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Autore: EvrenAll    30/10/2017    2 recensioni
"Dove finiscono i sogni dimenticati?"
Sequel di Elizabeth.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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29 ottobre 1991 



-Dylan, amore di mamma, vieni qui!-

Me lo prese dalle braccia stringendolo.

-Mamma, nanna...-

-È notte, vedi che buio c’è fuori?- gli accarezzó la testa con dolcezza.

-È proprio ora di fare la nanna, sì, credevo che Beta ti avesse già messo a letto…- sembrò accorgersi solo allora della mia presenza.

-E tu saresti?-

-Elizabeth. Babysitter dei ragazzi di Beta. Lei è dovuta correre in ospedale con Fernando, è caduto oggi a scuola e stava continuando a lamentarsi per un dolore al polso.. un controllo non gli farà male-

-E ti ha affidato mio figlio?-

Affiló lo sguardo: certo certo, non dovevo fare una bella impressione così, con un’enorme maglia nera dalla stampa discutibile e degli shorts che spuntavano malapena oltre il suo bordo. Delle calze scure mi lasciavano le gambe, facendo in modo che non morissi congelata.

-Stephanie, la conosco, è una ragazza apposto-

Mi accorsi solo allora di Axl, in piedi alle sue spalle.

Una ragazza apposto.

Ah. Ah. Ah.

-Oh, si, mi conosci molto bene…- borbottai trattenendo una smorfia.

Diede un’occhiata a suo figlio per assincerarsi che sembrasse abbastanza tranquillo. Lui giaceva sulla sua spalla, assonnato e pasciuto.

Avevamo mangiato assieme, lui, io, Alessandro e Vanessa, e dopo quello, mentre aiutavo la ragazzina a ripassare letteratura ed Ale sistemava il suo zainetto, l’avevo cullato, cercando di farlo addormentare.

E ci sarei quasi riuscita se sua madre non avesse premuto così insistentemente il campanello di casa Lebeis.

Facevo la scontrosa, e non avrei smesso nemmeno un secondo di mostrarmi così, ma mi stavo affezionando ai figli di Beta, e tenere in braccio quel tato per tutta la serata mi aveva fatto uno strano effetto.

Parlare con Morgan era stato liberatorio. L’odio per i bambini troppo piccoli probabilmente nasceva solo quando c’era Axl al loro fianco: me l’ero cavata egregiamente durante l’assenza di Beta. Stephanie non avrebbe potuto lamentarsi di nulla. Dylan stava bene.

Strinse le labbra e si voltò verso Axl.

-La conosci?-

-Sì-

Breve, riassuntivo. Il suo tono non lasciava spazio ad altre domande.

Mi morsi la lingua per non rovesciarle addosso il fatto che fossi una delle sue ex, per non lasciarmi sfuggire nemmeno una parola di noi e del mio più grande Se.

Tanto non sarebbe importato…

-Bene. Buonanotte-

Si girò, scaricandomi in modo spiccio.

Supermodelle del cazzo.

Incrociai lo sguardo di Axl.

Uno, due, tre secondi.

O pugni o baci.

La voce di mia madre mi risuonò in testa come una semplice cantilena, prendendomi alla sprovvista.

Lo diceva ogni tanto, scherzando sulla mia conquista del liceo. Prima dell’incidente.

-Grazie Elizabeth-

Rimasi impassibile guardandolo.

-Ciao Axl!-

Vanessa fece sbucare la testa da sotto il mio braccio, sorridendo.

-Non dovresti essere già a letto tu?-

Rise piano e le fece l’occhiolino.

-Buonanotte ragazze-

Lasciai che fosse lei a salutare per entrambe, e senza aprire la bocca chiusi la porta, dando un giro di chiave.

Tenni le mani un secondo di troppo ferme a stringere il sottile pezzo di ferro, appesantita dai pensieri.

-Elizabeth?-

-Dimmi-

Le tolsi dalla serratura in modo che Beta potesse entrare al ritorno dalla visita: stavano facendo davvero tardi.

-Non ti piace?-

Mi voltai.

-Chi?-

-Axl-

-È una storia lunga-

Andai in cucina senza guardarla: dovevo prendere la felpa con cui ero arrivata quel pomeriggio, in modo da provare a scaldarmi da quel gelo che mi aveva pervaso.

-È lunga e adesso tu devi andare a dormire. Chiama anche Alessandro. È tardi.-

Chiusi la zip a metà e tirai le maniche verso i polsi, fino a nascondere le dita.

Che stronzate.

-Ma…-

-Dai Vanessa, domani devi alzarti presto per la scuola, e se va come penso tuo fratello tornerà a casa con un bel gesso sul braccio. Un toccasana per il nostro buonumore-

-Tanto già sorridi poco-

Mi fece una linguaccia e si avviò verso la zona notte.

Sorridevo poco.

Mille punti per lei.

Piccola Vanessa.

Sospirai e presi il portafoglio dalla borsa prima di seguire i due nella zona notte.

Aiutai il ragazzino a cambiarsi mentre lei andava in bagno.

-Domani andiamo al parco?- propose, già sepolto dalle coperte.

-È una bella idea- gli baciai la fronte.

-Buonanotte, Ale-

-Buonanotte- rispose girandosi su un lato e chiudendo gli occhi. Mi chinai abbassandomi e gli lasciai un altro bacio tra i capelli. Sorrisi leggermente ed uscii dalla stanza che occupavano lui e Fernando, entrando in quella di Vanessa e trovandola ancora deserta.

Mi sedetti sul letto estraendo il portafoglio dalla tasca. Appoggiai la schiena al muro e rannicchiai le gambe al petto aprendolo con lentezza.

Girai uno degli scompartimenti ed estrassi tra i fogli che sbordavano, leggermente rovinati dall’usura, quello più lucido. La carta fotografica era facile da distinguere tra i vari biglietti da visita.

-Però se mi occupi il letto non posso dormire-

Si arrampicò sul materasso sedendosi al mio fianco e solo quando fu abbastanza comoda allungò la mano per prendere quello che le stavo porgendo e reggevo tra le dita: la copia della vecchia foto che avevo fatto stampare per il venticinquesimo compleanno di William.

Appoggiai la testa alle ginocchia, fingendo che il silenzio della ragazzina non fosse pesante o che il ricordo di quell’anno non mi stesse annientando.

Faceva male, riaprire i cassetti.

Prese una delle mani con cui stavo stringendo le gambe e ci rimise, con estrema cura, la fotografia.

La posi sul mio grembo, tenendola tra pollice ed indice.

Vanessa cacciò un braccio sotto la mia spalla, incrociandolo con il mio e mi si appoggiò addosso, coinvolgendomi in un maldestro abbraccio.

-Era il tuo ragazzo-

-Tanto tempo fa- sussurrai.

-Tanto tanto tempo fa- conclusi, facendo sparire in fretta dalla guancia l’unico segno capace di tradire la mia malinconia.

-A Fernando non lo dico, che sai piangere anche tu, e neanche ad Ale-

-Grazie Vanessa-

Sussurrai, stringendola un po’ di più.







 

Fui svegliata da una carezza di Beta, tra le undici e la mezzanotte.

Fernando avrebbe dovuto portare un tutore per un paio di settimane e sarebbe stato insopportabile, ma ero troppo stanca per realizzarlo, anche se nella mia anomala routine mi ero abituata a ben altri orari.

Bascicai qualche parola riguardo a Dylan cercando di rimettere al suo posto il mio piccolo ricordo ed accettai il suo invito a rifugiarmi nella camera degli ospiti.

Chiusa la porta alle mie spalle decisi di aprire la finestra affinchè l’aria della notte portasse via da me un po’ di confusione. Mentre prendevo il primo respiro profondo mi ritrovai a tastare le tasche dei pantaloni in cerca di nicotina.

Da quante cazzo di ore non fumavo?

Sbuffai, conscia del fatto che Beta non mi avrebbe permesso di prendere una sigaretta a quell’ora e fumare in quella stanza, e mi abbandonai sul letto.

Chissà che aveva pensato quella donna, trovandoci così: come se fossimo entrambe figli sue, vedendo quella foto tra le mie mani.

Axl…









 

 
  
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