2° Capitolo
Di nuovo Kid?
L'appartamento
di Miho era
molto spazioso. Alla morte del marito, la moglie Aiko aveva ereditato
tutti i beni della famiglia Tsuji e aveva potuto crescere sua figlia
in tranquillità. Inoltre si era affermata nel mondo dello spettacolo
come manager e guadagnava bene. Quindi un posto del genere, a nemmeno
vent'anni, non era da tutti.
La casa era sufficiente
per una famiglia di quattro persone: il salotto era tutt'uno con la
sala da pranzo e una vetrata dava sul balcone, sotto c'era il fiume.
Miho li accolse e gli
diede le pantofole caratteristiche. Li guidò per un corridoio da cui
si affacciavano delle porte e, dopo una curva, il salotto. C'erano
già una teiera verde chiaro e le tazze coordinate poggiate su un
tavolino basso, completato da un piatto di biscotti.
Li invitò a sedersi sul
divano beige e lei si sedette sull'altro. Versò del tè e avvicinò
le tazze agli ospiti.
<< Questo tè me
l'ha regalato mia madre, è inglese. Assaggiatelo >>.
Era davvero buono, molto
dolce. Aoko aveva provato parecchia simpatia per Miho ai tempi della
scuola ma quell'atteggiamento da gatta morta la irritava. Non era
così ingenua da non notarlo e la verità che temeva il confronto.
Guardava il completo
pantaloni neri e maglia a maniche lunghe rossa, un piccolo fiocco
sulla scollatura. I capelli conciati in una coda di lato e il trucco
leggero. In ogni gesto e parola c'era fascino.
È
proprio come Kaito, pensò lei.
<< Sono andato da
Akako ieri >>, confessò alla fidanzata.
<< Perché? >>,
domandò lei.
<< Per chiederle di
Saguru >>.
<< E cosa ti ha
detto? >>.
<< Non lo sente da
tre mesi >>, rispose dopo qualche secondo.
<< Dal primo
omicidio >>, notò Miho.
<< Non significa
niente! >>, esclamò Aoko, alterandosi. <<
Potrebbe
essere molto impegnato con il college o svolgendo qualche indagine
>>.
<< Non è mai
passato tanto tempo >>, le ricordò il fidanzato.
<< Non crederò mai
che Saguru possa uccidere in modo tanto orribile! >>.
Kaito si arrese. Ogni
volta che si toccava l'argomento, Aoko perdeva la calma e non voleva
ascoltarlo.
<< Non possiamo
sapere quale ladro colpirà la prossima volta >>, disse
Miho,
prendendo il tablet posto accanto a lei. << Ho scritto
una
lista >>.
Il mago lo prese e Aoko
gli si avvicinò per leggere meglio.
<< Sono così tanti?
>>, domandò esterrefatta la ragazza.
<< Qualche nome lo
conosco >>, mormorò Kaito.
<< Farò qualche
indagine per conto mio >>, disse Miho. <<
Troppe persone
darebbero nell'occhio >>.
<< È
un modo carino per dirmi di stare ai margini? >>.
<< Esatto. Molto
intelligente >>.
<< La prossima
settimana terremo un altro spettacolo al National Theatre
>>,
disse Kaito e la fidanzata porse una busta alla ladra.
<< Ci piacerebbe che
tu venissi >>, continuò Aoko.
Miho prese la busta. <<
Grazie. Stavolta vedrò di non lasciarti carte da gioco in camerino!
>>.
La frase fece calare un
silenzio pesantissimo. La ladra guardò i due, molto confusa dallo
sguardo di pietra che Aoko rivolgeva al fidanzato.
<< Ora dobbiamo
andare >>, si affrettò a dire Kaito. << Se
hai novità,
chiamami a questo numero >>.
Posò un biglietto sul
tavolino e Miho ebbe l'impressione di aver generato un gran casino.
<<
Aoko! >>.
La ragazza entrò in casa
Nakamori sbattendo la porta, infuriata. Kaito si cambiò velocemente
le scarpe e la seguì in cucina.
<< Come hai potuto
non dirmelo?! >>.
<< È
solo una stupida
carta. Miho è entrata
furtivamente nel mio camerino e l'ha lasciata, tutto qua
>>.
<< Perché non me
l'hai detto? >>. Aoko si rendeva conto da sola di star
facendo
una scenata esagerata ma quella ladra tanto sicura di sé la mandava
in tilt.
<< Si può sapere
cosa ti prende? Sei strana da quando è apparsa Miho >>.
Colpita nel profondo, la
ragazza serrò i pugni e distolse lo sguardo.
<< Lei è... lei
è... >>.
<< Cosa? >>.
<< Come te >>,
concluse e il ragazzo non seppe cosa dire, non riusciva a capire.
<<
Avete entrambi un fascino innato, in qualsiasi cosa fate. Non c'è
confronto e lei ha un palese interesse per te >>.
Kaito mise due dita sotto
il mento di Aoko e lo obbligò a guardarlo. << Non ti
mentirò
dicendo che Miho non aveva un interesse nei miei confronti ma non è
successo mai niente. Nemmeno la ladra più sexy del mondo potrebbe
portarmi via da te >>.
Aoko strinse la mano del
ragazzo. << Smettiamola con i segreti >>.
<< Promesso >>.
Il
giorno dopo erano a
lezione all'università. Kaito seguiva il corso di letteratura e
altri studenti di diverse facoltà lo facevano per avere crediti
aggiuntivi. Annoiato, giocherellava con una matita mentre attendeva
il professore per due ore di lezione.
Non si girò quando udì
una sedia spostarsi e una persona sedersi vicino a lui.
<< Scusa, ho
dimenticato la penna. Me ne presti una? >>.
Il ragazzo fece per darle
una delle sue e rimase di sasso quando vide chi era.
<< Miho? >>.
<< Buongiorno! >>,
prese la penna e si mise a scarabocchiare sul blocco posato sul
banco.
<< Ma che...? >>.
<< Frequentavo
l'università di Osaka e ho chiesto un trasferimento a Tokyo. Ho in
programma di restare per un po' di tempo >>, gli sorrise.
Kaito ripensò alla
scenata di Aoko del pomeriggio prima e cominciò a chiedersi se forse
quella esagerazione non fosse poi così tanta. Sapeva benissimo che
se Red Fox voleva qualcosa l'otteneva ed era molto caparbia.
<< Non sapevo ti
fossi iscritta all'università >>.
<< Tu più di tutti
dovresti sapere che dovremo sempre tenere un filo che ci lega alla
vita comune >>.
Un punto a favore di Miho
era proprio questo: riusciva a comprendere la sfumatura della vita di
un ladro.
Io non sono più un
ladro. << Che facoltà frequenti?
>>.
<< Chimica >>,
rispose. << Ma amo anche la letteratura >>.
<< Buongiorno Kaito!
>>.
Keiko si avvicinò ai due.
La ragazza indossava sempre gli occhiali, le code erano diventati
lunghi capelli sciolti e di recente si era fidanzata con un coetaneo.
Era sempre calma, riflessiva e ottima dispensatrice di consigli.
<< Ciao Keiko >>.
<< Miho! >>,
la giovane rimase basita e le diede un affettuoso abbraccio.
<<
Da quando frequenti questa università? >>.
La ragazza fu gentile. <<
Qualche settimana >>.
La risposta fece mettere
Kaito sull'attenti. Se veramente frequentava da tanto tempo come mai
non se ne era accorto? O era solo una bugia?
<< Sono contenta!
Aoko non me l'ha detto >>.
Il professore entrò in
classe e la conversazione si interruppe lì. Per tutta la durata
della lezione si sentì a disagio: Miho l'aveva avvertito ma qualcosa
stonava, forse nascondeva qualche segreto.
Smettiamola con i
segreti.
Kaito ripensò alla frase
della fidanzata e i segreti stavano di nuovo avvelenando la sua vita,
per quanto non lo volesse.
Alla
pausa pranzo incontrò
la fidanzata in giardino.
Aoko era seduta sull'erba,
le gambe distese e un libro sulle ginocchia. La brezza scompigliava
leggermente i capelli scuri e aveva un lieve sorriso, sembrava
tranquilla.
Kaito si sedette al suo
fianco e le diede un bacio. La fidanzata mostrò due porta pranzo,
uno blu e uno rosa
<< Ieri sera mi sono
impegnata! >>.
Iniziarono a mangiare.
Anche se era novembre c'era il sole e poco freddo, ancora non era
caduta la prima neve.
<< Aoko >>.
<< Sì? >>.
<< Ehm... Miho si è
trasferita qui per studiare >>.
Aoko smise immediatamente
di mangiare. << Fantastico >>.
Il tono sarcastico era
piuttosto marcato. << Frequenta il mio stesso corso di
letteratura. Keiko l'ha vista >>.
<< Non fraintendermi
>>, iniziò. << Mi piace Miho. Ma credo che
lei possa
fare una cosa che io non potrò mai fare >>.
<< Che intendi? >>.
<< Lei può capirti
>>, rispose amaramente. << Io non potrò mai
comprendere
quello che hai passato >>.
Aoko ci aveva provato ma
c'erano lati di Kaito che non riusciva a decifrare. Si sentiva come
se le mancasse qualcosa.
<< A proposito di
questo >>. Kaito chiuse il porta pranzo ormai vuoto e lo
mise
sopra quello rosa. << Ci ho riflettuto un po'. Se
veramente
questo serial killer sta uccidendo i più grandi ladri al mondo e io
non sono immune dalla sua furia omicida, non posso restare fermo ad
aspettare >>.
Aoko sentì
improvvisamente freddo, strinse i contenitori vuoti.
<< Sto pensando di
riprendere le vesti di Ladro Kid >>.
La frase galleggiò in
silenzio fra i due per almeno un minuto.
Aoko mollò i contenitori
sull'erba con un rumore attutito. << Ti metterà ancora di
più
in pericolo! >>.
Kaito sospirò. <<
Sono in pericolo comunque. E anche tu, la mamma e Jii >>.
<< Io? >>.
<< Sei la mia
fidanzata e il mio amore per te è un'arma. Non voglio che ti uccida
per farmi arrabbiare e uscire allo scoperto. A questo bastardo gli
piace giocare con le vite altrui >>.
<< Quindi hai deciso
>>, Aoko mise i contenitori nella borsa, si pulì la gonna
e le
calze dall'erba.
<< Non ancora, ne
volevo parlare con te >>.
<< Come la metti con
papà? >>.
<< Troverò un modo
>>.
<< Dobbiamo andare a
lezione >>.
Aoko e Kaito si separarono
in corridoio e lui la strinse in un forte abbraccio. Lei si lasciò
andare e il profumo familiare la calmò.
Ma dentro il suo cuore
sentiva che stava arrivando una tempesta, una brutta tempesta.
Barcellona
era una delle
più esplosive città spagnole. Nella piazza principale c'era sempre
un via vai di gente, il calore e l'ospitalità si avvertivano in quei
sorrisi amichevoli.
Un ragazzo sui vent'anni
percorreva la piazza fino a fermarsi sotto un portone ed entrò.
Portava una borsa a tracolla nera e salì velocemente i due piani che
lo separavano dal suo appartamento. Gettò le chiavi in una ciotola e
la borsa sulla poltrona all'ingresso.
In bagno si lavò le mani
e il viso, sistemandosi i riccioli neri e controllandosi la pelle
scura. Nella camera da letto posò le scarpe dentro l'armadio e
accese il PC per controllare le email. Non aveva ancora letto la
prima quando si scansò di lato per evitare un pugnale che si
conficcò nel muro color mattone.
La figura che l'aveva
lanciato era mezza celata dalla tenda mossa dal vento. Il ragazzo
corse fuori dalla camera ma, con abile maestria, la figura lanciò il
pugnale liberato dal muro e lo colpì alla gamba. Il ragazzo urlò
insulti in spagnolo e cadde sul pavimento, perdeva sangue
copiosamente.
La figura faceva roteare
due pugnale per mano e lo guardò con disprezzo.
<< Chi sei tu?! >>,
urlò il ragazzo, sconvolto dal dolore.
<< Io so chi sei tu
>>, sussurrò, lanciando l'altro pugnale nella seconda
gamba.
Poi gli chiuse la bocca con un fazzoletto, un ghigno sul viso di chi
sta per passare delle ore molto divertenti...
La
sveglia sul comodino
trillò e una mano bianca uscì da sotto le coperte per spegnerla.
Aoko si tirò su e stropicciò gli occhi azzurri, desiderando dormire
altre due ore però doveva alzarsi e preparare la colazione, alle
dieci c'erano le prove dello spettacolo.
Scosse Kaito sdraiato
dall'altra parte, mugugnò qualcosa.
<< Stamane cucino io
la colazione >>, disse Aoko, mettendosi seduta sul bordo
del
letto e facendo un altro sbadiglio.
Le braccia di Kaito gli
circondarono la vita e la trascinarono di nuovo al centro del letto.
<< Arriveremo in
ritardo >>, mormorò Aoko, riprendendo fiato dopo un bacio
da
toglierle il respiro.
<< Siamo noi i
protagonisti >>, le ricordò, dandole alcuni baci sul
collo.
I due risero e si
lasciarono andare a lunghi baci e carezze finché un cellulare non
squillò. Kaito voltò la testa in direzione del suono e veniva dal
cassetto del comodino. Aoko capì che il momento si era rotto e si
mise seduta, un po' delusa.
<< È
il numero che ho dato a Miho >>.
<< Rispondi >>.
La voce era durissima.
Kaito frugò nel cassetto
e ne estrasse un semplice cellulare prepagato.
<< Pronto? >>.
Miho era in piedi,
appoggiata contro il bancone della cucina e nella mano libera il
tablet, una pagina su un quotidiano straniero.
<< Ha ucciso un
altro ladro >>.
Quella frase fece
rabbrividire Kaito e Aoko capì subito cosa fosse successo. Dopo una
breve conversazione ripose l'apparecchio al suo posto. La ragazza non
riuscì a resistere e si appoggiò contro la schiena di Kaito,
sentendo il calore e serrando gli occhi.
Non c'erano bisogno di
chiedergli chi fosse morto, l'età, come e quando. Una vita era stata
spezzata e questo le bastava per immaginare che potesse esserci Kaito
al suo posto, di non sentire più la sua voce e il sorriso che le
faceva piegare le ginocchia.
<< Aoko... >>,
sussurrò, voltandosi e prendendole una mano. << Non mi
accadrà
niente >>.
<< Torna ad essere
Ladro Kid >>.
Kaito spalancò gli occhi,
incredulo di sentirle dire quelle parole.
<< Se serve a
proteggerti, se serve a scoprire chi toglie la vita in questo modo...
Non m'importa. Non voglio perderti! >>, gli buttò le
braccia
al collo, piangendo.
Si ricordò di quando
aveva scoperto che Kaito era Kid. Nemmeno per un attimo aveva provato
delusione ma solo tanta rabbia per aver tenuto un segreto con lei,
avrebbe amato il ladro come amava lui. E dopo due anni era disposta
ancora a farlo.
Kaito
premette i bottoni
di un tastierino numerico posto al lato del ritratto del padre e
sentì un click.
Con la mano tremante
spinse il dipinto e girò su se stesso, cambiando immagine. Scese le
scale e l'odore di chiuso e polvere gli invase le narici. Le luci si
accesero automaticamente, rivelando la familiare poltrona e il
jukebox contro la parete. Tirò via il telo grigio e rivelò la
brillante macchina bianca.
I mazzi di carte, la spara
carte, gli strumenti e l'aliante erano riposti ordinati sugli
scaffali. Kaito premette un tasto sotto il bancone del bar e
l'armadio salì su, aprendo le ante.
Il ragazzo fissò l'abito
che aveva indossato per un anno e che precedentemente era stato di
suo padre. Quest'ultimo era morto per essersi messo in affari
pericolosi e aveva la sensazione di star cadendo nella stessa
trappola. Ma ora che era innamorato di Aoko si rendeva conto del
perché Toichi l'avesse fatto: per la moglie e il suo bambino.
Kaito avrebbe tanto voluto
sentire la voce familiare dargli consigli ma stavolta doveva
cavarsela da solo, non era più un ragazzino inesperto ma un adulto.
Sfiorò la stoffa liscia e e roteò la spara carte.
<< Ciao, vecchio
amico >>.
Ginzo
Nakamori rientrò
dal lavoro strascicando i passi sul pavimento e la voglia di versarsi
un tè caldo. Come entrò nella sala da pranzo vide la figlia e Kaito
seduti al tavolo ed ebbe un déjà-vu, come due anni prima.
<< Oh no >>,
sussurrò. << Me lo sentivo che sarebbe arrivato questo
giorno:
sei incinta >>.
<< No! >>,
esclamò la figlia, rossa in viso e Kaito sobbalzò. << Ma
come
ti viene in mente?! >>.
L'ispettore ripose la
pistola nel fodero. << Meglio per te, ragazzo
>>.
<< Dovremo parlarti
>>.
L'uomo inarcò un
sopracciglio, perplesso, e si sedette.
<< Allora? >>.
Kaito iniziò a spiegare
brevemente cosa stesse succedendo. L'ispettore aveva ricevuto qualche
voce di corridoio e ascoltato distrattamente la televisione quindi
riuscì a cogliere subito la spiegazione del mago.
<< Volete che ne
parli ai miei superiori? >>.
I due ragazzi si
guardarono e fu il turno di Aoko.
<< No, papà. Kaito
è in pericolo e quindi... >>.
<< No >>,
scosse la testa. << No, no e no >>.
<< Non ho scelta!
>>, ribatté Kaito.
Nakamori prese a fare
avanti e indietro per la stanza. << Tu vuoi ributtarmi in
quell'incubo?! >>.
<< Assolutamente no,
non glielo chiederei mai! >>, Kaito tirò indietro la
sedia. <<
Quando io ritornerò sulla scena, lei dovrà rifiutare il caso e ne
resterà fuori >>.
<< Mia figlia
potrebbe essere coinvolta! >>, batté le mani sul tavolo.
<< Papà! >>.
<< Lo è già! >>,
esclamò Kaito. << Se questo assassino arriva alla mia
identità, potrebbe usare Aoko come arma. È
già successo!
>>.
Nakamori respirava veloce:
Ladro Kid di nuovo sui giornali, Kid in televisione, sulla bocca di
tutti. Il grande ritorno del ladro fantasma.
<< Sei consapevole
che assegneranno un altro al mio posto? >>.
<< Sì, ne sono
consapevole >>.
<< Potrebbe essere
molto più duro di me >>.
<< Non importa >>,
intervenne Aoko. << Prima arrestiamo questo pazzo e Kaito
potrà
tornare alla sua vita, alla nostra vita >>.
L'ispettore si abbandonò
sulla sedia, preoccupato e pensieroso. Aveva digerito essersi fatto
sfuggire Ladro Kid, rischiato una retrocessione, aveva accettato che
fosse il fidanzato di sua figlia e digrignava i denti ogni volta che
passava la notte nella villetta affianco.
Ma non sarebbe rimasto a
guardare e aveva già un piano in mente.
Miho andò ad aprire,
indossava un vestito a maniche lunghe grigio e gambe scoperte.
<< Benvenuto >>,
invitò Kaito ad entrare e si ritrovano nel salotto.
<< Mi hai detto che
hai novità >>.
La ladra si sedette a
gambe incrociate sul divano e iniziò a frugare tra le cartelle del
tablet. Kaito non avrebbe voluto ma dovette ammettere che era davvero
bella: rispetto ad Aoko era più sciolta e sicura, non si vergognava
di niente.
<< Ehi >>,
Miho schioccò le dita e Kaito si scosse. << Ti eri
incantato
>>.
<< Scusa >>,
ritornò con i piedi per terra. << Dicevi?
>>.
<< È
un ladro spagnolo, come ti avevo accennato
>>, gli
mostrò delle foto. << Il mio contatto è penetrato nel
sito
della polizia di Barcellona ed è riuscito a salvare queste
>>.
Kaito non era sensibile di
stomaco ma stavolta fu messo a dura prova. << Mio dio
>>,
mormorò.
<< L'ha pugnalato
più volte e dissanguato lentamente. Ci ha messo cinque ore a morire
>>.
<< Chi era? >>.
<< Felipe Ruiz,
ventuno anni. Studiava a Barcellona matematica ed era nato a Madrid.
Era un ladro da circa un anno e lo chiamavano “El
ladrón está feliz”
>>, lo
pronunciò in maniera perfetta. << Indossava una maschera
con
un sorriso perennemente stampato in volto >>.
<< Cosa
rubava? >>.
Gli mostrò
alcuni articoli di giornale. << Dipinti e piccole opere
d'arte,
mai ritrovate >>.
<< Come
fa? >>, Kaito strinse il tablet nella sua mano.
<< Come
diamane riesce a scoprire l'identità di queste persone e dove
vivono? >>.
<< So
che la tua ragazza non vuole nemmeno sentirlo dire ma questo sembra
il lavoro di un detective >>.
Kaito sapeva
che Miho poteva avere ragione e non sopportava l'idea.
<<
Forse dovresti dirlo alla tua amica... Akako giusto? La ricordo ai
tempi del liceo. Sempre così enigmatica? >>, rise.
<< Sì
>>, Kaito condivise la risata con la ragazza.
<< Se le
racconto questa storia, regagirà come Aoko >>.
<< Ha
una cotta per il bel detective biondo. Capisco >>.
<< Io
non ho detto questo! >>.
Miho scivolò
vicino a lui, troppo vicino. Kaito si sentì a disagio e
improvvisamente impacciato: se avesse fraintenso e si fosse spostato
avrebbe fatto una figuraccia.
<< Non
c'è bisogno. Si capisce dai dettagli quando una persona ha una cotta
per un altro e già ai tempi di quella gita si notava >>.
Kaito non
rispose e si limitò a scorrere le pagine del tablet.
<< Ti
metto a disagio? >>.
Quella
domanda a bruciapelo lo fece arrossire. << No!
>>, la
voce uscì troppo stridula e si allontanò.
<< Mi
dispiace se l'altra volta ti ho messo nei guai con Aoko
>>.
Kaito capì a
cosa si riferiva. << Non è colpa tua ma mia. Avrei dovuto
dirglielo subito >>.
Miho gli mise
una mano sulla spalla. << Siete una bella coppia e mi
dispiace
se non piaccio ad Aoko >>.
Il mago
rimase immobile a quel contatto. Ma
che mi prende?
<<
Non è vero. Tu piaci ad Aoko >>.
<< Ma
non le piaccio quando crede che io ti faccia la corte >>.
<< Aoko
è solo... solo... >>.
<<
Insicura? >>.
<< Già
>>. Kaito si mise in piedi e interruppe quella
conversazione
che stava diventando imbarazzante e l'atmosfera troppo pesante.
<< In
questi giorni non ci sarò >>, disse Miho.
<< Andrò nel
sud del Giappone >>. Sventolò un biglietto, sorridendo.
<< Hai
un furto programmato >>.
<< Sì,
devo verificare che sia la mia gemma >>.
<<
Quindi non verrai al mio spettacolo? >>.
<<
Tornerò giusto in tempo. Non me lo perderei mai! >>, rise
lei.
In ascensore,
Kaito iniziò a pensare che Miho era ambigua: si comportava da amica
e a tratti sembrava attratta da lui. Aveva detto ad Aoko di
quell'incontro ma avrebbe evitato i dettagli o sarebbe esplosa come
l'ultima volta.
Akako batteva
le dita sulla scrivania, fissando lo schermo luminoso del computer.
Dopo l'ultima visita dei due amici, brutti pensieri su Saguru
l'avevano agitata. Lo sapeva anche lei che non farsi sentire per tre
mesi era tanto e, non l'avrebbe mai ammesso alla coppietta felice,
gli aveva lasciato diversi messaggi senza risposta. Guardava la lunga
serie di messaggi e non sapeva nemmeno se li avesse letti.
Che
combini Saguru? Dove sei finito?
Scrisse un
altro messaggio, gliene mandava almeno due a settimana. Gli occhi
preoccupati di Kaito non li poteva dimenticare e non gli aveva
raccontato come stavano le cose.
In che
guaio ti sei cacciato?
Attese cinque
minuti però nessuna risposta, come ormai accadeva da troppo tempo.
Alla strega mancava il detective che non vedeva da due anni, era
stata l'unica ad avere il privilegio di stargli vicino e questo
l'aveva resa molto felice.
Gli occhi
andarono all'unica foto che aveva di lui, scattata durante una
giornata scolastica, lui sorrideva.
Saguru aveva
smesso di sorridere dopo il processo. Ad Akako pizziccarono gli occhi
ma smise inmediatamente: una strega che versa una lacrima perde i
suoi poteri.
Quanto mi
manca, quel sorriso.
Angolo
autrice!
Salve
lettori!
Ecco il
secondo capitolo della storia! Pubblicherò un capitolo a settimana,
rispetto alla storia precdentemente ho meno tempo quindi sarà questa
la frequenza! :)
In questa
storia darò spazio anche alla storia d'amore di Akako e Saguru,
ovviamente con il tempo!
Maya
Mendler1: Grazie mille per la tua recensione via messaggio
:)
Ringrazio
anche chi l'ha messa tra le preferite, le seguite e per chi l'ha
letta!
A presto! :D