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Autore: sentodoredimorte    31/10/2017    0 recensioni
Cassandra si sveglia in un letto che non è il suo, affianco ad un uomo sconosciuto. Non ricorda nulla dei sei anni passati e tutto ciò che sa è che non è più una liceale.
Si ritrova catapultata in una vita che deve riscoprire e in un mondo tutto nuovo popolato da esseri sovrannaturali come streghe, maghi, guerrieri e guardiani.
Ben presto scoprirà di essere sposata con il re del Regno degli Incubi, del quale però non ha ricordi.
In molti cercheranno di aiutarla con la sua memoria, ma solo lei potrà scoprire il vero motivo delle sue condizioni.
Potrà fidarsi delle nuove persone che la circondano?
Scoprirà il motivo della sua perdita della memoria?
Riuscirà a ritrovare davvero se stessa o diventerà una nuova persona?
Se volete scoprirlo seguite Cassandra tra odio e amore, pace e guerra.
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Questa storia non è una fanfiction, si ispira a particolari di libri o film vari ma nel complesso è un'opera del tutto originale e inventata da me. Ho anche un profilo su wattpad con il nome Sentodoredimorte dove pubblico la stessa storia che però è più avanti con il numero di capitoli! Fatemi sapere cosa ne pensate o se avete consigli! un bacione
Genere: Azione, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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PARTE 5 

È passata una settimana intera durante la quale ho ottenuto molte cose: più privacy rispetto al primo giorno, una stanza tutta mia e anche più confidenza con l’ambiente e le persone. Ho ottenuto molto da questa settimana, ma non ciò che voglio davvero. La mia memoria.

Durante questa settimana ho sentito i miei genitori, tralasciando ovviamente le mie attuali condizioni, e anche alcuni miei vecchi amici. Nessuno di loro sapeva, e deve sapere, di questo mondo; anche se sono una regina non mi è concesso parlarne con che non vi abita. A nessun umano è concesso sapere di questo mondo a meno che non diventi il compagno di uno di loro, o come preferiscono farsi chiamare, un’immortale.

Nei giorni passati ho parlato molto con Sebastian, il quale mi ha raccontato delle sue origini e della sua famiglia. Sebastian è nato in Scozia più di 500 anni fa da una famiglia di contadini e solo a causa del forte trauma provocato dalla morte della madre ha scoperto di essere diverso. Di essere un guardiano della terra. Mi ha anche spiegato che, in media ogni 100 anni, può nascere un bambino guardiano da genitori umani.

Sebastian dopo aver scoperto ciò che era diventato, incontrò il padre di Venom, Jarlath, che lo portò con sé nel Regno degli Incubi, addestrandolo e trattandolo come un figlio, e con il passare degli anni, è entrato a far parte dell’esercito reale.

Sono appena passate le 10 di mattina ed io sono già sveglia da 4 ore. Non riuscivo a dormire per il caldo e per colpa di Malibù che ha continuato a muoversi tutta la notte; mi devo ancora abituare a tutto questo.

Mi avvio verso la sala da pranzo e, attraverso le portefinestre, esco sul terrazzo per poi scendere in giardino. È immenso, ricco di ogni specie di pianta e pieno di profumi. Il sentiero principale porta alle serre, ma ho imparato che svoltando a destra dopo le piante di ciliegio, e camminando sempre dritto, si arriva ad un grande salice, probabilmente centenario.

Oggi, prima del salice, nascosto in mezzo al prato, c’è qualcosa di diverso. Qualcosa che non mi sarei aspettata di vedere in un palazzo pieno di guerrieri e assassini. C’è un bambino di 7-8 anni.

Non mi ha ancora visto perché sono nascosta da una quercia e, nonostante sia lontano, noto che ha i capelli boccolosi e biondi, ed ha la carnagione chiara come il latte.

Non so cosa mi spinge a farlo ma mi avvicino lentamente, per paura di spaventarlo, come se fosse un animale selvatico. O forse, sono io ad esserlo.

Non faccio in tempo a fare qualche metro che lui si gira e, sorridendo, mi fissa – Ciao Cassy!- la sua voce è squillante e acuta come quella di ogni bambino. Sentirmi chiamare con quel nomignolo mi fa ricordare una piccola me di 10 anni che gioca con le amiche. Nessuno mi chiama così da anni.

- Ciao! E tu chi sei?- so che ormai tutto il Regno sa della mia amnesia e spero che il piccoletto non si offenda.

-Però non si fa così eh.. davvero non ti ricordi nulla?- il piccolo mi guarda prima imbronciato e poi quasi sospettoso.

- No mi dispiace - Il piccolino diventa un pochino triste poi, però, gli si illuminano gli occhi

- ma se provo da darti un bacio magari ti torna la memoria. Nelle favole che mi racconta il mio fratellone il principe riesce sempre ad aiutare la sua fidanzata!-

Il suo entusiasmo è travolgente e contagioso, e in questo momento vorrei quasi essere in una di quelle favole a lieto fine. - non penso che possa funzionare; comunque potresti dirmi come ti chiami e se ti va rimango qui a giocare un po’ con te.-

- il mio nome è Damiano- dice facendo un piccolo inchino scherzoso e in poco tempo ci mettiamo a giocare rotolandoci nel prato.

Passano velocemente un paio d’ore tra un gioco e l’altro quando il pancino di Damiano comincia a brontolare.

– credo che sia ora di andare a mangiare non trovi?- dico prendendolo per mano per tirarlo su dell’erba.

Ci dirigiamo insieme verso la sala da pranzo dove già la maggior parte dei guerrieri è seduta a tavola con i loro piatti stracolmi di cibo. La sala è grande e luminosa; difronte alle finestre, da cui noi stiamo entrando, ci sono i buffet e in mezzo, tra noi ed essi, ci sono un sacco di tavoli già quasi tutti pieni.

Dopo aver riempito il mio piatto con dei pomodori e un pezzo di tonno alla griglia mi siedo al tavolo con Venom, Raphael e Sebastian.

-com’è andata la mattinata?- chiedo a tutti in generale.

Raphael sorride e fa per rispondermi quando si sente il rumore di piatti rotti. Mi giro e vedo Damiano disteso a terra con davanti cocci di un ex-piatto e un sacco di patatine fritte sparse sul pavimento. Faccio per alzarmi e andare ad aiutarlo ma vengo preceduta da Michael che, prendendo il bambino per la maglia, lo alza.

Mi giro, continuando a mangiare, e subito mi sento osservata. Venom mi sta guardando sorridendo. -Carino, non ti facevo una figlia dei fiori- mentre parla avvicina la sua mano ai miei capelli togliendomi un fiore di ciliegio ormai appassito. Deve avermelo messo Damiano mentre giocavamo nel prato.

Gli rispondo con un sorriso cortese e continuo a mangiare.

- Raph! Raph! Michael non mi fa prendere la torta!- Damiano sta correndo verso il nostro tavolo, con un’espressione imbronciata in volto, seguito da Michael che regge due piatti, di cui un stracolmo di carne e l’altro di patatine fritte.

Raphael prende in braccio Damiano -piccola peste! La torta la si mangia a fine pranzo. Grazie Dev per averlo aiutato, ti va di fare la babysitter per un po’?- dice rivolgendosi prima a Damiano e poi a Michael, guardandolo scherzosamente.

-Dev?- chiedo. Quando una settimana fa si è presentato mi aveva detto di chiamarsi Michael, quindi immagino sia un soprannome ma non capisco da dove derivi.

Ci pensa Sebastian a rispondermi – Michael fa Lebedev di cognome e quando qualche decina di anni fa Raphael l’ha scoperto lo chiama così; anche se di solito lo fa per farlo incazzare o per prenderlo in giro- so che non è educato ma non riesco a smettere di fissare la cicatrice sul volto di Sebastian, mentre lui mi parla. Mi chiedo come se la sia procurata.

Dopo qualche minuto passato a litigare con Raphael, Damiano mi guarda e sorride, con la bocca stracolma di una poltiglia di patatine masticate. - oggi io e Cassy abbiamo giocato nel prato e l’ho portata a vedere la serra!- dice girandosi verso Raphael, che gli sorride di rimando. Adesso che li guardo, mentre sono vicini, noto la loro straordinaria somiglianza. Entrambi hanno i capelli biondi, gli occhi verdi e la carnagione chiara. Sembrano due angeli.

- Nel caso se lo stia chiedendo, queste due pesti sono fratelli, mia regina- un brivido mi percorre la schiena; non ne posso fare a meno, nel sentirmi chiamare in quel modo. Michael, le poche volte che mi ha rivolto la parola, mi ha sempre trattata con riguardo; mentre gli altri mi chiamano per nome e scherzano con me, lui rimane sempre freddo e distaccato. Non esce mai dal suo ruolo, o dal suo guscio.

Con la coda dell’occhio vedo Venom che fulmina Michael con lo sguardo, e quest'ultimo che sbuffa e si infila in bocca una forchettata di carne.

- Davvero? Ma non sei un po vecchio per avere un fratellino così giovane Raphael?- mentre pronuncio la domanda non posso fare a meno di ridere.

- ehi, guarda che ho solo 196 anni. Non sono così vecchio!- mi guarda quasi offeso – comunque mia madre ha deciso di farsi una nuova famiglia con il suo nuovo maritino; ora però me lo devo sorbire io questo qui.- lo dice scherzando ma nel suo sguardo per un secondo c’è stata una scintilla malinconica. Il mio istinto mi dice che è successo qualcosa, qualcosa di brutto, e preferisco lasciar perdere per ora.

Ho finito di pranzare da quasi un’ora e sto seguendo Venom per tutto il palazzo. Mentre eravamo ancora seduti mi ha chiesto di aspettarlo e di non prendere impegni perché dopo la riunione voleva portarmi a vedere un posto, ed io non avendo nulla da fare ho accettato.

Usciti dall’ingresso principale ci dirigiamo verso il centro. La città è grande ma tranquilla, ci sono poche macchine per la strada e le persone sembrano tutte molto allegre e cordiali.

Dopo pochi minuti di camminata, e dopo aver attraversato l’intera città, ci ritroviamo in una radura circondata da pini di tutte le dimensioni. Il cielo è limpido ed essendo la fine di maggio inizia a fare caldo.

-è questo il posto?- chiedo. Il suo entusiasmo mi ha fatto avere grandi aspettative che ora, però, si stanno sgretolando poco per volta.

Lui ride – non ci siamo nemmeno vicini – mentre ride sento Malibù muoversi e uscire da sotto la maglia. Venom mette le mani in tasca e mi guarda con un sorriso enigmatico, quasi sexy. – sei pronta a fare un giro su un drago? -.

 

ECCO UN NUOVO CAPITOLO! COSA NE PENSATE? VI STA PIACENDO? FATEMI SAPERE! 
UN BACIONE DA SENTODOREDIMORTE

   
 
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