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Autore: ElfaNike    29/10/2017    3 recensioni
Cosa succede quando degli adolescenti, rifiutati dal loro mondo e dalla loro famiglia, si ritrovano a fuggire in groppa a un drago, per salvare un prezioso potere? Quando l'incontro di mondi diversi porta a crescere e a capire...
"E’ il tempo che hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante."
Il Piccolo Principe
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hiccup Horrendous Haddock III, Jack Frost, Merida, Rapunzel
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Occhi dorati e pupille verticali, che si allargarono di gioia nell'istante in cui arrivò a metterle a fuoco. Allora riuscì a distinguerle in quel buio che scoprì essere un manto di squame nere e lucide.
Qualcosa di incredibilmente magro si mosse alla sua sinistra, sentì quello che si rese conto essere il suo gomito piegarsi e vide un braccio, una mano bizzarramente lontani muoversi debolmente nel limitare del suo campo visivo. A quel gesto gli occhi gialli nella pelle nera presero a muoversi disordinatamente, dandogli il capogiro. Allora quella mano lontana ricadde sul suo viso a coprirgli gli occhi. E di nuovo, per qualche istante pesante, fu tutto buio. La sua mente, tuttavia, era sveglia e confusa. Cercava di ricordare chi fosse, cosa stesse succedendo, tra lucertole giganti che si controcevano, ruggiti rochi e spaventosi da cui voleva solo fuggire, e una sensazione di impotenza e debolezza lo fece sentire indifeso e inerme.
Poi pian piano prese a discernere ciò che era stato e ciò che era sogno, e a riconoscere gli amici dai nemici, e si ricordò di essere Hiccup e di essere uscito da un campo di battaglia. Allora si mosse con un po' più di sicurezza e affannosamente si mise a sedere. Il drago nero dagli occhi di gatto rispuntò nel suo campo visivo e il suo allegro rumore attirò l'attenzione di altre persone presenti nella stanza.
Comparve quindi alla sua destra un viso dagli occhi verdi e l'espressione dolce, circondato da una morbida treccia dorata, e il suo vestito chiaro si piegò per sedersi sul bordo del letto.
-Come ti senti?- domandò a mezza voce, con un sorriso incerto. Dietro di lei, stravaccata su una cassapanca, una figura bianca e blu si drizzò di colpo.
Lui cercò le parole nella sua testa, ma un peso comparve all'improvviso sulla sua spalla sinistra e due braccia verdi lo avvolsero, mentre il rosso e l'arancione ondeggiavano in maniera caotica: -Scemo, scemo, scemo, scemo! Ci hai fatto prendere un colpo, brutto scemo!- la voce acuta gli perforò l'orecchio. Allora la ragazza dolce si alzò e andò a prendergli un po' d'acqua, sussurrando: -Abbassa la voce, Merida. È ancora sottosopra.-
Lui senti le onde rosse annuire, ma le braccia verdi non lo lasciarono. Prese il bicchiere di legno scuro e lo sentì quasi cadere. Allora la ragazza bionda lo sostenne finché non recuperò il controllo del suo braccio sinistro. Poi bevve. La mente gli si rischiarò.
-Grazie.- disse, piano.
Rapunzel riprese l'acqua e la posò accanto al letto: -Non è stato facile idratarti mentre dormivi. Probabilmente dovrai bere ancora molto per rimetterti completamente in forze.-
Hiccup si portò la mano destra alla tempia: -Cos'è successo?- alzò gli occhi su Jack, che si era accovacciato in equilibrio sulla pediera davanti a lui. Poi girò un po' la testa e accarezzò la spalla di Merida, che ancora non si era mossa.
-Drago Bluvist non era morto.- rispose lo spirito.
-Ma non è possibile... l'ho visto precipitare con i miei occhi...-
-I draghi tra cui era finito devono aver attutito la sua caduta. Se poi consideri che vi eravate abbassati parecchio, dopo che la protesi di Sdentato si era danneggiata...- spiegò Merida.
-Secondo i capi dev'essere svenuto il tempo che i suoi lo credessero morto e scappassero.- continuò Rapunzel.
-E poi?-
-Noi avevamo pensato che il suo potere passasse solo dal suo bastone. Ma non ne siamo sicuri, non conoscendo nel dettaglio i suoi incantesimi. Per cui è riuscito a controllare ancora per qualche istante un drago, giusto il tempo di farti male e tentare di fuggire.- riprese Jack, stringendo il suo bastone nella mano.
-Sdentato è riuscito a proteggerti, mentre Merida e... praticamente tutti gli uomini di suo padre, di re Fergus e dei i miei genitori hanno cominciato ad inseguirlo.-
-La biondina sul drago gallina sembrava molto arrabbiata.- notò con noncuranza Merida.
-Il suo potere era debole, però.- riprese Rapunzel -Quando è arrivato alla costa e non ha più trovato le sue navi ha provato ad andarsene da solo... il drago si è ribellato. Sono precipitati in mare tutti e due.-
-Non l'abbiamo più ritrovato.- concluse Jack.
-Ma il drago sì!- aggiunse Merida con un sorriso soddisfatto.
Hiccup abbassò la testa, assimilando tutte quelle notizie.
-Cosa vuol dire... “farmi male”?- chiese infine.
Nessuno rispose. Merida finalmente si staccò da lui. Rapunzel e Jack si scambiarono un'occhiata. Sdentato approfittò del momento per andare a reclamare la sua parte di coccole.
Hiccup abbracciò il suo amico, passando gli occhi dall'uno all'altro.
-Cosa vuol dire “farmi male"?- ripeté.
Rapunzel si avvicinò e gli posò una mano sul braccio: -Sdentato è riuscito a salvarti la vita. Ricorda questo.-
-Ma...?-
-Ma... comunque non ne sei uscito completamente... indenne...-
-Che cosa mi è successo?-
Rapunzel e Merida si alzarono, mentre lui scostava le coperte per cercare di alzarsi in piedi. Allora sentì il vuoto, e la sua gamba sinistra non gli inviò le sensazioni che si aspettava di ricevere. Guardò giù.
Stranamente, non sentì nulla. Non disperazione, non dolore, non tristezza. Solo tanta perplessità e, forse, anche un po' di curiosità.
I suoi tre amici lo guardavano ansiosamente, preoccupati per la sua reazione. Lui li guardò con gli occhi spalancati: -Non ho più... la mia gamba.-
-Rapunzel e Jack ti hanno soccorso subito!- si affrettò a spiegare Merida -Mentre tutti ti credevano morto e inseguivano quel pirata. Lui ha subito bloccato le fiamme, per evitare che si propagassero sui tuoi vestiti. Si è assicurato che la tua temperatura non... ecco. E Rapunzel... non l'ho mai sentita cantare con tanta intensità. Ti giuro, Hiccup... abbiamo fatto tutti del nostro meglio!-
Lui guardò Sdentato, che con soddisfazione gli mostrò la coda monca, contento di avere qualcosa in comune col suo amico umano. Hiccup lo accarezzò: -Mi credevi morto anche tu?- domandò con un sorriso a Merida.
I suoi amici si rilassarono, vedendo che l'aveva presa decisamente bene. Merida ridacchiò, a disagio: -Ammetto che per un momento ho pensato fossi spacciato.-
-La rossa sul cavallo nero sembrava molto arrabbiata.- la prese in giro Jack. Poi continuò: -Anche il mio amico Sandy ha fatto del suo meglio per aiutarti. Si è preoccupato che il tuo sonno non fosse agitato ma che ti ristorasse completamente.-
-Dovrò ricordare di ringraziarlo. È ancora qui?-
Jack annuì con un sorriso amaro: -Vorrebbe che io andassi con lui.-
-Ti vuole portare via?- domandò Merida, sulle spine.
-Vuole che parli con i Guardiani... di nuovo.-
Rapunzel allora prese la situazione in mano: -Non parliamone adesso. Hiccup si deve abituare alla sua protesi e deve rimettersi in forze. Noi abbiamo dei feriti di cui occuparci, e Merida deve gestire tutti quei capi.-
-Non bastavano i lord e Stoik l'Immenso. Anche i tuoi genitori dovevi aggiungerci.- masticò la diretta interessata, incrociando le braccia.

Fu fatta festa grande, che divenne ancora più grande quando Hiccup comparve davanti a tutti dopo il suo periodo di convalescenza.
Quando, dopo parecchie strette di mano e pacche sulla spalla, uscì per prendere aria, lontano dai fiumi di alcol e le portate di carni e formaggi e dolciumi, suo padre lo raggiunse fuori.
-Ciao... papà.-
-Ciao, figlio.- Stoik gli si affiancò.
Calò un momento di silenzio, rotto dall'uomo che con un gesto brusco indicò la protesi: -Ti fa male?-
-No... devo solo abituarmici. Rapunzel e Ja... lei. Lei ha fatto un buon lavoro.- osservò la ragazza che, seduta accanto ad un giovane alto e bruno, col pizzetto, approfittava con gli occhioni luccicanti della sua prima vera festa.
-Già... Devo ammettere che hai... degli ottimi amici.- Hiccup sorrise a quella frase -Anche quel drago.-
Allora i due si guardarono dritti in viso, e Stoik continuò: -Suppongo avessi ragione, riguardo ai draghi. Io e Scaracchio pensavamo che potrebbero venire a vivere con noi. Se non devono più rubare, sarà più facile gestire il cibo per tutti.-
Hiccup sorrise e suo padre gli posò entrambe le mani sulle spalle: -Ovviamente, contiamo su di te per introdurre con loro... quest'alleanza.-
Il giovane si ritrasse: -Contate su di me?-
-Ma certo! Non penserai che potremmo affidare un compito così importante a Moccicoso... o Testaditufo! Il villaggio conta su di te, adesso.-
-C'è Astrid.-
Stoik si passò la mano sugli occhi con un sospiro.
Allora Hiccup tornò a guardare il paesaggio che si allungava placido sotto le mura.
-Tu non vuoi tornare, non è vero?- chiese quindi suo padre.
Hiccup non rispose.
-Va bene.- Stoik gli appoggiò una mano sulla spalla per un secondo, passandogli accanto: -Ti lascio riflettere.-
Hiccup si voltò: -Papà...- lo richiamò -Grazie.- lui gli fece un cenno con la mano e scomparve verso la festa.

Merida bussò alla spessa porta di legno.
La voce altera di Elinor le arrivò attutita: -Avanti.-
Lei entrò timidamente: -Non resti alla festa?-
-Tutto quel baccano mi affatica, dopo un po'. Ho bisogno di una pausa.- la regina era seduta sul suo scranno, contemplando il fuoco.
Merida andò a sedersi tra le pellicce ai suoi piedi.
-Una principessa non si...- cominciò allora sua madre, ma si interruppe e lasciò perdere. Continuò a osservare le fiamme e una mano si posò sui ricci della figlia.
-Ho avuto il terrore di perderti, in quella battaglia.- mormorò dopo un po' -Di nuovo.-
Merida giocherellò con una ciocca: -Lo so... scusa.-
La donna sospirò: -Tuo padre mi ha raccontato del tuo discorso ai capi.- la figlia attese che continuasse -E io ho visto come guidi gli uomini alla battaglia. Mi chiedo se non abbia sbagliato tutto con te.-
-No!- la ragazza si alzò in piedi: -Non è vero! Quando ero là in mezzo... e dovevo parlare... se non mi avessi insegnato tu come fare...-
Elinor la guardava, con le sopracciglia inarcate e l'espressione stupita. Poi si rilassò in un sorriso e batté un paio di volte con la mano su bracciolo, e sua figlia si risedette.
-Mi dispiace essere scappata, mamma.-
-Quale delle due volte?-
Merida non si irritò a quella domanda: -La seconda. Non volevo più ferirti o disobbedirti, lo giuro.-
-E invece a me ha fatto più male la prima volta.- Merida abbassò la testa e lei spiegò: -Perché in quel caso non ti stavi precipitando a salvare tuo padre. Stavi fuggendo da me, e da tutto quello che rappresentavo ai tuoi occhi.-
La ragazza sentì una lacrima rigarle una guancia.
-Ma ho riflettuto anch'io, sai? Dopo che ti ho vista combattere. Suppongo... che dovremo rivedere la tua formazine di principessa.-
-Mamma?-
-Ma che i patti siano chiari, Merida. Dovrai guadagnarteli, gli allenamenti con tuo padre. Resti una fanciulla, e hai bisogno di una formazine di fanciulla, almeno finché sarai sotto la mia tutela.-
Merida sospirò rassegnata: -E per quanto riguarda il matrimonio?-
Elinor fece spallucce: -A detta di Fergus, pare che tu abbia sistemato la faccenda da sola, con le tue parole.-
Merida sorrise e si alzò sulle ginocchia per abbracciarla in vita: -Ti voglio bene, mamma.-
-Anche io, tesoro.- la donna le accarezzò i capelli: -Quando i nostri ospiti saranno ripartiti e tutto sarà tornato nella norma, parleremo con tuo padre. Ti procureremo delle protezioni... non lo so... una tenuta adeguata e potrai cominciare la tua formazione di guerriera.-
Merida ebbe un sussulto a quelle parole, e con tristezza abbassò gli occhi.

Jack era di sotto, in compagnia dei principini, e si divertiva a far gli scherzi a Maudie con loro. Approfittava dell'assenza di Sandy, che nella notte si era recato ad assolvere ai suoi doveri di guardiano, e si dava alla pazza gioia, quando sentì qualcuno schiarirsi la voce. Alzò lo sguardo, per incontrare una sorridente Rapunzel.
-Possiamo parlare?- chiese la ragazza con dolcezza.
-Ah non lo so! Qui comandano loro!- replicò lui ridendo.
La ragazza si chinò sui gemellini: -Mi concedete un secondo con Jack, per favore? Dopo avete il mio permesso per fargli tutto quello che volete. Promesso.-
I tre annuirono e andarono a cercare la povera Maudie da soli.
-Accidenti! È la prima volta che li vedo obbedire senza fiatare a qualcuno in questo modo. Hai proprio charme, Rapunzel!-
Lei nascose il sorriso nella mano.
Insieme presero a passeggiare per i corridoi del palazzo.
-Di cosa devi parlarmi?- chiese quindi lo spirito.
La ragazza giocherellò con il braccialetto, prima di trovare il coraggio di rispondere: -Volevo confidarmi con te... prima di parlare agli altri. Ma non so da dove incominciare.-
-Be', oserei dire dall'inizio, no?- Jack avanzava in equilibrio sui corrimano delle scale.
-Sono andata a parlare a quell'altra, la notte delle lanterne.-
-Davvero?!-
-Già.-
-E perché?-
-Avevo bisogno di risposte.-
-E le hai trovate?-
-Sì.-
-Tutte quante?-
-...sì.-
Lui la contemplò inclinando la testa: -E allora cosa c'è che non va?-
-Jack... secondo te perché sei stato scelto per essere un Guardiano?-
Lo spirito non rispose: -Scusa? Com'è che ti ci metti pure tu, adesso?!-
-Perché voglio capire! E lo voglio fare insieme a te! Sei stato il mio primo amico, l'unica persona che mi è stata accanto per tutti quegli anni... per tutte quelle notti. Che ha ascoltato tutti i miei sussurri disperati e non mi ha mai lasciato sola.-
-Non potevo fare altrimenti. In fondo, almeno, tu mi parlavi. Grazie a te neanch'io sono stato solo.-
-Allora rispondi alla mia domanda. Perché sei stato scelto?-
Lui si grattò dietro alla testa: -Non lo so. Cioè, penso di saperlo, ma non ne sono sicuro.-
-Anche io penso di saperlo.- lei si strinse nelle braccia -Sai perché non ti ho seguito, quest'inverno, quando sei andato a giocare con i bambini, e sono tornata a casa?- lui scosse la testa, così lei spiegò: -Perché ti ho osservato, Jack. E ti ho visto... nel tuo elemento. In quel momento mi ero sentita talmente di troppo...-
-Di troppo?-
-Io non sono più una bambina. E guardandoti, mi sono resa conto di quanto sei più a tuo agio libero nella neve con loro, piuttosto che chiuso in una torre con noi.-
-Ma voi stavate per partire! Non ci sarebbe stata più nessuna torre!- in quel momento Jack sentì la sua voce mentire. Una “torre” ci sarebbe stata, e lui se ne era reso conto ormai da troppo tempo.
-Se fossimo partiti, verso sud, tu saresti venuto con noi?-
Jack sbarrò gli occhi: -Cosa...?-
-Saresti venuto da noi, ma non ci avresti seguito nel viaggio. Perché il tuo mondo è questo, il mondo della neve e dell'infanzia.- le risate dei tre principini risuonavano nei corridoi.
Jack era senza parole: -Cosa stai cercando di dirmi, Rapunzel?-
-Noi stiamo crescendo, Jack. E non possiamo costringerti a stare con noi per sempre.-
-Ma non dire scemenze! Voi non mi costringete a fare nulla! Io...-
-Tu non ti sei mai accorto di niente? Davvero quando sei con i bambini non ti senti... diverso?-
-Sì, ma non voglio! Io...- Jack saltò sul davanzale di una finestra e si stagliò sulla luna candida -...io non voglio scegliere! Mi senti? Io non voglio scegliere!-
-JACK!- Rapunzel lo prese per un braccio e lo fece scendere: -Jack, ti prego. Non rendere tutto così difficile...-
-Perché, credi che per me sia facile? Lo sai quanti anni ho? Lo sai quanti anni sono passati in solitudine prima che vi incontrassi?!-
Lei scosse la testa, ma replicò: -Ma non possiamo stare insieme per sempre! Adesso che ci hai conosciuto le cose saranno diverse anche per te, ne sono sicura!-
-E come, se posso permettermi? Cosa ci sarà di diverso da prima di voi... della mia famiglia?- replicò rabbiosamente lui.
-Adesso i bambini ti conoscono.- Rapunzel sorrise timidamente -Adesso i bambini ti vedono e sempre più ti vedranno. Nasceranno canzoni e favole su di te. Non sarai più solo. Non hai più bisogno di noi per trovare il tuo posto in questo mondo, Jack: tutti quanti sapranno il tuo nome, e lo racconteranno ai più piccoli... per sempre!-
Lo spirito ricordò l'Uomo Nero: -Cosa ne sai tu?-
-Be', sicuramente durerà anche dopo che noi non ci saremo più.- rispose lei candidamente con un sospiro. Poi guardò fuori e vide Flynn portare a Max un sacco di mele rosse e lucide -Forse dovremo cambiare un po' tutti...-
Jack chinò la testa, gli occhi nascosti sotto la frangetta bianca: -Ma non voglio perdervi!-
-Ma tu non ci perderai... noi non ti perderemo! Lo facciamo per te, Jack. Con noi sarai sempre un uccello in gabbia, e a mano a mano che avanzeremo sarà sempre più difficile. E io non voglio vederti soffrire.-
Jack sorrise e la abbracciò con tenerezza -Ho così paura di crescere, Jack...-
Lui rispose in un soffio: -Non vi lascerò mai soli. È una promessa.-
E, questa volta, lei ci credette.

Il giorno della partenza arrivò troppo in fretta. I Grandi Quattro si ritrovarono tutti riuniti sulla scogliera, da cui potevano osservare i lavori di preparazione delle navi.
Per qualche istante nessuno parlò, poi Merida ruppe il ghiaccio: -Potremmo scappare di nuovo.-
-In effetti... Tra Sdentato e Jack riusciremmo ad andarcene senza dare troppo nell'occhio.- considerò Hiccup.
-Potremmo riprendere il nostro viaggio verso sud?- si eccitò Rapunzel.
-Io preferirei veniste con me al polo nord. Ho ancora un laboratorio in cui infiltrarmi.- propose Jack.
Tutti accarezzarono con la mente quella fantasia, crogiolandosi in una nostalgica speranza impossibile.
-Quindi niente ripensamenti? Tutti d'accordo?- domandò Hiccup.
Rapunzel annuì, curiosa e con tanta voglia di cominciare una vita normale con la sua famiglia.
Merida alzò le spalle: -Mica è un addio, questo, no?-
Jack ridacchiò: -No... certo che no...- ironizzò.
-Se provi ad allearti con i miei fratelli per farmi gli scherzi, ti avverto che non ci andrò leggera.- lo informò allora la ragazza.
Hiccup gli pose una mano sulla spalla: -Cerca di non dimenticarci.-
Lui si tirò il collo della casacca e mostrò la catenella del suo medaglione: -Puoi contarci. E anche voi, non dimenticatevi di me.-
Merida scoppiò a ridere: -Impossibile!-
Rapunzel sorrise a sua volta, incerta. La sua amica l'abbracciò, seguita a sua volta dagli altri due.
-Se mai doveste avere bisogno di supporto, non esitate a chiamare.- mormorò allora Jack.
-Promesso.-
Le flotte erano pronte. Rapunzel e Hiccup scesero in spiaggia in groppa a Sdentato, poi ognuno salì sulla propria nave e gli ospiti finalmente salparono.
Merida si guardò intorno. Accanto a lei, nessuno: Jack era scomparso.
Da sola, in piedi in cima a quella scogliera, col vento che le faceva ondeggiare la gonna e vorticare i capelli, la principessa guerrieria non staccò gli occhi dal mare finché non fu sparita anche l'ultima imbarcazione. Allora sentì Angus accarezzarle il volto col muso. Con un sorriso montò in sella e scambiò uno sguardo con i tre giovani lord, che l'attendevano per scortarla. Merida si lanciò al galoppo e, alla testa del quartetto, riprese la via verso casa.

Hiccup sistemò la protesi di Sdentato come meglio poteva, sotto gli occhi perplessi di Stoik, di Scaracchio e degli uomini della flotta, e nell'impazienza delle reclute, in sella ai loro nuovi amici. Montò quindi in groppa al drago: -Sei pronto, amico?-
La furia buia non attendeva altro. Con un balzo potente raggiunsero il cielo, subito seguiti dagli altri draghi, e con lenti colpi di ali Hiccup e Sdentato presero rapidamente quota. In alto, sempre più in alto, verso il sole.

Rapunzel camminava incerta in mezzo a tutti quegli uomini. Non era abituata a stare tanto tempo tra la gente, ma con tenerezza notò che Flynn Rider sembrava più a disagio di lei. Max aveva deciso che sarebbe stato la sua guardia del corpo e non la abbandonava un secondo, suscitando le noie di Pascal che, credendo di essersi liberato di un drago seccatore, aveva vinto un cavallo zelante.
La ragazza abbracciò i suoi genitori e si diresse alla punta della prua della nave, attendendo con gli occhi spalancati di vedere finalmente la sua nuova casa.

Jack volava in silenzio. Non aveva voglia di parlare. Accanto a lui, Sandy lo osservava di sottecchi. Si stavano dirigendo verso il palazzo di Babbo Natale. Avevano ancora un vecchio discorso da chiarire.
Quando sorvolarono le terre di Lapponia, Sandy gli rivolse apertamente la sua domanda.
-Pensavo al destino dei Guardiani. Non hai paura di essere dimenticato da tutti?-
L'Omino di Sabbia fece spallucce e scosse la testa. Tutto doveva arrivare ad una fine, spiegò, ed è proprio la qualità di quella fine a sigillare il valore di una storia. Per questo lui faceva del suo meglio sempre e comunque, in modo da lasciare dietro di lui un buon ricordo, e non avere alcun rimpianto una volta terminata la sua missione.
Jack meditò su quelle riflessioni fino al loro arrivo. Quando si ritrovò davanti Nord, col suo sorrisone pacioso e pieno di aspettative, scoppiò a ridere: -Non ho bisogno di un giuramento per proteggere i bambini.- spiegò.
Allora per lui sarebbe stata solo una formalità, no?
Jack finse di riflettere, per tenerli tutti e quattro sulle spine ancora un po'. Poi sfoderò il suo sorriso più irritante e si chinò leggermente in avanti per dare la sua risposta...

I mitici “tre anni dopo”...
-Eccoli! Eccoli! Li vedo, stanno arrivando!- Rapunzel saltellava eccitata dal molo. Accanto a lei, Max non la perdeva di vista un secondo.
-Eugene! Mi hai sentito?-
-Sì, sì, biondina, non ti preoccupare...- il ragazzo la raggiunse con un sacco di mele e ne porse una al cavallo -Mi ricordi perché lo facciamo?-
-Perché è una promessa! E le promesse si mantengono.- rispose lei mostrandogli il bracciale.
Eugene roteò gli occhi.
All'orizzonte, due imbarcazioni del nord si dirigevano placidamente verso il porto di Corona. Tuttavia, ancora non erano arrivate a portata di voce che da una delle due si alzò un'enorme sagoma nera, e la raggiunse in pochi secondi.
-Hiccup!- strillò lei, tendendo le mani verso il cielo.
Sdentato le atterrò davanti. Col tempo si era fatto più imponente. Dal suo dorso scese Hiccup. In tre anni si era fatto uomo, aveva quasi raggiunto l'altezza di Eugene e i suoi tratti erano diventati decisamente più definiti, e il suo sguardo più affilato e perspicace. Allargando le braccia fasciate nella sua uniforme in cuoio, da cui pendeva il puntale di una cintura ormai troppo corta, salutò la sua vecchia amica: -Quanto sei diventata bella!- esclamò.
Rapunzel volteggiò su se stessa nel suo mantello celeste per farsi vedere: il volto di un ovale perfetto era ancora circondato dalla  spessa treccia bionda, le gote e gli zigomi avevano tutte le tinte di rosa, il corpo aveva assunto le curve di una donna, ormai.
Hiccup rise e l'abbracciò stretta, mentre gli altri cavalieri dei draghi atterravano sul molo occupando tutto lo spazio. Eugene addocchiò subito Astrid e con un sorriso malizioso diede una leggera gomitata a Rapunzel: -Al tuo amico piacciono le bionde, eh?-
Lei in tutta risposta gli mormorò uno “stupido!” all'orecchio.
Nel frattempo le navi avevano incominciato le operazioni di attracco, e dall'altra imbarcazione rispetto a quella di Hiccup si levò una voce piccata: -Volevate l'asciarmi indietro, voi due?-
Merida era in piedi sul parapetto, una mano saldamente allacciata al cordame, e appena fu abbastanza vicina, con una fune si lanciò dalla nave al molo, finendo tra le braccia dei suoi due amici. Sotto il velluto verde smaraldo e le pellicce, e le cinghie e le cinture della spada e della faretra, il suo corpo era diventato spesso e solido, e le spalle erano larghe e forti. In quel tempo di separazione aveva sviluppato un sorriso sghembo sotto gli occhi che avevano acquisito lo stesso taglio di sua madre, ma che avevano conservato l'energia della loro infanzia. I capelli restavano lunghi e disordinati, ma in qualche modo riusciva sempre a infilarci dentro il fermaglio argentato.
Quando i marinai, brontolando per l'impulsività della ragazza, posarono la passerella, i tre giovani lord la raggiunsero di corsa.
-Oserei dire che ci siamo tutti!- sospirò allora Hiccup: -Possiamo partire.-
-Ancora non capisco perché dobbiamo proprio partire all'inizio dell'inverno.- Eugene riprese la sua lamentela.
-Perché la nostra promessa riguardava tutti i Grandi Quattro, non solo noi!- esclamò Merida.
-Ancora con questa storia?- scoppiò a ridere Moccicoso, scendendo da Zannacurva -Quando smetterete di credere alle favole?-
-Jack Frost esiste.- replicò la ragazza -E te lo proverà.- infatti il vichingo finì per scivolare e ritrovarsi col sedere per terra.
Moccicoso si rialzò: -È stato un caso.- mugugnò.
-Sì, certo, come no.- la comitiva prese ad attraversare la città di Corona, per raggiungere la terraferma e finalmente mettersi in viaggio.
Quando incrociarono dei bambini che giocavano con la prima neve, Rapunzel sospirò: -Ecco, l'abbiamo perso.-
Hiccup fece spallucce: -Ci raggiungerà più tardi.-
Testaditufo e Testabruta ridacchiarono e, picchiettandosi la tempia con l'indice, diedero loro del matto, salvo poi prendersi delle palle di neve dritte in faccia.
-Chi è stato?- ruggirono, ma i bambini si limitarono a ridere e a scappare.
Ormai avevano raggiunto il ponte. Con un po' di timore, lo attraversarono, Eugene e Rapunzel in sella a Max, i giovani scoti su Angus e le loro cavalcature, e i cavalieri sui loro draghi. Avanzavano allegramente tutti insieme, ormai alti, grandi, cresciuti, e in mezzo a loro, una figura ancora gracile della sua giovinezza, dai colori blu e bianchi, che li seguiva soddisfatta col bastone in spalla.

Più a sud, incastrata fra le montagne, una piccola valle nascosta veniva presa d'assalto dalla natura. La torre che vi svettava in mezzo era coperta di rampicanti, che dalle finestre aperte avevano preso possesso della cucina, delle scale, delle pareti e dei soffitti affrescati. Solo uno, sopra uno dei letti, rimaneva ancora visibile. Quattro figure colorate, rosso, verde, giallo e blu, che si tenevano eternamente per mano.

 




Angolino dell'autrice:
Non ci posso credere, l'ho finita. Ragazzi, è passato quasi un anno!
Allora, due paroline veloci veloci: mi sono resa conto che quello che rischia sempre di rimetterci le penne, alla fine, è sempre Hiccup. Non so perchè, probabilmente nonostante sia meno propenso a battersi di Merida ha più motivi per mettersi in mezzo... Boh.
Secondo voi cosa ha scelto Jack: di diventare un Guardiano o di rifiutare?
Per rendere il tutto ancora più nostalgico, per l'epilogo consiglierei anche una colonna sonora: a scelta, La strada, dei Modena City Rumblers, oppure (in particolare) Auld Lang Syne, di Robert Burns. Oppure entrambre, prima Burns e poi La strada
E per finire, di nuovo avverto che il mio pc non fa il bravo: se rilevate errori di qualsiasi tipo, per favore segnalate! Appena possibile farò un mega giro di correzioni!
Non ho nient'altro da aggiungere se non che aspetto il vostro giudizio complessivo di questa storia: cosa vi è piaciuto di più, quale personaggio sono riuscita a rendere meglio, se l'avventura finale vi ha fatto qualche effetto...
Intanto ho già qualche idea per altre storie, più brevi e semplici, sempre in tema (per ora) Big Four.
A presto!
Nike (ancora incredula di avercela fatta)

  
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