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Autore: lilylunapotter02    29/10/2017    0 recensioni
Harry/Louis, accenni Liam/Zayn
Allenatore!Harry, Ginnasta!Louis
Note: Harry, 22 anni, 172 cm Louis, 17 anni, 156 cm Usa team Ispirato al film Stick It
Louis ha abbandonato una finale mondiale a squadre di ginnastica artistica facendo perdere la sua nazione e Harry è l'allenatore della VGA, la palestra dove sarà obbligato ad andare un anno dopo lo scandalo che lo portò su tutti i giornali del paese.
Genere: Erotico, Romantico, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Aveva passato la notte in bianco, e lui odiava passare la notte in bianco quando non c'era un un motivo valido. E un ragazzo con troppi problemi per la sua età non era una ragione abbastanza grande. O quanto meno non avrebbe dovuto esserlo. Eppure tutti i suoi gesti inspiegabili lo avevano perseguitato per ore e ore, rincorrendosi nella sua testa alla ricerca di una risposta. Una volta è un caso, due volte è una coincidenza, tre volte è uno schema. E aveva visto troppe volte Louis piangere per attribuire tutto al fato. E poi le sue parole, il suo sguardo ferito, il suo chiudersi costantemente a riccio, l'avere quasi paura. Era semplicemente troppo, troppo da essere ignorato. Avrebbe potuto farlo, è vero, gli l'avevano detto anche Niall e Liam che aveva chiamato al telefono rispettivamente alle 2.30 e alle 3.10 del mattino perché credeva di star per impazzire e aveva bisogno di dormire con qualcuno. Ma semplicemente non poteva. La verità era che quel ragazzo dai capelli color caramello gli interessava. Era come se si sentisse moralmente legato a lui. Non sapeva perché. Non c'entrava nulla il fatto che fosse stato il primo a soccorrerlo quando era caduto. O forse sì. Solo che adesso quello che andava soccorso era l'altro. Con due occhiaie nere e due borse gigantesche sotto gli occhi, entrò in palestra camminando lentamente. A ogni passo che faceva sentiva la testa rimbombare, delle fitte dolorose lo costringevano a chiudere gli occhi e maledirsi per la notte passata in piedi. Con un sorrisetto (che gli costò un'altra dolorosa fitta) ricordò i tempi della nazionale quando si divertivano a fare after e poi la mattina dopo gli allenamenti erano un vero e proprio supplizio. Ora poteva dire che anche allenare con un mal di testa come il suo non era esattamente uno scherzo. Erano le 4.30 e Liam gli aveva chiuso il telefono in faccia esattamente trentasette minuti prima. La prima cosa che sentì quando entrò in palestra fu il leggero scricchiolio che fa la sbarra alta quando qualcuno sta facendo un esercizio. Aveva quasi paura a vedere chi fosse che a quell'ora si stava già allenando. Ma purtroppo il suo sesto non mentiva. L'ambiente era riempito da respiri leggeri, dal rumore dell'attrezzo e dai pensieri di Harry. Si avvicinò lentamente al corpo che volava (letteralmente) in aria e si sedette lì vicino, osservando una granvolta russa senza riuscirci a trovare nemmeno un'imperfezione. Come neppure nel Kovac teso che il ragazzo eseguì dopo. Solo quando stoppò il salto d'uscita in modo impeccabile, Harry si rese conto che l'altro aveva tenuto gli occhi chiusi per tutta la durata della routine. 《Harry...》sussurrò il castano quando vide il ragazzo accovacciato di fianco all'attrezzo. Il riccio cercò di sorridere davanti allo sguardo spaurito dell'altro. Sembrava un bambino scoperto con le dita dentro il barattolo della marmellata. Un piccolo cerbiatto che attende di essere guidato nel mondo adulto. Ma le apparenze ingannano, e lui lo sapeva bene. Louis era tutt'altro che un cerbiatto impaurito. Era una tigre pronta a balzare, un aquila che vola alta nel cielo, superiore a tutti. 《Perché mi guardavi?》chiese il ragazzo andandosi a sedere di fronte all'altro. Forse era vero che la notte rende tutti migliori e ogni cosa più bella. 《Non pensavo ci fosse qualcuno in palestra a quest'ora.》confessò cercando di ignorare il fatto che il ragazzo seduto davanti a lui non indossasse una maglietta. 《E perché tu sei venuto in palestra a quest'ora?》domandò mentre si puliva le mani dalla pece sfregandole tra loro. Non che funzionasse, si intende. 《Ehm...》Harry deglutì cercando le parole giuste 《non riuscivo a dormire ed ero molto nervoso.》 《E tu quando sei nervoso vieni in palestra?》 《Perché tu no?》 Louis dovette abbassare il capo e annuire. 《Sempre.》 Harry sorrise, vittorioso. 《E perché sei nervoso?》chiese il castano dopo qualche attimo di silenzio. Forse non avrebbe dovuto cantare vittoria così presto. 《Troppi pensieri.》disse semplicemente il riccio, sperando che l'altro che chiedesse maggiori spiegazioni. Stranamente per una volta però Dio doveva averlo ascoltato, perché Louis annuì semplicemente, assorto in chissà quali pensieri. 《Nel periodo in cui non ho fatto ginnastica quando ero nervoso o semplicemente volevo stare da solo a pensare scappavo di casa con solo lo skateboard con me. Andavo sul tetto di una casa abbandonata e mi distendevo a guardare il cielo.》disse semplicemente, stendendosi a terra con le gambe piegate. Questo sì che era inaspettato. Harry annuì semplicemente anche se non era sicuro che l'altro lo potesse vedere. 《Spesso piangevo. Piangevo perchè non mi sentivo abbastanza e per mille altre ragioni.》confessò, chiudendo gli occhi.《Mi hai fatto sentire di nuovo come se non fossi abbastanza Harry. Come se non fossi adatto neppure a fare l'unica cosa che so fare.》sussurrò e al riccio si spezzò il cuore sentendo quelle parole. 《Magari lo facevi davvero per me. Anche le diagonali di ieri magari me le hai fatte fare davvero per aiutarmi. Ma guardami, io sono quello che ha abbandonato una finale mondiale quando avrebbe potuto vincere la sua terza medaglia del mondiale, probabilmente la seconda d'oro. Sei davvero sicuro che io abbia bisogno di fare quegli esercizi? Mi hai fatto sentire una nullità, un'oggetto che fa esattamente quello che gli viene detto. Non è una descrizione molto bella vero?》 Harry abbassò capo, come se avesse un peso gigantesco a gravargli sulle spalle. 《Mi dispiace, davvero.》sussurrò guardandosi le mani. Aveva bisogno di assimilare tutto quello che Louis gli aveva appena confessato. 《Quindi perché nervoso?》chiese il castano ignorando le parole dell'altro. Anche il riccio si distese di fianco al ragazzo e mise le mani sotto alla testa. 《Te l'ho detto, avevo troppi pensieri per la testa.》disse senza convinzione. 《E a chi pensavi?》 Harry sospirò e girò la testa verso il castano. 《Chi ti dice che io pensassi a qualcuno?》 Louis ridacchiò aprendo gli occhi e voltando anche lui la testa. 《Stavi pensando a qualcuno, grazie per avermelo confermato. Quindi a chi eramo rivolti i tuoi pensieri?》 Il riccio si morse il labbro a sangue prima di prendere un respiro profondo. 《A te.》disse senza guardarlo negli occhi. Aveva paura della reazione che avrebbe potuto avere l'altro, ma Louis rimase impassibile. 《Perché?》 Quella domanda sapeva tanto di dejà vú e anche il castano se ne accorse dato che si morse il labbro a disagio. Harry si impose di distogliere lo sguardo. 《Prima ti volevo chiedere una cosa.》disse nuovamente Louis, facendo cadere nel dimenticatoio la sua domanda precedente. 《Dimmi.》 Il ragazzo distese le gambe e si girò su un lato in modo da poter guardare il viso rilassato del ragazzo. 《Mi puoi》prese un respiro profondo mentre Harry lo guardava confuso 《mi puoi aiutare a migliorare nel cavallo a maniglie e negli anelli. Sono i tuoi attrezzi e sei molto bravo. Per me invece sono quelli in cui vado peggio...》 Il riccio sbarrò gli occhi, stupito per la richiesta. Si aspettava qualcosa più "posso non fare tante gare" ma era decisamente meglio così. Annuì energicamente in una risposta muta. 《Mi farebbe molto piacere aiutarti.》 Fu bellissimo veder comparire un sorriso gigantesco sul volto di Louis con poche semplici parole. Era come aver appena vinto la Olimpiadi. Vederlo sorridere veramente dopo così tanto tempo era bellissimo. Si ricordava ancora il vecchio Louis Tomlinson che rideva sempre e aveva una battuta pronta per tutti e si chiese cosa l'avesse fatto cambiare così profondamente. Mandò giù la saliva che gli si era bloccata in bocca e si alzò tendendo una mano all'altro per aiutarlo a fare lo stesso. 《Dai, fammi vedere cosa sai fare.》 E per la prima volta dopo tanto tempo Louis fece una routine perché voleva farla, non perché era stato obbligato da qualcuno o per orgoglio, rabbia o tristezza. Si diresse verso il cavallo a maniglie e sotto gli occhi attenti di Harry eseguì il primo esercizio che gli era venuto in mente. Sapeva che il ragazzo l'avrebbe riconosciuto perchè, beh, si sarebeh sorpreso se non l'avesse fatto. Quando bloccò l'uscita guardò il riccio che ricambiò lo sguardo, la bocca leggermente aperta. 《L'hai...l'hai eseguito bene.》disse inciampando leggermente nelle parole. Louis sorrise e si poggiò con il corpo all'attrezzo. 《Tu lo eseguivi meglio. In fondo era uno dei tuoi esercizi.》 Harry annuì assorto, prima di sedersi a terra e stendere le gambe in avanti. 《Una volta. Ora non più.》disse quasi con tristezza. 《Riprovaci. Se non ci provi non lo saprai mai.》disse sedendosi sul cavallo aiutandosi con le mani. 《Stai cercando di farmi ricominciare Tomlinson?》chiese con un sopracciglio alzato. 《Forse.》 Harry scosse la testa, come a dire che non avrebbe mai funzionato, ma in totale contraddizione con i suoi gesti, si piegò afferrando le punte dei piedi tirate con le mani. 《Riscaldati bene, che ti fai male a fare un esercizio senza il corretto riscaldamento.》disse Louis prima di scendere con un piccolo salto dal cavallo e andarsi a sedere di fronte a Harry e fare i suoi stessi movimenti. Nessuno dei due parlò, lasciando spazio ai pensieri. Avevano fatto un riscaldamento davvero lunghissimo, quasi infinito. Ma andava bene così. Non c'era bisogno di correre, era così presto. E poi Louis sapeva che quello per Harry sarebbe stato un passo gigantesco. Avrebbe significato affrontare tutte le sue paure che lo avevano accompagnato negli ultimi due anni. E nessuno è mai pronto abbastanza per questo. Fecero gli ultimi esercizi a terra prima di allontanarsi dalla pedana del corpo libero. Harry si diresse a grandi falcate verso l'attrezzo e quando era appena a due passi da esso si girò verso Louis. 《Non sono sicuro di potercela fare.》sussurrò abbastanza forte da essere sentito dall'altro. Il castano si avvicinò a lui lentamente, come si fa con un animale selvatico quando si ha paura di speventarlo facendo movimenti troppo bruschi. 《Harry》portò una mano alla mandibola del ragazzo e con gentilezza gli fece alzare la testa 《guardami.》 Le dita piene di calli e rovinate di lui gli graffiavano la pelle, ma andava bene, era quasi piacevole. Sembravano volergli ricordare che la realtà era quella e non i suoi pensieri e le sue paure. 《Harry,》ripetè, il tono di voce era più basso del solito, come se stesse per confidare un segreto《sei riuscito a far ricominciare me. Sei riuscito a farmi capire che forse posso dare alla ginnastica una seconda chance. Che posso ancora fare qualcosa della mia vita. Ora tocca a me. Tu più di tutti ti meriti una seconda possibilità.》 Il riccio annuì, il suo sguardo era perso in quelli dell'altro. Sembrava stregato. Portò una mano su quella di Louis, stringendola nella sua. La accarezzò sentendo tutti i tagli causati dai calli che si rompono. La portò alle labbra e la baciò. Vide il ragazzo abbassare la testa ma riuscì a scorgere comunque le gote del più piccolo leggermente imporporate. 《Ma tu probabilmente avevi una ragione per mollare tutto,》disse, la sua mano ancora a stringere quella dell'altro《io no. La paura non è una ragione valida.》 Louis annuì e sollevò leggermente il capo. 《Perché avevi paura?》chiese quasi con timore. 《Era terrorizzato dal non essere abbastanza e non poter fare nulla per cambiare questo. E quando mi sono fatto male sono crollato, in tutti i sensi. Era la conferma che non fossi abbastanza se sbagliavo cose così. Era difficile vederti sai? Vedere come tu, due anni più piccolo di me, fossi già uno dei migliori ginnasti al mondo. Era impossibile competere con te. E non era quello che volevo. Semplicemente non mi sentivo bravo.》confessò mentre giocherellava con la mano del ragazzo. 《Io non ero e non sono nessuno. E poi sai, se non fossi bravo non ti avrei chiesto di aiutarmi.》 《Perché tu i favori li chiedi solo a quelli bravi?》 Louis annuì alzando il capo. 《Solo ai migliori.》 Fu impossibile per Harry non far cadere lo sguardo sulle labbra del ragazzo. Fece un passo indietro allontanandosi e andando inevitabilmente a finire quasi contro l'attrezzo. Il castano da parte sua si sedette a terra e si abbracciò le ginocchia con le gambe. Il riccio lo guardò per qualche secondo prima di sporcarsi le mani di pece e guardare il cavallo a maniglie come si guarda il proprio peggiore nemico. Sciolse le braccia e le gambe, si scrocchio il collo e le mani. Sentiva un magone all'altezza del petto che non lo faceva respirare. La paura gli attanagliava lo stomaco e sentiva le lacrime pizzicargli gli occhi. Senza rendersene neppure conto iniziò a tremare. Non era abbastanza. Semplicemente smise di respirare. Le braccia ricadevano inermi ai fianchi e le mani erano strette a pugno. Sapeva esattamente cosa stava provando. Cosa lo attendeva. Era tutto come le altre volte. Come tutte le altre volte che aveva provato a ricominciare ginnastica. E poi sentì delle braccia stringerlo alla vita. Neanche un volto premuto contro la sua schiena e del fiato caldo che si infrangeva contro il suo collo erano compresi nel pacchetto attacco di panico a cui era abbonato tutte le volte che provava a salire su un attrezzo. Si beò di quel contatto caldo e ricacciò indietro le lacrime. 《Va tutto bene Haz, va tutto bene》 Una voce graffiante iniziò a sussurrargli parole rassicuranti all'orecchio. Si girò in quell'abbraccio e si ritrovò il volto di Louis seppellito nel suo collo. Niente sarebbe potuto essere più giusto di quello. O forse no. Perché Louis era lì, che lo abbracciava, mentre lui per quel ragazzo misterioso non aveva fatto nulla se non ferirlo. Avvolse le sue braccia intorno a quella vita stretta mentre l'altro le portava al collo del riccio. Harry strinse a sé più che poteva il castano, quasi volesse in quel modo scusarsi per tutto quello che gli aveva fatto. Per tutte le parole velenose che gli aveva rivolto, per tutte le volte che aveva ignorato i suoi risultati, per tutto. Louis sembrò capirlo visto che si lasciò abbracciare stretto, senza protestare. E delle lacrime scesero dagli occhi di Harry. Pianse perché neppure quella volta era abbastanza. Perché non era riuscito a trattare come andava trattato quel ragazzo. E Louis non potette fare altro che affondare il viso nel collo del riccio e rifugiarsi in quell'abbraccio.
   
 
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