Boris prese a pugni il cuscino. Uno. Uno-due. Uno-due-tre. A ogni colpo, a pari passo con il suo furore, la sua veemenza aumentava. La prima battuta, sorda come un tamburo, deboluccia, ma presente, ma colpevole, assunse le sembianze del suo ragazzo, troppo vigliacco, troppo saccentello, troppo carino, troppo difficile mandarlo a fanculo.