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Autore: LorasWeasley    06/11/2017    6 recensioni
SEQUEL di "Mission" e "Ombra"
AU [Solangelo|Caleo|Percabeth|Frazel|Jasper]
"-Ho avvertito tutti, domani saranno qui.
Si rivolse alla ragazza.
-Le consiglio di iniziare a prepararsi, penso che vogliano sapere la verità, tutta la verità. Potrà allenarsi con il ragazzo al suo fianco, magari può iniziare dal raccontargli come mai gli ha sempre tenuto segreta l’esistenza di un fratello. Un fratello che ha giurato di uccidere tutti i suoi amici."
Genere: Azione, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Frank/Hazel, Jason/Piper, Leo/Calipso, Nico/Will, Percy/Annabeth
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'CIA'
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4.Ci vuole tempo


Hazel e Frank camminavano mano nella mano.
Il parco aveva chiuso da due ore, i ragazzi avevano cenato e si erano lavati e cambiati, poi avevano scoperto di poter utilizzare le piscine se ne avessero avuto voglia, l’unica loro regola era di non uscire per nessun motivo dalla struttura. E di non distruggere nulla, ovvio.
Così i due ragazzi si stavano dirigendo in una delle tante piscine, quella più grande e più utilizzata.
Non c’era neanche un po’ di vento e il cielo era completamente privo di nuvole, una sera perfetta per rilassarsi in acqua dopo che avevano lavorato tutto il giorno.
Quando si avvicinarono però quella calma fu spezzata dalle voci di due ragazzi che stavano discutendo.
-… Guarda, mi hai anche fatto venire la nausea! E non provare a seguirmi se ci tieni ai tuoi attributi!
Detto questo Calypso andò via indispettita, lasciando un Leo boccheggiante e privo di parole.
I due ragazzi si avvicinarono ancora di più al loro amico, Hazel si sedette nelle sedia a sdraio accanto alla sua mentre il suo ragazzo domandava –Problemi in paradiso?
Leo li fissò con gli occhi strabuzzati –Ragazzi ve lo giuro, non ho idea di quello che abbia fatto per meritarmi una settimana in bianco.
Hazel cercò di trattenere le risate con scarsi risultati –Immagino…
-No sul serio! Le ho chiesto se voleva farsi il bagno e il perché non si fosse ancora tolta la maglietta e… E’ praticamente esplosa, ha iniziato a urlarmi contro cose che non ho ben compreso ed è andata via in quel modo… che ho fatto?
Letteralmente dalle ombre comparve Nico, il ragazzino portò una mano sulla spalla di Leo per consolarlo, anche se ebbe come risultato solo quello di farlo trasalire.
-Ancora cerchi di comprendere le ragazze? Non hai capito che è impossibile?
Hazel iniziò a ridere senza più trattenersi, mentre Leo lanciava un’occhiataccia al moro per lo spavento che gli aveva fatto prendere.
-E tu che ne sai?- Domandò poi.
Nico alzò le spalle –Grazie a dio nulla!
Detto questo si tolse la maglietta nera, l’appallottolò e la lanciò su una sedia sdraio, poi si tuffò in acqua nuotando lontano.
Hazel scrutò la sua figura che si allontanava sempre di più, con un sospiro commentò –Sono cambiate così tante cose in questi pochi mesi…
Leo si stese sulla sedia sdraio e fissò il cielo ricco di stelle.
-Non era cambiato nulla tra me e Calypso, ma è diventata strana da quando abbiamo ricevuto la chiamata della CIA, so che sono passati solo pochi giorni per dirlo, ma è quasi ingestibile… Non so che fare.
La ragazza si morse un labbro, sentiva il dolore e la sincerità nella voce dell’amico, capiva molto più degli altri quanto stava soffrendo per quella situazione.
-Magari è solo un periodo… Forse ha le sue cose… Lasciale tempo e poi parlate, magari domani, ma con calma.
Il ricciolino annuì, più per farla felice che perché ci credesse sul serio, ovviamente Hazel lo capì, ma non gli disse nulla.
-Vado a dormire che sono stanco… Vi lascio soli.
E detto questo andò via lentamente, la testa bassa, strisciando i piedi con le mani nelle tasche.
-Odio quando le persone a cui voglio bene stanno così male, so quello che provano, lo capisco più di tutti gli altri e non so che fare per aiutarli… Leo, Nico, Annabeth…
-Lo so tesoro- Frank l’attirò a se e le lasciò un casto bacio sulle labbra –Ma non possiamo fare nulla al momento o peggioreremo le cose, lasciamo che si sistemi tutto con il tempo e lasciamo che lo facciano tra di loro.
-Sei sicuro che si sistemerà tutto e torneremo uniti come una volta?
Frank non ebbe il tempo di rispondere che vennero raggiunti da Will, il ragazzo si guardò intorno e adocchiò la maglietta nera appallottolata poco distante da loro.
-Ciao- fece un principio di sorriso –Avete visto Nico?
Hazel indicò la piscina, Will non perse tempo, si tolse le infradito e si tuffò in acqua non prima di aver ringraziato.
Lo fissarono allontanarsi e Frank rispose finalmente a quella domanda –Ne sono sicuro. Si amano troppo per non aggiustare questa situazione.
Hazel capì che non si stava riferendo sono a Will e Nico, ma anche a Percy, Annabeth, Leo e Calypso.
 
Nico nuotò il più lontano possibile, passò sotto la cascata e si andò a rifugiare in quell’angolo buio della piscina.
Riemerse dall’acqua prendendo un bel respiro, si portò i capelli gocciolanti all’indietro e si andò a sedere nel rialzamento che si trovava al bordo della piscina sempre all’interno dell’acqua, sotto quella grotta che la gente di solito non notava, infatti era un piccola rientranza di solo 30 centimetri dopo la cascata.
L’acqua gli arrivava alle spalle, chiuse gli occhi e poggiò la testa sul bordo dietro di se.
Rimase immobile per diversi minuti, non era nella calma, l’acqua continuava a muoversi per via della cascata e il rumore continuava a persistere. Ma Nico stava bene li in mezzo, non era abituato alla calma, ma quella confusione sapeva gestirla molto meglio.
Poi un rumore diverso attirò la sua attenzione, un rumore differente che spezzò quella monotonia.
Nico non fece in tempo ad aprire gli occhi che si ritrovò circondato da una figura.
Le mani di Will si erano poggiate ai lati del suo corpo, bloccandogli ogni via di fuga, i bicipiti in tensione per lo sforzo che fecero fremere leggermente il moro.
Quando quest’ultimo poi si decise a incontrare finalmente quello sguardo blu capì che ormai non poteva più scappare.
-Due mesi- ruppe il silenzio Will –Hai idea di quello che ho passato?
Si, è lo stesso che ho provato io.
Ma Nico si morse il labbro pur di non rispondere in quel modo.
-Fidati, ti passerà presto, un giorno mi ringrazierai.
-Ma che diavolo stai dicendo? Tu sei scomparso di punto in bianco, senza neanche uno straccio di spiegazione! Penso di meritarmi qualche risposta, no?
-Che c’è da spiegare?- Nico alzò la voce, ma distolse lo sguardo –Non mi piaci, non voglio stare con te! Quella era…- Gli si spezzò la voce, ma si costrinse a continuare –Solo riconoscenza, per quando mi hai salvato. Ma io non provo nulla per te. E ora lasciami andare.
Lo spinse con un braccio e riuscì a spostarlo, perché Will era rimasto spiazzato da quel discorso.
Cercò di fuggire ma il biondo si riscosse abbastanza in fretta e riuscì a bloccarlo afferrandolo per un braccio nudo, pelle contro pelle, per riportarlo indietro.
Si erano scambiati i ruoli, adesso era Will seduto dove poco prima stava il più piccolo, mentre quest’ultimo era su di lui a cavalcioni, ma senza toccarlo. In acqua gli veniva abbastanza semplice.
Will poi utilizzò l’altra mano per alzargli il viso costringendolo a fissarlo negli occhi.
Nico vi lesse al suo interno dolore, ma non gli fece così male come quando quel giorno vi lesse all’interno quel terrore che l’aveva fatto scappare.
-Avanti dillo di nuovo- lo spronò Will cercando di mantenere la voce ferma –Di che non mi ami e che ti sei solo divertito, dillo però guardandomi negli occhi.
Nico boccheggiò, ma non una parola riuscì a uscire dalle sue labbra.
La presa di Will che teneva fermo il suo mento si addolcì, poi la mano scese lentamente lungo il suo collo e il suo petto, arrivando quasi al limite del costume e oltre.
-Sei un bugiardo Nico Di Angelo- sussurrò mentre con due dita iniziava ad abbassare il tessuto nero.
Ma Nico iniziò a tremare e fece di tutto per farsi lasciare il braccio, urlò un paio di “Lasciami andate, ora!” e, quando ormai era chiaro che stesse per scoppiare a piangere, Will fece come richiesto. In un lampo Nico nuotò via.
Will sospirò e chiudendo gli occhi si passò una mano sul viso.
-Qualsiasi cosa tu mi dica, non riuscirai a farmi scappare- sussurrò alle ombre quella promessa.
 
Dopo la rivelazione di quella mattina Percy e Jason non avevano più parlato.
Erano stati interrotti dagli altri per andare a mangiare e di pomeriggio ognuno aveva ripreso il proprio lavoro.
Ma Percy sapeva di non poter rimandare troppo quella conversazione e forse parlarne con qualcuno gli avrebbe fatto bene.
Così i due ragazzi si ritrovarono al bar, era ovviamente chiuso ma per loro non fu un problema prendere un paio di birre fredde da dietro il bancone, poi si misero seduti fuori, a terra poggiati contro un muretto, illuminati dalla luce di un lampione e dalla luna.
-Quindi… che diavolo hai combinato?- Iniziò Jason aprendo la sua birra.
Percy sospirò, aprì anche lui la sua bottiglia e ne prese un lungo sorso prima di iniziare.
-Andava benissimo tra me e Annie… Dopo che ci siamo separati quella sera, noi due abbiamo iniziato delle piccole missioni, lavorando sempre insieme. Siamo una bella squadra io e lei e inoltre facevamo un sacco di s…
-Va bene!- Lo interruppe Jason –Direi che possiamo anche saltare questa parte.
Il moro abbozzò un sorriso –Si scusa, hai ragione.
Poi riprese a parlare.
-Bè, diciamo che stavamo svolgendo una di queste missioni, dovevamo catturare un trafficante di droga, era abbastanza semplice come missione, cosa di due o tre giorni.
Prese un nuovo sorso dalla bottiglia e si asciugò la bocca con una mano.
-Siamo andati a questa festa, ci siamo divisi per controllare un’area maggiore, ho preso un drink al bar e forse mi sono distratto perché sono abbastanza certo che qualcuno mi abbia drogato il bicchiere, o forse l’ha fatto direttamente il barista. E…
Gli si spezzò la voce.
-E?- Lo spronò il biondo.
-E ho il nulla, non ricordo niente di tutto quello che ho fatto da quel momento in poi. So solo che il mattino dopo mi sono svegliato grazie a uno schiaffo abbastanza forte.
-Annabeth?
Percy annuì con lo sguardo basso –Mi fissava con odio e disgusto, mi ha urlato contro qualcosa sul fatto che mi avesse cercato per tutta la notte e che era stata in pensiero per me, non ricordo molto, ero ancora stordito. Poi mi ha sputato contro e mi ha detto di non cercarla più.
Finì la birra in un solo sorso.
-Ho cercato di raggiungerla, urlando il suo nome per chiedere spiegazioni, ma era già andata via. Sono rotolato giù dal letto e la botta che ho preso mi ha un po’ risvegliato i sensi. Mi sono reso conto di essere mezzo nudo, in un letto in una delle stanze sopra il locale dove stavano facendo la festa la sera prima. Accanto a me stava una ragazza, anche lei era mezza nuda.
Jason storse la bocca e gli poggiò la mano sulla spalla per un po’ di conforto –Hai provato a…
-Certo! L’avrò chiamata non so quante volte al giorno, messaggi, e-mail… L’ho cercata ovunque, ma era come scomparsa. Sono felice di tutta questa storia, almeno so che sta bene. Io capisco il disgusto che lei prova nei miei confronti però… Jason io penso di non averla tradita.
Il biondo corrugò la fronte non capendo.
-Non ricordo assolutamente nulla ed è strano, di solito, anche dopo giorni, alcuni flash confusi delle cose che faccio dopo aver fumato o bevuto mi tornano in mente, ma in quel caso non è mai successo, come se appunto non fosse mai successo nulla. Inoltre quando Annabeth mi ha trovato in quel letto dormivo con i pantaloni dei jeans chiusi… Se avessi fatto qualcosa non pensi che sarei stato abbastanza stordito per rivestirmi?
Jason ci pensò su –In effetti hai ragione… Dovesti dirle a lei queste cose.
Percy sbuffò –Come se fosse facile riuscire ad avvicinarmi e parlarle.
-Dalle ancora un po’ di tempo per abituarsi alla tua presenza, noi troveremo una soluzione, ti aiuterò io- Il biondo sorrise e gli diede un pugno sul braccio, poi si alzò –Vado che Piper mi aspetta.
Quando ormai Jason era abbastanza distante Percy gli urlò dietro –Visto che tu puoi, dacci dentro anche per me!
Il biondo si limitò ad alzargli il dito medio senza neanche girarsi.
  
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