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Autore: paige95    01/11/2017    2 recensioni
Un amore grande può essere veramente finito?
/Almeno vent’anni di matrimonio alle spalle e due figli adolescenti. Ron e Hermione però - nonostante i presupposti potrebbero far pensare il contrario - non avevano esitato a firmare il loro divorzio, la fine della loro vita insieme e il fallimento del loro amore. /
Dedicata con grande affetto a HarryPotter394
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Hugo Weasley, Ron Weasley, Rose Weasley, Un po' tutti | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Un punto di non ritorno
 
 
Il Ministero non gli era mai sembrato così ostile. Con quel gesto avrebbe tradito le persone a cui teneva più della sua stessa vita.
 
Perché dopotutto ripensare alla correttezza di quell’azione, se tanto non compierla avrebbe portato alla rottura di un Voto Infrangibile e quindi alla conseguente morte? E lui non poteva permettersi di morire, almeno non prima di aver salvato Hermione, di aver dato una possibilità di sopravvivenza, se pur flebile, alla madre dei suoi figli. Sua moglie non riusciva a comprendere quanto Rose e Hugo avessero bisogno di lei e che né lui né qualcun altro al mondo avrebbe potuto sostituirla.
 
Era davvero troppo semplice per un Auror violare ogni sorta di dispositivo e incantesimo di sicurezza per raggiungere il cuore della più Alta Istituzione del Mondo Magico. Stava spudoratamente approfittando della sua posizione e quel giuramento di fedeltà, che aveva pronunciato anni prima quando aveva iniziato a ricoprire quell’importante ruolo, lo accantonò in un angolo della sua memoria per evitare che i rimorsi di coscienza bussassero alle porte della ragione prima del tempo.
 
Rischiava di passare per un Auror corrotto, rischiava che quel gesto venisse interpretato come un mutamento di alleanza, ma nessuno poteva immaginare che dietro quell’apparente appoggio ad un ex Mangiamorte, che non aveva mai smesso di essere tale agli occhi di maghi e streghe, vi erano due affini sofferenze ed una coalizione dettata da un profondo dolore. Non vi era alcuna ombra di malvagità in quel Patto, solo tanto amore e pena.
 
Ma cosa ne poteva sapere la gente dei sentimenti profondi che attraversano il cuore in quelle circostanze? Si erano fermati all’apparenza, avevano condannato Malfoy in quell’inferno che aveva vissuto, etichettandolo come una semplice punizione per tutto il male che aveva inferto, e avrebbero sicuramente condannato il gesto dell'Auror come irresponsabile e deludente agli occhi di tutti. Ma loro non potevano comprendere e conoscere la forza invisibile che lo stava spingendo a tentare il tutto per tutto, a rischiare ogni cosa pur non perdere l’amore di sua moglie e di non avere il biasimo dei suoi figli per non aver azzardato di più.
 
***
 
Un brivido lo percorse quando si accorse di aver violato ogni ostacolo tra lui e il suo reato.
 
Si guardò intorno con circospezione. Tanto sapeva che lo avrebbero scoperto, era solo questione di tempo, e nemmeno voleva dare la responsabilità a qualche anima innocente ​per quel suo passo falso.
 
Passò in rassegna quegli infiniti scaffali con attenzione alla ricerca di quel prezioso oggetto.
 
Ma in quella frettolosa ricerca si imbatté in qualcos’altro.
 
Un grande specchio attirò la sua attenzione. Quell’antica cornice rifinita in oro avrebbe potuto far pensare ad un comune oggetto che aveva il banale scopo di riflettere la propria immagine. Invece un’incisione sul bordo superiore annunciava di trovarsi al cospetto di qualcosa di non comune.
 
Specchio delle Brame
 
Ma allora perché lui vedeva solo l’immagine di se stesso? Non desiderava davvero nulla?
 
Dal momento in cui il conteggio dei giorni del suo matrimonio era ripreso, non sentiva la mancanza di niente, aveva tutto ciò che potesse desiderare.
 
Se non fosse per quella dannata cura.
 
Ricordava che anni prima Harry gli aveva detto come quello Specchio avesse avuto il potere di farlo entrare in possesso della Pietra Filosofale quando ne aveva più bisogno. Si era semplicemente trovato in tasca quell’oggetto, desiderandolo ardentemente.
 
Quel furto di nobile aveva ben poco, ma, pur non convinto della effettiva realizzazione di quel miracolo, tastò la stoffa dei pantaloni all’altezza della sua tasca senza distogliere l’attenzione dal proprio solitario riflesso. Sussultò e abbassò sbalordito lo sguardo quando si accorse al tatto di percepire qualcosa di poco familiare.
 
Estrasse lentamente quel piccolo oggetto e, ancora sorpreso, lo fece roteare tra le dita per esaminarlo.
 
Una voce lontana lo richiamò.
 
<< Ron >>
 
La riconobbe, ma non poteva davvero essere lui. Era morto da anni. Si rifiutava di credere che non fosse solo un’allucinazione dettata dall’immenso dolore che lo stava consumando da qualche giorno a quella parte.
 
Alzò lentamente lo sguardo nella direzione della fonte di quel suono.
 
<< Perché quella faccia, fratello? Mi hai chiamato tu >>
 
Era profondamente turbato per quello che gli si parò davanti agli occhi.
 
<< F-Fred? >>
 
Lo spirito gli sorrise, ma Ron non accennava a distendere la tensione che si era accumulata in ogni centimetro del suo corpo.
 
<< Fred >>
 
Sussurrò con lacrime incontrollabili a rendere la sua vista velata e questa sua reazione involontaria non lo aiutò di certo ad assimilare la reale immagine del fratello di fronte a lui.
 
Il fantasma tornò serio. Una serietà inusuale si impossessò di lui e fissò con compassione il fratello.
 
<< Mi dispiace per Hermione, Ron >>
 
<< Tu lo sai?? >>
 
Gli fece un cenno di assenso, lasciando l’Auror sempre più sorpreso ed incredulo per quella visione.
 
<< Fred, non voglio perderla >>
 
<< Non accadrà. Ma devo metterti in guardia, ciò che stai per fare avrà delle ripercussioni >>
 
Lo sapeva già, non aveva bisogno dell’anima di suo fratello a rammentargli quel dettaglio.
 
<< Lo so >>
 
Fred era consapevole che non lo avrebbe mai dissuaso.
 
<< Ron, sono contento che Hermione sia diventata mia cognata. Sai, avete creato delle creature meravigliose, Rose e Hugo sono dei bravi ragazzi. Sono orgoglioso dei miei nipoti >>
 
L’ombra del fratello iniziava a dissolversi. Ron strinse più forte la Pietra per ritardare quel nuovo addio.
 
<< Fred, ci manchi >>
 
<< Sono sempre con voi, ma ora devi lasciarmi andare. Ti auguro buona fortuna, fratello. Veglierò su di voi per quanto mi sarà possibile. Sono certo che la salverai, non la voglio vedere lassù con me, Ron, il suo posto è al tuo fianco >>
 
Scomparve all’improvviso, lasciando una nuova scia di lacrime amare. Un remoto dolore tornò a bussare al cuore di Ron. Ma quella ferita, che tornò a pulsare viva nel suo petto, gli diede la forza e la grinta per smaterializzarsi e tenere fede a quel Voto. Lui non avrebbe mai più vissuto una perdita così lancinante.
 
***
 
Ritornare al lavoro era stato devastante. La sua salute era sempre più precaria, le sue forze cedevano il passo alla debolezza ogni giorno maggiormente, ma non poteva mollare, la resa non poteva essere contemplata come un’opzione.
 
Era una giornata particolarmente difficile da vivere nelle sue condizioni. Vi era un gran via vai di gente dall’ufficio del Ministro. Qualcuno aveva rubato la Pietra della Resurrezione gettando l’intero Ministero nel caos più totale.
 
Hermione aveva prontamente dato inizio alla ricerca del responsabile, aveva seriamente il timore che quel furto nascondesse qualcosa di oscuro.
 
Nuovamente la porta si spalancò, provocandole un ennesimo sussulto di irritazione.
 
<< Ron! Mi spieghi dove diavolo eri finito? Ti ho cercato ovunque >>
 
Il marito entrò, tenendo lo sguardo basso, e si sedette di fronte a lei, sussurrando, sotto lo sguardo perplesso di Hermione.
 
<< Saresti dovuta rimanere a casa. Sei debole e hai bisogno di riposo >>
 
Quella palese dimostrazione di affetto non bastò per distendere la tensione che aleggiava in quell’ambiente.
 
<< Ronald, oggi al Ministero sembra sia scoppiata una bomba e tutto perché un cretino ha avuto la brillante idea di rubare la Pietra della Resurrezione. Ma giuro che, appena lo becco, lo sbatto ad Azkaban per il resto dei suoi giorni, così gli scappa la voglia di fare il furbo. Non ho la più pallida idea di come abbia fatto ad eludere la sicurezza >>
 
L’uomo la ascoltava dispiaciuto per il male che sicuramente le avrebbe inferto. Estrasse lentamente dalla tasca della sua uniforme la pozione che Malfoy aveva preparato per lui e l’appoggiò delicatamente sulla scrivania davanti agli occhi della moglie. Alzò lo sguardo su di lei, notando un lieve accenno di terrore. Subito dopo prese un respiro e porse alla donna anche la sua bacchetta.
 
La moglie lo guardò profondamente perplessa per quel secondo gesto.
 
<< Ron, ma che >>
 
<< Sono stato io, Hermione. Ho offerto la Pietra a Draco in cambio della pozione >>
 
Il Ministro, dopo interminabili secondi di titubanza e di shock, si alzò spaventata, faticando a reggersi in piedi, e si diresse rapidamente verso la porta, appurando che non ci fosse qualcuno nei paraggi, e la richiuse cautamente.
 
<< Cos’hai fatto?? >> lo guardò incredula << Ron, ho dato l’ordine di arrestare il responsabile a qualunque costo >> non poteva credere di aver condannato suo marito, le mancava il fiato al solo pensiero di aver commesso un simile errore << Lo avrei dovuto capire, in quale altro modo avresti consentito a Malfoy di rivedere Astoria >>
 
Il marito le si avvicinò, provando a mostrare serenità per tranquillizzarla.
 
<< Tesoro, va tutto bene. È colpa mia, non ti ho detto nulla e tu hai fatto solo il tuo dovere >>
 
<< Ma, Ron, ti ho condannato ad Azkaban >>
 
Non riusciva a realizzare ancora quello che aveva fatto e ormai le lacrime, desiderose di scorrere, non avrebbero potuto riavvolgere il nastro del tempo.
 
Fece per abbracciarla, non sapendo più come alleviare le sue colpe, ma lei respinse quel gesto con delicatezza, facendo un passo indietro, non riuscendo però a distogliere da lui uno sguardo profondamente dispiaciuto.
 
<< Hermione, promettimi solo che prenderai quella pozione. Non rendere vani i miei sacrifici >>
 
<< Non posso permettermi di dimenticarmi di te, devo trovare un modo per tirarti fuori da quella prigione >>
 
Accennò solo a sfiorarle amorevolmente una mano, stando attento a non violare quel profondo dolore che si era impossessato di sua moglie.
 
Le sorrise malinconicamente, persistendo nel vano tentativo di calmarla. Ma dei passi lo distrassero e lo obbligarono a voltarsi verso la porta chiusa per captare con più attenzione quei rumori.
 
<< Ron, che c’è? >>
 
Quell’atteggiamento sospettoso fece solo per aumentare l’ansia nella donna.
 
Il marito non fece in tempo a colmare i suoi dubbi, che due familiari colpi alla porta li fecero sussultare.
 
<< Ron, questo è >>
 
<< Harry >>
 
L’Auror fece per aprire con risolutezza la porta al cognato, ma Hermione lo bloccò distendendo un braccio davanti a lui.
 
Ron le si avvicinò e, non trovando altro modo per rincuorarla, tentò di catturare le sue tristi labbra.
 
<< No, Ron, non voglio sia il nostro ultimo bacio >>
 
All’ennesimo suo rifiuto, il marito abbassò senza ulteriori indugi la maniglia, dando libero ingresso al cognato.
 
Harry entrò formalmente, palesemente sconvolto dalla notizia a cui era appena venuto a conoscenza. Fece vagare lo sguardo dall’uno all’altra con delusione, fino a che non lo posò fisso su Hermione.
 
<< Ministro, abbiamo trovato il responsabile del furto >> ma sapeva che non era necessario rivelare il suo nome, lei doveva esserne già a conoscenza << Posso procedere con l’arresto? >>
 
Il tono di Harry era impassibile, ma negli occhi del Capo delle Guardie vi era tanta rabbia per essere stato tenuto all’oscuro di un fatto così rilevante.
 
Il cuore di Hermione perse un centinaio di battiti a quella domanda. No che non poteva strapparle l’uomo che amava solo per aver tentato di salvarla. Ma non poteva nemmeno ritirare quell’ordine solo perché il colpevole era suo marito, non aveva il potere di salvarlo, lei che aveva infiniti poteri non aveva la facoltà di proteggerlo dal terribile destino a cui l’aveva condannato.
 
<< Ronald Weasley, io >>
 
Il diretto interessato le strinse con calore la mano per infonderle coraggio in quel triste passo, accompagnando quel gesto con un sorriso.
 
Lei non riusciva a guardarlo negli occhi e, distogliendo lo sguardo, pronunciò le fatidiche parole.
 
<< La dichiaro in arresto per aver abusato del proprio potere e >> una lacrima scorse lungo le sue pallide guance, ma lei prontamente l’asciugò, prendendo un respiro e, in un unico fiato, proferì le ultime parole << per avere rubato un oggetto di potenziale pericolo >>
 
Harry eseguì l’ordine senza fiatare, prendendo l’amico per un braccio, ma Hermione trattenne il marito, stringendo la mano, che ancora giaceva nella sua.
 
<< Ron, baciami >>
 
Non si fece ripetere quel sussurrato e commosso ordine, sfiorando appena le labbra di lei. Riaprirono lentamente gli occhi, ritrovando i loro sguardi un centimetro dall’altro: quello di Hermione gridava un doloroso mi dispiace, mentre quello di Ron indicava la boccetta sulla scrivania con un ennesimo fiducioso sorriso.
 
Harry ruppe quel complice contatto tra i due coniugi, con un tono secco e irritato.
 
<< Scusate se vi disturbo, ma dovremmo andare >>
 
Tirò il delinquente verso la porta e lentamente le mani dei due scivolarono via l’una dall’altra con grande sofferenza.
 
<< Harry, ti prego, trattamelo bene >>
 
I due uscirono, lasciando il Ministro in un bagno di lacrime e in preda ai sensi di colpa.
 
Ma tutto quel dolore, sfogato così prontamente, fu presto contenuto, aiutandola a gettarsi alla disperata ricerca di un rimedio, per fare appello a qualche legge o semplicemente comma che potesse scagionarlo.
 
***

 
Harry non poteva ancora credere di aver arrestato il suo migliore amico.

Lo guidava lungo gli immensi corridoi del Ministero, sotto gli occhi increduli dei presenti. Lo invitava a proseguire, tenendolo per un braccio, ma con una tale delicatezza che mai più avrebbe riservato ad un tenuto della Prigione di Massima Sicurezza.
 
<< Harry >>
 
All’udire il suo nome, l’uomo si fermò di colpo e fulminò l’amico, zittendolo.
 
<< Ron, tu ed Hermione dovrete spiegarmi un bel po’ di cose >> si accorse di aver alzato la voce, così regolò il tono << Tanto per iniziare, mi dici che diavolo state combinando? >>
 
Harry era profondamente arrabbiato, ma il cognato non aveva il tempo di spiegare, solo per strappare qualche promessa.
 
<< Harry, promettimi solo che le starai accanto. Io non posso più farlo, ma tu sì. Falle prendere la pozione >>
 
L’amico era sempre più perplesso.
 
<< Ma di che pozione stai parlando? >>
 
 
Spazio dell’autrice
 
Ciao a tutti!
 
Chiedo ancora perdono per il ritardo…:( ed anche per la tristezza di questo capitolo, ma lo scioglimento di tutti i guai ci sarà ;)
 
Grazie di cuore per continuare a seguirmi <3
 
Alla prossima :)
Baci
-Vale
   
 
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