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Autore: Shiho93    05/11/2017    1 recensioni
Immaginate che Lord Voldemort riesca a vedere vent'anni nel futuro.
Che cosa farebbe per impedire che accadano gli avvenimenti descritti nei libri e la sua conseguente sconfitta?
Non tiene conto degli avvenimenti del settimo libro.
Tratto dal capitolo 10: -Non è come alcuni dei vostri genitori vi hanno raccontato. Così come il Mondo Magico è diviso tra gente che pratica la magia bianca e gente che pratica la magia oscura così Hogwarts è divisa tra Serpeverde e tutti gli altri-
Tratto dal capitolo 28: Si poteva mai essere veramente pronti a combattere col proprio padre? Ci si poteva veramente preparare all’eventualità di ferire o di essere ferito dall’uomo che ti ha messo al mondo?
Tratto dal capitolo 32: Non per la prima volta Harry si chiese cosa ci avesse trovato in lui Cassandra. Non azzeccava qualcosa neanche a pagarla. In pratica era un'idiota. Che non potesse sapere che il moretto faceva il doppio gioco era un dettaglio. Che non avesse pensato che la sua migliore amica gli avrebbe raccontato tutto quello che era successo un po' meno.
Genere: Avventura, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Potter, Harry Potter, Nuovo personaggio, Tom Riddle/Voldermort
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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L'Altra Faccia della Medaglia


Capitolo 43 - La verità


Non appena l'incauta premura di Lily aveva rivelato il marchio nero di Draco, tutti gli Auror in grado di vederlo si erano mossi per prendere in custodia il giovane Malfoy. Era stata questione di un attimo. La manica si era strappata e Sirius, Lily, Kingsley e Moody avevano estratto le bacchette e gliele avevano puntate addosso. Persino Remus e James avevano avuto la stessa reazione istintiva. A fermarli a metà dell'azione, solo la consapevolezza di non poter fare materialmente niente. D'altronde era scontato che un Auror reagisse a quel modo. Di nuovo, incantesimi di tutte le colorazioni illuminarono la strada. L'imprevisto fu il primogenito dei Potter.
Harry si era piazzata tra l'amico e gli Auror ed aveva deviato tutte le maledizioni con una velocità e una noncuranza che aveva del sorprendente se si considerava le capacità che aveva dimostrato fino a quel momento. Solo Joshua era rimasto in disparte senza sapere cosa fare. Sapeva come comportarsi in combattimento, sapeva cosa fare nel caso in cui si fosse trovato davanti ad un Mangiamorte e conosceva quasi a menadito il manuale dell'Auror. Quello che non sapeva era come reagire se tuo fratello si mette a difendere a bacchetta sguainata un amico col marchio nero ben visibile sul braccio. La pioggia di luci si interruppe e Harry abbassò la bacchetta. Il braccio della mano che la impugnava era disteso lungo il suo fianco ma l'espressione del suo viso era tutt'altro che rilassata.
-Harry fatti da parte. È un Mangiamorte. Dobbiamo arrestarlo-
-Quattro contro un uomo ferito. Veramente molto nobile e coraggioso da parte vostra- sferzò ironico con un tono che fece venire i brividi lungo la spina dorsale a tutti loro, non tanto perché suonasse terrificante, non lo era, ma per la familiare nota beffarda che conteneva.
-Harry!- intervenne un pallidissimo Draco non appena percepì quel tono. Difficile dire se il pallore innaturale fosse dovuto alla perdita di sangue o qualche altra ragione. Ormai erano quasi undici anni che erano amici e la loro intesa era tale che grazie ad un indizio minimo erano sempre in grado di capire cosa passasse nelle rispettive menti. In pochi istanti Draco aveva capito le intenzioni dell’amico e gli aveva fatto intendere quanto fosse contrario all’idea. Il moretto in risposta fece un unico gesto tramite il quale gli comunicò la sua determinazione: dalla mano della bacchetta sfilò lentamente l’anello nero col teschio e lo lasciò cadere al suolo. Il giovane Malfoy abbassò il capo in un muto gesto di accettazione, ma non privo di dispiacere, fin troppo consapevole delle conseguenze che aspettavano il suo migliore amico.
-Fine del gioco- non appena il limitatore aveva toccato terra un’imponente aura oscura era fuoriuscita, intimidatoria, dal suo proprietario riversandosi sugli Auror stupefatti ed increduli. La famiglia di Harry era paralizzata dallo shock. Al contrario Alastor Moody e Shacklebolt risposero con la prontezza generata da una vita intera dedicata a dar la caccia ai maghi oscuri e si scagliarono contro il ragazzo. Entrambi, così come il resto dei presenti, erano convinti di conoscere piuttosto bene le sue capacità; scoprire che così non era fu la seconda amara sorpresa della giornata.
L’inquietante sorriso che affiorò sulle labbra del giovane mago oscuro mentre adoperava per la prima volta a viso aperto le sue reali capacità in loro presenza rispecchiava quasi alla perfezione quello dipinto sulla maschera di Lord Bargund. Senza perdere altro tempo in inutili esibizionismi afferrò l’amico e smateriallizzò entrambi lasciando gli Auror con l’amaro in bocca.
Quella stessa sera a Grimmauld Place n°12 l’atmosfera non era delle più piacevoli. A risentire del tradimento di Harry oltre alla sua famiglia furono anche i membri originali delle Giovani Fenici. Erano andati a scuola insieme e dopo avevano lavorato fianco a fianco per l’Ordine rischiando anche le loro vite; nonostante i contrasti interminabili nemmeno Ron aveva mai realmente creduto che potesse mettersi dalla parte dei Mangiamorte.
Al brusio persistente delle recriminazioni e nelle discussioni si sovrappose la voce di Lily Potter:
-Io non ci credo!- esclamò con veemenza -Deve esserci un’altra spiegazione. Mio figlio non è un Mangiamorte!- aveva gli occhi lucidi, ma non una lacrima scendeva sul suo viso. Era una leonessa che difendeva il suo cucciolo e non era disposta a sentirlo denigrare sulla base di un’azione che poteva avere mille spiegazioni diverse.
-Forse non avrà il marchio nero, ma ha protetto un Mangiamorte- la cinica affermazione di Moody colpì la donna come un pugno nello stomaco.
-Draco Malfoy è il suo migliore amico. Era ferito e solo contro un gruppo di Auror, chiunque in quella situazione avrebbe reagito allo stesso modo- cercò di difenderlo Joshua.
-Severus, ci sono notizie?- alla domanda del vecchio preside tutti si voltarono verso la porta. Il professore entrò e andò ad occupare il suo posto. Il suo viso era ancora più arcigno del solito.
-Il Lord stava ascoltando il rapporto sull’attacco a Diagon Alley quando i ragazzi si sono materializzati. Draco era privo di sensi. Io e Lucius abbiamo subito soccorso il ragazzo con il benestare del Signore Oscuro-.
-E Harry?- gli domandò speranzosa la madre del ragazzo.
Severus Piton si voltò verso Lily e si trovò ad esitare come non gli era mai capitato in vent’anni.
-Ci ha seguiti mentre trasportavamo Draco e ci ha aiutato a guarirlo-.
-Dobbiamo salvarlo-. Saltò su la rossa con la mente già proiettata sulla missione di recupero. Bruciare la copertura di Severus, il pericolo di attaccare la base dell’esercito oscuro… nulla aveva importanza per lei se non riavere suo figlio.
-Se il Lord avesse avuto intenzione di fargli del male vi avrei riportato il suo cadavere-. Le parole del professore aveva gelato tutti quanti intorno a quel tavolo. Tutti tranne Silente che era rimasto stranamente silenzioso ad osservare l’anello a forma di teschio recuperato da Kingsley. Quell’oggetto era un manufatto oscuro di elevatissimo livello. Il vecchio preside rimuginava su come fosse potuto sfuggire a tutti loro nonostante il ragazzo non avesse fatto altro che esibirlo sotto i loro nasi. Dalle prime osservazioni aveva dedotto che un mago normale con un simile manufatto addosso si sarebbe trovato ad essere quasi un magonò mentre il maggiore dei ragazzi Potter era sempre stato potente per la sua età. Quanto doveva essere grande in realtà il suo potere se un manufatto del genere gliene lasciava abbastanza da surclassare la metà dei membri veterani dell’Ordine?
-Cosa suggerisci?- a porgere quella domanda alla loro spia presso i Mangiamorte, tra lo sconcerto generale, fu James. Sapeva meglio di chiunque che Piton aveva moltissimi motivi per detestarlo. Tutti molto validi, però rappresentava la sua unica possibilità di riavere Harry e ingoiare il suo orgoglio era poca cosa rispetto all’angoscia di sapere suo figlio in mano a Voldemort.
Distratti dalla discussione, nessuno fece caso alla porta della cucina che si apriva finché una voce conosciuta non attirò la loro attenzione in quella direzione:
-Già, Severus... cosa suggerisci?- A parlare, l’oggetto della loro discussione comodamente appoggiato all’uscio con in viso un’espressione enigmatica.
Harry indossava un’aderente tuta nera con un sacchetto legato alla cintura, guanti di pelle e un mantello dello stesso colore con alamari d’argento gli pendeva dalle spalle. Al pollice sinistro, attirava l’attenzione il riflesso della luce su di uno strano anello. Molto simile a quelli che si tramandavano di padre in figlio nelle antiche famiglie Purosangue. Solo che, quello che James aveva dato ad Harry in occasione del suo diciassettesimo compleanno, era da anni in possesso di Joshua.
Per un istante, un unico euforico secondo, ai cari del ragazzo vederlo parve un miracolo, ma avevano appena avuto il tempo di realizzare che sì, era realmente lui che il sorriso gli si era congelato sulle labbra poiché alle spalle di Harry erano comparsi i Mangiamorte.
Raggelati dalla sorpresa e dal tradimento non reagirono mentre gli uomini mascherati entravano nella stanza e un’ondata di potere oscuro liberata dal giovane uomo riempiva l’ambiente ammonendo i membri dell’Ordine della Fenice.
-C-cosa...?-
-Signor Potter, credo che lei ci debba qualche spiegazione- constatò serio il vecchio preside. Il familiare scintillio dei suoi occhi del tutto assente.
Impassibile in viso, Harry si spostò e la migliore illuminazione rese evidente che gli alamari del suo mantello e l’anello che sfoggiava con grande disinvoltura rappresentavano il marchio nero. Aveva i capelli tirati indietro e sulla sua fronte era ben visibile la cicatrice a forma di saetta simbolo del suo legame con l’Oscuro Signore.
-Indubbiamente- ghignò senza degnare di uno sguardo i visi terrei dei suoi familiari.
Alcuni membri dell’Ordine tentarono di reagire, ma si ritrovarono le bacchette dei Mangiamorte premute minacciosamente sulla gola.
-Sono molto curioso signor Potter, come ha fatto a ingannare l’incanto fidelius presente su questa casa?-
Harry sfilo dalla manica un pezzo di pergamena su cui la grafia sbilenca del preside recitava:

Il quartier generale dell’Ordine della Fenice è al n°12 di Grimmaund Place

-Ha dimenticato che per la maggior parte le nuove leve del suo patetico Ordine erano affidate a me? Lo so che avrei dovuto bruciare questo pezzetto di carta subito dopo averlo usato, ma non ho saputo resistere. Trovavo enormemente irritante condurre per mano pivelli senza talento fino a questa “segretissima” base, ma come può ben vedere ho saputo trarre vantaggio anche da questo- sul suo viso comparve un ghigno maligno e freddo come il ghiaccio.
-Cosa ti è successo?- a porre quella domanda Joshua. Vicino a lui James e Lily erano pallidi come fantasmi.
Harry piegò la testa di lato e la sua espressione tornò ad essere enigmatica. -A me? Proprio niente. Mi sono semplicemente stancato dell’ipocrisia di voi tutti che vi ammantate di rettitudine e parole altisonanti su quanto è buono e giusto, ma poi siete i primi a infangare i vostri “ideali” col sospetto e il pregiudizio. Puntate il dito sulla corruzione delle istituzioni, ma non sapete fare altro che dare la colpa di tutto al Signore Oscuro e pestare i piedi come bambini-
-P-perché?- domandò Lily addolorata.
-Cosa madre? Perché non vi ho mai detto quanto la vostra patetica confraternita mi disgusti? Oppure quello che ti preme è sapere perché tradire proprio adesso che ci eravamo riconciliati?- gli occhi di madre e figlio s’incontrarono. Avevano sempre avuto gli stessi occhi, ma mai come in quel momento erano stati tanto diversi. Harry si sentiva insolitamente calmo. Erano anni che si preparava a quel momento, che si torturava pensando a cosa avrebbe provato la sua famiglia per quel tradimento. Aveva immaginato decine e decine di scenari, uno più straziante dell’altro, ma imprevedibilmente ora non sentiva che un grande vuoto nel cuore osservando il dolore e il tradimento dipinti sui loro visi.
-Avreste dovuto fare più attenzione non credete?- domandò ironico il giovane mago oscuro -chi di voi mi conosce da più di un paio d’anni ricorderà che non ho mai fatto mistero di quanto trovi patetici tutti voi. É colpa vostra se la convinzione che fossi solo un ragazzo difficile ha offuscato il giudizio dei “Salvatori del Mondo Magico”. É colpa vostra se avete scambiato il fatto che sia rimasto con un segno di fedeltà-.
-Di certo il fatto di aver costretto un ragazzo a rivolgersi a Lord Voldemort denota una grave mancanza da parte nostra- intervenne con gravità Silente -Ma mi dica signor Potter… Harry, che futuro pensi di avere nell’esercito oscuro? Vale la pena tradire coloro che ti amano per una vita di paura e dolore alla mercé di un tiranno?- Una domanda ad effetto, senza dubbio. E se ci fosse stato chiunque altro al posto del primogenito dei Potter probabilmente avrebbe provocato qualche dubbio, forse persino un ripensamento. Peccato che Harry avesse informazioni che al preside mancavano.
Sorrise con una luce negli occhi che fece venire i brividi a tutti i membri dell’Ordine. Infilò una mano sotto il mantello e ne trasse una maschera. Era bianca e lucida, percorsa da una saetta violacea e con disegnato un sorriso inquietante. A poco a poco la comprensione si fece strada nella stanza contemporaneamente un patronus piombò al centro di quell’insolita assemblea. Fu così veloce che nessuno fece caso a che tipo d’animale fosse. In seguito l’unica cosa che tutti avrebbero ricordato di quel patronus sarebbe stato il suo funereo messaggio, quattro parole che li avrebbero perseguitati per sempre:
“Il Ministero è caduto”



Nota dell'autrice:
Se ricordo bene, l’ultima frase, è l'esatto messaggio che giunge durante il ricevimento di nozze di Bill e Fleur in HP7. Oltre che una citazione, da parte mia vuole comunicare il senso di sconfitta dell'Ordine che, in un sol colpo, scopre che uno dei loro in realtà è il Lord Oscuro in secondo e che il Ministero è caduto nelle mani dei Mangiamorte. Spero di aver raggiunto lo scopo :)

   
 
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