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Autore: Arsax    01/11/2017    1 recensioni
Sequel di "The Bloody and Dark Princess"
Non potevo credere di averlo fatto. Non ci riuscivo. Non volevo. Sapevo di essere un mostro e le mie mani erano sporche del sangue di diverse persone già a venticinque anni, ma mai avrei pensato che la mia prossima vittima sarebbe stata lei.
Mi guardava con quegli occhi azzurri, sbarrati dalla sorpresa tanto quanto i miei. Volevo poter tornare indietro nel tempo e non compiere quel gesto, per impedire che si arrivasse a quel punto.
Avevo già perso la donna più importante della mia vita a soli sei anni e non volevo perdere anche lei.
Genere: Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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Capitolo 8


Mi alzai di buon'ora, mi feci la barba e andai a far visita ai genitori di Serena. Volevo essere sicuro che non fosse tornata durante la notte, anche se avevo ben poche speranze, e Paola mi invitò a fare colazione con loro.
Paola preparò la mia colazione con cura e premura, chiedendomi miliardi di volte cosa mi piacesse e cosa no e rimasi nuovamente sorpreso da quelle attenzioni così materne.
Mangiammo in silenzio. Paola e Andrea non avevano molto da dire perché erano ancora preoccupati per la figlia. Vederli in quello stato mi provocò una fitta d'invidia nei confronti di Serena e un'altra valanga di irritazione.
Mio padre non mi aveva ancora chiesto se fossi arrivato a Torino e se tutto fosse andato bene. Non si era preoccupato minimamente per me e mai l'avrebbe fatto. L'unica cosa che avrebbe potuto portare un po' di turbamento, era il pensiero che fallissi nella missione che mi aveva assegnato.
Terminata la colazione, ringraziai Paola e Andrea e fui costretto a prendere un taxi per recarmi in facoltà. Chissà chi diamine avevano ospitato quei sedili rivoltanti e il tassista non la smetteva di guardarmi di sottecchi più volte dopo aver sentito che il mio accento era rumeno. Guardava i miei abiti, il mio modo di fare e la mia pelle candida. Non mi sarei sorpreso se mi avesse scambiato per rom invece che per rumeno. I rom sono originari dell'India e dell'Egitto, i rumeni della Romania!
Arrivati all'università, lanciai qualche banconota sul sedile anteriore, lasciandogli una lauta mancia, e mi avviai verso l'aula. Aprii la porta e mi guardai intorno alla ricerca di Serena, ma non c'era nemmeno l'ombra di lei. Pazienza, l'avrei aspettata.
Mi sedetti verso metà aula e la lezione iniziò. Continuai a guardarmi intorno alla ricerca di Serena e quando sentii la porta aprirsi a metà della lezione, capii immediatamente che era lei. Ormai conoscevo bene l'incedere dei suoi passi e il suo profumo invitante aveva solleticato il mio olfatto sviluppato, facendomi uscire i canini fuori dalle gengive. Fui obbligato a coprirmi la bocca con una mano, perché non volevo spaventare i miei compagni di corso umani e mi sforzai di farli rientrare nelle gengive, prima di alzarmi e raggiungerla.
Serena era intenta a scrivere qualcosa su un quaderno, ma non sembravano affatto appunti. Non si accorse nemmeno che mi ero seduto accanto a lei.
-Hai fatto preoccupare i tuoi genitori.- dissi duramente.
La vidi trasalire leggermente dalla sorpresa. Mi guardò di sottecchi, ma non rispose, continuando a scrivere su quel quaderno come se fosse in ballo la sua vita.
Sbirciai per vedere cosa le premeva scrivere con così tanta urgenza e vidi che sopra a ogni paragrafo, era segnata una data.

Il vento gelido mi sferza la faccia e nonostante abbia un caldo mantello, il freddo penetra in ogni fessura, in ogni intreccio dei fili che compongono quel mantello pesante. La tempesta di neve non cede e io arranco con la neve alta fino alle ginocchia.
Vedo la figura di un ragazzo, un giovane uomo che mi dà le spalle, alto circa due metri. Mi avvicino di più e lui, sentendomi arrivare, si gira verso di me. E' un bellissimo giovane uomo di vent'anni circa, anno più anno meno. Ha capelli...”

Non riuscii a leggere altro perché Serena chiuse di scatto il quaderno e riprese a ignorarmi.
-Non dovevi scappare, non è degno di una principessa.- aggiunsi.
-La pianti? Una principessa non deve fare questo, non deve fare quello. Mi stai abbastanza rompendo le scatole.- rispose stizzita.
-Allora da figlia hai fatto male ad andartene così. Sono stati in pensiero fino a quando Erica non ha risposto al tuo cellulare.
Raccolse velocemente le sue cose e mi fece cenno di seguirla. Mi condusse verso una panchina piuttosto isolata del campus e mi ci sedetti sopra. Ero curioso di sapere che cosa aveva di così urgente da dirmi. Voleva litigare e spiegarmi le ragioni per essersi comportata così da immatura? Bene, ero tutto orecchi.
-Va bene, ho sbagliato. Ho sbagliato a comportarmi così, ma avevo bisogno di riflettere e di stare tranquilla.- affermò, iniziando a passeggiare avanti e indietro nervosa. -Cinque mesi fa ero una ragazza normale, con una relazione con un ragazzo normale e poi boom! Tutto è cambiato in un paio di giorni. Sto imparando ad essere una sovrana degna dei miei sudditi, sto imparando l'etichetta, la politica e tutte quelle cose lì. Sto cercando di abituarmi all'idea di questo peso sulle spalle che mi hanno messo da un giorno all'altro, e che ho accettato di sostenere, e sto cercando di fare le scelte giuste per governare il mio regno.
Dovetti trattenermi dal riderle in faccia. Non si era affatto comportata da principessa, ma qualcosa nel suo sguardo mi bloccò. Sembrava spaventata, ma non da me. Sembrava spaventata da tutta quella faccenda e tutte le mie buone intenzioni sul farle una ramanzina epica, svanirono all'improvviso.
-Tu sei stato cresciuto per regnare, guidare un esercito e a fare i tuoi doveri, per quanto possano essere discordanti con le tue idee.- continuò. -Io sono cresciuta con l'idea di non dover dipendere da nessuno, in tutti i sensi, e di vivere una vita tranquilla in un mondo molto meno pericoloso e sanguinario rispetto a quello dei vampiri. Per quanto ti possa sembrare strano, io ci sto provando. Ci sto provando con tutte le mie forze.
Si sedette sulla panchina accanto a me e si prese la testa fra le mani, nel tentativo di tranquillizzarsi.
-La cosa che mi ha fatto infuriare- proseguì. -è stato sapere che i miei genitori e mio zio mi abbiano esclusa perché pensavano che non fossi pronta ad accettare questo peso. Hanno ragione, non sto dicendo che non ce l'abbiano, però mi hanno volutamente esclusa.
Era terribilmente spaventata, anche se non l'avrebbe mai ammesso nemmeno sotto tortura. Tutta quella faccenda la terrorizzava e sicuramente la fama che la mia famiglia si era guadagnata non l'aiutava di certo. Tutte le voci che aveva sentito sul nostro conto, non l'aiutavano a fidarsi di me. Ciò che la terrorizzava di più però, era non riuscire a comportarsi come un sovrano. In quel caso avevamo entrambi la medesima paura.
Anche io volevo essere un sovrano giusto e sapevo meglio di lei quanto fosse difficile.
-Essere un principe non è facile, te lo dico per esperienza personale- iniziai a spiegare con calma. -ma essere sovrani lo è ancora di più. Rispettare il patto è una scelta da sovrani. La domanda che però mi sorge spontanea è solo una.- mi avvicinai a lei e la guardai intensamente nei suoi meravigliosi occhi; volevo che avesse fiducia in me. -Sarebbe così terribile se diventassi mia moglie?
In quella frase avevo messo tutto il rispetto e l'affetto che provavo nei suoi confronti. Volevo che capisse che avrei fatto di tutto per proteggerla, anche se continuavo a ritenere l'amore un'emozione per deboli.
Serena sospirò e distolse lo sguardo, per posarlo in un punto di fronte a sé.
-Io sono cresciuta con un'idea romantica del matrimonio. È da quando ci siamo conosciute che io ed Erica progettiamo il giorno del nostro matrimonio con un uomo che ci ami alla follia.- spiegò.
-L'amore è per i deboli.- risposi in modo automatico, quasi risentendo la voce di mio padre che me lo ripeteva.
-Perché?- chiese sorpresa.
-Perché rende le persone irrazionali e soggette a scelte sbagliate. Le rende anche molto manipolabili, il che non è un bene per un sovrano.- spiegai e mi ritrovai a pensare a me stesso.
In quel momento stavo annientando le mie convinzioni più ferree per lei. Come aveva detto Dimitri, stavo cambiando, ma non ero sicuro se in meglio e la cosa non mi piaceva affatto.
-L'amore è affidarsi completamente ad una persona, riporre in lei la fiducia più totale, solo che alcune volte lo si fa con la persona sbagliata. È un rischio, ma ne vale la pena. Non è forse questo il significato del morso fra i vampiri? Riporre la propria vita nelle mani del partner perché ci si fida?- rispose con decisione.
-E Mirko? Non ti ha insegnato niente?- chiesi provando una fitta di gelosia per tutto il tempo e le esperienze che quell'essere aveva condiviso con lei.
-Il mondo è pieno di tanti Mirko, bisogna cercare di imparare dai propri sbagli. Io penso che una persona che ha paura di affidarsi ad un'altra sia debole. Fidarsi di nessuno è facile, affidarsi ad una persona che ritieni importante è difficile, ci vuole molto coraggio e poi non è vero che l'amore rende le persone manipolabili, semmai molto imprevedibili. Se un giorno la persona che amo si trovasse in pericolo, farei di tutto per salvarla, anche l'impossibile.
Quel discorso mi fece rivalutare completamente la mia visione su quel sentimento complicato e meraviglioso. Un conto era sentire le opinioni di Dimitri e di mio padre, un altro era sentire l'opinione di Serena, che in quel campo ne sapeva più di me e che, nonostante ne fosse uscita scottata, era nuovamente pronta a lasciarsi avvolgere da quell'emozione.
L'amore era per i forti, per i coraggiosi e mi sentii più leggero e quieto.
-Ci sposeremo.- annunciò Serena e ciò mi spiazzò.
-Cosa?- chiesi sorpreso.
-Ci sposeremo, ma prima che tu dia la notizia a tutti, lo faremo solo ad una condizione.
-Che sarebbe?- domandai pensando al peggio.
-Ci sposeremo solo quando mi spunteranno i canini, altrimenti non avrebbe alcun senso.
-D'accordo.- risposi.
Aveva annunciato il nostro matrimonio con rassegnazione e una lieve fitta di dolore mi percorse da capo a piedi. Sembrava che stesse andando al patibolo invece che a un evento gioioso come un matrimonio.
Feci una promessa a me stesso: avrei provato a farla innamorare di me e a conquistarmi la sua fiducia finché i suoi canini non si fossero sviluppati. Avrei fatto di tutto per convincerla che non le avrei fatto alcun male e che ero seriamente innamorato di lei.
Restammo seduti su quella panchina tutta la mattinata e mi concessi di osservare attentamente Serena, che era troppo occupata a mettere in ordine i propri pensieri per accorgersi di me. Sarei rimasto a contemplarla per ore e così feci, fino a quando all'una non si alzò dalla panchina e si diresse alla macchina con automatismo.
Arrivammo a casa e sul pianerottolo borbottò un “ciao” piatto e senza emozione e richiuse la porta dell'appartamento prima che potessi dirle qualsiasi cosa. Guardai la porta del suo appartamento e sospirai stancamente, pensando all'ardua impresa che mi si presentava davanti. Non sarebbe stato facile guadagnarmi la sua fiducia.

“Stefan,
se mi chiedi di aprirmi con te, non credi che dovresti fare altrettanto con me? Purtroppo prima di leggere la tua risposta, ho avuto modo di indagare e sono venuto a conoscenza di molti tuoi lati che non credevo esistessero, ma prima di portarli in discussione, aspetterò che sia tu ad elencarmeli.
La donna che amavo era meravigliosa. La creatura più bella che abbia mai calcato quest'arida terra. Delia era il suo nome e morì per una delle numerose orde inferocite di umani. Non sei l'unico ad aver perso una donna importante per la faida tra Vidrean e Lovinescu e comprendo perfettamente il tuo dolore.
Avevamo intenzione di sposarci, vent'anni fa, ma si trovò nel posto sbagliato al momento sbagliato e di lei non restò altro che cenere. Non sono furioso con gli umani, ma non sarà facile per me perdonare i Vidrean e i Lovinescu per queste continue lotte, eccetto te e la principessa ovviamente.
La mia infanzia invece è stata normalissima. Madre amorevole, padre severo che ha cercato di far divampare in me l'amore per l'arte della guerra e del comando. Mio padre non era severo come il tuo, anzi cercava di spronarmi a fare sempre di più ed è solo grazie a lui se io sono qui, a scriverti questa
missiva x'D
Per dirigerci verso il discorso “principessa” invece, ti dico solo che non tutti i parenti sono come tuo padre. I genitori adottivi di Serena le hanno lasciato il tempo di pensare, perché si fidano del suo giudizio e sanno che prenderà la scelta più giusta e, soprattutto, le hanno lasciato la
libertà di scegliere, cosa che non si dovrebbe mai negare a nessuno, nemmeno a un principe.
Goditi la tua libertà, Stefan, e sappi che sono a tua disposizione non perché sono un tuo sottoposto, ma perché ti considero mio amico.
Il tuo amico,
Dimitri.
PS: quella “punteggiatura messa a caso”, come la definisci tu, si chiama “emoticon” e serve per indicare uno stato emotivo. Gira la testa di lato e vedrai che sembreranno faccine. E io che pensavo di essere vecchio!”


Mi ritrovai a sorridere per quelle innocue battute, ma rimasi ghiacciato allo scoprire che Dimitri era venuto a conoscenza di molte cose sul mio conto. Provai a consolarmi pensando che in una sola giornata non poteva aver scoperto più di tanto. Voleva che mi aprissi con lui come fanno gli amici, ma sarebbe stata un'ardua impresa. Non mi aprivo mai con nessuno, ma forse era giunta l'ora di farlo.
Mi affrettai a rispondere a Dimitri, in particolare per chiedergli informazioni riguardo a mio padre.

“Caro Dimitri,
sarà molto difficile per me aprirmi con te. Non sono una persona alla quale piace mostrare le proprie emozioni agli altri, ma credo che dopo tutto questo tempo, io possa fare un'eccezione. Dimmi tutto ciò che hai scoperto e vedrò se posso risponderti in modo sincero o meno, ma starà a te cercare di capire se sto mentendo.
Ora comprendo meglio l'amore. Ho avuto un'altra opinione da un'altra persona, per la precisione della principessa Serena. Ormai sanno tutti che ha avuto una relazione con un certo Mirko Almazi e ho visto che è pronta a farsi avvolgere completamente dall'amore, nonostante ne sia uscita ferita. Mi ha fatto capire che ci vuole coraggio per amare qualcuno e, ripetendo quasi le parole che mi dicesti tu, che l'amore dona una forza infinita.
Riguardo al patto, farò di tutto per portarlo a compimento. Non voglio che altre tragedie come quelle che hanno colpito la tua Delia e mia madre si ripetano. Non posso permettere che altre persone soffrano a causa della faida che c'è tra le nostre famiglie. Questa missione che mi sono prefissato, verrà compiuta in tempo da definirsi, perché Serena mi ha detto che ci sposeremo quando le si svilupperanno i canini, dei quali è ancora sprovvista.
Ora capisco meglio il pensiero dei genitori e dello zio di Serena. Come sempre, il tuo bagaglio di esperienza è superiore al mio e vorrei chiederti un paio di favori: il primo è se puoi dispensarmi qualche consiglio per sedurre Serena, il secondo è che mi dia notizie di mio padre. Ancora non si è chiesto di me? Gli importa così poco di ciò che mi succede?
Ti ringrazio per la disponibilità, nonostante tu sia in vacanza. Aspetto con ansia la tua risposta.
Tuo Stefan.
PS: “emoticon”? Ma stiamo scherzando?”



Passarono un paio di settimane e Serena cambiò completamente registro. Si impegnò più che mai nelle lezioni con suo zio e con i suoi genitori, infatti tornava a casa sempre molto tardi.
Seguii il consiglio che mi aveva dato Dimitri in risposta alla mia e-mail, ovvero che dovevo iniziare per gradi. Il primo passo era diventare suo amico, il secondo sedurla. Non ero mai stato bravo a farmi degli amici, anche perché non ne avevo, ma Serena sembrava apprezzare positivamente i miei sforzi per provarci.
Una sera mi presentò a tutti i suoi amici e, strano ma vero, mi accolsero a braccia aperte come se fossi un amico di vecchia data, ignorando completamente le mie nobili origini, anche se nei loro occhi lessi un po' di timore per tutta la serata. Quando vidi che uno dei suoi amici, Lorenzo Galvani, un altro vampiro proveniente da una famiglia molto vicina a quella dei Von Ziegler, che stava con una mezzosangue, per poco non rigettai tutta la gustosa cena che mi avevano preparato Paola e Andrea.
Li osservai schifato per tutta la sera mentre si scambiavano teneri baci e dolci carezze, ma dovetti abituarmi a quella vista molto presto, dato che Serena mi obbligò a uscire con lei e i suoi amici molto spesso.
L'unica che mi andava veramente a genio di quel gruppo di amici, era Erica Berti. Non aveva paura di prendermi in giro, di stuzzicarmi e di provare in ogni modo a far interessare Serena a me.
Una sera eravamo in un pub arredato in stile irlandese e avevo finalmente convinto Serena a farsi offrire almeno una birra. Ero andato alla cassa per pagare ed Erica mi aveva seguito con nonchalance.
-Sono qui per portare il vassoio con le bevande. Non credo che un principe sia in grado di farlo senza rovesciare tutto a terra.- mi punzecchiò amichevolmente.
-Be', immagino che per una barista sia tutto normale.- risposi ridacchiando.
-Anche se sei un principe, mi permetto di darti un consiglio.- esordì sicura e io la guardai con un sopracciglio alzato.
-Sentiamo. Sono curioso.
-Se vuoi stabilire un rapporto con Serena, devi evitare di litigarci.
-Grazie, non ci sarei mai arrivato.- risposi sarcastico ed Erica sbuffò.
-Intendo dire che devi scendere a compromessi, se vuoi avere un rapporto più intimo con lei. In amore certe volte si scende a compromessi e, se sei veramente convinto di ciò che affermi, devi portare delle prove inattaccabili o Serena te le smonterà in ogni modo possibile.- spiegò.
Che cosa voleva significare quella frase? Aveva capito che...
-Non guardarmi così, Stefan. Vedo come guardi la mia migliore amica e, prima che ti agiti, a parte me non lo sa nessuno. Nonostante sia la mia migliore amica, io sono anche un suddito e voglio che ci sia la pace, infatti io e le altre stiamo cercando di convincerla su quanto tu sia fantastico.
Sbattei un paio di volte le palpebre confuso, mentre quella ragazza mi guardava con occhi colmi di furbizia. Nessuno si accorto dei sentimenti che provavo per Serena, a parte mio padre e Dimitri, come diavolo aveva fatto a capirlo anche lei?
-Cosa?- domandai confuso.
-E' impossibile non innamorarsi di Serena, non è vero? Ti fa diventare pazzo e fa uscire lati di te stesso che non credevi avere.- rispose guardando la sua amica seduta al tavolo e io feci lo stesso.
Da quando ero arrivato in città, avevo notato che aveva preso la briga di vestirsi un po' meglio, indossando abiti che accentuavano la sua femminilità, ma che ricordavano molto il suo stile.
-E' vero. Non credevo che mi sarei mai comportato così.- affermai girandomi verso la cassa e pagando.
-Altre dritte per te: odia il colore rosa e se riesci a sorprenderla, sei già a metà strada. Ah, adora il tuo culo anche se non lo ammetterà mai.
Sbarrai nuovamente gli occhi a quell'informazione. Ero abituato a sorprendere le donne a osservarmi e avevano sempre fatto lodi al mio corpo, ma mai... al mio deretano.
-In effetti hai un gran bel culo.- continuò Erica come se stesse parlando del tempo.
-Dovrei sedurre Serena sfoggiando le mie terga?- domandai a sopracciglia alzate e lei scoppiò a ridere di gusto.
-No, non sto dicendo questo e non fare finta di non sapere che le donne ti guardano. So tutto su di te e delle tue avventure, anche se non lo dirò mai a Serena. Il punto è che Serena ti guarda attentamente, e non solo il tuo didietro. Dice che hai degli occhi fantastici e so che l'accostamento occhi chiari e capelli scuri è sempre stato il suo sogno proibito. Hai buone possibilità di conquistarla, ma sta a te lavorarci. Sappi che hai un'alleata qui.- spiegò facendomi l'occhiolino.
Mi ritrovai a sorridere per il suo modo di fare schietto e deciso, come se fosse sicura di ogni scelta e decisione. Mi piaceva, era una brava donna, ma non mi sarei mai dimenticato che prima di tutto veniva la sua migliore amica e la sua sovrana, in particolare per il lavoro che lei e la sua famiglia svolgevano.
-Non hai paura che la tua amica finisca tra le braccia di un Lovinescu assetato di sangue?- la punzecchiai.
-Sei diverso dal resto della tua famiglia e penso che sia dovuto a tua madre. Nonostante sia rimasta poco tempo con te, penso che abbia fatto un ottimo lavoro. So che difenderai la mia principessa da tutto e da tutti.- rispose posandomi amichevolmente una mano sulla spalla e rimasi stupido da quella risposta.
Era molto più abile di me a leggere le persone e non riuscivo a capire come diavolo avesse fatto a scoprire su di me tutte quelle informazioni, anche se un'idea me l'ero fatta. Lei e Dimitri sarebbero andati d'accordo, ne ero certo.
-Sai, scommetto che staresti bene con una persona di mia conoscenza. Stai per caso cercando marito?- chiesi.
-Se ti riferisci a te stesso, rifiuto l'offerta e vado avanti.- rispose ridacchiando, anche se io non capii.
-Caspita, due rifiuti in pochi mesi. Non lo credevo possibile.
-Come non credevi possibile nemmeno che venissi a conoscenza di tutte queste cose su di te? Sono una barista, il mio lavoro è anche capire le persone. In passato, prima che esistessero gli psicologi, le persone andavano dal prete o dal barista, perciò non sorprenderti se ti ho psicanalizzato un pochino.- rispose dandomi una gomitata scherzosamente e ricambiai il sorriso.
-Sì, penso che tu e Dimitri andrete sicuramente d'accordo.- affermai seguendo Erica, che portava abilmente il vassoio con una mano.
-Chi è Dimitri?
Ridacchiai e ritornammo dagli altri. Guardai Serena più fiducioso. Non avrei mai creduto che avere l'approvazione della migliore amica della donna che amavo fosse così importante per me, ma mi sentii rincuorato e avrei fatto di tutto per far capire a Serena che avrei fatto di tutto per difenderla.

In quelle due settimane successe di tutto. Tra la confidenza che mi aveva fatto Erica, le lezioni e il mio tentativo di instaurare con Serena un rapporto di amicizia, la conobbi più di quanto non avrei mai creduto. Aveva ragione Erica quando diceva che Serena riusciva a far uscire lati di te stesso che mai avresti creduto di avere, infatti ero amichevole, scherzoso e ridevo tantissimo, tranne quando si toccavano gli argomenti “matrimonio”, “diventare sovrani” o “mezzosangue”.
Le nostre idee su quegli argomenti erano molto discordanti, in particolare sui mezzosangue. “Matrimonio” e “diventare sovrani” invece, erano ancora tasti dolenti per lei e sviava il discorso ogni volta che lo portavo in tavola, ma non me ne faceva passare neanche una sui mezzosangue.
Una sera eravamo a cena a casa dei genitori di Serena e stavano discutendo sui mezzosangue. Ancora una volta mi dimenticai di avere di fronte due mezzosangue, ma loro furono così gentili (o così timorosi) da non dire niente. Serena affermava che i mezzosangue fossero una minaccia e che bisognava dar loro dei diritti o altre numerose ingiustizie si sarebbero compiute sotto i nostri occhi.
-Sono solo il frutto di vampiri malati e perversi.- conclusi dopo una lunghissima sequela sui motivi per i quali i mezzosangue valessero meno di niente.
-Ti ho già spiegato che i mezzosangue sono tali e quali ai vampiri e che meritano il dovuto rispetto, così come meritano un regolamentare processo.- rispose irritata.
-Io non credo.- ribattei con un'alzata di spalle, decisamente più calmo di quanto non lo fosse Serena.
-Sei uno stupido, arrogante... tampax!
-Tampax?- domandai con le sopracciglia alzate.
Quella donna mi stava davvero paragonando a un utensile femminile monouso per il ciclo mestruale?
-Sì, perché sei alto, magro, bianco e succhi il sangue!
Dovetti trattenermi dallo scoppiare a ridere, ma non riuscii a non ghignare divertito a quella battuta stupida.
-Preferisco essere un tampax succhiasangue che un vampiro senza canini. È decisamente peggio.- ribattei con tranquillità.
-A me un giorno spunteranno e tu rimarrai un tampax.- affermò, anche se sapeva perfettamente che aveva poco senso quella risposta.
-Anche tu diventerai un tampax.
-Tu sei uno stupido vampiro sbruffone e snob.
-E tu una bambina viziata e sognatrice.- risposi con un sorriso stampato sulle labbra.
Mi divertiva litigare con lei in quel modo del tutto innocente, ma sapevo che ciò non mi avrebbe fatto fare un passo avanti con lei. Mi divertivo troppo per risparmiarmi nelle battute.
Era talmente infuriata che si guardò intorno alla ricerca di qualcosa. Afferrò un pacchetto di fazzoletti e me lo lanciò addosso, centrandomi la fronte. A quel punto Paola e Andrea si erano dovuti mettere in mezzo e supposi che se non l'avessero fatto, sarebbe potuta scoppiare una piccola guerra con tanto di lancio di oggetti.
La sua espressione era esilarante e non riuscii a trattenermi dallo scoppiare a ridere.
-Ti odio.- ringhiò tra i denti.
-Non è un mio problema.- esordii con tranquillità, anche perché sapevo che non diceva sul serio.
-Sei un cretino e verrai distrutto dai mezzosangue se continui così.
-Non dire sciocchezze, mia cara.- risposi, ma non ero così sicuro che i mezzosangue non avrebbero potuto distruggermi.
Forse dovevo dare ascolto a quella piccola donna furente che avevo di fronte, ma prima che potessi ribattere, i genitori di Serena mi invitarono a lasciare l'appartamento prima che la figlia potesse liberarsi dalla loro presa.
Ero tornato nel mio appartamento, sapendo che il giorno seguente si sarebbe presentata al mio appartamento per aiutarmi a piegare la biancheria e a rifare il letto, cosa che successe.
-Un sovrano non dovrebbe piegarsi a fare i lavori della servitù.- affermai quel giorno schifato, mentre Serena mi aiutava a rifare il letto.
-Non sei ancora un sovrano e non c'è qualcuno che faccia le faccende domestiche al posto tuo.- rispose prontamente, passandomi il cuscino.
-Però potrei chiamare qualcuno che le faccia al posto mio. Si può fare?- chiesi dopo qualche istante di riflessione.
Alzò gli occhi al cielo a quella domanda, ma annuì. Dopo quel giorno assunsi una domestica che venne nel mio appartamento ogni giorno. Era una donna rumena originaria di Sighisoara e quando vide me e Serena, per poco non si fece il segno della croce, ma la rassicurai dicendole che non le sarebbe stato fatto alcun male e che l'avrei pagata profumatamente per assolvere i suoi doveri. Da allora non ebbe più timore di noi.

Angolo autrice.
Buonasera a tutti! Scusate il ritardo, ma ho avuto problemi con internet, ma eccomi qua.
In questo capitolo iniziamo a conoscere un po' meglio la nostra cara Erica, ma questa è solo la punta dell'iceber. Andate avanti e scoprirete molti lati della nostra cara amica.
Grazie mille per essere arrivati fin qui, per aver inserito la storia tra le recensite/preferite, per averla recensita e per tutto.
Vi mando un bacione enorme e vi aspetto al prossimo capitolo!
Arsax <3

 
  
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