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Autore: Lovy91    30/10/2017    3 recensioni
(Sequel di "Ladro Kid 1412")
Due anni dopo aver detto addio alla vita di ladro, per Kaito Kuroba la vita non potrebbe andare meglio di così: la carriera come mago procede molto bene, i voti all'università sono eccellenti e la relazione con Aoko non potrebbe andare meglio.
Tutto si spezza quando una vecchia conoscenza, Red Fox alias Miho Okamoto, gli comunica che un serial killer sta uccidendo brutalmente i più grandi ladri al mondo e anche loro sono nel mirino.
Kaito sarò costretto a riprendere le vesti del ladro fantasma e la relazione con Aoko inizia a scricchiolare a causa della presenza di Miho. Inoltre i sospetti si concentrano su una persona cara...
Chi è il serial killer e perchè uccide i ladri?
I segreti ritornano ad avvelenare la vita di Kaito e stavolta servivà ben più della magia per farcela...
Genere: Mistero, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Akako Koizumi, Aoko Nakamori, Kaito Kuroba/Kaito Kid, Nuovo personaggio, Saguru Hakuba
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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2° Capitolo


Di nuovo Kid?


L'appartamento di Miho era molto spazioso. Alla morte del marito, la moglie Aiko aveva ereditato tutti i beni della famiglia Tsuji e aveva potuto crescere sua figlia in tranquillità. Inoltre si era affermata nel mondo dello spettacolo come manager e guadagnava bene. Quindi un posto del genere, a nemmeno vent'anni, non era da tutti.
La casa era sufficiente per una famiglia di quattro persone: il salotto era tutt'uno con la sala da pranzo e una vetrata dava sul balcone, sotto c'era il fiume.
Miho li accolse e gli diede le pantofole caratteristiche. Li guidò per un corridoio da cui si affacciavano delle porte e, dopo una curva, il salotto. C'erano già una teiera verde chiaro e le tazze coordinate poggiate su un tavolino basso, completato da un piatto di biscotti.
Li invitò a sedersi sul divano beige e lei si sedette sull'altro. Versò del tè e avvicinò le tazze agli ospiti.
<< Questo tè me l'ha regalato mia madre, è inglese. Assaggiatelo >>.
Era davvero buono, molto dolce. Aoko aveva provato parecchia simpatia per Miho ai tempi della scuola ma quell'atteggiamento da gatta morta la irritava. Non era così ingenua da non notarlo e la verità che temeva il confronto.
Guardava il completo pantaloni neri e maglia a maniche lunghe rossa, un piccolo fiocco sulla scollatura. I capelli conciati in una coda di lato e il trucco leggero. In ogni gesto e parola c'era fascino.
È proprio come Kaito, pensò lei.
<< Sono andato da Akako ieri >>, confessò alla fidanzata.
<< Perché? >>, domandò lei.
<< Per chiederle di Saguru >>.
<< E cosa ti ha detto? >>.
<< Non lo sente da tre mesi >>, rispose dopo qualche secondo.
<< Dal primo omicidio >>, notò Miho.
<< Non significa niente! >>, esclamò Aoko, alterandosi. << Potrebbe essere molto impegnato con il college o svolgendo qualche indagine >>.
<< Non è mai passato tanto tempo >>, le ricordò il fidanzato.
<< Non crederò mai che Saguru possa uccidere in modo tanto orribile! >>.
Kaito si arrese. Ogni volta che si toccava l'argomento, Aoko perdeva la calma e non voleva ascoltarlo.
<< Non possiamo sapere quale ladro colpirà la prossima volta >>, disse Miho, prendendo il tablet posto accanto a lei. << Ho scritto una lista >>.
Il mago lo prese e Aoko gli si avvicinò per leggere meglio.
<< Sono così tanti? >>, domandò esterrefatta la ragazza.
<< Qualche nome lo conosco >>, mormorò Kaito.
<< Farò qualche indagine per conto mio >>, disse Miho. << Troppe persone darebbero nell'occhio >>.
<< È un modo carino per dirmi di stare ai margini? >>.
<< Esatto. Molto intelligente >>.
<< La prossima settimana terremo un altro spettacolo al National Theatre >>, disse Kaito e la fidanzata porse una busta alla ladra.
<< Ci piacerebbe che tu venissi >>, continuò Aoko.
Miho prese la busta. << Grazie. Stavolta vedrò di non lasciarti carte da gioco in camerino! >>.
La frase fece calare un silenzio pesantissimo. La ladra guardò i due, molto confusa dallo sguardo di pietra che Aoko rivolgeva al fidanzato.
<< Ora dobbiamo andare >>, si affrettò a dire Kaito. << Se hai novità, chiamami a questo numero >>.
Posò un biglietto sul tavolino e Miho ebbe l'impressione di aver generato un gran casino.


<< Aoko! >>.
La ragazza entrò in casa Nakamori sbattendo la porta, infuriata. Kaito si cambiò velocemente le scarpe e la seguì in cucina.
<< Come hai potuto non dirmelo?! >>.
<<
È solo una stupida carta. Miho è entrata furtivamente nel mio camerino e l'ha lasciata, tutto qua >>.
<< Perché non me l'hai detto? >>. Aoko si rendeva conto da sola di star facendo una scenata esagerata ma quella ladra tanto sicura di sé la mandava in tilt.
<< Si può sapere cosa ti prende? Sei strana da quando è apparsa Miho >>.
Colpita nel profondo, la ragazza serrò i pugni e distolse lo sguardo.
<< Lei è... lei è... >>.
<< Cosa? >>.
<< Come te >>, concluse e il ragazzo non seppe cosa dire, non riusciva a capire. << Avete entrambi un fascino innato, in qualsiasi cosa fate. Non c'è confronto e lei ha un palese interesse per te >>.
Kaito mise due dita sotto il mento di Aoko e lo obbligò a guardarlo. << Non ti mentirò dicendo che Miho non aveva un interesse nei miei confronti ma non è successo mai niente. Nemmeno la ladra più sexy del mondo potrebbe portarmi via da te >>.
Aoko strinse la mano del ragazzo. << Smettiamola con i segreti >>.
<< Promesso >>.


Il giorno dopo erano a lezione all'università. Kaito seguiva il corso di letteratura e altri studenti di diverse facoltà lo facevano per avere crediti aggiuntivi. Annoiato, giocherellava con una matita mentre attendeva il professore per due ore di lezione.
Non si girò quando udì una sedia spostarsi e una persona sedersi vicino a lui.
<< Scusa, ho dimenticato la penna. Me ne presti una? >>.
Il ragazzo fece per darle una delle sue e rimase di sasso quando vide chi era.
<< Miho? >>.
<< Buongiorno! >>, prese la penna e si mise a scarabocchiare sul blocco posato sul banco.
<< Ma che...? >>.
<< Frequentavo l'università di Osaka e ho chiesto un trasferimento a Tokyo. Ho in programma di restare per un po' di tempo >>, gli sorrise.
Kaito ripensò alla scenata di Aoko del pomeriggio prima e cominciò a chiedersi se forse quella esagerazione non fosse poi così tanta. Sapeva benissimo che se Red Fox voleva qualcosa l'otteneva ed era molto caparbia.
<< Non sapevo ti fossi iscritta all'università >>.
<< Tu più di tutti dovresti sapere che dovremo sempre tenere un filo che ci lega alla vita comune >>.
Un punto a favore di Miho era proprio questo: riusciva a comprendere la sfumatura della vita di un ladro.
Io non sono più un ladro. << Che facoltà frequenti? >>.
<< Chimica >>, rispose. << Ma amo anche la letteratura >>.
<< Buongiorno Kaito! >>.
Keiko si avvicinò ai due. La ragazza indossava sempre gli occhiali, le code erano diventati lunghi capelli sciolti e di recente si era fidanzata con un coetaneo. Era sempre calma, riflessiva e ottima dispensatrice di consigli.
<< Ciao Keiko >>.
<< Miho! >>, la giovane rimase basita e le diede un affettuoso abbraccio. << Da quando frequenti questa università? >>.
La ragazza fu gentile. << Qualche settimana >>.
La risposta fece mettere Kaito sull'attenti. Se veramente frequentava da tanto tempo come mai non se ne era accorto? O era solo una bugia?
<< Sono contenta! Aoko non me l'ha detto >>.
Il professore entrò in classe e la conversazione si interruppe lì. Per tutta la durata della lezione si sentì a disagio: Miho l'aveva avvertito ma qualcosa stonava, forse nascondeva qualche segreto.
Smettiamola con i segreti.
Kaito ripensò alla frase della fidanzata e i segreti stavano di nuovo avvelenando la sua vita, per quanto non lo volesse.


Alla pausa pranzo incontrò la fidanzata in giardino.
Aoko era seduta sull'erba, le gambe distese e un libro sulle ginocchia. La brezza scompigliava leggermente i capelli scuri e aveva un lieve sorriso, sembrava tranquilla.
Kaito si sedette al suo fianco e le diede un bacio. La fidanzata mostrò due porta pranzo, uno blu e uno rosa
<< Ieri sera mi sono impegnata! >>.
Iniziarono a mangiare. Anche se era novembre c'era il sole e poco freddo, ancora non era caduta la prima neve.
<< Aoko >>.
<< Sì? >>.
<< Ehm... Miho si è trasferita qui per studiare >>.
Aoko smise immediatamente di mangiare. << Fantastico >>.
Il tono sarcastico era piuttosto marcato. << Frequenta il mio stesso corso di letteratura. Keiko l'ha vista >>.
<< Non fraintendermi >>, iniziò. << Mi piace Miho. Ma credo che lei possa fare una cosa che io non potrò mai fare >>.
<< Che intendi? >>.
<< Lei può capirti >>, rispose amaramente. << Io non potrò mai comprendere quello che hai passato >>.
Aoko ci aveva provato ma c'erano lati di Kaito che non riusciva a decifrare. Si sentiva come se le mancasse qualcosa.
<< A proposito di questo >>. Kaito chiuse il porta pranzo ormai vuoto e lo mise sopra quello rosa. << Ci ho riflettuto un po'. Se veramente questo serial killer sta uccidendo i più grandi ladri al mondo e io non sono immune dalla sua furia omicida, non posso restare fermo ad aspettare >>.
Aoko sentì improvvisamente freddo, strinse i contenitori vuoti.
<< Sto pensando di riprendere le vesti di Ladro Kid >>.
La frase galleggiò in silenzio fra i due per almeno un minuto.
Aoko mollò i contenitori sull'erba con un rumore attutito. << Ti metterà ancora di più in pericolo! >>.
Kaito sospirò. << Sono in pericolo comunque. E anche tu, la mamma e Jii >>.
<< Io? >>.
<< Sei la mia fidanzata e il mio amore per te è un'arma. Non voglio che ti uccida per farmi arrabbiare e uscire allo scoperto. A questo bastardo gli piace giocare con le vite altrui >>.
<< Quindi hai deciso >>, Aoko mise i contenitori nella borsa, si pulì la gonna e le calze dall'erba.
<< Non ancora, ne volevo parlare con te >>.
<< Come la metti con papà? >>.
<< Troverò un modo >>.
<< Dobbiamo andare a lezione >>.
Aoko e Kaito si separarono in corridoio e lui la strinse in un forte abbraccio. Lei si lasciò andare e il profumo familiare la calmò.
Ma dentro il suo cuore sentiva che stava arrivando una tempesta, una brutta tempesta.


Barcellona era una delle più esplosive città spagnole. Nella piazza principale c'era sempre un via vai di gente, il calore e l'ospitalità si avvertivano in quei sorrisi amichevoli.
Un ragazzo sui vent'anni percorreva la piazza fino a fermarsi sotto un portone ed entrò. Portava una borsa a tracolla nera e salì velocemente i due piani che lo separavano dal suo appartamento. Gettò le chiavi in una ciotola e la borsa sulla poltrona all'ingresso.
In bagno si lavò le mani e il viso, sistemandosi i riccioli neri e controllandosi la pelle scura. Nella camera da letto posò le scarpe dentro l'armadio e accese il PC per controllare le email. Non aveva ancora letto la prima quando si scansò di lato per evitare un pugnale che si conficcò nel muro color mattone.
La figura che l'aveva lanciato era mezza celata dalla tenda mossa dal vento. Il ragazzo corse fuori dalla camera ma, con abile maestria, la figura lanciò il pugnale liberato dal muro e lo colpì alla gamba. Il ragazzo urlò insulti in spagnolo e cadde sul pavimento, perdeva sangue copiosamente.
La figura faceva roteare due pugnale per mano e lo guardò con disprezzo.
<< Chi sei tu?! >>, urlò il ragazzo, sconvolto dal dolore.
<< Io so chi sei tu >>, sussurrò, lanciando l'altro pugnale nella seconda gamba. Poi gli chiuse la bocca con un fazzoletto, un ghigno sul viso di chi sta per passare delle ore molto divertenti...


La sveglia sul comodino trillò e una mano bianca uscì da sotto le coperte per spegnerla. Aoko si tirò su e stropicciò gli occhi azzurri, desiderando dormire altre due ore però doveva alzarsi e preparare la colazione, alle dieci c'erano le prove dello spettacolo.
Scosse Kaito sdraiato dall'altra parte, mugugnò qualcosa.
<< Stamane cucino io la colazione >>, disse Aoko, mettendosi seduta sul bordo del letto e facendo un altro sbadiglio.
Le braccia di Kaito gli circondarono la vita e la trascinarono di nuovo al centro del letto.
<< Arriveremo in ritardo >>, mormorò Aoko, riprendendo fiato dopo un bacio da toglierle il respiro.
<< Siamo noi i protagonisti >>, le ricordò, dandole alcuni baci sul collo.
I due risero e si lasciarono andare a lunghi baci e carezze finché un cellulare non squillò. Kaito voltò la testa in direzione del suono e veniva dal cassetto del comodino. Aoko capì che il momento si era rotto e si mise seduta, un po' delusa.
<< È il numero che ho dato a Miho >>.
<< Rispondi >>. La voce era durissima.
Kaito frugò nel cassetto e ne estrasse un semplice cellulare prepagato.
<< Pronto? >>.
Miho era in piedi, appoggiata contro il bancone della cucina e nella mano libera il tablet, una pagina su un quotidiano straniero.
<< Ha ucciso un altro ladro >>.
Quella frase fece rabbrividire Kaito e Aoko capì subito cosa fosse successo. Dopo una breve conversazione ripose l'apparecchio al suo posto. La ragazza non riuscì a resistere e si appoggiò contro la schiena di Kaito, sentendo il calore e serrando gli occhi.
Non c'erano bisogno di chiedergli chi fosse morto, l'età, come e quando. Una vita era stata spezzata e questo le bastava per immaginare che potesse esserci Kaito al suo posto, di non sentire più la sua voce e il sorriso che le faceva piegare le ginocchia.
<< Aoko... >>, sussurrò, voltandosi e prendendole una mano. << Non mi accadrà niente >>.
<< Torna ad essere Ladro Kid >>.
Kaito spalancò gli occhi, incredulo di sentirle dire quelle parole.
<< Se serve a proteggerti, se serve a scoprire chi toglie la vita in questo modo... Non m'importa. Non voglio perderti! >>, gli buttò le braccia al collo, piangendo.
Si ricordò di quando aveva scoperto che Kaito era Kid. Nemmeno per un attimo aveva provato delusione ma solo tanta rabbia per aver tenuto un segreto con lei, avrebbe amato il ladro come amava lui. E dopo due anni era disposta ancora a farlo.


Kaito premette i bottoni di un tastierino numerico posto al lato del ritratto del padre e sentì un click.
Con la mano tremante spinse il dipinto e girò su se stesso, cambiando immagine. Scese le scale e l'odore di chiuso e polvere gli invase le narici. Le luci si accesero automaticamente, rivelando la familiare poltrona e il jukebox contro la parete. Tirò via il telo grigio e rivelò la brillante macchina bianca.
I mazzi di carte, la spara carte, gli strumenti e l'aliante erano riposti ordinati sugli scaffali. Kaito premette un tasto sotto il bancone del bar e l'armadio salì su, aprendo le ante.
Il ragazzo fissò l'abito che aveva indossato per un anno e che precedentemente era stato di suo padre. Quest'ultimo era morto per essersi messo in affari pericolosi e aveva la sensazione di star cadendo nella stessa trappola. Ma ora che era innamorato di Aoko si rendeva conto del perché Toichi l'avesse fatto: per la moglie e il suo bambino.
Kaito avrebbe tanto voluto sentire la voce familiare dargli consigli ma stavolta doveva cavarsela da solo, non era più un ragazzino inesperto ma un adulto. Sfiorò la stoffa liscia e e roteò la spara carte.
<< Ciao, vecchio amico >>.


Ginzo Nakamori rientrò dal lavoro strascicando i passi sul pavimento e la voglia di versarsi un tè caldo. Come entrò nella sala da pranzo vide la figlia e Kaito seduti al tavolo ed ebbe un déjà-vu, come due anni prima.
<< Oh no >>, sussurrò. << Me lo sentivo che sarebbe arrivato questo giorno: sei incinta >>.
<< No! >>, esclamò la figlia, rossa in viso e Kaito sobbalzò. << Ma come ti viene in mente?! >>.
L'ispettore ripose la pistola nel fodero. << Meglio per te, ragazzo >>.
<< Dovremo parlarti >>.
L'uomo inarcò un sopracciglio, perplesso, e si sedette.
<< Allora? >>.
Kaito iniziò a spiegare brevemente cosa stesse succedendo. L'ispettore aveva ricevuto qualche voce di corridoio e ascoltato distrattamente la televisione quindi riuscì a cogliere subito la spiegazione del mago.
<< Volete che ne parli ai miei superiori? >>.
I due ragazzi si guardarono e fu il turno di Aoko.
<< No, papà. Kaito è in pericolo e quindi... >>.
<< No >>, scosse la testa. << No, no e no >>.
<< Non ho scelta! >>, ribatté Kaito.
Nakamori prese a fare avanti e indietro per la stanza. << Tu vuoi ributtarmi in quell'incubo?! >>.
<< Assolutamente no, non glielo chiederei mai! >>, Kaito tirò indietro la sedia. << Quando io ritornerò sulla scena, lei dovrà rifiutare il caso e ne resterà fuori >>.
<< Mia figlia potrebbe essere coinvolta! >>, batté le mani sul tavolo.
<< Papà! >>.
<< Lo è già! >>, esclamò Kaito. << Se questo assassino arriva alla mia identità, potrebbe usare Aoko come arma.
È già successo! >>.
Nakamori respirava veloce: Ladro Kid di nuovo sui giornali, Kid in televisione, sulla bocca di tutti. Il grande ritorno del ladro fantasma.
<< Sei consapevole che assegneranno un altro al mio posto? >>.
<< Sì, ne sono consapevole >>.
<< Potrebbe essere molto più duro di me >>.
<< Non importa >>, intervenne Aoko. << Prima arrestiamo questo pazzo e Kaito potrà tornare alla sua vita, alla nostra vita >>.
L'ispettore si abbandonò sulla sedia, preoccupato e pensieroso. Aveva digerito essersi fatto sfuggire Ladro Kid, rischiato una retrocessione, aveva accettato che fosse il fidanzato di sua figlia e digrignava i denti ogni volta che passava la notte nella villetta affianco.
Ma non sarebbe rimasto a guardare e aveva già un piano in mente.


Miho andò ad aprire, indossava un vestito a maniche lunghe grigio e gambe scoperte.
<< Benvenuto >>, invitò Kaito ad entrare e si ritrovano nel salotto.
<< Mi hai detto che hai novità >>.
La ladra si sedette a gambe incrociate sul divano e iniziò a frugare tra le cartelle del tablet. Kaito non avrebbe voluto ma dovette ammettere che era davvero bella: rispetto ad Aoko era più sciolta e sicura, non si vergognava di niente.
<< Ehi >>, Miho schioccò le dita e Kaito si scosse. << Ti eri incantato >>.
<< Scusa >>, ritornò con i piedi per terra. << Dicevi? >>.
<< È un ladro spagnolo, come ti avevo accennato >>, gli mostrò delle foto. << Il mio contatto è penetrato nel sito della polizia di Barcellona ed è riuscito a salvare queste >>.
Kaito non era sensibile di stomaco ma stavolta fu messo a dura prova. << Mio dio >>, mormorò.
<< L'ha pugnalato più volte e dissanguato lentamente. Ci ha messo cinque ore a morire >>.
<< Chi era? >>.
<< Felipe Ruiz, ventuno anni. Studiava a Barcellona matematica ed era nato a Madrid. Era un ladro da circa un anno e lo chiamavano “E
l ladrón está feliz” >>, lo pronunciò in maniera perfetta. << Indossava una maschera con un sorriso perennemente stampato in volto >>.
<< Cosa rubava? >>.
Gli mostrò alcuni articoli di giornale. << Dipinti e piccole opere d'arte, mai ritrovate >>.
<< Come fa? >>, Kaito strinse il tablet nella sua mano. << Come diamane riesce a scoprire l'identità di queste persone e dove vivono? >>.
<< So che la tua ragazza non vuole nemmeno sentirlo dire ma questo sembra il lavoro di un detective >>.
Kaito sapeva che Miho poteva avere ragione e non sopportava l'idea.
<< Forse dovresti dirlo alla tua amica... Akako giusto? La ricordo ai tempi del liceo. Sempre così enigmatica? >>, rise.
<< Sì >>, Kaito condivise la risata con la ragazza. << Se le racconto questa storia, regagirà come Aoko >>.
<< Ha una cotta per il bel detective biondo. Capisco >>.
<< Io non ho detto questo! >>.
Miho scivolò vicino a lui, troppo vicino. Kaito si sentì a disagio e improvvisamente impacciato: se avesse fraintenso e si fosse spostato avrebbe fatto una figuraccia.
<< Non c'è bisogno. Si capisce dai dettagli quando una persona ha una cotta per un altro e già ai tempi di quella gita si notava >>.
Kaito non rispose e si limitò a scorrere le pagine del tablet.
<< Ti metto a disagio? >>.
Quella domanda a bruciapelo lo fece arrossire. << No! >>, la voce uscì troppo stridula e si allontanò.
<< Mi dispiace se l'altra volta ti ho messo nei guai con Aoko >>.
Kaito capì a cosa si riferiva. << Non è colpa tua ma mia. Avrei dovuto dirglielo subito >>.
Miho gli mise una mano sulla spalla. << Siete una bella coppia e mi dispiace se non piaccio ad Aoko >>.
Il mago rimase immobile a quel contatto.
Ma che mi prende?
<< Non è vero. Tu piaci ad Aoko >>.

<< Ma non le piaccio quando crede che io ti faccia la corte >>.
<< Aoko è solo... solo... >>.
<< Insicura? >>.
<< Già >>. Kaito si mise in piedi e interruppe quella conversazione che stava diventando imbarazzante e l'atmosfera troppo pesante.
<< In questi giorni non ci sarò >>, disse Miho. << Andrò nel sud del Giappone >>. Sventolò un biglietto, sorridendo.
<< Hai un furto programmato >>.
<< Sì, devo verificare che sia la mia gemma >>.
<< Quindi non verrai al mio spettacolo? >>.
<< Tornerò giusto in tempo. Non me lo perderei mai! >>, rise lei.
In ascensore, Kaito iniziò a pensare che Miho era ambigua: si comportava da amica e a tratti sembrava attratta da lui. Aveva detto ad Aoko di quell'incontro ma avrebbe evitato i dettagli o sarebbe esplosa come l'ultima volta.


Akako batteva le dita sulla scrivania, fissando lo schermo luminoso del computer. Dopo l'ultima visita dei due amici, brutti pensieri su Saguru l'avevano agitata. Lo sapeva anche lei che non farsi sentire per tre mesi era tanto e, non l'avrebbe mai ammesso alla coppietta felice, gli aveva lasciato diversi messaggi senza risposta. Guardava la lunga serie di messaggi e non sapeva nemmeno se li avesse letti.
Che combini Saguru? Dove sei finito?
Scrisse un altro messaggio, gliene mandava almeno due a settimana. Gli occhi preoccupati di Kaito non li poteva dimenticare e non gli aveva raccontato come stavano le cose.
In che guaio ti sei cacciato?
Attese cinque minuti però nessuna risposta, come ormai accadeva da troppo tempo. Alla strega mancava il detective che non vedeva da due anni, era stata l'unica ad avere il privilegio di stargli vicino e questo l'aveva resa molto felice.
Gli occhi andarono all'unica foto che aveva di lui, scattata durante una giornata scolastica, lui sorrideva.
Saguru aveva smesso di sorridere dopo il processo. Ad Akako pizziccarono gli occhi ma smise inmediatamente: una strega che versa una lacrima perde i suoi poteri.
Quanto mi manca, quel sorriso.


Angolo autrice!


Salve lettori!
Ecco il secondo capitolo della storia! Pubblicherò un capitolo a settimana, rispetto alla storia precdentemente ho meno tempo quindi sarà questa la frequenza! :)
In questa storia darò spazio anche alla storia d'amore di Akako e Saguru, ovviamente con il tempo!
Maya Mendler1: Grazie mille per la tua recensione via messaggio :)
Ringrazio anche chi l'ha messa tra le preferite, le seguite e per chi l'ha letta!
A presto! :D

   
 
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