Serie TV > The 100
Segui la storia  |       
Autore: Lupe M Reyes    04/11/2017    2 recensioni
A Blair piace fare i turni di notte alla biblioteca dell'Arca. Fino alla sera in cui il Cancelliere Jaha non si presenta alla sua porta... Per impedirgli di inviare sulla Terra John Murphy, Blair cede al ricatto e contribuisce al progetto sui Cento. Ma l'incontro con Bellamy Blake cambierà ogni equilibrio. Fino al giorno in cui non diventerà lei stessa la persona numero 101 a raggiungere la Terra.
[Arco temporale: prima stagione]
Personaggi principali: Blair (personaggio nuovo), Murphy, Bellamy, Raven, Clarke, Jaha
Personaggi secondari: Finn, Octavia, Kane, Abby, Sinclair, Jasper, Monty
Genere: Drammatico, Romantico, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellamy Blake, Clarke Griffin, John Murphy, Raven Reyes
Note: Missing Moments, Movieverse, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
LA LETTERA



Caro John,
tu mi fai impazzire. Mi è impossibile fare una stima e capire se nel corso di una giornata mi fai più ridere o disperare. Conosci tutti i bottoni da schiacciare per farmi arrabbiare e ti diverti a ballarci sopra. E poi ti piace ancora di più consolarmi.
Ed è più forte di me: adoro la tua antipatia come se fosse la dolcezza di qualcun altro. Perché deriva dalla tua straordinaria furbizia - e dopotutto mi dimostra che conosci ogni angolo di me. E questo mi lusinga, mi fa sentire che appartengo a qualcuno, a te, che siamo pari nella vicinanza. Mi piace pensare che lo siamo anche nell’affetto.
 
John, mio caro John,
tu sei testimone di chi sono più della mia stessa famiglia. E sai che ho pochi sogni. Gli animali, i libri veri… Ma non ti ho mai confessato la mia più alta aspirazione, l’ambizione di una vita.
Il mio più grande sogno è che le cose restino per sempre così.
Non voglio arrivare da nessuna parte, non ho un obiettivo verso cui correre. Vorrei anzi tornare indietro, altroché progredire! Per ottenere la vera gioia, dovrei potermi fermare per sempre ai miei diciannove anni, sei mesi fa.
Vorrei soltanto che la mia vita fosse una sequenza infinita di giorni tutti uguali, in cui mi sia concesso il lusso di alzarmi la mattina in un corpo sano, raggiungere la biblioteca, leggere fino a sera, un piccolo litigio con Doug, una puntatina da Monty Green e poi tornare a casa da te. Fine. Tutto qui.
Davvero mi sono sforzata negli anni ad inventarmi sogni migliori, più grandi, più socialmente accettabili: ma non voglio diventare Cancelliere, non voglio sposarmi, non voglio la laurea in Medicina, non voglio camminare nello spazio, scrivere un romanzo, diventare ricca e uscire dal settore quattro. Voglio solo corpo, libri, vino, te - in una giostra senza fine.
 
Ascoltami, adesso. Per una volta nella tua vita, fai questo sforzo!
Non perderti. Ogni volta che dubiti di te stesso, rileggi questa lettera e ricordati che c’era chi ti amava abbastanza da pensare che tu fossi più importante della propria vita. Vali tanto quanto l’amore che muovi.
 
E lascia entrare qualcuno, come hai fatto con me. Sei sprecato per vivere da solo. Smetti di inseguire le bionde maggiorate che non coniugano i verbi come si deve, basta con le Catherine Boole. Punta a una dea, qualcuna che ti meriti veramente. Ne ho conosciuta una che ti sarebbe piaciuta.
 
Fidati di Bellamy. È il ragazzo più forte e intelligente su cui mai potrai contare. È coraggioso. E mi deve molti favori.
 
Non avere paura per me. La mia vita è stata perfetta. Mi sembra anzi di averne vissute molte più di una, grazie ai libri. E nell’unica in cui potevo muovermi in carne ed ossa la fortuna mi ha regalato un gemello, in un mondo che non contempla i fratelli.
Tu hai visto le mie più grette bassezze, tutto ciò che di me odiavo e che mi spaventava, e ci hai ricamato sopra battute di spirito che mi hanno fatta ridere. Hai preso le mie storture tra le mani e non hai mai cercato di piegarmi in qualcosa di diverso, di migliore: mi hai fatto credere di non poter essere diversa e migliore di com’ero, perché ero già perfetta. Mi hai ingannata, ma è la bugia più dolce che tu mi abbia detto.
 
Guai a te se ti sentirai responsabile per la mia decisione. E che Dio ti fulmini se ti senti in colpa per tuo padre. Non abbiamo fatto nulla che tu non avresti fatto per noi. E lo sai.
 
Ti voglio bene come non ne voglio a nessun altro e sono certa che qualsiasi cosa accada tu ce la farai, passerai attraverso qualsiasi forma incarnata dell’inferno senza dismettere la tua smorfietta da pirata. Perché sei fatto di una materia oscura e meravigliosa capace di qualunque cosa. Non dimenticarti chi sei e cosa sai fare. Tu sei quello che vede una ferita aperta e che con l’ironia sa trasformarla in qualcosa di sopportabile, per chiunque. Dove c’è paura, dolore, dubbio, rabbia, tu vedi occasioni: incastri il sarcasmo nella realtà e fai leva, rendendola leggera. Sei un alchimista e quello che fai è pura magia. Non conosco nessuno meglio equipaggiato di te per affrontare la migrazione sulla Terra.
 
Per tutte le volte in cui non potrò più ripetertelo, ti dico ora una volta e per sempre che sei la mia persona preferita.
 
Mostro
 
Ho tenuto lo sguardo fisso sul suo viso, cercando di indovinare a che punto della lettera si trovasse ogni volta che gli occhi gli scorrevano una riga più sotto. Ma ho presto perso il conto, troppo frastornata dall’ansia per mantenere la rotta.
Quando finisce, lo guardo restare immobile per qualche secondo con ancora il volto puntato in fondo pagina, ma fermo. Non sta più leggendo, sta solo gelato in quella posizione, come se si stesse riavendo da una visione, da un vuoto d’ossigeno, da un tentato omicidio.
Solleva la fronte all’improvviso e, serissimo, conferma:
“Roba da romanzetti rosa.”
Scoppiamo a ridere, più per liberare la tensione che ci ha attanagliato che per la battuta in sé.
“Che ti avevo detto?”,
sorride, rincarando la dose. Io non posso fare a meno di annuire.
“Cerca di capirmi, ero al patibolo. Si diventa molto tragici e poetici, in punto di morte.”
“Ci sono un sacco di ripetizioni…”
“Non è vero!”
“Senti qua che pacchianata: sei fatto di una materia oscura e meravigliosa capace di…”
“Piantala!”
Allungo una mano cercando di strappagliela via, ma lui me la allontana e frappone un braccio tra me e la lettera, continuando a ripercorrerla:
“Cosa cavolo vuol dire grette? Ma dove le trovi, ‘ste cose?”
Finalmente riesco a raggiungerla e ne acchiappo un lembo, tirandola. John anticipa il mio gesto e ne approfitta per stringermi il polso e trascinarmi addosso a sé. Getta la lettera in terra, così come io ho lasciato cadere la busta, e mi passa un braccio dietro la schiena. Mi sorride di un sorriso nuovo, un sorriso vero, intero, simmetrico, a qualche centimetro dal mio.
“Sei la mia persona preferita, Blair.”
“Oggi non è il primo marzo.”
“No, oggi non è il primo marzo.”
La sua voce è arrocchita e io sollevo un sopracciglio e stringo le labbra, imitando le sue smorfie da pirata, le stesse che ho decantato nella lettera…
“Cos’è? Un regalo di compleanno in ritardo?”
Lui smette di accordarsi al mio tono e mi caccia quei due laghi splendenti che ha nelle iridi fin dentro la pelle. Mi lascio attraversare da quell’onda caldissima, affogandoci dentro. Mentre annego, scopro di saper respirare meglio immersa nelle sue acque profonde che in superficie, senza di lui.
“Da oggi in poi che i Terrestri possano cavarmi gli occhi se non te lo dico tutti i giorni che ti ho per le mani.”
Mi afferra il viso e mi riempie di baci le guance, le orecchie, la fronte, mi bacia le palpebre, il naso, le tempie, schiocca di gusto un bacio dietro l’altro, mentre ridiamo, ridiamo, ridiamo… Finchè non raggiunge la bocca. Si sofferma più a lungo, ma non schiude le labbra. Mi bacia come se avessimo dieci anni, a stampo.
È completamente diverso dal bacio che ho sognato, che era così frettoloso, vorace, violento. Invece siamo qui, neanche del tutto attaccati l’uno al corpo dell’altra, con le sue mani che mi coprono guance, collo e mascelle, con una dolcezza che non mi sarei mai aspettata. Non da lui.
Mi appoggia le labbra sulle labbra teneramente, senza premercisi con l’ansia passionale che mi ero immaginata, che avevo dato per scontato quando il mio subconscio aveva creato questo momento. Questo è John Murhpy, porca miseria! Può, uno che ha dato la caccia ad una bambina, torturato a sangue un uomo e minacciato di morte più o meno chiunque, può, questo stesso ragazzo, poi sfiorarti appena con la delicatezza che si riserva alle cose di cristallo?
John riapre gli occhi quando si stacca da me, e mi fissa sorridendo, senza smorfiette sarcastiche, senza ironia, senza barriere. Mi sorride per dirmi che è felice. Non sta recitando, non c’è il pirata, non c’è il delinquente, non c’è Rhett Butler. Vedo John.
“Mi stai dicendo che da oggi in poi farai la persona normale ed esprimerai i tuoi pensieri ad alta voce? I tuoi sentimenti?”
John trattiene un sorriso, guardando il soffitto e mordendosi le labbra.
“Mi stai dicendo che tu, proprio tu, John Distanza di Sicurezza Murphy sarai più accogliente con me? E che magari la smetterai di fare la tua faccia da presuntuoso annoiato ogni volta che apro bocca e…”
Mi prende di getto il mento tra le dita, si sporge sulle mie labbra e ci soffia sopra, con la sua voce densa, nera:
“Tu apri la bocca, al resto penso io…”
Senza accorgermi di averlo deciso, obbedisco. Arrendevole, persa. John esita e torna a guardarmi, serio. 
“Vuoi che mi comporti meglio?”
“Sai farlo?”
La stretta delle sue dita si fa più forte, per un attimo. Una scintilla gli attraversa le iridi verdissime. Inclina la testa, lasciando vagare lo sguardo sul mio viso… Siamo a due millimetri di distanza, e le nostre bocche sono la sola parte che non tocca l’altro.
“Tu cosa vuoi da me, Blair Foer? Tu che invece ti sai esprimere così bene?”
“Che smetti di scappare.”
Gli ho risposto d'istinto e la mia voce è così roca che vorrei schiarirmela e ripetere, perché non sono certa di essere stata comprensibile. Ma il sorriso di John mi dice che non serve perché sì, ha capito, ha finalmente capito.
E adesso tocca a me riempirlo di baci, farlo ridere, farlo implorare di smetterla, fino a tornare sulle sue labbra, a baciarsi come si baciano i ragazzini. Nemmeno il mio primo bacio in assoluto era stato così infantile. Ammetto che la mia bocca si sofferma più a lungo sulla sua, che gli stringo le braccia intorno al collo, costringendolo ad abbracciarmi alla schiena, che la pressione che esercito è meno garbata della sua. Ma è un accenno, un indizio che gli sto lasciando.
Ora capisco che la nostra lentezza ha sempre avuto un senso, perché io e lui lo sapevamo, lo abbiamo sempre saputo: avremo tutto il tempo del mondo.
 
Esco dalla navicella trasportata sulle spalle di John, come fossi il suo zainetto. Ho le lacrime agli occhi per quanto sto ridendo e John continua ad inventarsi sciocchezze pur di non farmi smettere. Allungo il collo per far collimare le nostre guance, mentre lui mi fa fare un piccolo salto per sistemarmi meglio sulla sua schiena.
Intorno a noi il campo è in fermento, tutti si stanno organizzando, correndo avanti e indietro concitati, cercando di recuperare quante più cose possibile da portarci dietro.
“È lei il tuo bagaglio?”
Un ragazzo con i capelli rossi si mette di fronte a noi, costringendoci a fermarci. Ha un fucile in braccio.
“Ragazzi, l’evacuazione sta cominciando, non è il momento di giocare.”
“Ci mancava la brutta copia di Blake.”
D’istinto stringo le braccia intorno al collo di John. Non so se per proteggerlo o per cercare di farlo tacere.
“Senti, se invece di fare lo schiavetto del Re ti togliessi dai piedi?”
Il ragazzo serra la mascella e la presa sull’arma.
Un brivido mi percorre il collo, giù fino alle reni. Scendo dalle spalle di John e lo affianco, già con una mano sul suo petto. Lo spingo leggermente indietro.
“John, andiamo. Ha ragione lui, è tardi…”
Lui non si lascia spostare e fissa dritto in faccia il suo avversario.
“Ragazzi, non ve lo fate ripetere…”
“Altrimenti?”
“John, non si chiede altrimenti a chi imbraccia un fucile.”
Il ragazzo inspira profondamente, deciso a non reagire alle provocazioni. Si gratta la testa, smuovendo i riccioli rossi.
“Altrimenti farete tardi e non possiamo permettercelo. I Terrestri sono…”
John lo manda al diavolo e a poco servono i miei tentativi di tenerlo a bada. Arrivo a spingerlo con forza, finché non fa almeno un passo indietro.
“John! Smettila di fare l’idiota!”
Lui abbassa per un momento gli occhi sui miei, e la sua rabbia si trasforma in ironia in un battito di ciglia. Sussurra, gongolante:
“Ti piaccio quando faccio così, vero?”
“Per niente!”
“Sì che ti piaccio. Così mi puoi correggere.”
Mi scosta di forza il polso, avvicinando il viso al mio, e il corpo accorcia le distanze. Sto per cedere alla tentazione di baciarlo ancora, senza essere troppo sicura di riuscire poi a separarmene, quando uno strano sibilo distoglie la mia attenzione costringendomi a voltarmi.
Con un rumore di carne strappata, liquido, immenso, la punta di una spira attraversa lo sterno del ragazzo con i capelli rossi. Un bastone largo di legno lo trapassa da parte a parte e non so come nemmeno uno schizzo di sangue ci raggiunge. Io e John siamo ad appena un passo da lui. Il volto del ragazzo non ha il tempo di reagire, resta per un secondo a bocca e occhi spalancati e poi crolla in terra ai nostri piedi. Né io né John troviamo la lucidità per gridare. Intorno a noi le urla esplodono inondando l’aria. 




****
04/11/17
Ed eccola, finalmente - la tanto citata lettera! Spero sia valsa la pena aspettare. (E un bacio, un bacio vero, finalmente!)

Il prossimo capitolo fa un passo indietro, e sarà un capitolo speciale. Non vi anticipo altro, spero solo che lo troverete interessante. 

Grazie come sempre a tutti coloro che hanno messo la storia nelle preferite/ricordate/seguite, ai commentatori assidui, ai lettori silenziosi... Scrivere questa storia su EFP si è rivelata una vera avventura e sono contenta del percorso fatto fino a qui insieme a voi. Siete parte della storia! Grazie, grazie, grazie, grazie.

A presto!,
LMR

 
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The 100 / Vai alla pagina dell'autore: Lupe M Reyes