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Autore: PanRayuki    27/10/2017    2 recensioni
"Tutti da piccoli abbiamo avuto un sogno. Quello di diventare performer, chi allevatore di Pokémon, chi il più grande e rinomato maestro Pokémon di tutti i tempi, chi l'impiegato e via dicendo... ma c'è anche chi il suo sogno l'ha visto infrangersi su degli scogli. Chi si è ritrovato a terra, senza alcun aiuto e mai avrebbe pensato di riceverlo da uno dei membri più conosciuti del Team Rocket.
Quella che state per ascoltare, è la mia storia, la storia di una ragazza col sogno di diventare Pokémon Ranger, abbandonata a sé stessa e che ha trovato aiuto solo in chi avrebbe dovuto combattere.
Ora ho un nuovo sogno: servire Giovanni e diventare la recluta che arriverà al successo scalando la gerarchia il più brevemente possibile e ripagare chi mi ha lasciata sola nell'oblio, della sua stessa moneta.
Me la pagherete tutti. È una promessa."
Genere: Avventura, Commedia, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Giovanni, Nuovo personaggio, Team Rocket, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime, Videogioco
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Erano passati solo dieci minuti in groppa al Pidgeot di Lewis, stavamo sorvolando una parte di distesa marina che divideva Azzurropoli da Smeraldopoli... e già avevo i lacrimoni mentre mi tenevo saldamente attaccata al suo collo: stavo morendo di paura!

«Ti preeeeeeeeeegooo Pidgeeeeooot ralleeeentaaaaa!!»
Dall'altro capo del mio PokéGear attivo, sentii la voce seria del generale rimproverarmi.
«Andiamo recluta, non fartela sotto per la velocità base!»
«MA COSì MI VERRÀ UN INFAAAAARTO GEEENERAAALEE! CHE FRETTAA ABBIAAAAMO???»
«"Di vitale importanza", ricordi? Non fare la pappamolle, siete quasi arrivati.»
«Dhh--»
«Chiudi gli occhi e vedrai che sarai lì in un lampo.» intervenne Robert, divertito mentre in sottofondo sentivo una risata - probabilmente da parte del generale - soffocata.
Provai a seguire il suo suggerimento e, dopo altri dieci minuti, finalmente arrivammo a destinazione. Certo, ci vollero due minuti buoni prima che me ne accorgessi e, non appena toccai terra, barcollante, mi sdraiai sul manto erboso davanti all'ingresso della cittadina.

«Aaaah... Terra ferma! Dh... Dio, sto per sentirmi male...»
«In piedi recluta! Datti un po' di contegno.»
«S-sì...credo vomiterò un attimo e poi andrò a cercarlo... il contegno-»
«Ivai?»
Lewis sbroccò dall'altro capo del telefonino, ma poco importava: lo stomaco mi stava chiedendo pietà.
«Non ci provare! Non dobbiamo lasciare traccia del nostro passaggio!»
D'impeto mi sollevai in ginocchio, aprii il trasmettitore e gli inveii contro, lasciando entrambi leggermente stizziti dalla mia reazione.
«E LEI ALLORA DOVREBBE FARCI FARE UN CORSO DA PILOTA PER AEREI DA CACCIA! HA IDEA DI QUANTO ANDASSE VELOCE?!»
«Dh! Che... che caratterino!» ridacchiò l'assistente.
«Dammi qua! Ascolta recluta, basta cincischiare! Se succede qualcosa siamo in ascolto, ma ora muoviti.»
«Vaaa bene, va bene... che modi...»

Terminato il contatto telefonico mi ricomposi poggiando le mani ai fianchi e mi rivolsi al Pidgeot che stava bellamente sistemandosi il proprio manto piumato.
«Dannazione, per poco rimettevo la cena a causa tua.»
Di tutta risposta il pennuto emise un verso, quindi si alzò nuovamente in volo, lasciandomi lì. Da sola.
«Ecco, bravo. Scappa che sennò ti faccio arr-» mi bloccai, nella mia mente un nuovo pensiero si era fatto spazio, lasciando che sul mio viso dall'espressione arrabbiata se ne formasse una preoccupata a cui seguì il mio commento che sempre più si abbassava di voce, restando con l'aria di chi era appena stato abbandonato al proprio destino.
«Ma se il mio passaggio se n'è andato, io come farò a darmela a gambe a missione compiuta..?»
PANICO. Iniziai a farfugliare a bassa voce con un tono sempre più squillante in completa agitazione, muovendomi avanti e indietro mentre Evelyn mi seguiva con lo sguardo. Fu un suo verso, stufa di vedermi reagire così, a riportarmi alla realtà dei fatti.

«Ivaaaai, ivai!»
«Uh? ... ah! Hai ragione Evelyn! Non ho tempo per farmi prendere dal panico!»
Stavo per aggiungere qualche frase a effetto, quando ancora la mia compagna di avventure fece per indicare il mio PokéGear.
«... effettivamente potrei anche chiedere a Lewis... eheh... ottima trovata Evelyn..!» ridacchiai nervosa mentre il mio Pokémon sospirò profondamente, quindi premetti il pulsante per avviare la chiamata.

«Dimmi tutto recluta! Sei già riuscita a raggiungere Biancavilla?»
Per fortuna è Robert., pensai con un sorrisetto stampato in viso.
«Ah, ehm, no, non ancora... mi chiedevo come mai il Pidgeot del Generale fosse partito lasciandomi qui.»
«Aw... tutto qui? Tornerà a recuperarti, prima o poi.»
«P-prima o poi?»
«Ora muoviti prima che Lewis sappia il perché della comunicazione. Ciaoo.» 
Q-quest'uomo mi spaventa., pensai immobile lasciando che l'assistente dall'altro capo del telefono mettesse giù. Scossi la testa: era il momento di partire.
«In marcia Evelyn.»

Camminando in mezzo al sentiero del percorso 1 dovetti avviare la funzione di torcia all'interno del palmare, puntandolo davanti e intorno per capire se era la strada giusta, ma soprattutto per assicurarmi che nessuno mi stesse seguendo. Feci per girarmi, quando di fronte a noi sentii qualcuno parlare: sembrava essere un ragazzino che confabulava con un Rattata; Evelyn stava già per mettersi all'attacco, ma in tempo l'afferrai e spensi la torcia, restando nascosta tra un paio di cespugli.

«Ahahah! Non mi prendi!»
... perché diavolo c'è un marmocchio che gira a quest'ora di notte, solo, con un dannato sorcio?!
«Adam! Torna dentro che è tardi!»
Oh, fantastico. Ora c'è pure la madre in giro.
«Sì, arriviamo. Forza, Rate!» 
Rimasi nascosta finché non sparirono dalla mia vista, significava che dovevo essere proprio vicina alla cittadina se erano svaniti così alla svelta, no? Convinta di questo uscii allo scoperto per riprendere la strada, quando alle mie spalle sentii un peso improvviso. Pensai che fosse Evelyn, magari in vena di fare scherzi e invece...
«Eve, stai giù, almeno avvisa quando vuoi saltarmi in spalla.»
«Ivai?»
Non era lei ad aver intensificato il peso dello zaino.
«... ehm. Aspetta. Se non sei tu e Pidgey sta bellamente nella Poké ball... chi cavolo ho in spalla?»
«... rpiiiie.»
Un Caterpie? Possibile?, ipotizzai dal verso, così riposi per un attimo il palmare e portai le mani verso lo zaino, trovandolo al suo interno. Storsi il naso, quindi sbatacchiai leggermente la borsa, affermando: «Ehilà? Disturbo forse? Qui siamo in missione, non facciamo mica da taxi ai Pokémon selvatici, noi.»
«Rpiiiie...»
«Eh?!», il vermiciattolo verde si era bellamente rigirato all'interno.
Sospirai vistosamente seccata, poggiai quindi a terra lo zaino e lo tirai fuori, mostrandogli poi un'Ultra ball. Certo, mi sembrava sprecata per un Caterpie, ma piuttosto di portarmelo dietro in spalla, era meglio così.
«Se vuoi puoi venire con noi, non ho nulla da obiettare, però dovrai stare in questa sfera.»
Caterpie fissò prima la sottoscritta, poi Evelyn e infine se ne andò verso i cespugli, sparendo dalla nostra vista.

«Pfff, manco gli avessi chiesto di pagare l'affitto.» dissi ironicamente grattandomi la testa: quella sosta ci aveva portato via ulteriore tempo e non era il caso di attendere ancora.

Arrivammo finalmente di fronte a un cartello con la dicitura "Biancavilla: dove comincia il bianco.", feci una smorfia, doveva essere un gioco di parole fra bianco e viaggio, facendo un chiaro riferimento sia al nome della cittadina, sia per la presenza del laboratorio del professor Oak da cui molti allenatori iniziavano il loro viaggio.
M'inoltrai così nell'erba alta che mi avrebbe fatta accedere all'interno del posto, raggiungendo la piazzetta: su una collinetta si poteva intravedere il laboratorio, mentre in pianura vi erano tutte le varie abitazioni; doveva essere un paesino piuttosto piccolo ed effettivamente, riflettendoci su, quando la visitai la primissima volta quattro anni prima era molto differente, forse con ancora meno gente.
Con fare furtivo, nascondendomi dietro a recinti, appartamenti, siepi e affini, riuscii presto a togliermi di dosso il possibile problema con gli abitanti, raggiungendo il laboratorio.

«Ci siamo Evelyn. Ora dobbiamo essere silenziose e studiare una tattica.» sussurrai con decisione alla mia fidata compagna.

Restammo un buon quarto d'ora a studiarci tutto il perimetro dell'edificio, assicurandoci un buon posticino nascosto e finalmente, attorno alle due del mattino, attuammo il nostro piano. Dovevo evitare di farmi scoprire e certo, sarebbe stato comodo avere un Pokémon che fosse stato in grado di usare un qualche tipo di spore, ma dovevamo arrangiarci in qualche modo; guardando attraverso le finestre, avevamo persino scovato le Poké ball a disposizione che sarebbero state prese dai nuovi allenatori l'indomani.
«Si comincia. Pidgey, Eve, sapete cosa dovete fare.»
Ricevetti un assenso da parte dei due che andarono a posizionarsi come prestabilito, quindi la prima cosa che feci fu avvolgere la felpa che mi ero portata appresso durante l'inizio di quell'avventura attorno alla mano, in modo da evitare il contatto diretto coi cocci e ruppi una delle finestre al piano terra, una di quelle nella zona dell'ingresso per essere più precisi.

All'interno, nello specifico dal piano superiore, il Professor Oak sentì rompersi una finestra.
«Mhm..? Cosa... è stato?»
Come avevo immaginato, l'uomo scese al piano terra mezzo addormentato, mostrando lungo il tragitto almeno tre sbadigli.
Uscì dall'ingresso dell'edificio guardandosi attorno in cerca di un presunto colpevole, restando sorpreso nel non vedere nessuno. Portò la mano destra alla nuca, intento a grattarsi con fare assai confuso, quindi si girò verso il lato opposto a dove mi trovavo, incontrando Evelyn tutta allegra che stava giocando a rincorrersi con Pidgey: in quel momento sul suo volto si piazzò un sorriso sollevato.
«Ma tu guarda... siete stati voi a fare questo?»
Da parte mia vi fu un sorriso sornione nei confronti della sua reazione: la distrazione aveva funzionato e purtroppo, per Samuel Oak, le cose non sarebbero affatto migliorate.

Ormai è nelle nostre bandite mani, questo sciocco..!, ridacchiai parlando con me stessa, in procinto di raggiungerlo di soppiatto. Appena fui abbastanza vicina a lui, nel preciso istante in cui si piegò per accogliere Evelyn tra le sue braccia, saltai immediatamente al suo collo, avvinghiandomi come una ventosa per fargli perdere i sensi.
«MA COS--» cercò di urlare, Oak.
«Stia tranquillo.» sussurrai al suo orecchio con malizia.
«Presto finirà tutto. Sogni d'oro..!»
«C-chi sei?! C-cosa vuoi?!»
Accidenti, ancora parli? Dovrò aumentare la pressione., sbuffai silenziosamente nel vedere che ancora non desisteva dal lasciarsi abbandonare a sé stesso, annaspando in cerca di ulteriore aria.
Ringhiai e dovetti attendere almeno sei minuti per ottenere il risultato tanto desiderato, lasciando il corpo momentaneamente svenuto davanti alla finestra.
«Ottimo lavoro ragazzi. Ora pensiamo ad arraffare quelle tre Pokéball.»
Senza indugiare raggiungemmo il macchinario apposito con all'interno le sfere degli starter. Già mi stavo pregustando la soddisfazione e la possibilità di salire ulteriormente di rango nella gerarchia!
Aaaah! Basta fantasticare, festeggerò dopo!, promisi a me stessa ancora eccitata all'idea. Prima dovevo riuscire ad aprire la vetrata del macchinario, così provai a premere qualche tasto a caso, fin quando un rumore sordo seguito da una vibrazione, fece spostare i pannelli lateralmente, mostrando le tre sfere Poké senza alcuna difesa. Decisi di lanciarne una per volta per controllare che vi fossero i dovuti esserini, ricevendo conferma.
Caspita, era stata una vera bazzecola farla sotto il naso al Professore!
«Abbiamo ciò che ci occorre, ora possiamo anche rientrare.» annunciai allegra e decisa, mettendo in un sacco di tela marroncino le tre Poké ball, quando alle mie spalle sentii una voce familiare che interruppe i miei festeggiamenti.

«Ferma lì.»
Era ancora Samuel Oak che, ripresosi abbastanza in fretta, si stava reggendo sul ciglio della porta, ansimando per riprendere fiato.
«Ma guarda. Il vecchietto è fatto d'acciaio allora.»
Lui con forza si fece avanti avanzando a passo svelto, raggiungendo anche uno dei tavoli di quelli che dovevano essere degli assistenti.
«Non so chi tu sia, ma rubare non è lecito: quei Pokémon tra poche ore incontreranno i loro allenatori; senza non potranno mai iniziare il loro viaggio!»
Sbuffai divertita portando il sacchetto sulle mie spalle, con fare quindi saccente risposi un secco: «Sapesse quanto me ne frega, vecchio.»
«Non lo ripeterò un'altra volta: rimetti a posto quelle Poké ball! Non ti appartengono!»
«Mi dispiace per lei, ma ora sì!» risposi divertita, portai così di scatto la mano aperta davanti a me, invitando Eevee e Pidgey ad attaccare quello scocciatore.
«Evelyn, vai con Comete! Pidgey, usa Turbosabbia!»
Immediatamente i due dimostrarono una certa ostilità nei confronti dello studioso di Pokémon, facendolo indietreggiare e cadere, lasciandoci il via libera. Correndo nella sua direzione però, non mi accorsi che l'uomo era riuscito a sporgersi e all'ultimo afferrò il mio piede destro, facendomi finire a terra, perdendo momentaneamente dalle mani il sacchetto da cui uscirono gli oggetti principali del mio furto.
«Gh-uaaah!»
«Presa!»

Cercai di dimenarmi per riuscire a fargli mollare la presa, avendo successo solo dopo che riuscii a dargli un calcio ben assestato sull'avambraccio destro. Riportai lo sguardo sul pavimento in cerca di quelle stramaledette sfere, trovandole sotto al tavolo, accanto a Oak; una volta afferrate le riposi nuovamente nel sacchetto, quindi feci cenno ai due miei compagni di seguirmi verso l'uscita, pronti a ottenere la nostra prima vittoria.

«Ce l'abbiamo fatta! Siamo stati mitici ragazzoni! Ahah! Già mi pregusto la faccia soddisfatta del Generale e del nostro capo! Sarà fantastico, vedrete!»
«Iiivaaai!»
«Piiidg!»

Corremmo a perdifiato verso il sentiero del percorso 1 e, una volta lì allo stesso punto da cui eravamo partiti, chiamai l'assistente.
«Oh! Alla buon'ora recluta!» era Lewis, che da un primo impatto burbero passò a un modo di fare più neutrale.
«Pensavamo non ti saresti più fatta viva. Novità?»
«Ma certo Generale! Missione compiuta!»
Pochi secondi di silenzio assoluto fecero calare il freddo su quella conversazione.
«Compiuta? Sul serio?» rispose incredulo Robert.
«S-sì. Perché questa reazione? Mi avevate già data per scontata che avrei fallito?» domandai inizialmente preoccupata per poi cambiar tono, seccata.
«Non ci credo. Vengo a prenderti. Aspettami lì a Smeraldopoli.»
«Va beeene! Passo e chiudo.»
Terminai fischiettando allegramente. A quel punto avremmo dovuto semplicemente attendere l'arrivo e dimostrare di possedere effettivamente quanto richiesto.

Un'ora dopo, quando ormai erano le cinque del mattino, raggiungemmo il quartier generale: dentro all'ufficio laterale dell'assistente, il Generale e la sottoscritta restammo a fissarci.
«Sei davvero riuscita nell'impresa?», domandò sornione Robert.
«Se avevate dubbi potevate anche non assegnarmela questa missione, eh.»
A quella discussione intervenne Lewis che, senza dir nulla a riguardo, mi porse la mano.
«Poche chiacchiere. Fammi vedere un po'.»
Sbuffai: non sembrava mai soddisfatto! Gli consegnai così il sacchetto con dentro gli starter di fuoco, erba e acqua, restando in attesa che succedesse qualcosa.
Lewis e Robert rimasero senza fiato nel vedere le ambite sfere; ero emozionata e già nella mia mente si era formato un siparietto composto di complimenti e promozioni di rango. Tuttavia... appena fece per far uscire un Pokémon dalla sfera bianca e rossa, questa rimbalzò a terra, aprendosi senza mostrare alcun Pokémon: era vuota.
«C-COSA?!» ero ESTERREFATTA! Come cavolo era possibile?!
Rimasi a bocca aperta, mentre i due mi fissarono uno divertito e l'altro visibilmente adirato.
Anche la seconda: vuota; portai incredula le mani ai lati della testa, incurvandomi in avanti con gli occhi sgranati.
«N-non...»
La scena si ripetè nuovamente con l'ultima: avevo preso delle sfere vuote!
Caddi in ginocchio, non era possibile; Lewis sembrava essere furioso.
«Missione compiuta, eh recluta?»
«NON CI CREDOOOO!»

«Per fortuna non se n'è resa conto quella recluta...», affermò Oak ancora acciaccato mentre metteva un pezzo di cartone sulla vetrata rotta del laboratorio, in procinto di andare nuovamente a dormire, ridacchiando. Le sfere erano ancora a terra, sotto l'altro tavolino, rotolate nell'angolo; lui si chinò e le raccolse.
«... che anche qui c'erano delle Poké ball vuote che ho fatto cadere appositamente... eheh!»
Con fare amorevole, quasi come fosse un padre coi suoi figlioletti, le strinse a sé, quindi le riposizionò all'interno del macchinario: mancavano poche ore ormai all'incontro con nuovi allenatori. Però... nello sguardo di Samuel si era anche fatta spazio un'espressione incerta, quasi come se qualcosa in lui, nelle sue memorie, si fosse acceso d'improvviso.
Eppure... mi sembra di averla già vista, quella recluta...

-----AUTHOR'S NOTE-----
#spazioautore

Ciao a tutti ragazzi! Spero che vi stia piacendo questa storia: chiunque di noi che conosce il mondo Pokémon penso abbia desiderato almeno per una volta di far parte del Team Rocket, no? Io compresa ed è proprio per togliermi questo sfizio che ho deciso di scrivere questa storia!
Colgo l'occasione per ringraziarvi di aver deciso di continuare la lettura e spero che resterete con me ancora per molto tempo! Piccola domanda per voi: cosa pensate succederà ora alla intraprendente Pan? Ci avevate creduto che sarebbe riuscita a fargliela sotto al naso a quella vecchia volpe del Prof. Oak, o ve lo sentivate che sarebbe finita così? E voi? Come avreste agito? Fatemelo sapere qui sotto in un commento! Al prossimo capitolo, anzi... AL PROSSIMO VENERDÌ COL CAPITOLO NUOVO!
Chuu ~
Pan Rayuki VP

 
  
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