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Autore: MyWinter    29/10/2017    0 recensioni
Questa storia non tiene conto di TCC.
ScorpiusxAlbus
Un anno come tanti ad Hogwarts, o almeno questo è ciò che pensano il giovane Malfoy e il giovane Potter. Uno scherzo rischia d mettere in pericolo la loro amicizia, costruita con fatica e a piccoli passi, ma proprio grazie allo stupido scherzo i due ragazzi impareranno a dare nome e volto a un sentimento che prima non riuscivano a mettere a fuoco.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Albus Severus Potter, Scorpius Malfoy | Coppie: Albus Severus Potter/Scorpius Malfoy
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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BACIAMI ANCORA

Capitolo due 


Furia cieca! La rabbia si era arrampicata su per il suo viso, ne era certo, così come era sicuro di aver esagerato. Aveva colto lo smarrimento negli occhi di Albus e si era inalberato perché da lui pretendeva una risposta. Cosa voleva sentirsi dire per davvero, però, non lo sapeva nemmeno lui. Esigeva di riavere il suo migliore amico, pretendeva che gli dicesse che si era trattato di un errore, una menzogna, una pazzia. O forse che lo baciasse ancora? Desiderava che il tempo si fermasse mentre le loro labbra si accarezzavano per concedere il tempo al suo cuore di fare pace con quanto gli impazzava dentro. Per capire cosa bramasse davvero, magari per illudersi che Albus lo avrebbe fermato. E se poi l'avesse fatto, se lo avesse allontanato, lui come avrebbe reagito?

Perché che pensasse alle loro bocche unite e alle loro lingue che danzavano mentre correva verso la propria stanza, non poteva essere normale. Non era giusto. Non aveva senso. E forse lui era solo uno di quei deviati sessualmente, magari quella era la sua punizione per essere la discendenza di chi il Signore Oscuro lo aveva aiutato e supportato. Lui, sangue puro del sangue dei Malfoy, coloro che avevano odiato Potter e lo avevano ostacolato, beh, era legato indissolubilmente a un Potter e il suo cuore… oh, dannazione, era destinato ad amarlo in silenzio e soffrire per scontare peccati di cui non si era macchiato?

Una spallata violenta lo fece cadere per terra.

Si ritrovò a faccia a faccia con James Sirius Potter e lo prese a pugni! Lo aveva sempre detestato e non solo perché era un arrogante, viziato idiota. Non aveva mai sopportato come trattava Albus per essere finito a Serpeverde.

«Malfoy, idiota coma tuo padre!»

James si era liberato di lui con una certa facilità. Scorpius non era un tipo violento, evitava di fare a botte, preferiva combattere le sue schermaglie con la bacchetta.

«Sta’ zitto!» ringhiò arrabbiato. Poteva sfogarsi su quella faccia da sberle che mal tollerava? Ma se un docente li avesse beccati sarebbero finiti in punizione e addio festa. E per quanto volesse spaccare il muso di quell’odioso imbecille, forse Albus non ne sarebbe stato davvero contento. Per un istante, mentre si allontanava veloce, si chiese se Albus si sarebbe schierato con lui o contro di lui. Non aveva fratelli, non capiva il legame che li univa e, se dapprima aveva pensato che ciò che teneva insieme loro fosse fraterno, ora non poteva più essere della stessa idea. A meno che in una famiglia non si accettasse l’incesto.

Troppo preso a rimuginare, non udì gli insulti che James gli rivolse e forse fu meglio così. Non voleva davvero attaccar briga, aveva sin troppi problemi.

E se dalla sera precedente Potter non si era ancora visto in stanza, forse perché era riuscito a entrare nel letto di qualcuna - possibilità che lo disturbava in una maniera inconcepibile- non poteva smettere di sperare di non vederlo varcare quella soglia.

«Zabini, vado in camera di Nott!»

I figli dei migliori amici di suo padre, compagni di giochi da bambini, non li aveva mai ritenuti veri amici. Provava per loro qualcosa di simile all’affetto, aveva tanti ricordi, ma riusciva tranquillamente a immaginare la propria vita senza di loro.

«Ti sta stretta la nostra camera?» Per un istante gli parve una allusione, ma non doveva fare lo sciocco. Nessuno li aveva visti, ne era certo. La Torre di Astronomia era deserta quando l'avevano raggiunta quasi gattonando, devastati dall’alcool. Se ci ripensava, voleva scovare lo stronzo che gli aveva fatto bere dell’alcool a loro insaputa e ucciderlo. E poi se ci ripensava bene, in frammenti di scarsa lucidità lo avrebbe voluto ringraziare e solo dopo massacrarlo per avere infranto il suo mondo di dorate certezze.

«Ho cambiato idea. Vado in doccia, ho una festa cui attendere.» Il tono era glaciale e distaccato.

«E una Corvonero in cui infilarti. È pure carina, dicono non sia male a letto.»

Sbatté la porta alle proprie spalle, richiudendo così la voce di Zabini in uno spazio estraneo che a lui non potesse giungere.

E mentre si spogliava si diceva che forse se la sarebbe potuta davvero portare a letto la ragazza senza nome. Forse, se si fosse perso fra le carni calde e accoglienti di una donna o nella sua soffice e morbida bocca, beh, magari quel pensiero proibito, gli occhi verdi di Albus sarebbero stati cancellati. Sì, forse. Peccato che in fondo non ci credesse nemmeno lui.

L’acqua calda gli scivolava sulle spalle accarezzandolo e Scorpius prese a darsi piacere da solo. Pensava a Sally, cercava di concentrarsi sulle sue labbra, sui suoi seni, ma con frustranti e scarsi risultati. Mentre reprimeva i gemiti e quando infine si svuotó nella sua stessa mano, fu un solo paio d’occhi a perforare le sue verità. Fu uno il nome che gli morì sulle labbra che lui si morse con forza, odiandosi con tutto se stesso.

Come avrebbe continuato a fingere? Come avrebbe fatto a portare avanti la loro amicizia camminando sul filo del rasoio? Un pugno al muro fu l’unica risposta che riuscì a trovare.

***

Era rientrato in camera al calar del sole, o almeno ci stava provando. Suo fratello lo attendeva all’entrata dei sotterranei e camminava avanti e indietro con fare nervoso. Quando si voltò e lo fronteggiò, Albus notó un livido sul naso.

«Non guardarmi così! Si può sapere che gli prende a quell’odioso dai capelli bianchi?»

Il tono sprezzante e gli aggettivi dal fratello utilizzati gli permisero di intuire senza dubbio a chi si stesse riferendo.

«Cosa è successo?» In realtà era preoccupato per Scorpius visto che suo fratello stava bene, seppur fosse un po’ ammaccato.

«Camminava senza guardare e ci siamo scontrati. È caduto e si è gettato contro di me, tirandomi un pugno in faccia! Stasera alla festa gliela faccio pagare! Altro che il drink truccato che gli ho rifilato ieri!»

Albus non impiegó molto a mettere insieme i pezzi del puzzle: lui e Scorpius erano stati oggetto di uno stupido scherzo e ora ne conosceva il colpevole. E forse, invece che arrabbiarsi come stava facendo, Albus si chiese se avrebbe dovuto essergli grato. Ma grato per cosa, per aver distrutto il pilastro attorno a cui gravitava la sua vita?

«Albus, torna fra noi!»

«Ieri, quando sono venuto da te… tu lo sapevi che avevo bevuto con Scorpius, vero? Per questo non mi hai cacciato, ti sentivi in colpa!» Avrebbe voluto arrampicarsi su quel suo fratello che lo sovrastava in altezza per prenderlo a cazzotti, ma strinse i pugni conficcandosi le unghie nei palmi.

«Se ti avvicini a noi stasera, te la faccio pagare.» pronunció la parola segreta e sparì nei sotterranei, col cuore che gli rimbombava nelle orecchie, stordendolo.

Camminò verso la sua stanza correndo quasi attraverso la sala comune. Una volta raggiunta la camera sbatté la porta e si ritrovò specchiarsi nelle iridi del suo tormento, proprio ciò che avrebbe voluto evitare per un po’.

«Hai le paturnie?» La voce di Blaise spezzó la tensione.

«Per Salazar, è stato quell'imbecille di James! Ci ha truccato il drink!» sbottò, avvicinandosi all’amico.

«Allora ho fatto bene e spaccargli il naso!» Lo vide serrare i pugni e assottigliare lo sguardo. Scorpius era un bravo ragazzo, così lontano dall’eco sbiadita dei ricordi del padre -almeno da ciò che aveva sentito raccontare- ma quando lo vedeva stringere gli occhi a quella maniera, sapeva che la serpe che era in lui si stava svegliando.

«Gli ho detto che se stasera prova ad avvicinarsi lo crucio!» Forse stava esagerando, ma voleva che Scorpius capisse che era davvero furente e contrariato. Lo vide ponderare, ma prima che potesse dire qualcosa tentò di strappargli una promessa.

«Lascialo perdere. Non dargli soddisfazioni, se farà qualcosa se la vedrà con me.- Cercò di sembrare più uomo di quanto potesse essere un ragazzo della sua età.

«Vado a cenare. Vedi di non metterti fra i piedi stasera.» Scorpius lo congeló con quella frase secca e perentoria, ma Albus non ebbe modo di rispondergli. Le parole gli rimasero incollate fra la lingua e il palato, laddove il sapore del loro bacio galleggiava ancora.

Ignorò la domanda di Zabini Junior e si infilò in doccia.

Quando scese per cena di Scorpius non c'era nemmeno l’ombra, ma nonostante ciò, preferì sedersi vicino a Rose e lasciarsi distrarre dalle chiacchiere futili fra donne. Questo fino a quando anche le Grifone non cominciarono a parlare di Scorpius e delle scommesse… persino le ragazze si erano ridotte a puntare galeoni e questa volta l’oggetto di quelle scommesse erano proprio Scorpius e Sally. Rose sosteneva che la Corvonero non avrebbe avuto successo, ma le sue amiche non sembravano dello stesso avviso.

Infastidito, si alzò e si allontanò senza nemmeno salutare. Per un istante aveva quasi odiato la cugina e di sicuro aveva detestato quelle galline delle sue amiche.

nda: come anticipavo, ho inventato alcune cose: mi piaceva l'idea che Zabini e Nott avessero avuto dei figli maschi e che fossero compagni di Scorpius, tanto non credo che cambi molto l'andamento della mia storia.
Grazie a chi ha letto e chi leggerà questo secondo capitolo.
   
 
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