta dopo aver sentito dall’infermiera che si era finalmente svegliato.

E non ha degnato nemmeno di un’occhiata la visita della professoressa Dumbroch, del preside, e di alcuni professori.

E’ come se fosse ancora in quel coma magico che aveva fatto preoccupare tutti, e questa volta Merida non ha la più pallida idea di come salvarlo dai mostri che si annidano nella sua mente.

E forse parte di lei non vuole nemmeno farlo. 

La preoccupazione, l’ansia e la paura se ne sono andate quasi completamente, e ora si fa largo dentro di sé un’altra emozione, ben peggiore per certi versi: la rabbia.

Come osa Hiccup comportarsi così dopo che è la causa di tutto quello che è successo?! Come si permette di allontanarsi da tutto e tutti e non degnare nemmeno i suoi migliori amici di una spiegazione?! E’ tutta colpa sua! Se si fosse fidato delle persone giuste e non li avesse abbandonati ora Sdentato sarebbe ancora dove dovrebbe essere, la setta oscura non avrebbe di nuovo vinto e avrebbero ancora un po’ di vantaggio.

Dopo l’errore madornale che ha commesso rompendo la bacchetta il minimo che Hiccup possa fare e spiegarsi, aprirsi e cercare insieme a loro una soluzione, ma rimane nel suo letto, in uno stato catatonico, senza avere il coraggio di affrontare le conseguenze di quello che ha fatto in un impeto di stupidissima impulsività.

E Merida ha deciso di non rivolgerli la parola finché non sarà lui a farlo, quindi passano un paio di giorni di ricovero in due letti vicini nel silenzio più totale, ad eccezione dell’occasionale presenza di Rapunzel, Jack, o in un caso, Anna, che però è rimasta davvero poco notando l’aria tesa.

Per fortuna il ricovero di Merida finisce presto, e sta proprio sistemando le sue cose per andarsene, con Rapunzel che parla ad un poco attento Hiccup di cose che non ascolta, quando accade qualcosa di parecchio strano.

-Io e Jack stavamo pensando che forse potremmo aggiustare la bacchetta, dopotutto le nostre sono molto potenti, magari l’unione di tre diversi incantesimi riparatori potremmo aggiustarla senza problemi- la proposta attira l’attenzione del ragazzo, che inizia a guardarla preoccupato. 

-E poi potremmo andare da Sdentato e recuperarlo. Toglierlo finalmente dal controllo di quella donna spaventosa e far capire a tutti che si sbagliano su di lui- continua lei, guardando Hiccup incoraggiante, e congelando il suo sorriso quando nota l’espressione di lui, un misto tra terrorizzata e arrabbiata.

-Hiccup, qual è il problema? Se hai paura che sia pericoloso devi stare tranquillo. Sono sicura che andrà tutto…- Rapunzel fa per prendere i pezzi della bacchetta posizionati sul comodino quando Hiccup solleva un dito, solo un dito, come se muovere di più fosse troppo sfiancante per lui.

-No!- ordina in tono gutturale, stanco e spossato. Non ci mette intenzione o autorità, ma gli esce quasi una supplica, non abbastanza forte da essere udita nell’arco di più di un metro, ma che giunge chiara a Merida come se venisse dalla profondità di un burrone e allo stesso tempo gli fosse urlata nelle orecchie.

Rapunzel lascia immediatamente i pezzi della bacchetta come se si fosse scottata, e si allontana di qualche passo.

-Allora sai ancora parlare- commenta Merida quasi tra sé, mentre la bionda guarda Hiccup sorpresa e preoccupata.

-Come?- chiede girandosi di scatto verso Merida e tenendosi la mano tremante.

Hiccup si ritira spaventato e si volta dall’altro lato.

-Non parla da quando si è svegliato, sono sorpresa che lo sappia ancora fare- si spiega Merida, in tono acido, finendo di sistemare le sue ultime cose e lanciando a Hiccup un’occhiata seccata.

-Ma non ha… detto nulla- obietta Rapunzel, a bassa voce.

Merida si volta a guardarla, lasciando cadere la facciata insolente.

-Ti ha appena detto di no… certo non l’ha urlato, ma non puoi non averlo sentito, eri anche più vicina di me- 

-Non ho sentito assolutamente nulla… forse ero distratta o… ehm…- entrambe si voltano a guardare Hiccup, che trema vistosamente da sotto le coperte in cui si è avvolto.

Merida raccoglie i pezzi della bacchetta da terra e li posa nuovamente sul comodino, in religioso silenzio.

E’ stata l’unica a sentirlo? Ma come è possibile?

Cerca di non pensarci. Deve andare a lezione, e Hiccup non può essere costantemente nei suoi pensieri. Bill basta e avanza, anche se ultimamente ha messo il broncio ed è per fortuna meno rompiscatole.

Teme possa non essere necessariamente un buon segno.

 

-Sono preoccupata per Hiccup- come al solito è la prima cosa che Rapunzel dice a Jack quando lo vede, durante la lezione di Trasfigurazione.

Lui non ha nulla in contrario, è preoccupato quanto lei, ma alla lunga inizia ad essere seccante sentirla parlare solo di quello.

Anche lui, come Merida, trova che sia anche colpa del moro se è finito in quella situazione, non confidandosi con nessuno, ed è piuttosto seccato che nonostante tutto non stia cercando in nessun modo di rimediare.

Non si hanno notizie di Sdentato, loro quattro sono sulla bocca di tutti gli spaventati e chiacchieroni studenti di Hogwarts come non erano dei tempi del torneo trescuole e lui rimane in infermeria, senza parlare a nessuno, testardo come Merida nel suo rimanere in stato catatonico.

E Rapunzel continua ad essere preoccupata per lui come se fosse solo la vittima di piani malvagi e dovesse essere difeso e protetto ad ogni costo. Hiccup è il migliore tra loro, certo, ma non è un angelo sceso in terra, e dovrebbe prendersi anche le sue responsabilità, come Jack sta cercando di fare dopo quello che ha causato con Eugene.

Ma ovviamente non può dire niente a Rapunzel, e si limita a commentare, in tono non molto convinto: -Eh, lo siamo tutti- mentre continua imperterrito a cercare di  seguire la professoressa.

Dopotutto è l’anno dei GUFO, e non possono non farli dicendo che una setta oscura vuole ucciderli.

-Si, ma lo sono ancora di più dopo quello che è successo prima. Gli ho proposto la mia idea per la sua bacchetta, e mi ha guardato male, poi ho provato a prenderla e… non so come, ma è stato come se il mio corpo non mi rispondesse più per qualche secondo. E’ stato orribile- spiega, prendendosi la mano destra al ricordo.

L’attenzione di Jack si sposta di scatto sulla bionda, mentre una terribile idea inizia a formarsi nella sua testa.

-E la cosa è più strana è che non ha detto niente, ma Merida sembra averlo sentito parlare. Non so se ero distratta io perché ero rimasta troppo sorpresa, ma mi sembra impossibile non averlo sentito- continua, rigirandosi una ciocca di capelli biondi tra le dita.

Jack inizia ad osservarli.

I capelli.

Quando Rapunzel è stata male è avvenuto in seguito al taglio dei suddetti, forse i loro poteri speciali sono collegati in qualche modo a una caratteristica fisica del loro corpo.

-Dici che non ha parlato ma Merida l’ha sentito?- chiede, per avere conferma, mentre l’idea inizia a farsi sempre più chiara e limpida. Come ha fatto a non pensarci prima? E come è possibile che ci stia arrivando prima degli altri?

-Si, esattamente. Hai qualche idea?- chiede Rapunzel, attenta e speranzosa.

Jack le prende una ciocca di capelli, come se lo aiutasse a concentrarsi, e la ragazza non riesce a fare a meno di arrossire leggermente a quel contatto inaspettato.

-Non lo so. Hiccup è sempre stato bravo con le parole, non trovi? Credo siano il suo tratto distintivo- commenta tra sé, e Rapunzel inizia a capire il suo ragionamento.

Dici che è un processo inverso a quello accaduto con i miei capelli?- chiede, iniziando a rifletterci.

-Questo non spiega perché però Merida lo può sentire- Jack la lascia andare, e posa le mani intrecciate sul banco, pensieroso.

Rapunzel cerca di ricomporsi.

-Forse loro due sono particolarmente collegati- prova a supporre.

-O c’entra Nacho- propone Jack.

-O… è perché lei lo sta pian piano salvando, ma è più difficile rispetto a me perché è la bacchetta ad essersi rotta- Rapunzel è abbastanza convinta della sua ipotesi.

-Beh, è lui ad averla rotta- la corregge Jack, quasi tra sé.

Seguono alcuni secondi di silenzio.

-E allora? E’ colpa della setta oscura- obietta Rapunzel, iniziando a riscaldarsi.

L’insegnante lancia loro un’occhiata, ma poi decide di lasciar perdere e continuare la lezione.

Se dovesse interromperla per ogni volta che i Big Four discutono, non arriverebbe mai a finire il programma.

-Si, ma è lui ad averla rotta, non puoi fingere che non sia così- cerca di usare un tono mite, ma Rapunzel si infastidisce ugualmente.

-Ma è la setta oscura che lo ha convinto con degli stupidi trucchetti. Sono sicura che se ne pente, e ora è solo molto scosso, e mi ha tenuto a distanza perché temeva per la mia incolumità- afferma con la massima convinzione. Dopotutto stanno parlando di Hiccup, il tranquillo, pacato, buono, tassorosso Hiccup, l’ultima persona al mondo che dopo una cosa del genere potrebbe fregarsene completamente e abbandonarli… giusto?

Jack la guarda alzando le sopracciglia.

-Rapunzel, so che sembra assurdo crederlo, ma… tu non sai che cosa gli è stato detto, potrebbe non pentirsi di quello che ha fatto, magari non vuole neanche recuperare Sdentato- prova a farle aprire gli occhi su quella possibilità, e Rapunzel lo guarda incredula.

-Stiamo parlando di Hiccup- obietta, come se solo quell’affermazione potesse smentirlo del tutto.

-Quindi tu credi che quello che è successo a me non può succedere anche a lui perché è decisamente più buono e puro e generoso di me?- Jack non vorrebbe risultare sgradevole, ma quell’accusa gli esce dalla bocca senza che possa trattenerla.

Rapunzel rimane senza parole per qualche secondo, per poi indurire lo sguardo.

-Considerando che sei ancora sotto la loro influenza, direi proprio di si!- dice senza pensarlo, prima di prendere la piuma e iniziare a scrivere la lezione che non sta seguendo minimamente.

Jack sospira e non ribatte. Forse, anzi, sicuramente, ha ragione.

E’ solo che ha ancora così tanta rabbia dentro, per tutto quello che la setta oscura sta facendo loro passare, e sembra anche senza nessuna ragione.

Per qualcosa che potrebbero fare? Perché sono troppo forti? Beh, per il momento non sono affatto forti, anzi, cadono uno dopo l’altro come pezzi di una scacchiera, e non riesce neanche a capire chi ci sia a giocare dalla loro parte, oltre a loro stessi, sa solo che sono in molti ad osservare le loro mosse, dall’alto, in attesa probabilmente di fare loro scacco o di usarli per farlo.

Sembra sempre meno padrone della sua vita, e inizia davvero a non sopportarlo.

 

-Oh, guarda, il ragazzo della settimana. Parlano tutti di te in giro, il “ragazzo drago”. Ammalato da giorni proprio nel momento in cui un drago spunta nella foresta. Hai davvero creato problemi ai tuoi amici- si enuncia l’insegnante di storia della magia, comparendo seduta sul letto di Hiccup, e facendolo girare lentamente.

-Wow, nessuna reazione, sei davvero diventato apatico, che noia. E pensare che credevo che sarebbe stata la corruzione con le reazioni più divertenti! Sicuramente mi sono persa le migliori. Sai, scoprire di tua madre, vedere la scena. Avrei dato di tutto per entrare nel ricordo con te, ma non volevo rischiare che Freccia Rossa rovinasse tutto- l’insegnante cambia aspetto, diventando una copia precisa di Merida, e dimostrando con assoluta certezza al ragazzo di essere Lilli. Anche se sicuramente ci era già arrivato da solo, vista la sua intelligenza.

Hiccup ha una reazione di senso di colpa quasi impercettibile vedendo la figura della sua migliore amica, ma poi il suo sguardo torna apatico, e guarda la figura quasi annoiato.

-Noioso. Comunque devi essere sorpreso, ho interpretato Rapunzel alla perfezione, vero? E’ così semplice. Basta diventare stupida e ingenua. Mi sento un’idiota ma è divertente. Non è certo stupida come Freccia Rossa, ma lei è noiosa da interpretare- si osserva disgustata una ciocca rossa e poi assume l’aspetto di Rapunzel, che sorride raggiante a Hiccup, che al contrario sembra chiederle con la sola forza dello sguardo cosa diavolo voglia da lui.

-Non sembri sorpreso dal fatto che ero io…- commenta lei, delusa, osservando la sua espressione. Da brava collezionista di reazioni ed emozioni, riesce a capire dalle microespressioni di Hiccup esattamente cosa gli passa per la testa, almeno in linea generale. Sorride incredula.

-Lo sapevi? E allora come mai hai deciso di osservare comunque il ricordo?- chiede, senza capire minimamente come mai si sia fiondato sulla sua trappola senza problemi.

Hiccup abbassa la testa.

-Bah, non capirò mai la vostra ossessione per il passato. Io non mi pongo così tante domande sulla sorte di mia madre- commenta quasi tra sé, sbuffando per non essere perfettamente riuscita nel travestimento di Rapunzel.

Come a seguire il flusso dei suoi pensieri, diventa per qualche secondo una ragazza dai capelli castani leggermente mossi lunghi tutta la schiena, occhi castani e maglione colorato.

Hiccup sgrana gli occhi sorpreso, acquistando per la prima volta da quando si è svegliato, un minimo di vitalità.

Lilli sembra riscuotersi e torna ad essere Rapunzel. A quanto pare, è il suo travestimento preferito.

-Beh, sono passata per essere sicura che non parlassi, e grazie al cielo è così, la tua parlantina è irritante. Ora che posso confermare a mio padre la cosa, a mai più rivederci prima della tua prematura morte, almeno in vesti in cui tu sai che quella con cui parli sono io- si alza dal letto e fa per avviarsi fuori dall’infermeria, lentamente, come aspettando che lui la richiami.

Lo sente muoversi, e si gira, notando che si è messo leggermente più dritto e ha aperto la bocca come a chiedere qualcosa, pur rimanendo con sguardo basso.

Sospira e scuote la testa, girandosi dall’altro lato.

-Vuoi sapere cosa è successo a Omega?- indovina la domanda lei, in tono cospiratore e malevolmente divertito.

Hiccup, ovviamente, non risponde.

-Diciamo che lo scoprirai molto presto, tieni d’occhio i giornali- dopo questa frase enigmatica, esce dall’infermeria, lasciandolo confuso, preoccupato, e in silenzio.

Torna insegnante subito fuori, e si abbandona sul muro appena fuori dalla porta, facendo un profondo respiro.

Accanto a lei passa tutta impettita Amy, portando appresso a sé un libro di incantesimi.

Guardandola, il gatto le lancia un’occhiataccia.

Ultimamente si è dedicata anima e corpo a trovare un contro incantesimo per il suo stato, lasciando un po’ da parte i doveri da animale da compagnia di Hiccup, ma continua ad essere molto protettiva nei confronti del ragazzo.

Lilli alza gli occhi al cielo.

-Tranquilla, non gli ho fatto niente- le assicura, alzando le mani.

Amy le soffia contro in ammonimento, poi procede per la sua strada.

Lilli rimane ferma per qualche altro minuto.

Sente la voce di suo padre in testa, che la rimprovera per essere andata a trovare Hiccup, e non riesce a fare a meno di sospirare.

Ma ha tantissimi pensieri strani che le frullano in testa, e, forse perché lei è la causa principale del suo crollo, o forse perché ogni volta che lo vede pensa a suo zio, non riesce a infischiarsene come ha sempre fatto.

E ancora una volta non ha preso i pezzi della sua bacchetta, come il padre voleva da lei.

Forse perché parte di lei non vuole in realtà farlo.

Dopotutto non è una marionetta in mano a Bill Cipher, lei è sua figlia, e ha opinioni, pareri, la sua esistenza e il suo potere non dipendono dal successo di suo padre, l’unico motivo per cui continua a servirlo è per amore, perché è l’unica famiglia che sente abbia mai avuto.

Ricaccia in un meandro profondo della sua mente le parole che ogni tanto riaffiorano e la fanno soffrire.

Anche se a volte, benché a Hiccup abbia detto il contrario, sente la mancanza di sua madre.

Si trasforma in una ragazza dai capelli castani mossi che le arrivano fino alle spalle e gli occhi ambrati, e si passa la mano sul braccio coperto da un maglione colorato, come se in qualche modo sua madre possa essere lì.

“Tu non sei me, non sei tuo padre, sei una persona unica e speciale, che può fare le sue scelte e decidere il suo percorso. Sei libera, Lilli”

Sospira, poi scuote la testa, e torna insegnante di storia della magia.

Non può permettersi questi sentimentalismi, probabilmente è ancora la terribile influenza di Drago Nero a confonderla.

E poi ha nuovi loschi piani in cui aiutare il padre.

E lo farà senza esitazioni.

 

Dopo una settimana di nessun progresso e assolutamente poca partecipazione da parte di Hiccup per farne avvenire qualcuno, l’infermiera non può più trattenerlo in infermeria, perciò è costretto a ritornare in mezzo alla gente.

Merida è incredibilmente felice di questo, ma solo per motivi egoisti, lo sa, e non le importa.

Infatti pensa che una volta messo a contatto con la realtà, non più protetto dai muri spessi dell’infermeria, finalmente si renderà conto della pessima situazione in cui ha coinvolto tutti.

Ma, come al solito, con sua infinita irritazione e un risolino gongolante di Bill nella sua testa, lo stato di Hiccup non sembra cambiare, e continua ad affrontare il tutto nella sua totale indifferenza e nel silenzio.

Ha persino litigato con Rapunzel, che dei tre è l’unica ancora convinta di dover fare qualcosa.

Merida ha ormai perso le speranze.

E’ in sala grande, a fare colazione abbuffandosi come suo solito ma più per lo stress che per altro, e osserva Hiccup che è oggetto di insulti, scherni e commenti che sembra non gli facciano né caldo né freddo.

L’unica che sembra dalla sua parte è Anna, che prova a fermare i ragazzi che dal tavolo di Serpeverde gli stanno lanciando dei pezzi di pane, ma Elsa la convince a desistere, anche perché Hiccup non pare farci caso, e mangia distrattamente e a testa bassa del pudding, osservando nel frattempo una torta a forma di pesce poco distante, che nessuno ha osato toccare.

Merida non ne è certa, perché ultimamente Hiccup nasconde davvero bene le sue emozioni nell’indifferenza e nell’apatia, ma può giurare di vederlo leggermente malinconico.

Chissà, magari sta pensando a quando portava chili di pesce al suo drago preferito.

Ma se anche così fosse, perché diavolo non sta facendo assolutamente nulla per cercare di riaverlo indietro?

Ai tre ragazzi mancano davvero troppi pezzi di puzzle per capirci qualcosa, e sebbene Merida sia quella che ne ha più di tutti, ancora non riesce a capire la figura che potrebbe venirne fuori.

Continua ad osservare l’amico, che viene affiancato da Macintosh, insieme a un altro paio di ragazzi Serpeverde del suo anno, l’ultimo.

Senza neanche accorgersene si mette sull’attenti, per evitare che possa succedergli qualcosa, anche se parte di lei teme quasi più per i ragazzi venuti a bullizzare che per Hiccup.

Non ha alcun senso, ma il suo istinto è abbastanza affidabile.

-Hiccup, hai qualche altro amico zannuto da mostrarci?- chiede Macintosh al ragazzo, che lo ignora.

-Che c’è? Il drago ti ha mangiato la lingua?- insiste, facendo ridacchiare gli altri ragazzi e alcuni lì vicino.

-Ci potete credere? Ha allevato di nascosto l’assassino di sua madre, probabilmente per ammazzarci tutti, e ancora non lo espellono. Si vede che ha conoscenze dall’alto- il commento infastidito colpisce per la prima volta nel segno, e Hiccup sobbalza leggermente, cercando di non darlo a vedere.

Assassino di sua madre? E’ quello l’insulto che l’ha colpito di più? Ma non ha alcun senso, Sdentato non ha… oppure è… Merida sbianca, e continua ad osservare Hiccup, che prende con mano tremante un pezzo di pane, come a cercare la conferma, nei suoi movimento e reazioni, del terribile dubbio che le sta venendo in mente.

-Beh, anche tu hai conoscenze dall’alto. Non devi sposare la Dumbroch?- uno degli amici di Macintosh lo prende un po’ in giro, infastidendo lo stesso e Hiccup, che si irrigidisce di scatto.

-Oh, beh, chiariamo una cosa, non appena la sposerò il suo comportamento ribelle verrà distrutto, e certamente questo rifiuto umano per allora sarà ad Azkaban e smetterà di condizionarla- Merida è in procinto di alzarsi in piedi e schiantarlo davanti all’intero corpo studentesco, ma quelle parole, o forse solo l’ultima, fanno scattare qualcosa in Hiccup, che si alza di scatto e sussurra, a denti stretti -Zitto-

Un semplice ordine, e Merida, ancora una volta, sebbene a distanza, è l’unica a sentirlo.

Come se le venisse sussurrato all’orecchio ma da lontano.

Chiaro, ma allo stesso tempo sottile, e ne avverte il potere, che esce come un’esplosione a stento trattenuta.

E’ incontrollato come era stata Rapunzel, ma invece di fluire in ogni istante, il suo potere si accumula e accumula prima di esplodere in momenti specifici, momenti in cui Hiccup perde completamente la presa.

Macintosh apre la bocca per commentare il suo parlare senza proferir parola, ma si accorge di essere finito nella sua stessa situazione.

Hiccup sgrana gli occhi, e si porta una mano alla bocca, per poi stringere i pugni e scappare via dalla stanza.

Merida agisce di puro istinto. Non le interessa se si era ripromessa di non immischiarsi più finché Hiccup non avesse fatto il primo passo, questa è una faccenda più grande di lei.

Si alza da tavola, e senza neanche finire il bacon lo segue, cercando di non perderlo di vista.

Lo trova in uno sgabuzzino delle scope, seduto a terra, che si tiene la testa tra le mani come a riordinare le idee, e sembra sull’orlo delle lacrime, o di urlare a pieni polmoni. Se anche optasse per la seconda opzione nessuno lo sentirebbe probabilmente, quindi non è male come idea.

Alza per un attimo lo sguardo su di lei, e per un secondo i loro occhi si incrociano, per la prima volta dopo che lui si è svegliato. 

Il ragazzo abbassa subito la testa, e le fa cenno di andare via.

-No, non ne ho la minima intenzione. Ora tu mi devi dire come posso aiutarti, e forse dopo averti aiutato, quando tu sarai tornato normale e avremo salvato Sdentato e magari anche vinto la guerra contro la setta oscura, forse allora, ma solo forse, ti lascerò in pace, ma probabilmente no, perché sei il mio dannatissimo migliore amico e credo di avere tutto il sacrosanto diritto di aiutarti!- si impone, bloccandogli ogni via di uscita.

Lui scuote la testa.

-Non devi aiutarmi- sussurra, con voce impastata.

-Se questo è un tuo ordine, sappi che non lo seguirò. Cosa è successo, che ti ha detto la setta oscura?- chiede Merida, cercando di addolcire il tono senza particolare successo.

Hiccup si indica la gola come ad esimersi dal rispondere, ma Merida, con un colpo di bacchetta, gli fa comparire una pergamena e una piuma in mano.

Hiccup alza gli occhi al cielo, e scrive una sola parola.

-“Sdentato”?- legge Merida. L’amico ritorna in stato apatico, seppellendo il volto tra le ginocchia.

-Ok, visto che sei poco collaborativo, tirerò ad indovinare. Sdentato… hai scoperto qualcosa che ha fatto Sdentato che…insomma, lui ha…- prima che possa finire di formulare la domanda, dato che trovare le parole è piuttosto difficile, Hiccup annuisce, senza guardarla.

Merida rimane senza parole, non riesce a trovare lati a favore del drago da cui poter osservare la situazione.

-Forse era controllato dalla setta…- prova a proporre, ma ancora una volta Hiccup la interrompe, scuotendo vistosamente la testa.

Merida prova a riflettere, ma Hiccup attira la sua attenzione indicandosi e poi indicando il foglio.

-Tu… tu credi di controllare Sdentato?- chiede lei, in un sussurro.

Hiccup stringe i denti, e con le lacrime agli occhi, annuisce quasi impercettibilmente.

-No, no, deve esserci una spiegazione logica, non puoi credere di averlo controllato per tutto questo tempo- prova ad obiettare Merida, ma non ha idea di come possa convincerlo, benché lei lo sia.

“Invece è così, fatevene una ragione, è una creatura dell’oscurità” commenta Bill divertito nella sua mente.

Merida non lo sentiva così da un po’, e lo preferiva di gran lunga prima.

-Non ora, Nacho- sussurra rivolta alla sua testa, poi un’illuminazione la coglie, proprio grazie all’intervento dell’esserino triangolo.

-E’ stato lui- sussurra. Le sembra quasi di vedere una lampadina accendersi nella sua testa.

E le sembra di sentire Bill sussultare all’interno del suo cervello.

“Di che stai parlando, Freccia Rossa?” chiede allertato.

Hiccup la guarda confuso.

-E’ stato Nacho. L’ho sentito, mentre parlava con Lilli- ricorda la conversazione che ha origliato il giorno in cui il drago è stato catturato.

“Cosa?!” Bill cade completamente dalle nuvole, e Merida sente anche una fitta alla testa.

Hiccup la guarda ad occhi sgranati, senza sapere come prendere la notizia. Scuote la testa, senza crederci.

-Fidati, ora mi ricordo, e ora ha senso quello che hanno detto. Non sapevano che stavo sentendo la loro conversazione, erano nella mia testa. E Lilli ha detto che tu le facevi pena, perché eri convinto di aver controllato Sdentato, e non liberato dal controllo di Malefica- cita, cercando di ricordarsi la conversazione.

“Ora basta!” Bill le infligge un’altra forte fitta alla testa, che la fa piegare in due dal dolore, Hiccup si alza di scatto come a prenderla al volo, senza comunque credere a quello che l’amica gli sta dicendo.

-E poi…- Merida continua. Sente Bill che cerca di toglierle i ricordi, ma lei li trattiene con la massima forza, tenendosi forte la testa tra le mani e cercando di non crollare -… e poi Lilli ha chiesto se era stato lui, “quella notte” e lui ha risposto che era stato lui, per “tutti e sei”… non so chi siano questi altri cinque, ma sono sicura, al cento per cento, che se non è stata Malefica a controllare Sdentato quella notte, è stato Nacho, e tu lo hai controllato solo per liberarlo. E’ così, Hiccup, fidati di me- gli afferra un braccio, ma lui è ancora restio a pensare a questa possibilità.

Scuote la testa, allontanandosi e dando le spalle alla rossa.

-Questa è una prova, quello che Nacho mi sta facendo dimostra che non voleva che te lo dicessi. Ti prego, Hiccup, perdonati, e aiutaci!- solleva una mano perché lui gliela prenda, ma è ancora restio.

“Me la pagherai, Freccia Rossa!” le urla Bill furente, e le imprime una fitta alla testa talmente forte da farla urlare e perdere i sensi.

L’ultima cosa che ricorda è l’espressione allertata di Hiccup, le sue parole più chiare del solito che sussurrano il suo nome e braccia che l’afferrano, poi il buio più totale.

 

-Capisco che sei molto preoccupato per il tuo amico, ma la tua preparazione è davvero tremenda- commenta il professor Black, correggendo un compito fatto durante le lezioni di recupero che Jack ha iniziato a sostenere sostituendo Merida che è troppo impegnata tra demoni in testa e migliori amici depressi.

Nessuno dei suoi amici sa che in fondo ha secondi fini a riguardo, ed infatti passa la maggior parte delle lezioni private a fissare il professore, con il desiderio bruciante di ucciderlo, lì, su due piedi, per quello che ha fatto.

Purtroppo la situazione è ben più complicata di quanto potrebbe sembrare, dopotutto è immortale, a quanto pare, e potrebbe insospettirsi se Jack provasse a lanciargli un avada kedavra che oltretutto non ha mai imparato a scagliare, giustamente.

Ma la rabbia cieca che ancora non riesce a controllare ribolle in lui come lava. Ogni volta che vede il suo viso, non può fare a meno di ricordarlo nel momento in cui ha frantumato il ghiaccio sotto i piedi di sua sorella.

E’ stato lui, e non aveva motivo alcuno di farlo. Jack non capisce, non riesce davvero ad immaginare come un essere umano possa essere così… cattivo. Cattivo senza giustificazioni, ma quasi solo per il gusto di esserlo.

Jack crede di poter essere classificato come cattivo a sua volta: un cattivo studente, un cattivo esempio, il classico cattivo ragazzo, ma non pensa di esserlo e basta, e tenta davvero di fare il massimo bene possibile.

Forse il professor Black ha deciso, dopo vari tentativi, di non provare ad essere più buono e si è lasciato andare nell’onda della malvagità e dell’oscurità perché era la via più facile?

Se Jack lo uccidesse, farebbe lo stesso?

L’odio che prova nei confronti di Black è così profondo e radicato che non riesce a fare a meno di pensare a lui in ogni momento, come un tarlo fisso. Da una parte vorrebbe che esistesse una giustificazione, con tutto il suo cuore. All’inizio credeva di aver avuto ogni colpa, e capiva come i fatti si erano svolti, ma ora che si è reso finalmente conto di non averne quasi alcuna… gli sembra un evento ingiustificabile.

Però è passato, dovrebbe lasciarlo andare… ma non ci riesce.

-Scusi, professore. Mi impegnerò di più la prossima volta. Sono giorni stressanti- commenta il ragazzo in tono meccanico, pensando a tutt’altro.

-Immagino, troppo concentrato a pensare ai problemi di un altro per poterti concentrare sui tuoi- un ragionamento davvero accurato per spiegare quella situazione esce dalla bocca del professore. 

-Esattamente- annuisce Jack a denti stretti, pensando anche a come il comportamento di Rapunzel possa applicarsi a quel commento.

-Allora forse più che per lo scritto e il teorico potremmo incentrare la lezione sul pratico- propone lui in tono quasi di sfida, alzandosi e prendendo una bacchetta di legno così scuro da sembrare nero.

Scelta perfetta per un professore di cognome Black.

Jack solleva lo sguardo, leggermente sorpreso e a disagio.

-Dopotutto un duello nel mio isolato ufficio dove non possiamo disturbare nessuno mi pare perfetto per sfogarsi- aggiunge il professore, con sfida più marcata.

“Vuoi uccidermi?” sembra dire con lo sguardo “Provaci, avanti, entra nell’oscurità!”

Jack distoglie lo sguardo da quegli occhi simili a un’eclisse, e prende la propria bacchetta alzandosi poco convinto e mettendosi in posizione.

-Allora, proporrei di esercitarci con gli incantesimi base di protezione, difesa, disarmo o attacco diretto. L’incantesimo schiantante credo sia da perfezionare, è il caso che ti eserciti, ma in generale andiamo sul combattimento istintivo, va bene?- il tono rimane affabile mentre, con grande eleganza, Black si esibisce in un inchino e si prepara.

Jack gli fa solo un cenno, poi, con la bacchetta che freme per essere usata, soprattutto contro di lui, inizia ad attaccare con un generico stupeficium, abilmente protetto dall’insegnante, che ribatte con un incantesimo non verbale.

Jack riesce a pararsi per un pelo.

-Dovresti esercitarti anche con gli incantesimi non verbali, ti potrebbero essere molto utili- gli suggerisce in tono tranquillo.

Peccato che Jack sia davvero negato in quelli.

Continua a lanciare degli schiantesimi, e a parare incantesimi di dubbio scopo, finché colto alla sprovvista, non ne evita uno, invece di pararlo e basta.

Esso colpisce uno specchio posto dietro di lui, spaccandolo in mille pezzi.

E’ questione di un attimo, e Jack ritorna con la mente al ghiaccio, a Jenny che cade, al suo urlo finale.

E al volto che ora è davanti a lui, che lo guarda divertito, come se sapesse perfettamente il delirio che sta passando nella mente del giovane ragazzo.

E tutta la rabbia dentro di lui, che stava cercando di trattenere, esplode.

Gli incantesimi escono dalla sua bacchetta senza bisogno neanche di pensarli, e non serve più evitare quelli dell’avversario, perché egli è troppo occupato a cercare di pararsi per formularli.

Per la prima volta il professor Black sembra in difficoltà, ma non demorde, neanche quando viene messo all’angolo.

-Ottimo lavoro- prova a concludere la lezione, ma Jack non ha ancora finito.

Sollevato in aria di qualche centimetro e circondato dal vento che sembra creare un piccolo tornado intorno a lui, fissa con occhi vacui il professor Black, con la bacchetta puntata dritta sulla sua gola.

Una scena che vista dall’esterno sarebbe risultata davvero inquietante e spaventosa, e che probabilmente avrebbe messo Jack in grossi guai.

Rimane in quella posizione per qualche secondo, con la bacchetta che manda scintille azzurre e leggermente verdi, come se fosse pronta a lanciare un anatema che uccide.

-Allora, che stai aspettando, Frost? Fallo, su- lo incoraggia Black in un sussurro, continuando a sorridere, certo che alla fine non avrà il coraggio.

Ci vuole tutta la forza di volontà di Jack per abbassare il braccio, e forse a posteriori se ne pentirà.

-Mi scusi, professore, mi sono troppo calato nella situazione- prova a giustificarsi a denti stretti.

-Oh, certo. E’ comprensibile. Appuntamento alla prossima settimana- i toni tornano quelli di studente e docente, e Jack recupera le sue cose prima di dirigersi verso la porta.

-Posso farti una domanda, Frost?- chiede Black, tornando per un attimo di nuovo nelle vesti di membro della setta oscura.

Jack non risponde, rimanendo immobile.

-Come ci si sente a non essere abbastanza forte da vendicare un proprio caro?- niente mezze misure, niente imbrogli o giri di parole, Black arriva dritto al punto.

Per tutta risposta il getto a fatica trattenuto viene gettato via dalla bacchetta, e colpisce un vaso posato a terra, trasformandolo prima in completo ghiaccio, e poi spezzettandolo a dadini minuscoli che via via si sciolgono fino a diventare acqua in meno di venti secondi.

Jack si volta verso Black, che non si è scomposto di una virgola. 

-Ucciderti sarebbe fin troppo caritatevole- commenta in un sibilo, prima di uscire dalla porta.

Pitch, rimasto solo nella stanza, ridacchia tra sé.

Certo che Jack Frost è davvero il più divertente tra tutti, gli ricorda moltissimo la madre.

Oh, che strega, la madre di Jack Frost. Peccato sia morta così orribilmente insieme a suo marito. 

Una notte davvero, davvero fredda quella. Pitch era lì, e non era solo.

Chissà se un giorno l’esercito della luce deciderà di rivelargli la verità.

Pitch sarebbe curioso di vedere la sua faccia nel caso accadesse, sarebbe davvero uno spasso.

 

La mattina dopo, Rapunzel è l’unica a presentarsi a colazione, e a ricevere la peggiore delle notizie.

Merida è ancora in infermeria seccata perché l’infermiera le ha impedito di muoversi e ancora più seccata dalla vocina martellante, nel vero senso della parola, in testa. Jack ha preso direttamente qualcosa dalla cucina perché non aveva la minima voglia di sfilare come una statuina davanti a tutti coloro che l’avrebbero guardato malissimo per tutta la colazione, e Hiccup è disperso da qualche parte.

Ma è solo quest’ultimo che la bionda cerca, quasi disperatamente, per tutto il castello.

Riesce infine a trovarlo in biblioteca, intento a leggere, con la testa appoggiata sul banco in modo depresso, come se stesse dormendo, e con Amy vicino a lui sul tavolo che studia libri di incantesimi, il libro che lei gli ha consigliato quando stava male: “Racconti al calar del sole”, la raccolta sui due ragazzi a Hogwarts che Belle le aveva suggerito come lettura migliore in situazioni di stress e di cui la bionda si era innamorata col tempo, e che arrivava a leggere ogni volta che si sentiva un po’ giù.

E’ felice che Hiccup se ne stia appassionando, ma non ha tempo da perdere a rimirare il suo operato.

-Hiccup- lo chiama, un po’ titubante, nascondendo un foglio di giornale dietro la schiena.

Lui alza la testa verso di lei, e solo allora la ragazza si accorge che i suoi occhi sono scavati da profonde occhiaie scure, e che sembra aver passato la notte in bianco. Le ferite sulle mani, inoltre, non fanno sicuramente ben sperare.

La guarda accennando un sorrisino triste. In fin dei conti è più sereno rispetto agli altri giorni, o meglio, meno depresso.

Rapunzel non vorrebbe essere l’incaricata a dargli la notizia, ma è necessario.

-Stai bene?- chiede titubante, sedendosi accanto a lui.

Lui annuisce con poca sicurezza, accarezzando un po’ il manto di Amy per calmarsi.

-Senti, io… oggi è arrivato il giornale. Io di solito non ho l’abbonamento alla Gazzetta del Profeta, ma… mi è arrivato lo stesso, e…- non sa come introdurre l’argomento, forse dovrebbe solo dargli il foglio e basta. Sente le lacrime risalirgli agli occhi, e l’espressione allertata di Hiccup non aiuta certo il suo autocontrollo.

Certo non sa che Lilli lo ha messo in guardia sui giornali.

Ad occhi sgranati, il suo amico la guarda in cerca di spiegazioni, e lei, senza riuscire a proferire altra parola, gli passa il foglio di giornale.

In prima pagina, in maxi titolo, una scritta fa impallidire il ragazzo accanto a lei, che rimane congelato sul posto:

“Drago trovato a Hogwarts condannato a morte. L’esecuzione avverrà tra tre giorni”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(A.A.)

No, cioè, è vero che due mesi sono tanto, ma mi sto migliorando tantissimo!!

Solo due mesi e ho aggiornato.

Con un capitolo di sole diciannove pagine molto di passaggio, ma ho aggiornato!!

Evvai!! *stappa lo champagne*

*I personaggi della storia la guardano storto*

Ehm… *richiude la bottiglia e la nasconde*

Dicevo… la situazione non è rosea, non è successo quasi nulla in questo capitolo, e doveva essere più pieno anche con qualche scena con Elsa e Anna e forse Flynn, ma non funzionavano bene, perciò l’ho lasciato così.

Inoltre ci sono molte scene introspettive, e come forse avrete notato non ci sono scene dal punto di vista di Hiccup.

Questo perché il prossimo capitolo, che sarà una bomba, davvero una bomba, sarà tutto, o quasi, dal suo punto di vista, finalmente dopo due capitoli in cui non si è capito quasi nulla di ciò che gli passava per la mente.

Quanti di voi sono stupiti che non riesca a parlare? Io sono la prima.

Chissà perché Merida è l’unica a sentirlo.

La risposta è semplice, ma i Mericcup sono stupidi e più ciechi del quadrilatero amoroso di Miraculous.

Poi che altro dire, Jack è ancora un po’ oscuro, e ha un passato più complicato di quanto sospettassimo.

Stessa cosa vale per Lilli.

Che ve ne pare della piega che sta prendendo questo personaggio? Forse le sto dando un po’ troppo spazio, ma mi piace un sacco. Fatemelo sapere perché nel caso le tolgo un po’ di spazio.

E’ tornata Amy a grande richiesta (anche se volevo metterla già dal capitolo scorso ma poi tra le troppe cose non ci sono riuscita) e purtroppo anche Macintosh. Che rompino. Chissà se l’ordine di Hiccup è permanente e rimarrà muto a vita. Sarebbe un sogno per Merida.

E ritornato anche il libro “Racconti al calar del sole” del capitolo 14/15.

Perché lo sto sottolineando? Perché in quella parte c’era un piccolo spoiler su quello che accadrà nel prossimo capitolo.

Regalerò una caramella a chiunque ci arrivi (ma è improbabile perché è davvero un accenno leggerissimo e quasi incomprensibile per chi non lo sa già, o forse mi sto dando solo delle arie ma ci arriveranno tutti)

Credo sia tutto, spero di aggiornare sempre più spesso ma vi avverto già che il prossimo capitolo, se esce come voglio io, sarà lungo da scrivere, ma pieno di emozioni, fidatevi.

Che altro dire, risponderò alle recensioni spero entro stasera o al massimo domani, vi mando un grandissimo bacione e alla prossima, che spero sia presto :-*

 

P.s. Grazie di cuore, ma poi lo dirò nelle risposte singole, per tutte le recensioni incoraggianti e ringrazio anche chi, in silenzio, continua a leggere la storia a distanza di tutto questo tempo, siete davvero fantastici, perciò doppio bacione :-* :-*

 

P.p.s. Scusate eventuali errori, mi devo ancora abituare al format del computer nuovo.

   
 
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