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Autore: Impetuosa    21/06/2009    2 recensioni
Questa storia parla di una ragazza che non smetterà mai di credere nei suoi sogni...è la prima storia con più capitoli che scrivo, quindi abbiate pietà, ve ne prego! (consiglio questa fic a tutti gli amanti dell'equitazione!) Ciao
Genere: Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Appena il medico mi diede il permesso di scendere dalla sedia a rotelle decisi di fare un giro nelle scuderie…
Sorpassai la pesante porta di legno che ne delimitava l’entrata e mi avviai con passo deciso verso la prima fila di box… Riconobbi e salutai tutti i cavalli, arrivai al box di Mazad ,un cavallo della scuola più simile a un cammello che ad altro. Rimasi stupita perché, all’interno della stalla c’era un bellissimo puledro andaluso…
Era grigio, alto e massiccio…
La testa cominciò a farmi male, il battito del mio cuore divenne irregolare ed il mio respiro si fece sempre più affannoso…
Caddi a terra…
Mi svegliai poco dopo, ero tenuta saldamente in braccio da Valentina che aveva un’aria preoccupatissima; come al solito, fu Eleonora ad accorgersi che mi ero svegliata…
Vale mi lasciò cadere delicatamente su un comodo divano, prese fiato e mi disse:” Tu devi finirla di farmi spaventare! Vedi che non sei in grado di montare?!”
Io sorrisi e risposi prontamente: “ Si che ne sono in grado, ma che ci fa l’andaluso che mi ha quasi uccisa in scuderia?”
L’espressione di Valentina passò dal preoccupato all’addolorato in meno di un secondo…
Poi lei parlò: “ Lo volevano sopprimere, ho deciso di prenderlo, ma non rimarrà per molto tempo; stai tranquilla…”
Io sorrisi, la abbracciai e mi diressi nuovamente in scuderia sotto gli occhi increduli di Vale…
La sentii dire rivolgendosi ad Eleonora:”Ma non è possibile! È appena svenuta e sta già tornando in scuderia? Signore, aiutaci tu, se riesci a fermarla!”
Ele ghignò, la sua solita risata fragorosa; quella che mi metteva di buon umore…
Io mi avvicinai al box dell’andaluso (Vale sospirò), lo aprii (Vale sgranò gli occhi e tese i muscoli pronta a scattare), entrai (Vale mi urlò contro) e mi sedetti davanti allo stallone…
Poi mi rivolsi a Vale chiedendo: “Come si chiama?”
Lei entrò nel box a velocità inumana, mi sollevò come se fossi stata una piuma e mi disse: “1: Tu sei scema! 2: Non fare mai più una cosa del genere!3: Non ha un nome…”
Io sorrisi… …



Quella notte non dormii granchè, pensavo e ripensavo a quel cavallo che mi aveva quasi uccisa, ma dal quale non riuscivo ad allontanarmi…


Pensai ad una frase di “Thomson” che avevo letto molti mesi prima: ”Nel montare a cavallo, noi prendiamo in prestito la libertà…” ed è vero…

Il giorno seguente andai dritta da Valentina, senza salutare né Ele, né Mara che mi stava facendo uno sguardo tenerissimo;guardai negli occhi Vale, in modo intenso…
Lei, che mi capiva al volo,mi fissò per un secondo che parve interminabile e poi disse: “NO!”
Io le risposi:” Ma perché Vale? Almeno lasciami provare!”
“Ma sei impazzita tutto d’un colpo? Quel cavallo ti ha quasi ammazzata!”
“Non importa!Io sono convinta!”
“Mmmmh… Io non mi presterò a questo!”
“Non vorrai mica che chieda ad un altro istruttore vero?”
“NOOO, d’accordo…!”
“Graaaazie Zietta (Zietta è il soprannome che io do ancora oggi a Vale)!”
Mi diressi in scuderia con Valentina appresso e mi fermai davanti all’andaluso…
Valentina mi chiese: “Ma sei sicura di volerlo montare?”
Io annuii convinta…
Vale disse:”Allora da domani inizierò a montarlo io, voglio che sia sicuro prima di dartelo…”


Non mi era mai capitato di vedere una cosa del genere e di starci veramente male…
Girai l’angolo della scuderia e vidi Eleonora, l’unica, l’inimitabile, colei che non versava mai lacrime, piangere come una bambina inginocchiata accanto alle pompe dell’acqua…
Mi avvicinai cautamente, misi una mano sulla guancia di Eleonora e le chiesi:” Cos’hai Ele?? Ti prego parla! Dimmi che hai!”
Il mio tono era passato dal tenero al preoccupato…
Lei mi guardò, mi mandò a quel paese e riprese a piangere...
Io, che non sono una che si arrende facilmente, la abbracciai ed insistetti finchè non cedette…
Mi disse: “ Ho paura Francy, una grande paura… Al giorno d’oggi è difficilissimo affermarsi al mondo, ho paura di non farcela, di non essere amata, di molte cose.. diciamo anche che è una giornata un po’ malinconica…”
Io sorrisi…
Presi fiato e le risposi:”Ti dirò una cosa Ele... Ci sono giorni in cui è meglio sognare di vivere che vivere e ci sono giorni in cui è meglio vivere per vivere che per sognare…
Io sono così…
sempre in bilico tra sogno e realtà… e sei così anche tu…
Molte saranno le persone che incroceranno la nostra vita, che ci useranno o che ci deluderanno, ma io dico sempre: “Grazie per aver incrociato il mio cammino…” perché ogni persona ci lascia qualcosa di bello… qualcosa che nessun altro ci può insegnare…
E tu mi hai insegnato tanto, ti devo molto…”

Presi fiato, era la prima volta che cantavo davanti a Ele, ma la situazione lo richiedeva, iniziai la canzone:” Forse non sarei come sono adesso, forse non avrei questa forza addosso, forse non saprei neanche fare un passo, forse crollerei scivolando in basso, invece tu sei qui e mi hai dato tutto questo…”
Ele sorrise e, per la prima volta da quando la conoscevo, mi disse: “Sai Francy? Ti voglio bene.”
Un’ immensa gioia mi pervase…
La aiutai ad alzarsi e ci incamminammo insieme verso la club house…

NdA: Ciao lettori! Leggete e recensite mi raccomando... Questo capitolo è dedicato tutto a Leo Chan! Goditelo! tvb ciao
  
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