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Autore: vesta    09/11/2017    0 recensioni
Ogni notte Luce fa incubi terribili. Conduce una doppia vita. La sua passione è la musica. Vorrebbe pensare solo a se stessa, ma ha un'animo che le impedisce di essere egoista. Max, Matt e Carmen sembrano gli unici a capirla... Ma solo una persona sa cosa si nasconde dietro i suoi incubi.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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MATT
Appena Luce comincia la sua prima canzone la pista da ballo, già affollatissima prima, ora è decisamente invivibile!
Un centinaio di persone, tra ragazzi e ragazze, si dimenano forsennatamente al ritmo frenetico della musica. L’odore di corpi sudati, alcol e fumo impregna l’aria. Tutto questo mi dà il voltastomaco, vedere però il sorriso di quella ragazzina che si crede già un’adulta rende tutto sopportabile, quasi piacevole.
“Vodka” richiedo senza tanti convenevoli al bancone dove una donna, della quale si vede sicuramente più pelle che vestiti, si prodiga per esaudire tutte le persone al bancone.
Una ragazza dai capelli neri si siede sullo sgabello affianco al mio, e la cosa mi infastidisce non poco, infatti, visto che quasi tutte le persone sono a dimenarsi come degli animali, non c’è quasi nessuno al bacone e ci sono molti posti liberi.
“Un BlodyMary grazie” la sento ordinare… ragazzina.
“Notevole la DJ vero?” cerca di attaccare bottone con me la ragazzina dai capelli neri. Mi volto dalla sua parte per riservarle uno sguardo di avvertimento per farle capire di lasciarmi perdere, poi noto che la ragazzina sta fissando il mio… piede. Stranito me lo guardo anch’io e noto che sto tenendo il tempo della musica.
“Allora la mia vodka?” richiedo la mia ordinazione con tono seccato smettendo di muovere il piede ed ignorando la ragazzina che si è appena messa a ridacchiare.
 
 
“Adesso lo fai con la mano”
Poso il bicchiere vuoto e mi volto verso la mora ancora al mio fianco.
“Cosa?” le chiedo con un cipiglio misto tra lo stranito e lo spazientito.
Lei come risposta indica la mia mano destra poggiata sui jeans dicendo:” Ora stai tenendo il ritmo con la mano” seguito dalla stessa risatina di poco prima.
Dopo aver strofinato la mano sui jeans ed averla messa sopra il bancone fisso la persona al mio fianco con uno sguardo ormai molto infastidito e sbotto: “Si può sapere che diavolo vuoi ragazzina?”
Lei mi sorride e mi richiede: “Notevole la DJ vero?”
La fisso per un paio di secondi sbigottito, poi mi alzo per andarmene, ma qualcosa, meglio, qualcuno, mi trattiene.
“Non è carino andarsene senza aver risposto” mi apostrofa lei mettendo su un finto broncio divertito.
“Senti ragazzina-“
“Adrianne” mi interrompe lei.
“Cosa?”
“Oh signore, abbiamo un problema di comprensione o di udito? Mi chiamo Adrianne, tu?” mi spiega e chiede la ragazzina riassumendo quel sorrisino fastidioso.
Sto per andarmene e lasciare li quella ragazzina rospiscatole, ma ovviamente non mi riesce…
“Matthew! Amico ti ho trovato!”
“Matthew” ripete lentamente la ragazzina senza staccare gli occhi da me, io invece mi volto verso l’idiota.
“Io ti uccido Steve” ringhio verso la persona che ha rivelato il mio nome alla ropiscatole prendendolo per il collo della maglietta.
“Non sono io quello che devi uccidere stasera amico” mi informa lui come se nulla fosse.
Lascio la presa sulla maglietta di Steve e senza chiederglielo nemmeno mi spiega l’informazione che mi ha appena dato.
“Stasera Rob si è azzardato a venire qui, Cam vuole che tu gli dia una lezione.”
“Scordatelo” rispondo bruscamente.
“Non devi di certo dirlo a me, ma comunque è inutile dirlo anche a lui… Ricordi?” e con lo sguardo si volta dove sta uscendo ad altissimo volume un ritmo assordante con sottofondo il suono incalzante di violini. Mi irrigidisco all’istante e l’unica cosa che mi faccio uscire dalle labbra è: “Dov’è?”
 
LUCE
Il ritmo della musica mi pompa dentro l’orecchio destro, l’unico sul quale ho posto la cuffia.
In quella sinistra mi concentro a sentire un ritmo differente: quello delle mie mani sulla consolle.
Le pulsazioni che il ritmo della musica trasmettono al mio corpo, costringendomi a muovermi, sono per me come una droga, non posso fare senza. Vedere tutte queste persone che si muovono all’unisono con il ritmo che produco mi dà alla testa ancora di più ed a volte penso persino sia meglio di un orgasmo.
Sono ormai tutta sudata per via del caldo e dei movimenti frenetici a cui mi costringe la musica. Decido di mettere come traccia, che sarà anche la mia ultima per stasera, una che ho già praticamente mixato interamente, perciò non dovrei affaticarmi troppo e riprendere così un po’ di fiato.
Il suono dei bassi conquista pian piano i corpi della massa sulla pista e quando oramai vedo tutti muoversi al ritmo della mia musica inserisco senza alcun tipo di climax i violini, questo fa sì che la massa cominci davvero a dimenarsi freneticamente ed allora decido di buttarmici in mezzo anch’io.
Nel momento in cui sto per lasciare la consolle impostata e scendere in pista i miei occhi captano qualcosa, non capisco esattamente cosa, ma sento comunque un brivido risalirmi la schiena che mi costringe a cercare qualcosa, senza sapere comunque cosa, in mezzo ad una stanza enorme, piena di gente che continua a muoversi senza tregua e con delle luci tutt’altro che in grado di aiutarmi nella mia ricerca.
Un azzurro agghiacciante mi cattura, i brividi sulla mia schiena non fanno altro che aumentare, tra centinaia di corpi sudati ed immersa in un’aria tutt’altro che rinfrescante io mi sento gelare. Mi sento come paralizzata, mi chiedo come in un luogo come in quello che mi ritrovo io riesca a vedere così chiaramente ed indistintamente quegli occhi così maledettamente azzurri.
In mezzo alla musica assordante tutto introno a me tace improvvisamente. Il silenzio creatosi si squarcia al grido di quella parola diventata per me ormai così famigliare: assassina.


 
  
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